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sabato, febbraio 28, 2009

Premio Libertà di Stampa

L'associazione dei giornalisti tedeschi DJV ha assegnato il Premio Libertà di Stampa a Marco Travaglio. E' quanto pubblica il sito Italia dall'Estero.
Michael Konken, presidente federale della DJV, ha motivato la decisione dichiarando: “Assegnamo il premio a Marco Travaglio, un collega che si è contraddistinto per il coraggio critico e l’impegno dimostrato nel combattere per la libertà di stampa in Italia.” Travaglio ha saputo denunciare pubblicamente i tentativi dei politici italiani, in particolare di Silvio Berlusconi, di influenzare il lavoro dei media e di ostacolare lo sviluppo di un giornalismo critico.

Come vedete, vi è una schiera di giornalisti tedeschi che se la prende sempre con Berlusconi. Anche nell'altro articolo tedesco, recensito da questo blog, se la prendevano con Berlusconi. Sempre facezie, bufale o dichiarazioni fatte con il loro punto di vista. Prendendo ad esame Travaglio, e la dichiarazione con la quale è stato motivato il premio, mi pare ci sia stata una cantonata presa da quel gruppo di giornalisti tedeschi, oppure essi hanno scarsa conoscenza del nostro paese e si sono fatti "abbindolare" dal fraseggio ad effetto di Marco Travaglio. Basta assistere a qualche puntata di Anno Zero per accorgersene. Monologhi che hanno quasi sempre come argomento frasi estrapolate da articoli più ampi e articolati riguardanti Berlusconi, tratti da quotidiani e giornali vari. Frasi che lui estrapola e riferisce caricandole di effetto e coloritura gesticolando col viso.

Peccato che, quelle rare volte che ho visto Anno Zero, lo abbia sentito sproloquiare soltanto contro Berlusconi, o qualche inetto dell'ex centro, o centrosinistra. Non l'ho mai sentito esprimersi contro qualche bravata compiuta dalla sinistra, nemmeno quando Prodi era al governo; eppure, allora, motivi ne avrebbe avuti in quantità. Travaglio sa usare veemenza, livore, cattiveria solo contro Berlusconi perchè sa che da lì non può correre nessun pericolo. Non può invece avere certezze di incolumità, se non altro dal punto di vista legale, se dovesse attaccare esponenti dell'altra parte politica. A questo riguardo, è significativa l'intervista a Forattini, citata in questo blog, nella quale egli dichiara che "la sinistra non ama la satira", quando vengono presi di mira personaggi del loro schieramento; e cita di essere stato querelato da Massimo D'Alema, per una vignetta che lo riguardava. Quindi, se ai nostri autori potrebbe "far paura" esprimersi liberamente con le vignette, figurarsi con gli scritti: ci vanno coi piedi di piombo.

Ecco perchè mi fa sorridere quella motivazione. Devono essersi fatti incantare dalla prosopopea di Travaglio e gli hanno regalato quel premio di 7500 Euro. Poveri gonzi!

mercoledì, febbraio 25, 2009

Possibilità di ripresa per l'Italia

Il 27 ottobre scorso, avevo intitolato un articolo dedicato al Segmento Titoli con Alti Requisiti (ALLSTAR) della Borsa Italiana: "Una speranza dallo STAR". A quanto sembra, non sono il solo a pensare a quel nucleo di aziende, come volano per la ripresa del Sistema Italia; c'è Giuseppe Recchi, presidente per la divisione Sud Europa di General Electric; e lo fa capire nell'intervista apparsa su Economy, n.9 in edicola.
Giovane top manager, 44 anni, di chiare origini italiane, cresciuto professionalmente tra Londra e Stanford (Usa), parla dell'Italia in termini ottimististici e molto lusinghieri.
Ma c'è di più: in General Electric, multinazionale americana da 183 miliardi di dollari di fatturato, è entrato, da grande socio privilegiato, nell'ottobre scorso, Warren Buffett. E non mi stupirei nello scoprire che, eventualmente, a promuovere gli investimenti italiani di General Electric, vi sia lo zampino di Warren Buffett, il finanziere dal fiuto eccezionale.
General Electric, con l'acquisizione di Nuovo Pignone dall' Eni, era già presente in Italia dal 1994; con l'acquisto di Interbanca dal Banco Santander, il mese scorso, ha sicuramente voluto creare un ponte per addentrarsi, e per conoscere meglio, e dal di dentro, quelle che sono le potenzialità dell'Italia e, più in particolare, quelli che sono i pregi e i punti di forza delle nostre industrie di nicchia.
Interbanca è, infatti, per statuto, la banca specializzata per finanziamenti a medio-lungo termine a piccole medie imprese, come sono, appunto, quelle quotate al segmento STAR della Borsa Italiana.
Si apre quindi un barlume di speranza per l'Italia.

martedì, febbraio 24, 2009

La prodigalità della Rai

Una volta tanto, sono d'accordo con Famiglia Cristiana, che, sul numero 8 in edicola, a firma di Giorgio Vecchiato, critica la Rai per i compensi a Bonolis - 1 milione per condurre Sanremo - e a Benigni - 350 mila euro per la partecipazione -. Critica, inoltre, Affari tuoi per regalie che vengono effettuate, a caso e senza alcun merito, con le elargizioni dei "pacchi".

