marshall

domenica, aprile 30, 2006

Settimana Nazionale della Sclerosi Multipla

Io la combatto..................vivendo
http://www.aism.it/

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sabato, aprile 29, 2006

Senza Titolo

Riporto stralcio di un'intervista fatta 34 anni fa da Oriana, ad un leader straniero, e ripubblicata, da lei, in un suo recente libro di grande successo.
"........Bisogna essere onesti ed ammettere che noi vogliamo arrivare a una guerra come la guerra in Vietnam. Che vogliamo un altro Vietnam. E non solo per la Palestina ma per tutti i paesi arabi. I palestinesi fanno parte della Nazione Araba. E' dunque necessario che l'intera Nazione Araba entri in guerra contro l'America e contro l'Europa. Che contro l'Occidente scateni una guerra totale. E la scatenerà. America ed Europa sappiano che siamo appena all'inizio dell'inizio. Che il bello deve ancora venire. Che d'ora innanzi non vi sarà pace per loro". E poi: "Avanzare passo per passo, millimetro per millimetro. Anno dopo anno. Decennio dopo decennio. Determinati, ostinati, pazienti. E' questa la nostra strategia. Una strategia, peraltro, che allargheremo".
------------------
Parte di quel programma è stato, malauguratamente e disgraziatamente, attuato.
Quando eravamo ragazzi, io e Oriana, non vivevamo sotto l'incubo di questa minaccia costante.
C'erano altri incubi che ci toglievano il sonno: la guerra fredda e la guerra nel Vietnam. Ma quelli erano incubi dei quali si poteva intravedere, oltre il "muro", la fine. Questo, invece, per chi lo vive senza disinvoltura, è diventato un incubo senza fine.

mercoledì, aprile 26, 2006

Messaggio profetico

Riporto qui brani di un lungo articolo pre-elettorale di Vittorio Feltri, dal sapore profetico.

…Ogni tanto passa qualche giulivo volenteroso, che c’esorta a “guardare avanti”,…Bella e giusta cosa, se non fosse che sulla bugia si sta in equilibrio precario…Si ha un bel volere andare avanti: ignorando la propria storia, o diffondendone una versione corrotta, si è destinati a riviverne il peggio. Non pensiamo affatto che alla politica spetti fare il lavoro degli storici, né crediamo che riformare le pensioni, o riassorbire il debito pubblico, o dare nuova forma all’istruzione pubblica, siano cose da mettere in diretta ed imprescindibile relazione con il bisogno di sbugiardare la bugia.
Ma pensiamo che se la bugia non è contrastata, se la menzogna non trova ostacoli, si genera una politica debole, opportunista e trasformista. Con il che non si riformano le pensioni, non si risanano i conti e non si cambia la scuola, al più si aumenta la spesa pensionistica, si punta sulla spesa pubblica per comperare il consenso. Di un uomo capace di mentire a proposito di se stesso si dice che è un poco di buono…..
……L’hanno voluta chiamare seconda Repubblica. Ma anche questo è un falso. Nulla ci autorizza a cogliere i nuovi assetti che la differenziano dalla prima. Stiamo vivendo, in realtà, i sussulti agonici di una prima Repubblica cui è stata sottratta l’anima politica, la capacità di pensare la cosa pubblica, di viverla come impegno e dovere.
L’odio per Berlusconi, dunque, nasce proprio dall’essersi posto sui binari che avrebbero dovuto portare il treno della sinistra ad essere, come nel sogno (incubo) berlingueriano, sia il governo che l’opposizione, facendolo deragliare………
Vincere le elezioni, in democrazia, non significa “prendere il potere”………..
La forza originaria della Casa delle Libertà stava nell’opporsi al colpo di Stato, ma anche nel promettere una politica di libertà, con più mercato e più Stato: più liberalizzazioni, più concorrenza, e, al tempo stesso, più investimenti in infrastrutture ed istruzione.
…..(molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare )…..
La sinistra di oggi è la più grande forza conservatrice presente sulla scena, laddove noi crediamo si debbano rompere le acque stagnanti dei corporativismi e dei protezionismi. Avere una sinistra che sia forza di governo, capace di innovare e cambiare l’Italia, sarebbe una cosa utile e preziosa……

FINALE PROFETICO

Far Vincere la sinistra, oggi, significa renderne più forti le componenti conservatrici, quelle che non saranno mai libere né dagli interessi costituiti, né da quelli corporativi, avremmo una politica economica dettata dal sindacato, una politica della giustizia dettata dalle toghe associate, una politica estera che risente dei germoglii antiamericani e no global, e così via. O non avremo nulla di tutto questo, perché si sfasciano sotto il peso d’insanabili contraddizioni…..
…..(seguono gli auguri che vinca il migliore)……
(e di seguito)…….Ma sarebbe un augurio amaro, una banale tifoseria (che non ci piace), se non l’accompagnassimo con la convinzione che, quale sarà il risultato elettorale, dai banchi del governo o da quelli dell’opposizione, le forze che alla sinistra non si sono piegate sappiano tornare a guardare al futuro per far riprendere il cammino all’Italia dello sviluppo e della libertà.

martedì, aprile 25, 2006

Edoardo Bennato: "L'Isola che non c'è"

Oggi, mentre seguivo Forum, due contendenti hanno intonato il brano qui sotto di Bennato.
Ne sono stato stregato, l'ho cercato e ve lo propongo in versione ridotta.
Per i giovani, giovani sarà un motivo ultrasuperato, ma vi assicuro che per me è stato come un fulmine a ciel sereno.

L'isola che non c'è
Edoardo Bennato

Seconda stella a destra questo è il cammino,
e poi dritto fino al mattino
poi la strada la trovi da te,
porta all'isola che non c'è.

Forse questo ti sembrerà un pò strano,
ma la ragione ti ha un po' preso la mano.
Ed ora sei quasi convinto
che non può esistere
un'isola che non c'è.

lunedì, aprile 24, 2006

Il quotidiano "Libero" assegna il "Bamba"

Nel programma “Libero di sera”, in onda ogni lunedì dalle 20,30, su Tv Odeon, il direttore del giornale “Libero” – Vittorio Feltri - assegna un Bamba. Cosa sia un Bamba è superfluo spiegarvelo perché se ne può intuire il significato dalla parola stessa.

Il Bamba assegnato questa sera è “molto istruttivo” e, se non fosse stato il Direttore a ricordarcelo, non ci avrei pensato minimamente.
Consiglio i miei lettori a procurarsi una copia del giornale dove viene pubblicato il destinatario del premio o telefonare alla redazione di Libero. Non voglio citare direttamente il suo nome per una mia etica personale (dire il peccato ma non il peccatore).
Comunque è un personaggio politico molto importante che durante tutta la campagna elettorale non ha fatto altro che, da solo e in compagnia, parlare dell’Italia in termini letteralmente “catastrofici”. Ora che è al governo dice che l’Italia va bene, che è la sesta potenza industriale del Mondo e che insomma è ora di finirla di dire che in Italia va tutto male e che siamo sull’orlo del baratro.

Scusatemi tanto, e mi si perdoni il termine,
ma…….più Bamba di così!!!

Tina Anselmi: proposta alla Presidenza

C’è una notizia di ieri, 23 aprile, apparsa su Mediavideo, che potrebbe, in un certo senso, preoccupare i bloggisti italiani.
Bertinotti vorrebbe “punire” Mediaset, mentre Mastella e la Margherita gli si sono già schierati contro. D’Alema, aveva già preso una chiara e netta posizione, sulla materia, nel recente passato. Espresse il concetto che “Mediaset è un Patrimonio italiano da salvaguardare e quindi saremo
contrari a decisioni che potrebbero danneggiarla, mettendo a repentaglio la sicurezza del posto di lavoro per 900 famiglie”.
Perché questo ritorno di Bertinotti sull’idea di “spedire” Rete 4 sul satellite, ora che ne avrebbe
il potere condizionante di farlo? Perché sarebbe l’unico modo - “democratico” - per “eliminare” una voce autorevole – “fuori dal coro” – che potrebbe dar fastidio alle sinistre, quella di Emilio Fede.

E’ un’ipotesi demenziale , quella che segue, ma potrebbe succedere che venga posta la “censura” al libero scambio di idee tra bloggisti. Ora, nei cinque anni passati, non si è verificato e ognuno ha potuto dirne liberamente di tutti i colori su Berlusconi. Ma se partiamo con l’idea di “spegnere”
Rete 4, solo perché potrebbe dare “fastidio”, figuriamoci i bloggisti: potremmo venire posti
“sotto controllo”.

