marshall

martedì, marzo 26, 2013

Il deus in terra

 
 
Foto e articolo da Libero Quotidiano.it
 
Personalmente, della sua arte, dei suoi aforismi, delle sue frasi ad effetto intercalate nelle interviste, dopo quanto sotto, d'ora in poi me ne farò un bafo. E poichè a pensarla così penso di non essere il solo, i mass-media sono tutti avvisati, e prima d'invitarlo nuovamente valutino bene l'impatto che potrà avere la sua presenza con la raccolta pubblicitaria. Ma lui, che deve avere il dente avvelenato con quelli di destra, in una intervista televisiva ha già detto che tanto di soldi ne ha già guadagnati abbastanza, e quindi potrà permettersi di non guadagnarne più altri. 
 
A Franco Battiato la politica deve aver dato alla testa. La spocchia e l'aria di superiorità del cantante di sinistra entrato a Palazzo dei Normanni, però, hanno superato i limiti della tollerabilità. Intervenendo oggi, martedì 26 marzo, al Parlamento europeo per promuovere il turismo in Sicilia, il cantautore ha ricoperto di fango milioni d'italiani: "In Italia si sta avverando una profezia biblica. Parliamo la stessa lingua ma non ci intendiamo. Ognuno è artefice del proprio destino, questa Italia così fa schifo". Perché fa schifo? Semplice, perché milioni di persone hanno votato il Pdl di Silvio Berlusconi.
"Quante troie in Parlamento" - Ma questo non è niente se paragonato a quello che il cantautore ha riferito nei confronti dei parlamentari. Donne, ma non solo. Un crescendo rossiniano d'insulti agli azzurri da fare invidia al turpiloquio di Vittorio Sgarbi. "Queste troie che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa, aprano un casino". Eccolo, il "pensiero politico" del cantante radical-chic, emblema di quel mondo della cultura e dello spettacolo che sbanda a sinistra e, senza remore, dà della "troia" a chi non la pensa come lui. "Da lui parole volgari e insultanti per le donne", l'ha redarguito il presidente della Camera Laura Boldrini. E Battiato, ecumenico: "Non volevo offendere, mi riferivo alla prostituzione sia maschile sia femminile...".
Battiato 2003 vs Battiato 2013 - A Parigi, pochi giorni fa, a margine di un concerto ha detto: "La destra italiana è una cosa che non appartiene agli esseri umani". Eppure i soldi della destra appartengono agli esseri umani: il cantautore siciliano, infatti, prese un bel cachet per una serata ad Anagni, cittadina laziale, allora amministrata da Franco Fiorito, "Er Batman", simbolo incarnato degli scandali sull'utilizzo dei fondi pubblici nella regione Lazio. Si tratta solo di un episodio? Non proprio. Sempre in quei mesi, Battiato cantò alla festa di Alleanza Nazionale e, a chi lo accusava di essere un voltagabbana rispondeva: "Vado a cantare il mio repertorio (lo stesso che canto in tutte le occasioni) davanti a un pubblico che non va discriminato. Non sono solito chiedere la tessera di partito a chi viene ai miei concerti". Parole condivisibile, da vero democratico, su cui però il Battiato del 2013 non si trova molto d'accordo. Fa un certo effetto che in due occasini distinte abbia cantato per una platea di subumani.
I lombardi sono ignoranti - Battiato continua poi la sagra dell'insulto spostando il fuoco sulla Lombardia, dove la vittoria di Roberto Maroni a suo parere è frutto dell'ignoranza dei provinciali. Parlando delle ultime regionali, dove si sono imposti Bobo e il Pdl, l'assessore di Crocetta, intervistato da Il Fatto Quotidiano, ha dichiarato: "A Milano ha vinto Ambrosoli, è la provincia a essere ancora ignorante". Il giornalista prova ad esrimere qualche dubbio sull'analisi politica di Battiato, e chiede: "E se invece che ignoranti volessero semplicemente indietro l'Imu?". Poco cambia per il cantautore: "Ecco, sono ignoranti. Perché l'Imu l'ha votata anche Berlusconi e non avrebbe nessun modo per restituirla. Ma se ascoltano solo le informazioni veicolate dalle sue tv non miglioreremo". Battiato, ovvero la presunta superiorità antropologica della sinistra.

lunedì, marzo 25, 2013

Sulla via di Damasco

 
Ecco una persona alla quale affiderei la presidenza dell'Italia, od un posto di rilievo, e non di un semplice posto da europarlamentare a Bruxelles. Nel caso della presidenza della Repubblica Italiana vi sarebbe però un ostacolo: Magdi Cristiano Allam non è nato in Italia. Nel 2008 fece clamore la notizia della sua conversione al cristianesimo, con battesimo in San Pietro officiato da Papa Benedetto XVI, con padrino Maurizio Lupi.