Dopo tutti quei soldi buttati, appare anacronistico, patetico, ridicolo che la Rai, in questi giorni, stia facendo un martellamento su tutti i programmi, per ricordare la scadenza del termine utile per pagare la tassa sulla televisione. Non c'è coerenza.

Premesso che, per la bontà di certi programmi Rai, già più volte citati dalle pagine di questo blog, ho pagato fin da gennaio, se fosse stato per la sconceria di cui sopra, sconceria che si ripete ogni anno, avrei dovuto fare come faranno in tanti: non pagare il canone, o tassa. E poichè quegli alti compensi vengono giustificati tirando in ballo gli indici d'ascolto, voglio precisare che, personalmente, e con buona parte dei miei familiari, non abbiamo contribuito ad elevare l'audience di Sanremo. E siccome gli sponsor pagano la pubblicità in base agli indici d'ascolto, io e la mia famiglia faremo in modo di non acquistare i prodotti di tali sponsor e di chi sponsorizza i Pacchi.

Se molti si comporteranno in tale modo, finirà lo spirito elargitivo della Rai, poichè gli verrà a mancare la materia prima - il denaro proveniente dagli sponsor che rinunceranno a fare pubblicità a mezzo Rai - la quale consente loro tali atti di immensa prodigalità.

martedì, febbraio 17, 2009

Gli stracompensi della Rai

La Rai è ondivaga: deve aver perso la trebisonda.
Da un lato è vincente, con l'affidamento della conduzione di Festa Italiana alla giovane esordiente, Caterina Balivo, che le costa "poco", ma in compenso sta spopolando nelle ore pomeridiane; d'altro lato dà i numeri regalando a man bassa milioni di euro al duo Bonolis - Benigni per condurre Sanremo e per leggere la Divina Commedia.
Se proprio ci tengono a Dante, perchè non inventano un programma a premi del tipo di Amici, di Canale 5, nel quale fanno recitare, magari a memoria, i cento Canti della Divina Commedia ad altrettanti giovani? Facendoli poi commentare dai presenti in studio?
Otterrebbero numerosi risultati: programma di strasicuro successo, vistoso risparmio, vasto numero di giovani motivati, larga diffusione della cultura dantesca, molto meno arrabbiatura degli abbonati Tv (che non vedrebbero buttati i soldi del canone!).

E non vorrei spingermi oltre, pensando all'esistenza di "manovre poco chiare". Perchè, quando si largheggia così abbondantemente in certi compensi, in momenti di così grande crisi come questo, viene automatico pensare che sotto sotto ci possa essere qualcosa di anomalo!
Non a caso Codacons ha voluto metterci il naso!

lunedì, febbraio 16, 2009

I moderni Cantastorie

Riproduco un articolo dal Magazin Sueddeutsche, pubblicato sabato 14 febbraio 2009 sul giornale tedesco Süddeutsche Zeitung. E' stato tradotto e pubblicato sul sito dell' Italia vista dall'Estero. Prende di mira la situazione italiana, e mi sono preso la briga di leggerlo. Contiene sacrosante verità, che tutti noi conosciamo, ma anche un sacco di idiozie.

La più grossa è quella che l'Italia, a loro dire, è cresciuta a ritmo vistoso fino a circa il 1989, e poi sarebbe stata una debacle.
Peccato non dica anche che fino al 1983 il debito pubblico era stato contenuto nei circa 150 mila miliardi di lire e che, nel 1990, in sette anni aveva già superato di gran lunga il milione di miliardi (non a caso il finanziere Soros ci fece passare un fine settimana da incubo, speculando sulla nostra moneta gravida di tale debito pubblico; e non a caso quel periodo fu contraddistinto dalle grandi corruzioni venute a galla con tangentopoli).
Ora, quel debito pubblico, non più rientrato e che, anzi, si amplifica di anno in anno a causa degli interessi da pagare sul quel debito, sarà quello che probabilmente causerà l'insolvenza dello stato, sconquassando la nazione e mettendo a repentaglio il proseguimento della democrazia.

La seconda idiozia è quella che prende di mira Berlusconi con le sue aziende, dicendo che lui, da quando è in politica, non fa che pensare ad arricchirsi interessandosi solo delle sue aziende.
Oltre che idiozia è un luogo comune gratuito da sfatare. Lo vadano a chiedere agli azionisti Mondadori e Mediaset, aziende Fininvest, se le cose stanno realmente così!
A me non possono di certo darla a bere!
Gli unici che ne hanno tratto vantaggio, del fatto che fosse Berlusconi il loro maggior azionista, sono i suoi dipendenti, che hanno avuto finora posto e stipendi garantiti. Gli azionisti, grandi e piccoli, ci hanno solo rimesso. E se, quel giornalista non lo sa, che si vada a documentare, prima di scrivere fesserie!