Ed è per questa ragione che propongo ai Bloggisti italiani di nominare come presidente onoraria dei LIBERI BLOGGISTI ITALIANI, l’Onorevole Senatrice TINA ANSELMI.

domenica, aprile 23, 2006

Storie d'altri tempi

Questo post è dedicato a mia figlia e alla bloggista ape.

E’ dedicato a tutti quei giovani che pensano e credono che tutti i mali d’Italia siano dovuti o per colpa di Berlusconi.
E’ dedicato a quei giovani che, come i grandi, dicono che ha governato male, che ha fatto tutte leggi sbagliate e tutte ad personam - questa parolina la usavano quando non sapevano dire nientaltro.
Ma se gli chiedi - dimmene almeno una – non ti sanno rispondere. O, se ti rispondono, e gli chiedi una spiegazione, si arrampicano sugli specchi.
E’ dedicato a tutti i giovani e grandi intellettuali che non avrebbero sopportato altri cinque anni del passato governo e che se ciò fosse accaduto sarebbero andati all’estero.
E’ dedicato a quelli che sognano la Francia - anch’io la sogno, ma per altri motivi -, che tifano Luxuria (io sono antiquato e tifo per altre).

Cari giovani ora che D’Alema e Bertinotti - con tutto il rispetto che ho per loro, sia ben chiaro, e certe leggi del governo D’Alema le avevo appoggiate anch’io – il problema della casa e del lavoro, per voi, è risolto (perdonatemi la sottile ironia).

Casa
La prima l’ha costruita mio padre lavorando sera, sabato, domenica, feste e ferie.
La seconda. Sono vent’anni che ambisco (ambivo perché ora, non più) a comprare una casa al mare, in Liguria (per la mia salute sarebbe stata un toccasana), ma ogni volta non era il momento buono: anno dopo anno i prezzi lievitavano sempre più. Speravamo nel “colpaccio”, in una retrocessione dei prezzi, in un piccolo “miracolo”. Niente. E’ stato un sogno e tale resterà.
La stessa cosa sarà per voi. Non illudetevi che qualcuno vi risolva il problema casa se non vi rimboccherete le maniche: tanto meno lo potranno fare i politici per voi. Credetemi!

Lavoro
Nel ’92 facevo il rappresentante. Molte ditte, in quel momento, andavano male. Tra queste, un mio cliente amico con 30 operai a libro paga.
Era molto indebitato perché si era attrezzato con costosi macchinari d’avanguardia, per competere e stare sul mercato. Nessuno gli dava più fido. Mi propose “l’affare della mia vita”. Lui era inarrivabile, era un genio nel suo lavoro: sapeva cercare e studiare la soluzione a tutto. Io, secondo lui, sarei stato un ottimo amministratore e, con le mie conoscenze (secondo lui) gli avrei trovato i soldi per superare quel momentaccio: riprendere a pagare gli operai in modo da riprendere l’attività.
Vengo al sodo.
La mattina della firma del contratto, e del pacco di cambiali, un piccolo incidente mi costrinse a rimandare all’indomani. In realtà era stato il famoso angioletto dell’altro post che, in quel modo, voleva dissuadermi da quel passo. La notte mi venne in sogno e mi disse “Non farlo!”. E così fù.
E gli operai persero il posto di lavoro sicuro, perché nessuno di loro, ed estranei men che meno, fu disposto a prendere il mio posto resosi disponibile.

Morale della favola (storia vera).
Cosa sarebbe stata la mia vita in questi ultimi 14 anni, a parte poi quello che mi è capitato addosso di ben più grave?
Si è generalmente portati a guardare solo un lato della medaglia, quella che a ciascuno fa più comodo. E da lì nascono le invidie per le ricchezze altrui. E dalle invidie si arriva a tutto il resto.

Perciò non crediate che D’Alema o Bertinotti possano risolvere il problema lavoro. Anzi, secondo me, non lo miglioreranno. Perché tanti che si troveranno in quelle condizioni mie del ’92, avranno ora un minor incentivo personale a quella prova di coraggio che non ho avuto, fino in fondo, io.

sabato, aprile 22, 2006

Mozart: Le Nozze di Figaro

Per rispondere a Riccardo, ho appena finito di riascoltare Mozart: Le nozze di Figaro.
Non so quante volte l’ho ascoltata, finora. La prima volta fu nel ’96, dieci anni fa. Mi dissero: ascolta Mozart. E mi regalarono il trittico italiano: Don Giovanni, Le nozze di Figaro,
Così fan Tutte.
Non avrebbero potuto farmi un regalo migliore. Fino a quel giorno, per me l’opera voleva dire: Verdi, Puccini, Rossini. Poi, dopo Mozart, vennero anche tutti gli altri grandi italiani e francesi. E che grandi!: Bellini, Donizetti, Mascagni, Leoncavallo, Giordano, Massenet, Bizet, Gounod.
Mi sono distratto, ora torno su Mozart.
La prima volta che lo ascoltai, fu come una sassata che squarcia un velo, oltre il quale scopri un mondo nuovo.Ascoltai più volte, i finali soprattutto. Perché all’ascolto si rimane estasiati. E’ musica celestiale, che viene dall’aldilà. La sensazione che produce in me, ogni volta che l’ascolto, è che mi trascina in un mondo ignoto dove c’è solo pace e serenità.
Eppure, chi la compose era un ragazzino ribelle, del quale mai e poi mai avreste immaginato che sarebbe arrivato a comporre pagine così divinamente belle.
Ho ascoltato anche brani delle altre sue opere, scritte nella sua lingua madre. E anche lì, pur non conoscendone la lingua, ti basta la musica per entrare nel suo mondo fantastico.

Parlamenti virtuali

Si prospetta una grande rivoluzione, per le nazioni più progredite.
L’introduzione capillare della telematica, della messaggistica, delle videoconferenze, del voto elettronico, porteranno, di conseguenza, anche la possibilità concreta di eliminare uno dei due rami dei parlamenti: quello della camera dei deputati, con un bel risparmio anche in termini di costi.

Ogni nazione ha sovrabbondanza di programmi radio-televisivi incentrati sulla politica. Ogni cittadino ha la possibilità di partecipare, di persona o via etere, ai dibattiti, alle discussioni. Ogni persona, da casa, ha la possibilità di votare, via SMS o via e-mail. E’ quindi realistico pensare ad una prospettiva del genere: trasformare il parlamento reale in parlamento virtuale, con grandissimo risparmio di costi.

E forse in quel modo si potrebbe diffondere la vera grande democrazia universale.
Ogni cittadino, e non solo i parlamentari eletti, volendo, ha la possibilità di votare direttamente la proposta di legge in discussione. Discussione che sta magari avvenendo in diretta su Porta a Porta o, a Ballarò o, a Matrix o, a Liberi Tutti.

Pensateci e discutiamone.

venerdì, aprile 21, 2006

Da domani, vacanza

Da domani sono in vacanza. Vado a Caresto, provincia di Castò.
Ho finito il mio lavoro. Ho annotato per due anni, tutte le “balle” su Berlusconi. Poi, sul più bello, quando dovevo incassare i diritti, il mio lavoro era già stato preceduto e pubblicato da altri. E devo ammettere che Vittorio Feltri e Renato Brunetta sono stati più bravi di me. Hanno fatto un lavoro più completo e più dettagliato del mio, andando indietro di cinque anni.
Da domani tocca a voi, amici prodiani, fare quello che ho fatto io per Berlusconi. Da domani si cambia. Riprenderò i miei interessi di prima. Opere liriche, Storia dell’Arte, libri, tanti libri, primi fra tutti: Trilussa e Ciranò. Ma sempre con attento occhio vigile alla politica, pronto a riprendere in mano la penna, in modo ancor più pungente, pronto a fare i parallelismi.
Tutto questo finchè il Buon Dio me lo concederà.

Sete di Potere

Grazie a bloggisti arguti ho riscoperto due grandi autori mordaci: Carlo Salustri, al secolo Trilussa, e Edmond Rostand, l'autore del Ciranò di Bergeraq.

Passerà il tempo, le mode, i governi, ma i loro messaggi, il loro modo di vedere la vita, di scrutare e interpretare gli eventi, le vicende umane, resteranno impressi per sempre nell'anima popolare.
Vorrei essere come uno di loro, per descrivere, con il loro stile graffiante, la “miseria umana” che si cela sotto l’apparenza “onorevole” di tanti politici. Le tante incongruità, le bugie, le falsità, le slealtà, le “porcherie” a cui ho assistito, in questi miei ultimi vent’anni, per arrivare alla “guida” della Nazione.

