Affarismi
Nella foto, del giugno 2011, ai piedi di quella scia bianca, ricordo di una frana avvenuta anni addietro a Bindo, frazione di Cortenova, si può vedere anche il paese di Margno. Siamo in Alta Valsassina, in provincia di Lecco, terra menzionata di recente sul Giardino delle Esperidi per un romanzo storico di Antonio Balbiani. A Margno nel 1979 pare abbia mosso i primi passi della sua folgorante carriera politica Antonio di Pietro, leader dell'Italia dei Valori.
Nello stesso giorno e nella stessa città e nello stesso stabile acquista un appartamento di 90 metri. Costo complessivo: 400 o 500.000 euro.11) Di Pietro il 16 marzo 2006 acquista un appartamento di 178 metri quadri a Bergamo, in centro, in via Antonio Locatelli. Costo: 261.661 euro, un incredibile affare regalato dalla cartolarizzazione degli immobili dell’Inail. L’acquisto in precedenza era stato condotto per conto di Di Pietro dal citato Claudio Belotti, il citato compagno di Silvana Mura, e l’aggiudicazione era passata attraverso un ricorso al Tar e un altro al Consiglio di Stato. Anche qui si ripete il giochino: Di Pietro affitta l’appartamento al partito Italia dei Valori, cioè a se stesso, che lo ripaga con soldi pubblici.12) Di Pietro il 6 aprile 2007 acquista una masseria a Montenero di Bisaccia posta di fronte a quella dov’è nato e che pure gli appartiene. Costo comprensivo di 2 ettari di terra: 70.000 euro per l’acquisto e circa 150.000 per la ristrutturazione. Gestisce l’operazione un’immobiliare del posto che si chiama Di Pietro: nessuna parentela, ma il proprietario è stato consigliere provinciale dell’Italia dei Valori. 13 ) Di Pietro nel 2007 procede alla totale ristrutturazione della masseria di Montenero che il padre Giuseppe gli ha lasciato in eredità negli anni Ottanta. L’ampliamento, sino a 450 metri quadri, prevede una spesa non inferiore ai 300.000 euro. Nella stessa zona, Di Pietro possiede 33 «frazionamenti», ereditati o acquistati da parenti e familiari, per complessivi 16 ettari. I suoi terreni confinano inoltre con quelli che la sorella Concettina ha ricevuto a sua volta in eredità dalla famiglia.
La recente iscrizione di Antonio Di Pietro all’albo degli imprenditori agricoli gli consente, nelle transazioni immobiliari, di scalare le tasse, scendendo dal 20 per cento anche fino all’1. 14) Cristiano Di Pietro, figlio di Antonio, nel 2007 acquista due lotti di terreno totalmente edificabile di 700 metri quadri a Montenero di Bisaccia, valutabili in una villa di 500 metri quadri posta su due livelli. Costo del terreno: 150.000 euro. 15) Di Pietro nel 2008 acquista un appartamento a Milano, in piazza Dergano, di 60 metri quadri. Costo: da 250 a 350.000 euro. 16) Susanna Mazzoleni, lo ricordiamo per completezza, nel 1985 acquistò una casa con giardino a Curno (Bergamo) in via Lungobrembo. Costo del rudere prima di ristrutturarlo: 38 milioni di lire. La storia di quel rudere l’abbiamo raccontata nella prima puntata. 17) Antonio Di Pietro nel 1989, proprio affianco e sempre a Curno in via Lungobrembo, acquistò una villetta a schiera dove visse per qualche tempo suo figlio Cristiano, che in precedenza risultava locatario – irregolare, perché ogni forma di subaffitto era proibita – nel famoso appartamento milanese di via Andegari affittato dal Fondo pensioni Cariplo del socialista inquisito Sergio Radaelli. In una lettera a «Libero», sempre il 9 gennaio 2009, Di Pietro ha precisato che la villetta a schiera di via Lungobrembo è stata «acquistata alla fine degli anni Ottanta e quindi per definizione con soldi non del partito». È vero. I soldi infatti erano dell’inquisito Giancarlo Gorrini (condannato per appropriazione indebita) e corrispondevano al famoso «prestito» di 100 milioni cui si aggiunsero i 100 prestati da Antonio D’Adamo al quale pure Di Pietro si era rivolto parlando dell’acquisto di una casa. Poiché Di Pietro non l’ha scritto, si indica anche il prezzo della villetta: 150 milioni di lire. Ne abbiamo parlato nella seconda puntata.
Ora: i cosiddetti conti della serva andrebbero sempre evitati. Ci sarebbe da conoscere con maggior precisione i prezzi degli immobili, quelli delle ristrutturazioni, il giochino dei mutui e degli autoaffitti, senza contare ciò che non si conosce. Ci sarebbe poi da sapere o da chiarire – perché Di Pietro non l’ha chiarito, non ritiene di doverlo fare, benché personaggio pubblico – il suo possibile ruolo di capofamiglia negli acquisti di case e di terreni da parte dei figli e della moglie. Susanna Mazzoleni è un avvocato benestante, ma il figlio Cristiano è un consigliere provinciale che cominciò a comprare case quando aveva lo stipendio di poliziotto. E comunque fare conti nelle tasche altrui comporterebbe anche il conoscere il tenore di vita di un nucleo complessivo che comprende una coppia, tre figli e un’ex moglie. Pur generica, l’opinione di Di Pietro in merito è stata questa: «Alcuni giocano, altri speculano, altri evadono le tasse e altri ancora girano il mondo o se la godono e si divertono. Io ho preferito e preferisco fare la formichina come mi hanno insegnato i miei genitori». Tuttavia, secondo il il 740 dipietresco dal 1996 a oggi, ha guadagnato in tutto 1 milione di euro netti e ne ha dichiarati circa 200.000 l’anno. Al milione vanno aggiunti i circa 700.000 euro ottenuti dalle querele che ha sporto (e vinto) nonché 954.317.014 lire (praticamente un miliardo) incassati per una donazione della contessa Malvina Borletti una decina di anni fa: soldi che dovevano servire per attività politiche – espresso desiderio della contessa – ma che Di Pietro utilizzò per comprarci delle case. Comunque la si metta, alla luce del giro immobiliare di cui sopra, i conti faticano a tornare