Tutte le altre idiozie contenute nell'articolo, le potrete scoprire voi stessi, leggendolo.

Altro che giornalisti: questi sono dei moderni cantastorie!

"La situazione della nazione e’ disastrosa, la politica e’ corrotta, l’economia e’ agli sgoccioli. E l’unico che avrebbe il potere di fare qualcosa al riguardo è il capo del governo. Ma a lui interessa solo la sua ricchezza. Italia, che cosa sei diventata?
Alcuni politici sono segnati per tutta la loro vita per un’unica stupida battuta. Con Silvio
Berlusconi e’ invece difficile anche tenersi a mente i suoi più recenti deragliamenti linguistici. A
proposito del centro di prima accoglienza per profughi sull’isola di Lampedusa e sulle indegne condizioni di vita in esso, ha detto recentemente che “non e’ un campo di concentramento” e che gli immigrati presenti “possono sempre andarsi a bere una birra”. In materia di stupro, ha detto che in linea di principio non e’ possibile evitarli in Italia “perché le nostre donne sono troppo belle”. E dopo le elezioni presidenziali americane, definì Barack Obama “abbronzato”.
Queste sono le parole di un magnate dell’industria abituato ad essere circondato da subalterni e lecchini che automaticamente ridono per ogni stupido scherzo. Un uomo che ha un tale potere da non far più distinzione tra comportamento pubblico e privato, che si comporta in
tutto il mondo come se fosse a casa sua dove anche una barzelletta priva di tatto causerebbesicuramente delle risate. E Berlusconi è anche abituato al poco critico panorama mediale italiano che lo sorprende quando la stampa internazionale non gli riserva lo stesso approccio di sottomissione.
Si tratta di uno dei più strani e insoliti fenomeni politici dei nostri giorni: da 14 anni, l’Italia è stata quasi ininterrottamente governata da un capriccioso miliardario con 17 procedimenti penali sulle spalle e che nonostante cio’ ha ancora il supporto di una grande maggioranza degli italiani. Berlusconi all’estero può apparire come un pagliaccio, tuttavia la sua popolarità nel suo paese e’ superata solo dal suo narcisismo.