Oggi descriverei della lotta aperta tra diessini e rifondaioli per la “conquista” di una presidenza. Con quello vogliono essere ripagati!
Con una Presidenza, per la “vittoria” ottenuta, grazie a loro – non con un “semplice” ministero. Già, perché questo, al limite, non gli basta: è svilente, è troppo poco!
Vogliono la “presidenza”. Per dimostrare al mondo che, con loro, essi hanno vinto.
Miseria umana!
Trilussa avrebbe scritto una pagina memorabile su questa vicenda: lo farò io.

giovedì, aprile 20, 2006

Gli Incantatori

I nostri politici non hanno idee, non hanno originalità, non hanno credibilità.
Due post, di Andrea e di Iphotep, mi hanno convinto a scrivere questo.
Pensate al recente slogan della sinistra: se andremo al governo faremo la ridistribuzione dei redditi. Che inganno! Si, perché in realtà essa esiste già di fatto - diciamolo pure - da sempre.

Le decisioni dei governi, in tema di spese, hanno comunque l’effetto di compiere una sorta di velato trasferimento di redditi o ricchezze a spese dei possessori di titoli di stato, che, se emessi da un privato, si chiamerebbero cambiali.
Un esempio illuminante, storia vera, che conosce anche il mio amico-lettore Algan, servirà a schiarirvi il concetto
La storia risale al 1938, poco prima dello scoppio della guerra.
Un nostro amico divenne erede universale di una nobildonna che non aveva mai conosciuto. Gli lasciò 480.000 lire dell’epoca. Con quei soldi avrebbe potuto comprare, in quel momento, tutto un lato della via Bigli a Milano (così diceva).
Via Bigli è vicina al Duomo e, adesso, è sede di Banche e Assicurazioni.
Si trovò erede, all’improvviso, e inaspettatamente, di una simile fortuna. Tergiversò, prese tempo.
E intanto lasciò quei soldi investiti, com’erano, in buoni postali fruttiferi.
Scoppiò la guerra. Finì la guerra e con quei soldi potè comprare solo un appartamento alla periferia estrema di Milano. Morì da modesto pensionato, lasciando quell’unico bene ai suoi eredi.
In questo esempio non è forse avvenuta una ridistribuzione occulta e forzosa di ricchezza?
La sua ricchezza era rappresentata da quei buoni, cioè “pagherò” statali. E il loro deprezzamento ha rappresentato, nella realtà, una ridistribuzione di ricchezza che egli aveva prima, ma non aveva più dopo.
E’ un esempio estremo perché c’è di mezzo la guerra. Ma essa avviene continuamente, in maniera più o meno dolce o impetuosa, a seconda dei momenti storici, perché c’è l’impotenza, l’incapacità o l’impossibilità di qualunque governo del mondo, di tutelare, proteggere, garantire totalmente il reale potere d’acquisto dei buoni da loro emessi.
Infatti, stando ai bisogni essenziali, il pane costava 50 lire al kilo nel ’61, e oggi costa 5000 lire.
Un trancio di pizza costava 200 lire nel ’71 e ora, quanto?
Come è stato tutelato il risparmio nel frattempo? Chi avesse tenuto da parte quelle 50 lire, cosa comprerebbe adesso, pur rivalutandole con gli interessi reali corrisposti?
E non mi addentro in ragionamenti più complicati, da tesi di laurea.

Perciò, cari onorevoli, smettetela coi vostri slogan e datevi da fare veramente. Rimboccatevi le maniche. E se proprio credete nel potere della ridistribuzione dei redditi, cominciate a ridistribuire i vostri: forse, sareste più credibili.

mercoledì, aprile 19, 2006

Quando non c'era l'ICI

Ho passato le vacanze estive del mio primo ventennio, in un piccolo borgo climatico situato ai confini laziali del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Come tutto il meridione, era un paese fatto di emigranti: d’inverno semideserto, d’estate affollato all’inverosimile. Qualche emigrante si portava appresso gli amici del nord – Milano, Torino, Parigi, Londra, Belgio – per fargli conoscere ed apprezzare il suo “Bel Paese”.
L’unica vera festa che si svolgeva in quella località, come in tutto meridione, era
“La festa dell’Emigrante”. E che festa! Era sentita, voluta, amata, desiderata, apprezzata da tutti.
Ma i comuni non avevano soldi per organizzare quelle feste. Né tanto meno c’era alcun privato che voleva investire capitali in quei festeggiamenti che non davano alcun ritorno economico agli organizzatori.
E allora si facevano le questue.
Cittadini volenterosi e amanti del loro paese, si riunivano in una sorta di comitato organizzatore della “Festa dell’Emigrante”. Setacciavano il paese in lungo e in largo, a gruppi di tre o quattro, per andare alla raccolta dei fondi. Con il loro bel quaderno scolastico, in bella vista, dove annotavano, sotto l’attento vigile controllo del gruppo dei questuanti, i nomi degli aderenti e le cifre versate. E mostravano, ai recalcitranti o agli indecisi, le belle cifre versate da tizio o caio, con l’intento di convincerlo a mettere il suo contributo.
Comunque sia, ogni anno la Festa andava in porto con grande successo di presenze provenienti anche da tanti paesi vicini.
Momento clou della festa era la domenica sera, la terza domenica d’agosto, quando, sulla piazza centrale, dove era stato allestito da giorni e giorni, come un trofeo in bella esposizione, un palcoscenico riccamente addobbato, si esibiva il cantante di grido di quel momento. Ci si era letteralmente svenati per farlo arrivare fin lì: Bobby Solo, Gigliola Cinquetti, Robertino, Caterina Caselli, Mimì Bertè (Mia Martini), Little Tony. Celentano, no, già allora era inavvicinabile.
Ne era valsa la pena perché la vacanza era imperniata anche su quell’evento che teneva uniti gli abitanti ed era il primo argomento di discussione popolare, per tutta la vacanza.

In quell’epoca la gente era molto più unita, non c’era l’ICI e il debito pubblico era quasi inesistente.

lunedì, aprile 17, 2006

Dubbi sull'Italia dal Financial Times

Ora anche il Financial Times, che pure aveva auspicato una vittoria del Centrosinistra per la soluzione dei problemi che attanagliano l’Italia, ha dei seri dubbi sulla realizzazione del suo programma, dato la risicata vittoria elettorale.
L’autorevole quotidiano, pone anche come limite l’anno 2015 affinchè vengano realizzate le importanti riforme. Pena l’esclusione dall’Eurozona che risolverebbe in un solo colpo il problema del nostro enorme debito pubblico.
Non avevo dubbi su un aut-aut del genere. E spero che questo monito serva a risvegliare la gente e il governo alla realtà che ci sovrasta. Basta con le illusioni. Altrimenti saranno i mercati a decidere per noi, come è stato nel ’92.
Ma quella fu ben piccola cosa rispetto a quanto ci potrebbe accadere.
Certo chi non ha nulla non rischierebbe nulla, ma solo apparentemente, perché in realtà perderebbe di colpo il suo tenore di vita, per quanto basso o esiguo possa sembrare.
E come decideranno i mercati nel caso di un’uscita dell’Italia dall’Eurozona?
E’ semplice.
Con una manovra speculativa internazionale sulla nostra moneta, e sui nostri titoli di Stato, come è avvenuto, in misura ridotta, nel ’92. Manovra che ne ridurrebbe, in un determinato lasso di tempo, il reale potere d’acquisto e il reale valore fino ad un terzo del suo potere d’acquisto attuale.
Tale manovra avrebbe l’effetto di ridurre, come “per incanto” – si fa per dire -, il nostro debito pubblico, poniamo, ai 900.000 miliardi di vecchi lire, entità sopportabile.
Un discorso analogo al mio, l’aveva già fatto, nei primi anni novanta, l’ex ministro leghista Paglierini. Egli considerava anche allora come livello sostenibile del debito pubblico sull’economia nazionale (o che dir si voglia sul PIL) un valore pari al massimo di un terzo del debito pubblico di allora, e quindi sui 500.000 miliardi (da qualche parte ho ancora il testo di quell’intervista apparsa, credo, su “Espansione”).
Follie? Vagheggiamenti?
Anche allora c’era chi diceva “sempre a pensare al debito pubblico” (nel frattempo però le case si sono quintuplicate di prezzo!!!).
No. Non credo che siano dei vagheggiamenti.
Anche se i numeri non saranno tali - perché, per fortuna, il nostro debito pubblico è detenuto in larga parte da cittadini, enti, istituzioni, banche, assicurazioni italiane - l’esclusione da Eurozona ci porterebbe ad una situazione anni ’80.
E quando Funari dice che i vecchi si sono mangiati l’Italia, probabilmente si riferisce a questi concetti.
Perciò non aspettiamo che siano i mercati, poi, a fare, traumaticamente, quello che possiamo fare noi, ora, tranquillamente.

