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sabato, aprile 22, 2006

Mozart: Le Nozze di Figaro

Per rispondere a Riccardo, ho appena finito di riascoltare Mozart: Le nozze di Figaro.
Non so quante volte l’ho ascoltata, finora. La prima volta fu nel ’96, dieci anni fa. Mi dissero: ascolta Mozart. E mi regalarono il trittico italiano: Don Giovanni, Le nozze di Figaro,
Così fan Tutte.
Non avrebbero potuto farmi un regalo migliore. Fino a quel giorno, per me l’opera voleva dire: Verdi, Puccini, Rossini. Poi, dopo Mozart, vennero anche tutti gli altri grandi italiani e francesi. E che grandi!: Bellini, Donizetti, Mascagni, Leoncavallo, Giordano, Massenet, Bizet, Gounod.
Mi sono distratto, ora torno su Mozart.
La prima volta che lo ascoltai, fu come una sassata che squarcia un velo, oltre il quale scopri un mondo nuovo.Ascoltai più volte, i finali soprattutto. Perché all’ascolto si rimane estasiati. E’ musica celestiale, che viene dall’aldilà. La sensazione che produce in me, ogni volta che l’ascolto, è che mi trascina in un mondo ignoto dove c’è solo pace e serenità.
Eppure, chi la compose era un ragazzino ribelle, del quale mai e poi mai avreste immaginato che sarebbe arrivato a comporre pagine così divinamente belle.
Ho ascoltato anche brani delle altre sue opere, scritte nella sua lingua madre. E anche lì, pur non conoscendone la lingua, ti basta la musica per entrare nel suo mondo fantastico.


 

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