Pertanto, Berlusconi ha potuto vincere svariate elezioni sin dalla sua prima apparizione sulla scena politica nel 1993, nonostante nello stesso periodo l’Italia sia stata protagonista di un drammatico declino: Da una delle più grandi storie di successo europeo è diventata una delle economie più deboli nel continente.
Il fatto che l’Italia non solo accetti Berlusconi e le sue sciocchezze, ma le condivida pure, è un sintomo di un paese in profonda crisi con una travagliata economia stagnante. Un paese paralizzato e profondamente frustrato, nelle mani di pochi gruppi di interesse, e in una
situazione
per cui non e’ né in grado né disposto a cambiare qualcosa. Un paese dove la al popolazione e’ fondamentalmente disgustata dalla classe politica e per questo vota un uomo che per lo meno non nasconde di voler fare innanzitutto i propri interessi.
Nel 2006 Berlusconi era ancora visto anche in Italia come il problema più grande dell’Italia. I suoi innumerevoli affari e il conflitto di interessi come uomo più ricco d’Italia, primo grande proprietario di un impero mediatico, famoso indagato contemporaneamente Primo Ministro, hanno ridotto il paese allo stallo e causato una crescita economica quasi pari a zero.
Molti elettori pensavano che, una volta liberatisi di Berlusconi, il paese si sarebbe di nuovo ripreso. Ma il governo di Romano Prodi, supportato da una fragile coalizione di nove partiti con una piccola maggioranza di un solo voto al Senato italiano, non ha saputo fare molto meglio. Quando ha cercato di introdurre alcune riforme del mercato, gli stessi comunisti al governo si opposero. Per quanto riguarda altre proposte di legge, come ad esempio il riconoscimento delle unioni omosessuali, l’ammutinamento venne da un’altra parte della coalizione: dal gruppo dei cattolici nel governo.
Una delle poche leggi che passarono fu un’amnistia generale per i criminali per la quale Berlusconi insistette molto e che fu articolata in modo da salvare il suo avvocato Cesare Previti da una pena detentiva per corruzione di un giudice. Un po’ più tardi la popolazione italiana si adiro’ per i 26.000 criminali rilasciati, molti dei quali tornarono rapidamente a compiere furti, stupri e omicidi. Ma tra questi c’erano anche una folla di criminali per reati economici, tra cui Previti, che poterono cosi’ ritornare ai loro domicili e godersi le comodita’ illegalmente acquisite.
Sotto Prodi, l’economia ha proseguito la sua discesa e nel 2006 e nel 2007 sono da segnalare
altri due anni di crescita zero. Nello stesso periodo, vanno accumulandosi mucchi di spazzatura e rifiuti tossici a Napoli e dintorni. E nonostante questi problemi i partiti della coalizione di centro-sinistra continuarono a litigare in pubblico. Gli elettori non hanno quindi riscontrato praticamente alcuna differenza tra destra e sinistra e hanno cominciato a considerare la politica nella sua interezza come una casta che si occupa soprattutto della sua auto-conservazione e si distribuisce privilegi straordinari e eccessive prebende.
E Berlusconi era uno di loro, agli elettori cio’ ando’ bene e non diedero molta importanza ad un altro scandalo di Berlusconi alla vigilia delle elezioni del 2008: verso la fine del 2007, Berlusconi fu accusato dal procuratore della Repubblica di Napoli di aver corrotto Agostino Saccà, un funzionario a capo del dipartimento del cinema della Rai.
Nelle registrazioni delle intercettazioni, che la rivista “L’Espresso” ha messo in Internet, si può ascoltare come Berlusconi cerchi di convertire l’emittente televisiva statale in una sorta di
“divano di casa”. Infatti chiese a Saccà di trovare dei ruoli per alcune giovani attrici, che Berlusconi nelle intercettazioni chiama “le fanciulle mie”. In alcuni casi, questo servirebbe solo per “rallegrare il capo” (cioè Berlusconi). In un caso specifico, Berlusconi ha detto a Saccà di aver bisogno di un ruolo per un’attrice che ha una relazione con un senatore del governo Prodi. Berlusconi voleva, come ha ribadito lui stesso, dare a quel senatore delle motivazioni per passare di campo e causare la caduta del governo Prodi.
Ma mentre l’opinione pubblica italiana registrava quasi apaticamente i gravi reati attribuiti a Berlusconi per questo caso, quali la corruzione di funzionari pubblici ai fini della caduta di un governo, improvvisamente scoppio’ un grande interesse in merito ad un possibile scandalo sessuale. Questo fu dovuto alle voci circolanti a riguardo di altre registrazioni riguardanti Berlusconi e tre donne eccezionalmente attraenti del suo gabinetto.
A seconda del campo politico le voci erano diverse. Gli oppositori di Berlusconi favorivano l’immagine di una cariatide settantenne con un debole per le pompette da pene e per il Viagra. I suoi sostenitori lo festeggiavano invece come un instancabile Don Giovanni che si trova in grado di soddisfare due o tre donne allo stesso tempo.
In queste voci circolava anche il nome del Ministro per le Pari Opportunita’ Mara Carfagna, una trentatreenne ex candidata per l’elezione di Miss Italia che ha fatto carriera in qualità di co-presentatrice nel gruppo di Berlusconi e che per un lungo periodo era visibile soprattutto in mini gonne mozzafiato e camicie scollate. Durante una grande riunione di protesta a Roma nel mese di luglio, l’artista comica Sabina Guzzanti ha fatto notare in relazione a Mara Carfagna che: “Non si può nominare un Ministro per le Pari Opportunita’ solo perché ha succhiato l’uccello di qualcuno!”. La Carfagna ha negato qualsiasi relazione personale con Berlusconi e ha denunciato la Guzzati per calunnia.
Con la visione delle cose semi-monarchica del primo ministro non stupisce che nel 2006 sia entrata in vigore una nuova legge elettorale che affida ai capi dei partiti una discrezionalita’ di scelta dei candidati pressoche’ illimitata. In precedenza, l’elettore poteva ancora scegliere i singoli candidati, con il nuovo sistema gli elettori possono votare solo per una parte politica e i leader dei partiti fanno le liste elettorali. Di conseguenza, Berlusconi puo’ portare in Parlamento chi vuole, sia amici personali, dipendenti o qualcuno che sia anche solo di bell’aspetto. Cosi’ Berlusconi ha portato sia in Parlamento che nel suo gabinetto tutta una serie di vallette e attricette diventate famose nel suo impero televisivo. Ed è anche orgoglioso di questo: “Sono come una buona fatina: erano topine e io le ho trasformate in parlamentari”.
Il vero scopo dell’occupazione del Parlamento da parte di Berlusconi è che Berlusconi sta cercando solo di ridurre il ruolo del Parlamento italiano ad una funzione cerimoniale. Recentemente, ha chiesto che solo i presidenti delle rispettive parti dovrebbero fare lo sforzo di votare nel Parlamento. In questo modo, il valore politico degli altri 500 membri parlamentari sarebbe solo da interpretare come un rituale. “Ci stiamo muovendo verso una sorta di modello sudamericano della democrazia”, spiega Bruno Tabacci, un ex democristiano.