Aspetto vostre idee.

Italia schiava del deficit

Riprendo il ragionamento sul debito pubblico, iniziato ieri con la mia amica di Lodi.
Nel 1981 esso era di 290.000 miliardi, nel 1991 era di 1.600.000 miliardi e nel 2001 era di 2.600.000 miliardi. Al termine di questo secondo governo Berlusconi, sarà ancora aumentato, vedremo le cifre ufficiali, ma sarà sotto i 3.000.000 di miliardi di lire, che poi tradurremo in euro.

Se andiamo ad analizzare vedremo che negli anni ottanta ebbe una forza di accelerazione come quella di un aereo supersonico, negli anni novanta come un’auto da corsa, in questi ultimi cinque anni come un tram di Milano. Quindi, in questo ultimo scorcio, è andato via via decelerando. Ciò che mi fa rabbia è che quando evidenzio queste cose, c’è chi fa orecchio da mercante.
Anche l’agenzia Moody’s, la quale aveva detto che, per attuare le grandi riforme nel nostro paese, sarebbe stato più opportuno votare per la sinistra, aveva però riconosciuto che la velocità di crescita del nostro debito pubblico ha perso forza di accelerazione.
Ciò che mi fa ulteriormente rabbia è che i leader del centrosinistra, durante l’ultima campagna elettorale, hanno cavalcato sarcasticamente lo slogan che, anche in questa legislatura, nonostante Berlusconi al governo, il debito pubblico era aumentato: mi si perdoni il termine, ma non potevano fare una critica più sciocca di questa.
Staremo a vedere loro, alla prova dei fatti!

L’ideale sarebbe, per l’alto livello di debito in cui ci dobbiamo districare, che esso cessasse di crescere: cioè accelerazione a zero. Dovremmo perciò caricare il debito pubblico nel bagaglio della macchina e cominciare a viaggiare a pieno carico con tutto il peso di questa zavorra inutile, ma che saremo costretti a portarci appresso per tutto il viaggio. Avremo quindi una velocità di marcia ridotta al minimo, un consumo di carburante portato al massimo e senza la possibilità di chiedere aiuto a nessuno, se non a noi stessi, in caso di avarie o di guasti.

Ragioneremo, in un altro post, sugli scenari futuri dell’Italia. Intanto chi avesse qualche idea da proporre, si faccia avanti con i commenti.

domenica, aprile 16, 2006

In ricordo di Anna


Anna.

Anna era la quintessenza della bontà: dolce, amabile, gentile, altruista, sensibile, credente.
Lavorava alla redazione di un giornale gestito, diretto, condotto da tutti amici miei: chi è della Brianza, forse ricorderà quel caso avvenuto 20 anni fa.
Voleva fare del bene. Credeva nella Divina Provvidenza e si sentiva suo tramite. Conobbe un ragazzo, solo, sperduto, fragile, inetto, abbandonato dal mondo. Scattò in lei la molla della bontà. Aveva trovato il modo di dare un senso alla sua vita. Si prefisse risolutamente di aiutarlo, di redimerlo, di condurlo sulla retta via. Non aveva previsto che sarebbe scaturito l’amore, quello terreno, tra uomo e donna. Fu la sua rovina, il suo annientamento.
Era anche un “drogato”. Non si conoscevano ancora, appieno, gli effetti dell’AIDS e da cosa potesse essere provocata. Si sposarono, ebbe una figlia.
La vidi sempre meno finchè un giorno dopo Pasqua di quell’anno, seppi che era morta. Era morta di AIDS.
Era il lunedì dell’Angelo.
Di Lei è rimasto un Angelo che ora ha vent’anni.

Prodi e l'Italia divisa in due

L’Italia è divisa in due.
Nei suoi discorsi pre-elettorali, Prodi si rivolgeva al popolo italiano cercando di far leva sulle contrapposizioni che sono sempre esistite, in qualunque epoca, tra ricchi e poveri, giovani e anziani, occupati e disoccupati, meridionali e settentrionali. Questi argomenti non hanno fatto breccia nel cuore degli italiani. Essi erano, secondo lui, divisi, e infatti sono usciti divisi dal responso delle urne. Con una maggioranza risicata alla Camera e con una minoranza di fatto, al Senato.
Ciò vuol dire che se anche Prodi governerà, legittimamente, non potrà prescindere dalle esigenze, e dalle aspirazioni, espresse col voto, dell’altra metà degli italiani.

Un merito non trascurabile và riconosciuto ai governi Berlusconi: merito che gli riconosceranno gli storici.
Vivo in una parte dell’Italia dove la Lega Nord, da piccolo movimento di protesta, divenne il primo partito a livello regionale. Erano gli anni ottanta e primi novanta, e qui al nord si respirava una pesante aria di secessione. Si annusava, si toccava, ne era impregnata l’aria di questo sentimento secessionista: a me faceva paura perché avrebbe potuto trasformarsi, con un pretesto, in atti di violenza incontrollabili.
A Berlusconi andrà attribuito il merito di aver saputo far rientrare, con pazienza, costanza, perseveranza, quel movimento secessionista in movimento pacifico federalista. Avuto le garanzie da Berlusconi, molti elettori di quel partito (sono le cifre a confermarlo) sono rientrati nei partiti tradizionali. Ma sono sempre guardinghi e sempre pronti a ritornare sulle loro decisioni.
Perciò, da quel versante, Prodi è avvisato: deve solo far buon uso delle esperienze del passato.

sabato, aprile 15, 2006

Saremo felici, se saremo felici tutti

Sono stato criticato perché, nei miei post, mi dicono, che trovo sempre il modo di giustificare l’operato di Berlusconi.
Premetto che non ho nulla da spartire con lui, tranne gli ideali di libertà e l’amore per l’arte, lo sport, la letteratura, le scienze, lo spettacolo, l’economia, e tutte le problematiche connesse alle realtà in cui viviamo. Non ho le sue ricchezze, non ho ville al mare o ai monti, non ho aziende e quant’altro.
Se chiedete a un forzista quali sono i motivi della sua scelta politica, egli vi risponderà con le parole implicite nel programma di costituzione di quel movimento. E vi risponderà con quelle parole, pur senza conoscerne il contenuto ufficiale, perché esso è come se fosse inserito nel lodo DNA. Perché fa parte del loro modo di vedere e interpretare la vita. E sono così, l’amico tassista, il carrozziere dipendente, la casalinga pensionata con marito invalido da sostenere, l’assicuratore, il medico, l’avvocato e il commercialista di famiglia, gli amici tipografi, cartotecnici e piccoli operatori della carta stampata, ma anche il lattaio, il prestinaio, il lavandaio e il tappezziere e tanti altri. Ed è così anche il fondatore e sostenitore principale di quel movimento: egli è semplicemente parte di esso.

Si, Prodi dice che saremo felici, se saremo felici tutti.
Bisogna vedere cosa sottintende con queste parole ad effetto.

BUONA PASQUA A TUTTI

Redistribuzione dei redditi o delle ricchezze?

Questa settimana, post elettorale, la borsa è scesa, e la tendenza per i prossimi giorni è di una ulteriore limatura delle quotazioni. Ciò vuol dire che le previsioni di entrate tributarie, dal fronte della tassazione sui guadagni di borsa, dovranno essere ridimensionate. E quindi, anche i programmi di spesa che erano stati impostati su certe previsioni di gettito, dovranno essere perlomeno rivisti. E questo sarà anche uno dei primi confronti con la realtà, con cui si dovrà misurare il Centrosinistra al governo.
Si è tanto parlato e abusato dei termini come: redistribuzione dei redditi. Frase che, alle orecchie di molti, sono parse come delle parole magiche. Ne sono stati incantati e hanno espresso il loro voto per coloro che le hanno saputo abilmente pronunciare.
In realtà essi volevano dire: redistribuzione delle ricchezze. Ma sarebbe stato troppo dirompente, rivoluzionario, e quindi si sono limitati al “reddito”.
Premesso che per parlare di redistribuzione delle ricchezze, dovremmo essere tutti d’accordo, dovremmo essere un popolo di santi, affinché si possa attuare un tale sconvolgimento che fosse nel contempo indolore.
Bertinotti, nelle sue interviste, ha citato spesso questi suoi concetti di redistribuzione, preconizzando, come limite, la fine della proprietà privata, indicando, come esempio, la vita di San Francesco.
Ma Egli era, per l’appunto, un Santo, e poi predicava la povertà assoluta.
La povertà assoluta: grande parola piena di poesia e di fascino, ma quando la si vede rispecchiata in altri. Perché, se tocca noi stessi, diventa un dramma, una tragedia.
Ora, nelle fila di Rifondazione, è entrato un emulo di San Francesco. Staremo a vedere se donerà tutti i suoi beni ai poveri. Nessuno lo pretende, ma per favore stiamo tutti coi piedi per terra e viviamo nella realtà.

giovedì, aprile 13, 2006

Questione di stile

La frase che va ripetendo Prodi a Berlusconi: "deve andare a casa", la dice lunga sul suo "stile". Sono certo che il suo avversario politico, al suo posto, non avrebbe adoperato lo stesso fraseggio.
Nel linguaggio popolare è abituale usare un linguaggio così "colorito". Ma che venga usato dai massimi vertici di uno stato, lascia perplessi. E non sarebbe scusabile neanche se avesse vinto con una maggioranza schiacciante.
Gli inizi - quando si sarà tutto chiarito - di questa legislatura, partono sotto i peggiori auspici.

"Azienda" Italia

Questo post è un prolungamento di quello precedente (Elezioni 2006) e serve come base per predisporre una risposta all’anonimo che mi ha chiesto sulle azioni Mediaset.
Ho parlato ieri con un mio vecchio amico, taxista in pensione,ultrasettantenne. Non mi aveva mai parlato, in maniera così positiva, al limite dell’entusiastico, di Berlusconi; e ciò mi ha sorpreso perché, francamente, lo collocavo all’opposizione. E invece no, in tutti questi anni di amicizia, mi ero sbagliato sulla sua opinione politica.
Ho chiesto i motivi del suo “tifo” per Berlusconi, ed ecco cosa ne è uscito.
In trent’anni di tassista, ho girato in lungo e in largo Milano e la sua periferia, per almeno 100 mila volte (ha fatto un calcolo per arrivare a quel dato). E almeno 1000 volte, ma facciamo anche di più, di più, ho portato clienti a Milano 2, San Felice, Villaggio Edilnord (?) di Brugherio e, ultimamente, a Milano 3. Ogni volta che caricavo un cliente diretto in quei posti, mi si apriva il cuore e la mente al piacere di quel percorso.
Hai mai visitato uno di quei villaggi costruiti da Berlusconi? – mi ha chiesto. Si, ora che faccio mente locale, sono stato anch’io, almeno una volta nella vita, a vedere quei siti. Milano 2, più di una volta, perché negli anni settanta era percorribile liberamente. Milano 2 era stata un tocco di novità per la Milano invasa dal cemento di quegli anni, così come l’ha descritta Celentano nel suo “Ragazzo della via Gluck”. San Felice, poi, se è quella che ho in mente, è quel villaggio “di sogno” alle porte di Milano, dove respiri un’aria di favole da prima infanzia. Entrando in quel villaggio, dimentichi il traffico caotico di Milano. Eppure lì dentro hai tutto. Quel Villaggio potrebbe essere trasportato in un’area sperduta e desolata, e tu non soffriresti minimante la mancanza di nulla. Milano 3 è la copia più grande e perfezionata di Milano 2, comprendente anche strutture sportive di massa, un laghetto, dei ruscelli, se non sbaglio. Nel quartiere di Brugherio si vive “l’Edilizia Popolare” di alta qualità (popolare, solo nel senso dei prezzi più abbordabili). Voi vedrete, se sono quelli che ho in mente, una serie di palazzine di 5 o 6 piani, tutte uguali, ma che non potrete evitare di guardare, tanto sono “belle” e armoniose.
Se tutto questo senso del bello, dell’armonia, del pratico, del…- e mettici tutte le qualità buone che ti vengono in mente - è stato trasportato anche in tutte le aziende del suo Gruppo (vedi Mediaset). E se poi tutte queste qualità vengono trasportate anche in quella che lui ha chiamato “azienda Italia”, lascio immaginare a te i risultati finali. Ma per fare questo nelle sue aziende, lui ci ha messo una quarantina d’anni. E per trasformare l’Italia non si può pretendere che si possa fare in 5 e nemmeno 10 anni.
Questa è stata la filosofia e il resoconto di un “ragazzo” anziano che mi ha particolarmente sorpreso e affascinato per il suo entusiasmo.

martedì, aprile 11, 2006

Elezioni politiche 2006

Che bello, se fosse stata una vittoria leale: nonostante tutto, sarei il primo a gioirne e felicitarmi. Ma così, purtroppo, non è stato.

La lealtà è una qualità poco diffusa tra i politici, e non, specie quando si trovano all’opposizione.
Ho assistito, durante tutta la legislatura, ai programmi del tipo Ballarò, Che tempo che fa, e ho ascoltato i vari ospiti politici, e non, che vi hanno partecipato. Chi ha visto certe puntate, ed è stato attento, non può non aver notato la quantità di bugie che si sono accumulate in quelle puntate. Tantè che ad un certo punto ho smesso di guardare o ascoltare certi programmi, fino ad escluderli completamente dalla mia esistenza.
Da tutti i politici e non politici, simpatizzanti per la sinistra, che sono intervenuti a quei programmi, ho sentito riferire sempre e solo notizie negative; di positive, che pur c’erano, mai. Ho ascoltato bugie, luoghi comuni, notizie tendenziose, cioè di nessuna consistenza e riferite col solo scopo di fare scattare gli applausi di un pubblico che ho notato essere sempre molto più pendente da una parte che dall’altra.
Qualche volta ho segnalato queste anomalie, con e-mail, ai giornali e ai programmi interessati. Programmi dai quali, ovviamente, non ho mai ricevuto cenni di risposta. Le uniche redazioni, interessate dalle mie segnalazioni, che mi ha più volte risposto, sono state Ambiente Italia e
Porta a Porta: ma lì, evidentemente, sono di uno stile e di una classe superiore.
Ora, quindi, è dimostrato che la lealtà è stata una qualità poco praticata dai politici che sono stati all’opposizione. E se qualcuno di loro mi legge, e fa un piccolo esame di coscienza, non può che essere, in cuor suo, d’accordo con me.
Comunque il risultato è stato ottenuto. Qualcuno ha recepito quei messaggi e ha creduto.
E mi chiedo, ora che si apprestato al governo del paese, con quale grado di lealtà lo faranno?
Non vorrei che questa vittoria si trasformasse in una vittoria di Pirro. Le premesse, come si può dimostrare, ci sono, e questo sarebbe dannoso e deleterio per il paese.

lunedì, aprile 10, 2006

Conflitto di interessi alla rovescia

Avevo preparato, sabato scorso, questo post, che pubblico solo ora, a votazioni concluse, per non essere tacciato di propagandista politico.
Premetto che sono un lettore molto occasionale del Corriere, ma quel giorno del 6 aprile scorso, fui attirato da un titolo che parlava di “conflitto di interessi alla rovescia”.
Ecco il post.

Se il Corriere recupererà gradualmente, come è auspicabile, la fiducia dei lettori che lo hanno abbandonato di recente, e quella dei piccoli azionisti che hanno venduto le loro azioni nel fine settimana, facendo perdere alla Rcs Mediagroup il 5 percento del valore in due giorni, lo dovrà anche al coraggio di certi suoi giornalisti.
Si coraggio, perché dopo essere stati portati a conoscenza di determinati fatti, che sembrano veri, fino a prova contraria, si è anche portati a credere che per lavorare correttamente e onestamente in un determinato giornale, si debba essere dotati di una certa dose di coraggio.
E tra i giornalisti “controcorrente” e “coraggiosi” del Corriere vi è sicuramente Gian Antonio Stella.
Nel numero del 6 aprile u.s., non si è fermato di fronte a un caso di conflitto d’interessi alla rovescia, e ha informato i suoi lettori di un concreto caso del genere che ha scosso la Val d’Aosta.

Non avevo mai sentito parlare, di questo caso, in nessun telegiornale, compreso quelli di Mediaset, che pure seguo molto. Tale notizia avrebbe giovato sicuramente all’immagine del Premier.
Egli, a furor di una certa parte del popolo, era diventato il capro espiatorio e sempre sotto attenta mira, per qualunque eventuale minima irregolarità avesse compiuto (vedere la montatura fatta sull’episodio delle irregolarità formali). E così facendo ci si era dimenticati che esse potevano essere commesse anche da chi si atteggiava a paladino della moralità e della correttezza; come è stato, appunto, il caso portato a conoscenza da Gian Antonio Stella.