Come questo poi potrebbe sembrare si sta già intravedendo. All’inizio della legislatura del 2008 un fotografo e’ riuscito a fotografare con un teleobiettivo un pezzo di carta scritto da Berlusconi con delle note destinate a due belle, giovani, donne parlamentari, Gabriella Giammanco e Nunzia de Girolamo: “Gabri, Nunzia, siete una grande coppia! Grazie di rimanere in Parlamanto, ma non è necessario. Se avete un invito per un pranzo romantico, sarò lieto di darvi il permesso per andarvene! Baci ad entrambe! Il ‘vostro’ Presidente”. Il fotografo riusci’ anche a catturare con la sua macchina fotografica la risposta: “Caro Presidente, gli inviti romantici li accettiamo solo da lei..”.
Il fatto che cio’ non provochi reazioni negative nell’opinione pubblica italiana, la dice lunga circa l’interpretazione della politica degli italiani in relazione al potere mediatico di Berlusconi, ma anche a riguardo della frammentata e quasi scomparsa opposizione di centro-sinistra con la quale ha a che fare Berlusconi. Anche a causa della mancanza di alternative la maggioranza del popolo italiano consente a Berlusconi il potere che ha perche’ visto come uomo forte e deciso. E Berlusconi sfrutta questo che a sua volta promuove la sua immagine di uomo del fare: Così, nel 2008 Berlusconi ha abolito l’ICI ovvero la tassa sulla proprietà della prima casa. E nonostante queste mancate entrate dovranno essere coperte da altre tasse, l’abolizione dell’ICI e’ stata molto popolare. Con il rapido intervento dell’esercito ha anche eliminato la spazzatura dalle strade di Napoli e alla conclusione di questa operazione ha affermato di aver riportato la città nel mondo occidentale in soli 58 giorni. In questo modo gli italiani erano dalla sua parte.
Resta il fatto tuttavia che l’Italia, nel corso degli ultimi 14 anni in cui Berlusconi ha caratterizzato la politica italiana, e’ sprofondata drammaticamente. Per più di 40 anni, dalla fine della seconda guerra mondiale fino al 1990 circa, l’economia italiana era una delle più floride al mondo - in un soffio assieme al Giappone e alla Germania occidentale. Negli anni Cinquanta e Sessanta, l’economia cresceva in media di circa il cinque per cento l’anno, negli anni settanta e ottanta di altri solidi tre per cento l’anno. In un paese che ha per molti anni è stata caratterizzato dalla fatica e dall’emergenza questo porto’ prosperità, istruzione e un generoso stato sociale.
Per gli studenti della politica contemporanea l’Italia ha rappresentato un affascinante paradosso: da un lato, il paese sembrava avere uno spaventoso sistema politico. I governi si susseguivano uno dietro l’altro, gli scandali e le crisi di governo erano diffusi assieme ad un alto livello di corruzione, sprechi, e una burocrazia inefficiente. Dall’altro l’economia cresceva di anno in anno. Fino a circa 1989, l’Italia aveva un prodotto interno lordo pari a quello della Gran Bretagna.
Ma negli ultimi 15 anni l’insolita equazione italiana, corruzione e sabbia nel motore più elevata crescita economica, non ha piu’ funzionato. Il prodotto interno lordo italiano è aumentato dal 1996 al 2006 in media dell’1,1 per cento l’anno, rispetto al 2,3 per cento in Gran Bretagna, il 2,8 per cento in Spagna e l’1,7 per cento in tutta la zona Euro. Con il risultato che la crescita italiana e’ del venti per cento inferiore a quella del Regno Unito ed è stata superata anche dalla Spagna.
Il sistema italiano, che funzionava ragionevolmente in un periodo di mercati protetti, nell’era della UE, della moneta unica e dell’intensa concorrenza con paesi a basso salario in Asia ne ha molto risentito. Aprire una società in Italia costa in media 5012 Euro e occorrono 62 giorni con fino a 16 diverse pratiche burocratiche. Per confronto, in Gran Bretagna la stessa operazione costa 381 euro, quattro giorni e cinque operazioni amministrative, negli Stati Uniti 167 euro, quattro giorni e quattro passaggi amministrativi.
La sabbia nel motore ormai stride in quasi tutti i settori della vita italiana, in un modo da dare origine ad un incomprensibile effetto sinergico negativo. Ad esempio, la minaccia di una paralisi del sistema giudiziario rischia di bloccare lo Stato di diritto, una pietra angolare di un sistema economico funzionante. La durata media dei procedimenti per violazione di contratto è in Italia di 1210 giorni (quasi quattro anni), in Spagna (al secondo posto come paese in questo senso) è di 515, quindi nemmeno la meta’, in Francia 331 e in Gran Bretagna di soli 217 giorni. In Italia, ci vogliono inimmaginabili novanta mesi, quasi otto anni, per poter sfrattare di casa un affittuario inadempiente. In Gran Bretagna sono necessari circa dieci mesi, in Francia 17 e sei mesi in Danimarca.
Un tale sistema può sembrare come una brillante follia, ma dietro a cio’ vi e’ un metodo: è stato intenzionalmente progettato per renderlo indispensabile ai partecipanti. La moltiplicazione delle procedure amministrative, la concessione di licenze, regolamenti e strozzature burocratiche crea un numero estremamente elevato di leve con cui il governo puo’ controllare, ritardare, o seppellire prima possibile qualsiasi progetto.
Ciascuno di questi passi è un’opportunità per l’esercizio del potere e del nepotismo, per la richiesta e la concessione di favori. Un’autostrada, il cui costo di costruzione raddoppia in via di esecuzione, ha grandi vantaggi - non solo per i politici che percepiscono mazzette, ma anche per tutti coloro che ci lavorano. Ovvio: per il resto del paese questo porta solo svantaggi. La si deve combattere con delle infrastrutture scadenti, tasse alte, cattivi servizi e di un sistema che e’ diventato l’esatto contrario di una societa’ dei servizi. Non stupisce quendi che l’Italia sia scivolata dal 32mo al 64mo posto nel Global Competitiveness Index, l’indice mondiale per la competitività economica.
Incredibilmente, nei suoi 14 anni di politica Berlusconi ha addirittura migliorato la sua immagine di uomo del fare. In un’intervista all’inizio del 2008, per meta’ si vantava e per meta’ brontolava di essere trattato come una rock star o un re con il potere di guarigione al solo tocco. “Madri incinte mi chiedono di mettere la mia mano sul loro ventre. Altri mi chiedono di toccargli gli occhi perché vedono male… altri di toccarne la testa perché stanno diventando calvi. Ma a loro io do solo il numero di telefono del mio medico “.
E nel settembre 2008, nel bel mezzo della crisi finanziaria, Berlusconi ha assicurato, dopo una lunga notte in una discoteca, che aveva ancora abbastanza energia per fare tutto il possibile: “Dopo tre ore di sonno ho slancio per ulteriori tre ore di sesso”. Ma per liberare l’Italia dal suo attuale stato di caos c’e’ bisogno di molto più della mano regale di Berlusconi e dei suoi vanti post pubertari".