Come può essere definita un’azione compiuta da chi combatte contro quel genere di azioni?
Francamente, molto spesso c’è chi perde il filo logico della ragione: e, questo atteggiamento, lascia perplessi e sbigottiti, gli altri.

Mi appunterò bene il nome di questo giornalista, Gian Antonio Stella, perchè i suoi articoli verranno sempre più ricercati da coloro che cercano la verità. E sarà inserito, di buon grado, tra i “grandi giornalisti”: titolo che, ultimamente, sembra che venga dato solo a quelli “dichiaratamente” di estrema sinistra.

domenica, aprile 09, 2006

Lotario di Segni e i giovani

In questo giorno di pace, lontano dal frastuono e dai clamori della politica, mi piace soffermarmi a meditare sui Giovani. Ringrazio mia figlia per avermi convinto e spinto ad entrare in questo fantastico universo dei Blog. In effetti la mia vita, da quel giorno, è cambiata. Un interesse nuovo, e avvincente, sta impegnando, sempre di più, le mie giornate. Sto imparando a comprendere più approfonditamente, il mondo dei giovani: la maggior parte dei blog, infatti, sono scritti da loro e alcuni sono anche dei piccoli componimenti letterari, concettualmente molto impegnativi.Spesso, gli “adulti” hanno, dei giovani, una visione errata, distorta; basata, a volte, su pregiudizi difficili da estirpare. Chi avrà tempo e voglia di fare un viaggio all’interno di questo mondo dei Blog, dovrà ricredersi su quelle idee che può aver avuto finora. Ed è da questa constatazione personale che ho ripreso in mano un libro dimenticato:

Lotario da Segni – De Contemptu Mundi – La miseria della Condizione Umana.

Giovanni Lotario dei conti di Segni, eletto papa nel 1198 col nome di Innocenzo III, fu il solo, tra i grandi dell’epoca, a “capire”, approvare e incoraggiare San Francesco, a diffondere, nel mondo, la sua ferrea “Regola” francescana.

Di lui, mi piace trascrivere un brano tratto da questo libro.
..Fu soprattutto un papa politico, e quando il 16 luglio 1216 moriva a Perugia (aveva solo 55 anni) era al culmine della sua potenza apostolica e stava percorrendo l’Italia al fine di ricomporre le paci cittadine. All’indomani giungeva da Milano in Umbria Giacomo di Vitry e si recò a Perugia per rendere omaggio alla salma del pontefice che aveva dominato il mondo. Trovò il corpo nudo e spoglio. Ci ha lasciato queste righe: “Era appena morto il papa Innocenzo III ma non era ancora sepolto. Durante la notte dei ladri l’avevano spogliato dei preziosi paramenti e avevano lasciato il suo corpo quasi nudo in mezzo alla chiesa. Ed io, proprio io in persona sono andato e ho visto con i miei occhi come è breve, vana e ingannevole la gloria di questo mondo”…

Mi piace concludere questo post con un motto di Lotario di Segni: “Si stimano le persone secondo la loro fortuna, mentre si dovrebbe piuttosto stimare la fortuna secondo le persone”
Dante lo ha ricordato nel Paradiso.

sabato, aprile 08, 2006

Fiumi: portatori di Pace

Dalla puntata odierna di Ambiente Italia, è emerso che, nel mondo, ci sono in corso 32 conflitti internazionali per il controllo o il possesso di fiumi o corsi d’acqua, primo tra questi il fiume Giordano, una delle cause del conflitto Israelo-Palestinese.
Si è poi soffermato sui problemi che stanno per interessare i fiumi Po, Piave, Isonzo, Tagliamento e, al centro-sud, il Tevere e il Sele.
Tra i fiumi del mondo, ha parlato del Rio Grande. E poi del fiume Indiano che sta per essere cementificato con la costruzione di 1200 dighe per la produzione di energia idroelettrica.
Del fiume giallo, con la diga delle tre gole, che tanti drammatici problemi sta causando.
La puntata è terminata con un auspicio.
Facciamo sì che i fiumi diventino portatori di pace e non di guerra, come è attualmente.

Insomma, per chi è interessato di ambiente, ecologia, può rivedere questa puntata a computer, digitando
www.ambienteitalia.rai.it

Solidarietà di sinistra

A te che sei un blog-ista e sai come stò, ti voglio raccontare un fatto di ecosolidarietà di sinistra.
Sai anche che, nel tempo che impiego per arrivare, dal portoncino al cancelletto che da sulla strada, tu sei già arrivato dall’altra parte del paese.
Sai anche che nel mio condominio abita un assessore diessino che mi conosce come suo fratello.
Orbene, da cinque anni, da quando stò come stò, e sono uscito dal gruppo dei consiglieri condominiali (mi facevo in quattro per il condominio, sempre io a fare il segretario, mentre gli altri sempre comodamente in platea, e tutto gratis!), puntualmente, di questi tempi, in preparazione dell’assemblea, viene avanzata la proposta, sempre da quel consigliere diessino, di chiudere definitivamente i cancelletti, adducendo problemi di sicurezza.
Mai si sono proposti di risolvere, prima di tutto, i problemi dei disabili, che trovano molto più agevole e funzionale il cancelletto laterale secondario.
E lo scrivo oggi perché, proprio oggi, ha voluto la riunione dei consiglieri, cui partecipa mia moglie, per fare la sua propaganda elettorale e tirare fuori la solita storia dei cancelletti, che li vuol chiudere, senza il minimo accenno a chi ha problemi come il mio.
Dirò di più.
L’anno scorso, gli sarebbe andata bene e avrebbero chiuso (cioè murato) i cancelletti laterali (sono due), se non avessi scoperto che per poter giungere a quella delibera avevano contraffatto il bilancio, aggiungendo deleghe inesistenti.
Gli risparmiai una denuncia penale.
Tu, Blogista che mi conosci, sai della verità di quanto ho scritto: giudica tu!

Dopo Tangentopoli

Ringrazio il lettore del Corriere, Umberto Beolchi, per aver ricordato, ai lettori, l'esatta sequenza dei governi, dalla metà del '92 alla metà del 2001 (9 anni).
Eccola:
28/6/92 - 28/4/93: primo governo Amato (ICI)
28/4/93 - 10/5/94: governo Ciampi
10/5/94 - 17/1/95: primo governo Berlusconi
17/1/95 - 17/5/96: governo Dini
17/5/96 - 21/10/98: primo governo Prodi (IRAP)
21/10/98 - 22/12/99: primo governo D'Alema
22/12/99 -25/4/2000: secondo governo D'Alema
25/4/2000 - 11/6/2001: secondo governo Amato
totale 8 governi.
Lascio a ciascuno le proprie osservazioni e deduzioni

Mondadori: patrimonio dell'Umanità

La “Arnoldo Mondadori Editore”, è uno di quei beni inestimabili, dell’umanità, che porrei sotto tutela dell’Unesco.
Il suo nome è circolato tra i bambini degli anni cinquanta, stampato sulla copertina del mitico Topolino. Poi vennero i Gialli Mondadori: ricordate l’indovinello di quegli anni (non me ne vogliano gli amici cinesi)- cosa fanno due cinesi in una risaia? Poi venne la cultura a prezzi popolari, gli “Oscar Mondadori” (qualcuno mi saprebbe dire perché li chiamarono così?).
Poi, Panorama: e il successo fu assicurato.
Contemporaneamente andava avanti la divisione libri.
Intorno alla Mondadori si sono coagulate le case editrici storiche, che hanno contribuito a far grande e a far conoscere l’Italia nel mondo. Tra esse, ricordo la “Giulio Einaudi Editore”; la casa editrice Electa, con le sue ricche e preziose pubblicazioni; la Sperling e Kupfer, la Edumond Le Monnier, numerose altre.