sabato, febbraio 14, 2009

Fantaeconomia

Questa è una storia vera. L'ha raccontata tante volte mio padre, e mi piace farmela ripetere, ogni tanto, per vedere se vi affiorano nuovi particolari. E' sempre stato troppo vago e frammentario, nel raccontarmela; ciò che apparirà anche a voi.

Viveva, dalle sue parti (sue, e non anche mie, poichè poi si è trasferito qui al Nord, dove sono nato), una famiglia numerosa formata dal capostipite, da quattro figli maschi, un numero imprecisato di femmine, tra figlie e mogli di costoro, e da qualche pargoletto che già s'incominciava a intravvedere. Tutti dediti all'attività di famiglia: agricoltura, allevamento, pastorizia. E anche il capostipite veniva a sua volta da una famiglia impostata in quel modo.

Quella parte del Lazio, dove si svolsero i fatti; quei pianori, quelle dolci valli e colline, quei panorami incantevoli, che per secoli sono state un proliferare e un brulicare di piccole o grandi fervide attività, ora, mi raccontano, sono tutte semi abbandonate: tutta la popolazione giovanile, del periodo del boom economico, ha preferito abbandonare quei luoghi, emigrando all'estero o spostandosi nelle grandi città. Era, per quella precisa località, l'epoca in cui ci si accapigliava, si litigava per l' invasione di territori confinanti da parte di bestiame o pastorizia del vicino. Ora che è quasi tutto abbandonato, e non ci sono più pastori o mandriani in quelle terre, la natura sta riprendendo rigogliosa il sopravvento. Vista da un certo punto di vista, come amante della natura, il fatto mi aggrada.

La famiglia numerosa di questo racconto, dedita a quelle attività da vecchia data, da chissà quando, di generazione in generazione, si vociava avesse accantonato immense ricchezze. Nel solo periodo intercorrente tra le due guerre, era diventata la più facoltosa della zona. Ma non spendevano una lira, erano autosufficienti in tutto, e il denaro che incassavano veniva tutto accumulato. Non c'erano banche nella zona, solo un ufficio postale che raccoglieva risparmi emettendo i famosi Buoni Postali Fruttiferi. Ma, essendo tutti analfabeti, non si fidava nessuno di alcuna forma di risparmio gestito: banche, poste o checchesia; mettevano tutto sotto la mattonella.

Sgobbando alacremente, senza spendere un soldo, e considerando soltanto il periodo che va dal 1919 al 1945, avranno sicuramente accantonato capitali immensi: tutti custoditi e nascosti in casa loro.

Dopo il '45, avvenne che le vecchie banconote furono messe fuori corso e fu concesso un breve lasso di tempo, a chi ne deteneva, per effettuare un determinato cambio con quelle di nuova emissione (le famose diecimila lire della Banda degli Onesti di Totò e De Filippo). La famiglia in questione, non essendo informata di nulla, poichè non spendeva nulla, nemmeno per informarsi, e recepiva quel che le sarebbe potuto interessare solo per sentito dire, apprese di quel cambio banconote troppo in ritardo, fuori tempo utile. Persero tutto, e non ci fu nulla da fare: le vecchie banconote nascoste in casa, divennero carta straccia.

Facendo un salto di sessant'anni da quella vicenda e venendo al momento attuale, a me sembra si stia andando verso una situazione del genere. Le potenze occidentali, non potendo far fronte alla "catastrofe" incombente, potrebbero essere indotte o costrette a mettere fuori corso le banconote in circolazione, emettendone di nuove, con rapporti di concambio assai penalizzanti per i detentori. Ovviamente, per chi ora le mette sotto il mattone, non ci saranno vie di scampo: diventeranno carta straccia, come successo alla famiglia di questo racconto.

venerdì, febbraio 06, 2009

Ritorno al baratto

A Milano - leggo su Corsera Milano del 4 febbraio - è aumentato il numero di Banche del Tempo, presenti nel comprensorio milanese. In 10 anni di attività, sono diventate 23, di cui 13 in città e 20 in provincia. 3500 sono i soci iscritti a queste speciali banche, e l'incremento maggiore di iscrizioni si è avuto tra i giovani. Tutto ciò dovrebbe suonare come campanello d'allarme per i governanti. Se, infatti, verrà meno l'uso di carta moneta negli scambi di beni e servizi, verrà meno l'introito da tasse che gravano sulle transazioni di ogni genere...e quindi...addio ad una fetta di welfare state finanziato con i soldi provenienti da esse.
Nel caso specifico mio personale, fino a due anni fa godevo ininterrottamente del servizio fisioterapico di due sedute settimanali, finanziato dalla Regione Lombardia; ora ne posso usufruire solo per trenta o quarantacinque sedute annuali. Il resto, se lo voglio, posso ottenerlo nella stessa sede a trenta euro a seduta. Nulla di male, se non ci fosse di mezzo il fatto che in trentacinque anni di attività ho versato oltre 200 milioni di Lire a valori correnti (senza cioè tener conto della rivalutazione monetaria; e i primi versamenti contributivi risalgono al 1965) all'INPS, SERVIZIO SANITARIO, INAIL, ENASARCO e quantaltro. Mi chiedo: per cosa ho pagato, se ora, nel momento del vero bisogno, sono costretto a sborsare altri quattrini? Non è forse perchè i nostri governanti vogliono fare i grandi sulle spalle della popolazione pagante? E mi riferisco in particolar modo alla tassa di soggiorno per extracomunitari, che l'altro ieri è stata bocciata perfino da coloro ai quali la maggioranza degli italiani aveva dato fiducia. Pensate? Una tassa che in tutti gli stati d'Europa viene fatta pagare, senza troppe discussioni. Nel mio caso specifico (e siamo in 52000 in Italia, con questa patologia) di bisogno di prestazioni fisioterapiche, è assurdo mi si chieda di pagarle, dopo tutto quello che ho versato, e, agli extracomunitari che non hanno contribuito finora in nulla, non venga loro richiesta nemmeno quella piccola contribuzione annua, pagabile, come ho suggerito in post precedenti, anche in natura, con prestazioni gratuite per lo Stato; come, per esempio, spalare la neve dalle strade, durante le abbondanti nevicate scorse. E' chiaro che la prossima volta mi fiderò solo di Lega Nord. o Lega Sud, per chi abita nel meridione d'Italia.

Alla luce di quanto sopra, fanno quindi bene a prosperare ed aumentare il numero di Banche del Tempo. Vorrò vedere se, venendo a mancare ai governi gli introiti derivanti dalle tassazioni sulle transazioni, saranno ancora in grado di fare i grandi, elargendo a man bassa le prestazioni gratuite a chi non ha ancora contribuito in nulla.
E, in tutti questi discorsi, non c'entrano per nulla i discorsi di solidarietà, ospitalità, buonismo, razzismo, cattolicesimo, cristianesimo e qualsivoglia. E' solo questione di realismo e buonsenso.