Chissà quali tesori, quali ricordi, preziosità, cimeli, si custodiscono negli archivi, nei magazzini, nei caveau delle numerose case editrici, entrate nel Gruppo Mondadori?
Ecco perché porrei la Mondadori Editore tra il patrimonio mondiale dell’Umanità: perché tuteli questi beni primari, frutto del Pensiero, a salvaguardia e beneficio di tutta l’Umanità.

venerdì, aprile 07, 2006

Tasse e priorità

Se è vero che, in base a quanto afferma Fassino, Berlusconi è ossessionato dalle tasse e, ogni giorno, ne annuncia una nuova da abolire, è anche vero, allora, che Prodi è “ossessionato” dalle priorità: ogni giorno una priorità diversa. Oggi è il turno della criminalità meridionale, ieri, e oggi, quella dei giovani, ieri l’altro, i porti meridionali, poi la scuola e, via via, tutte le altre. Salvo poi dover dichiarare quale sarà la priorità delle priorità.
Sulla tassa rifiuti, che si potrebbe abolire utilizzando i rifiuti come combustibile, è un’opera fattibile.
Tra l'altro, ci sono gruppi di studio, che stanno pensando alla messa a punto e alla realizzazione di caldaie, per grandi complessi condominiali o grandi agglomerati di case, alimentate dal calore prodotto dalla combustione dei rifiuti solidi urbani autoprodotti.

Prodi a Mediaset

Che l’on.Prodi fosse allergico a Mediaset, non è stata, per me,una sorpresa, e nemmeno una novità. Quanti, di quel gruppo televisivo, sognerebbero un’esclusiva a Romano Prodi, come Toni Capuozzo, l’altro giorno.

Ricordo di quella giovane giornalista di Rete4 che, anni fa, rincorse il leader, tutta trafelata, per le scale e attraverso un lungo corridoio, e non riuscì a cavargli una sola parola. Arrivati all’ascensore, non potè esimersi dal proferire qualcosa, ma quando s’avvide che era di Rete4, si ritrasse in modo poco gentile, lasciando la ragazza con un palmo di naso. Forse, da quel servizio, quella giovane avrebbe avuto una promozione, un passaggio di categoria, ma il Professore non pensò, in quel momento a tutto questo. Da quel giorno non ho più avuto notizie di sue interviste rilasciate a una delle reti Mediaset.

Ben altro comportamento hanno gli altri leader del centrosinistra con la Rete, ed in particolare con Tg4, di Emilio Fede, il quale, secondo il giudizio comune, è pro-Berlusconi.
Ma non è così. Ho assistito a diverse interviste fatte da Emilio Fede all’on.Bertinotti. Esse si sono svolte tutte nel massimo rispetto reciproco e, quel che più mi aveva colpito, in maniera quasi goliardica. Nell’ultima hanno discusso sull’abolizione della proprietà privata, con auspicabile avvento del sentimento francescano sulla terra, di qui a 2-300 anni; in un’altra hanno parlato del disagio arrecato al pubblico, dagli scioperi Alitalia; in un’altra ancora avevano trattato del caso Sgrena e Iraq.
Ecco. In un clima come quello, di quelle interviste, auspico che avvengano dibattiti e interviste future.

Potere delle Elezioni

Ricordate la scena del film “Il Postino” dove, quel tal politico, aveva fatto qualcosa, per quel tal paese, alla vigilia del voto. Lo stesso è avvenuto al mio paese.
In una certa zona, densamente popolata, c’era un’antenna TIM, da tempo immemore. Poi venne il tempo della “concorrenza” e fu installato, di fianco a questa, un altro antennone, più potente, da una sua nota concorrente.
A furor di popolo, fu chiesto, e ottenuto, lo spegnimento dell’antenna e la sua rimozione.

Oggi, 7 aprile, a due giorni dal voto, tutto questo è stato portato a totale compimento.

giovedì, aprile 06, 2006

Divisioni italiane

Nel discorso di ieri a Torino, l’on.Prodi si è soffermato a lungo sui giovani, argomento per il quale ho già anticipato la mia opinione ad un blogista, e sulle divisioni esistenti in Italia: divisione di giovani con i vecchi, di meridionali con settentrionali, di ricchi con poveri.
Ho meditato su questo aspetto, e mi sono chiesto quali fossero le cause di queste divisioni. Ed esse mi riconducono a loro.
Sono invalido da sei anni, e sono costretto a trascorrere la maggior parte del mio tempo tra le mura domestiche. Per vincere il male del secolo, causato da questa condizione di vita, mi sono dedicato alla lettura: libri e informazioni. Seguo la storia, i fatti, gli eventi, e poi mi faccio una mia opinione personale, non influenzata o condizionata da altri.
Con questo spirito critico, ho seguito attivamente la vita politica di questa legislatura e, con minor fervore, per l’esiguo tempo a disposizione di allora, il periodo dall’entrata in campo di Berlusconi.

Di questo ultimo quinquennio, mi sono fatto una idea molto negativa, per non dire di peggio, della politica portata avanti dall’opposizione. Tantè che spesso mi sono chiesto cosa ci stesse a fare.
Li ho sempre visti contrari su tutto, anche contro ogni logica dettata dal buon senso. Qualche volta ho assistito, per televisione, alle sedute parlamentari e, da quei dibattiti, mi sono fatto un’ulteriore immagine sconsolante di quel tipo di politica.
Certi programmi radio-televisivi, poi, non facevano altro che ricalcare, “gratuitamente”, quel copione di contrarietà e di negatività su tutto. Tantè che li ho cancellati dalla mia esistenza.

Ora mi chiedo: in un clima siffatto, così montato dalla politica di opposizione, e da certi mass-media, come si sarebbe potuto pretendere di trovare un’Italia tutta unita, così come la auspica l’on.Prodi?
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A riprova di quanto sopra, questa mattina, 6 aprile, leggo la seguente agenzia su Fassino, il quale dichiara: "Berlusconi è disperato, sente la sconfitta vicina".
Si sono sprecati fiumi di inchiostro, che inquinano i nostri fiumi, ore di programmi radio-televisivi, per una parola dettata da grande passione politica. E l'opposizione cosa fa? Non si lascia sfuggire una virgola per sollevare polveroni inutili, che non contribuiscono a rasserenare gli animi, a farci sentire comunque uniti, anche se di idee politiche diverse.
E anche se ciò che Fassino si augura, per lui, dovesse accadere, non è, appunto, con questi argomenti che si contribuisce alla futura coesione sociale.
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L'altro ieri, a Pescara, l'on.Prodi ha parlato della sua politica per il Mezzogiorno, demolendo, con le sue parole, quella attuata dal centrodestra in questa legislatura.
Da politico libero e indipendente, non posso che restare profondamente sconcertato nell'udire discorsi come quello. 35 anni per completare la Messina-Palermo, 20 anni per iniziare la modernizzazione della Salerno-Reggio Calabria: opere, portate avanti o completate da questo governo. Per non parlare del ponte sullo Stretto, che non si sà se loro lo vogliono o meno. Per non parlare dei gassificatori al Largo di Brindisi, che, loro, stanno solo discutendo da anni.
Poi però, parlano con enfasi, dell'apertura di porti per gli scambi commerciali con la Cina. Mentre non sappiamo cosa farebbero delle nostre belle arance siciliane e dei nostri gustosissimi pomodorini di Pachino. I produttori di frutti e ortaggi, stanno andando in malora per colpa dell'Euro forte e per la mancanza di vie di comunicazione veloci, come sarebbero appunto la Salerno Reggio Calabria e il Ponte sullo Stretto.

mercoledì, aprile 05, 2006

Saggezza dei proverbi

Un noto proverbio dice: Non dire gatto finchè non l'hai nel sacco. E questo si addice proprio alla notizia letta sull'agenzia del Sole 24 Ore Radiocor, che riporto qui sotto.

Magiste: ieri perquisizioni, tra motivazioni anche rischio fallimento
Roma, 05 apr - Le perquisizioni disposte ieri dalla Procura di Roma nelle sedi di alcune societa' del gruppo Magiste, che fa capo all'immobiliarista Stefano Ricucci sono state decise anche alla luce di un possibile rischio di fallimento del gruppo. I magistrati hanno preso la decisione anche in seguito alla escussione da parte della Banca Popolare Italiana del pegno che aveva Ricucci presso l'istituto, annunciato con una nota del 23 marzo. L'ordinanza delle perquisizioni, infatti e' datata 29 marzo.
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Da tempo, mi era parso evidente un fatto del genere ma, i leader del centrosinistra, hanno continuato a cavalcare ugualmente, con battute sarcastiche, il motivetto del "faraonico" arricchimento di Ricucci e dei "quattro furbetti".
Evidentemente non era, e non lo è mai stato, tutto oro quel che luccica. E anche in questo caso, per quei leader si prospetta una solenne cantonata.

martedì, aprile 04, 2006

Incontro: Berlusconi - Prodi

L’incontro di ieri sera, Berlusconi-Prodi, mi trova in disaccordo su due punti: uno per parte.