martedì, febbraio 03, 2009

CAI - Daniela Martani

Avevo smesso di nutrire simpatie per Roberto Colaninno, dal giorno in cui s'era capito che la vicenda Telecom era stato un grande affare per lui personalmente, a scapito dell'oltre il milione dei suoi piccoli azionisti. Da allora, nelle aziende dove lui si va a collocare io ne sto alla larga: guardo sempre con sospetto quell'azienda. Ora, però, con la vicenda CAI - Daniela Martani, nella quale Colaninno è uscito vincente al primo round con la hostess, ha recuperato qualche punto di credibilità. Ha saputo contrapporsi validamente alla hostess pasionaria, che era entrata nel Grande Fratello appena assunta dalla CAI, azienda nata dalle ceneri di Alitalia. La suddetta aveva creduto di poter agire a suo piacimento, anche con la nuova compagnia aerea; ma stavolta le è andata male; dall'altra parte della barricata ha trovato un Colaninno determinato a far valere i diritti suoi e quelli dei suoi azionisti. Forse, per la Martani è stato anche determinante il fatto d'aver ricevuto venerdì scorso il Premio Bamba da Vittorio Feltri, durante il consueto programma televisivo settimanale Due Tempi col Bamba, di Odeon Tv.
Chissà che torni un pò di buonsenso e si ricominci a riconsiderare gli azionisti delle aziende - grandi o piccoli - non come dei fessi, pronti a scontar tutto sulla propria pelle, ma elementi che mettono i propri risparmi a disposizione di aziende non a titolo di benificenza, ma per farli prosperare e fruttificare. Solo da esempi virtuosi come questo di Colaninno contrapposto a Daniela Martani, l'hostess trentacinquenne, può ricominciare a tornare un pò di sereno e credibilità nell'investimento azionario. Perchè, per i piccoli azionisti che vedono sfumare i risparmi investiti in azioni di aziende mal gestite, l'essere poi considerati dei buoni o dei forzati benefattori ci potrebbe anche a malapena stare, ma l'essere considerati dei fessi o gonzi o babbuioni proprio no. Quindi, ha fatto bene Colaninno a tener duro con questo esempio. Bravo! E buon pro gli faccia.
Foto sopra da Il Giornale
A proposito: c'è la nostra Eleonora disoccupata, che forse sarebbe disponibile a prendere il posto di Daniela Martani in CAI.

lunedì, febbraio 02, 2009

Benefattori o fessi ?

Appare ora del tutto evidente che la discesa odierna delle borse, dopo l'effimero rialzo dei giorni addietro, stà a significare che nessuno ne vuol più sapere di azioni. Crisi o non crisi, vuol dire che nessuno ha più lo spirito e la voglia di impegnare tempo e risorse nel creare opportunità di lavoro. E buona parte della colpa la si deve all'eccesso di regole che sono state via via inventate. Mi chiedo infatti a cosa sono servite le liberalizzazioni degli anni addietro se poi via via, e successivamente al collocamento delle azioni sul mercato, sono state inventate regole, balzelli, divieti, ecc. e poi sono stati creati i controllori e le varie autorità del mercato, se tanto poi di fatto non ne è venuto alcun beneficio pratico ai consumatori? E ciò lo constateremo vieppiù nel tempo, quando riprenderà l'inflazione da fine anni '70, anni '80. E le aziende son fallite e falliranno scaricando le perdite sul groppone dei creditori e degli azionisti. Ma chi glielo fa fare ai risparmiatori di investire risparmi in azioni, se poi il destino di quei soldi è ormai appurato da decenni vadano a finire in niente? Una borsa nella quale se non sei guardingo e pronto a scappare, ci rimetti una vita di sudati risparmi. Mi chiedo se a un piccolo risparmiatore valga la pena tutto ciò, e sia mai valsa la pena di investire in azioni? Uno dev'essere proprio tonto, un bamba! Alla larga dalla borsa!
Ma qualcuno, a parte i risparmiatori sprovveduti, c'è che ne ha tratto vantaggi da queste situazioni, da queste creazioni di regole, controlli, regolatori e controllori - che poi alla fine non son serviti a niente - e sono tutti quegli uffici, agenzie, autority, col rispettivo staff e nugolo di dirigenti, e presidenti vari, ecc. creati di volta in volta per quelle missioni, i quali costano quel che costano alla collettività (ma soprattutto ai gonzi azionisti), ma dei quali non se ne comprendono gli effettivi benefici collettivi: che lo dimostrino coi fatti!
Di aziende collassate e che collasseranno, anche a causa di eccesso di regole, spesso inutili ai fini pratici, ce ne sono a iosa. Un elenco parziale di tali aziende lo si potrà trovare navigando nelle pagine di questo blog. Gli esempi più eclatanti di tale sfacelo sono stati, e sono Alitalia, Telecom Italia ed ora anche le varie banche ex BIN (Banche di Interesse Nazionale): Banco di Roma, Credito Italiano, Banca Commerciale Italiana. Prima si sono liberalizzate tutte quelle serie di enti e aziende, collocando le loro azioni sul mercato, poi le si sono imposte regole, divieti, lacci e lacciuoli che di fatto ne hanno ridotto il valore di partenza col quale sono state collocate. Mi chiedo se tutto ciò sia regolare e se quindi valga la pena nei secoli a venire investire in azioni? In futuro, detto francamente, chi vorrà lavoro, posti di lavoro e quantaltro, che se li inventi e se li crei. Mi rivolgo anche allo Stato, ma soprattutto ai Sindacati; ai vari Enti e Autority preposte. Lo si è visto anche ieri nel Domenica In: sanno solo parlare, chiacchierare, ma fatti niente. Aspettano che siano sempre gli altri a muoversi!
I piccoli risparmiatori, gli investitori in borsa sono stufi di fare i benefattori, senza che la loro prodigalità venga almeno riconosciuta ufficialmente come tale, creando per loro dei veri e solidi incentivi. Perchè ormai è bene se lo mettano in testa gli azionisti: chi ha dato ha dato, ed essi sono, a tutti gli effetti, i benefattori delle rispettive patrie.
O preferiscono essere chiamati fessi?


 

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