La promessa dell’on.Prodi, quella dei 200 euro al mese per i bambini da zero a tre anni, mi ha contrariato perché, riaprendo delle ferite, dimostra come ora vogliono apparire generosi, come non lo sono stati nel quinquennio 85-90. In quel periodo, in numerosi casi, fu negato un diritto per quisquilie burocratiche.
Erano i tempi in cui la posta veniva sottratta da gang di sbandati, e trafugata.

Un avente diritto, inoltrò regolare richiesta raccomandata per un assegno parto da 1 milione, all’Ente Nazionale di cui faceva parte. Gli fu negato risolutamente, senza possibilità di appello, perché, nonostante le prove dell’avvenuta spedizione (ricevuta postale della raccomandata, che conserva per ricordo), essa non arrivò mai a destinazione: per forza, era stata trafugata!: bastava fare una legge appropriata per quei casi.
Vi racconto un retroscena.
Gli risposero di rifare la domanda, perché la fotocopia non era considerata valida. Quando gli pervenne, era trascorso un anno, termine ultimo per la presentazione della domanda, pena la nullità. Per questo motivo - era per forza passato un anno, ma già lo sapevano - fu bocciata in quanto presentata fuori termine! Non è stata una grande, grande beffa!
Chi mi legge, comprenderà l’amarezza in coloro che subirono analoga sorte e peripezia; perchè ora, al danno subito, si aggiungerebbero anche le beffe di ora, nell’apprendere di tanta generosità, all’opposto di allora.

Per inciso, ora, al ragazzo, che fa parte di questo racconto, è stato vivamente consigliato, dai suoi insegnanti, di conseguire la laurea in materie scientifiche: Fisica e Matematica. E questo, per contraddire quanto viene affermato, da alcuni, in merito al, falso, “disastroso stato di salute” della scuola italiana.

Sulla promessa dell’on.Berlusconi, di voler togliere l’ICI sulla prima casa, sono in parziale disaccordo perché metterebbe sullo stesso livello chi ha un modesto appartamento e chi, invece, ha una residenza di lusso. A meno che, non abbia già in mente anche una misura equitativa e compensativa per i comuni che, altrimenti, si verrebbero vedere ridotte le entrate tributarie su questo fronte.

lunedì, aprile 03, 2006

Finalità della lotta all'evasione fiscale

Questa sera, 3 aprile 2006, Prodi sfrutterà il tema dell’evasione fiscale, per cercare di recuperare o aumentare i consensi: l’ha fatto intuire ieri, nel programma di Lucia Annunziata.
Si cita l’agenzia Tal dei Tali, e si dice che l’evasione è 200 miliardi di euro (400.000 miliardi di lire). Comunque, parecchia confusione su questo dato, chi dice 100, chi 200, chi di più, chi di meno. In realtà, nessuno lo sà. Si sparano cifre a caso, sperando di colpire nel segno, attirando così qualche voto nella rete della disinformazione.
Si dice che l’evasione è di quella entità, ma non si fa mai nessun riferimento "serio" a come si è giunti a quel dato; e men che meno lo fa il leader di turno, che lo espone al pubblico, additandolo come il più grosso crimine, “complice il governo in carica”.
Tutti siamo sensibili a questo problema, perché, citando il luogo comune, se pagassero tutti, pagheremmo, di meno, tutti.
E qui sta il punto.
Ecco.
Se pagassero tutti, le maggiori entrate servirebbero per far pagare di meno a chi adesso paga troppo. E quindi qualunque governo “serio” non dovrebbe fare previsioni di spesa basandosi sulle maggiori entrate che deriverebbero dalla lotta all’evasione fiscale. Primo, perché esse sono ipotetiche, e quindi anche la previsione di spesa che su ciò si baserebbe, diverrebbe ipotetica. Secondo, tale introito deve servire, come s’è detto, a far pagare meno tasse a coloro che adesso pagano troppo.
In ogni caso, se proprio si deve pensare a come spendere parte dei soldi ricavati dalla lotta all'evasione fiscale, si pensi anche ai disabili, e agli invalidi. Intendendo, per essi, anche le famiglie di questi soggetti portatori di handicap.
(segue)

domenica, aprile 02, 2006

Operazione inutile e dannosa

Non ho mai nutrito grande simpatia per Rutelli, anche perché, a parte il buon uso della parola mimata, che egli ha, non ha mai fatto niente di straordinario o di eccezionale da far si che mi risultasse più simpatico di altri.
Ma, in questi giorni, una sua presa di posizione, contraria al suo leader, gli ha fatto guadagnare diversi punti, rispetto ai gradini più bassi, nella mia scala di preferenze politiche.
Definire “operazione inutile”, quella della maggior tassazione delle obbligazioni (Bot, Cct, Obbligazioni Private), è stata una mossa coraggiosa, perché contraria alle scelte della sua coalizione, ma soprattutto è stata una dichiarazione che, secondo il mio parere, ha rivelato un suo grado di intelligenza superiore a quella di tutti gli altri leader del centrosinistra.
Infatti, quando mai s’è visto che tassando di più gli interessi fruttati dai titoli di stato, esso ha prodotto maggior gettito complessivo per le sue casse?
Gli investitori guardano al rendimento netto. E se esso rende di meno perché è tassato di più, l’emittente dovrà elevarne il tasso di rendimento per renderlo ugualmente appetibile. Nel caso nostro, quindi, Stato e Società private dovranno aumentare gli interessi da pagare, con conseguente maggiori oneri per loro.
Ora, per lo Stato, questo saldo tra dare e avere sarà neutro, perché tra il dover dare di più e l’incassare di più, alla fine non gli porterà nessun vantaggio economico.
Il sottoscrittore pagherà una maggior imposta, ma percepirà interessi più elevati.
Gli unici a subire conseguenze negative, saranno le società private, che dovranno spendere di più per interessi sul loro indebitamento futuro: aumentando quindi gli oneri a loro carico.
In definitiva, più tasse per le aziende che dovrebbero generare lavoro e ricchezza per il paese.

(segue)

Emergenza Idrica

Nel sito di Riccardo – http://www.quadre10.blogspot.com – c’è un accorato segnale d’allarme sulla situazione dei fiumi lombardo-veneti, che vi sollecito a leggere.
Da quella lettura, ho avuto lo spunto per questo mio post.

Abito in un condominio che, da oltre quarant’anni, veniva alimentato da un pozzo privato. Bere acqua dai rubinetti di casa, era un piacere unico.
Soprattutto d’estate, quando la calura ti spinge a cercare refrigerio e a bere più sovente, sentivi che nella tua abitazione c’era qualcosa in più di altre: godevi di una sorta di bonus rispetto agli altri. Acqua abbondante, sempre fresca, come appena uscita dal frigo. Appena aperto il rubinetto, era subito fresca e limpida. Dall’aspetto sembrava come quelle acque minerali che vengono vendute a 1 euro a bottiglia.
Per variare e per “essere più sicuri”, consumavamo anche le acque minerali. E così alimentavamo, e alimenteremo, nostro malgrado, quel circuito “svirtuoso”, che contribuisce allo scempio della natura. Plastica, e suoi problemi di smaltimento e riciclaggio, trasporto con camion, e quindi inquinamento da gas di scarico, e via discorrendo.
Recentemente, si era riscontrata, nell’acqua del nostro pozzo, una presenza di trielina superiore ai limiti tollerabili, come da tabelle sanitarie.

E’ stata la fine di un sogno.
La realtà di tutti era piombata improvvisa anche su di noi.
In fretta e furia si è dovuto decidere per il passaggio all’acqua potabile comunale.
Ma si è notata subito la differenza. Sapore calcareo, tiepida e non più fresca (chissà quest’estate!), addio alla limpidezza, pressione inferiore e, a momenti, insufficiente, e quant’altro.
Di peggio. Forse per mancate precauzioni, non segnalate, nel passaggio all’acqua comunale, si è dovuto procedere alla pulitura delle serpentine degli scaldabagno, di quei condomini, che per primi, inavvertitamente, hanno aperto i rubinetti, facendo scorrere la prima acqua “calcarea” del nuovo corso. Si presume che questo fatto abbia interessato anche le lavatrici.

E questa è solo una delle conseguenze – non ancora disastrose – dell’allarme segnalato da Riccardo, per quelle regioni italiane.
Perché anche gli scienziati avvisano che le zone inaridite del sud Italia e della Spagna, si trasformeranno in deserto nei prossimi 65 anni. E che vaste aree dell’Europa Centrale si inaridiranno al punto da diventare improduttive e quindi causare imprevedibili carestie.

Penso che queste siano le vere emergenze prossime future dell’Europa.


 

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