E' di oggi la notizia data da Giulio Cainarca nella Rassegna Stampa di Radio Padania, secondo la quale Magdi Cristiano Allam starebbe per "uscire" dalla Chiesa, quale conseguenza dell'abbraccio fatto all'islam da parte del nuovo papaNella lettera aperta a Papa Benedetto XVI dell'ottobre 2008 Magdi Allam appuntava l'attenzione sui punti che distinguono la religione cristiana da quella islamica. Ora, dopo l'abbraccio di Papa Francesco agli islamici, Magdi Cristiano Allam non crede più in quelle motivazioni e per questo vuole uscire dalla Chiesa. Con riferimento a quella lettera, è possibile che Magdi Cristiano Allam si sia chiesto cosa ci sia in comune tra le due religioni, tanto da arrivare alla conclusione di farle discendere dallo stesso Dio, e questo secondo il nuovo sentire.

Nella lettera, ancora in linea alla data del 20 marzo 2013 nel sito InternEtica, sono racchiuse le sentite motivazioni che portarono Magdi Cristiano Allam all'abbraccio della fede cristiana. Motivazioni che lo stesso oggi non ritroverebbe più  nella Chiesa attuale, dopo la svolta impressa in questi giorni dal nuovo papa. In questo le ragioni che lo starebbero portando alla drastica decisione di uscire dalla Chiesa.
 
 
Retromarcia di Magdi Allam: "lascio la chiesa"

Uno stralcio dalla lettera dell'ottobre 2008

"Sua Santità Benedetto XVI, la Chiesa, il Cristianesimo e la Civiltà occidentale oggi stanno soccombendo per l’imperversare della piaga interna del nichilismo e del relativismo di chi ha perso la propria anima, sotto l’incalzare della guerra di conquista di natura aggressiva dell’estremismo e del terrorismo islamico, in aggiunta alla deriva di un mondo che si è globalizzato ispirandosi alla modernità occidentale ma solo nella sua dimensione materialista e consumista, mentre non ha affatto recepito la sua dimensione spirituale e valoriale. Finendo per avvantaggiare coloro che rincorrono una concezione materialista e consumista della vita, scevra da valori e regole, violando i diritti fondamentali dell’uomo, così come è certamente il caso della Cina e dell’India.

In questo contesto assai critico e dalla prospettiva buia, Lei oggi rappresenta un faro di Verità e di Libertà per tutti i cristiani e per tutte le persone di buona volontà in Occidente e nel Mondo. Lei è una Benedizione del Cielo che mantiene in piedi la speranza nel riscatto morale e civile della Cristianità e dell’Occidente. Ci ispiriamo a Lei e confidiamo nella sua benedizione per ergerci a Costruttori della Civiltà Cristiana in grado di promuovere un Movimento di riforma etica che realizzi un’Italia, un’Europa, un Occidente e un Mondo di Fede e Ragione".

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Associazione Culturale Felicita Merati nata dai concetti espressi da Magdi Cristiano Allam.
8 aprile 2008: Magdi Cristiano Allam a Uno Mattina

domenica, marzo 24, 2013

Un sogno premonitore

 
Non sognavo più da molto tempo, e questa notte finalmente ne ho fatto uno. Ero su un canale televisivo Rai e seduti attorno ad un tavolo, tipo quello di In Onda, c'erano vari personaggi, tra i quali vedevo chiaramente la presenza di Vittorio Sgarbi. Nel sogno non avevo avuto l'indicazione di che genere di programma fosse, ma avevo avuto il presentimento che si sarebbe dovuto parlare delle questioni che stanno tenendo sotto scacco l'Italia. E mi parse di capire che non fosse nemmeno un dibattito culturale, ma quasi un programma a quiz. Fatto sta che il conduttore, rivolto ad uno degli ospiti, lo incalzava per la sua amicizia con Berlusconi, e per i tanti soldi che aveva preso da Mediaset, per le partecipazioni o conduzioni dei suoi programmi; e poi a tempestarlo con la legge sull'ineleggibilità del 1957, e sulla questione morale. Colpo di scena, a quel punto Sgarbi, che dalle facce disgustate che faceva, dava chiaramente ad intendendere che non era d'accordo sulla piega che aveva preso il programma, si alza e dice: "Me ne vado. Non ho più intenzione di rimanere in questo programma dove, anzichè parlare dei problemi reali che ha l'Italia in questo momento, si perde tempo a cincischiare o per parlare di incandidadibilità, impresentabilità, ineleggibilità, e questioni morali. Vi saluto e me ne vado". A quel punto tutti a cercare di trattenerlo per convincerlo a restare, ma invano. Il programma a quel punto fu interrotto; fu cancellato dalla scaletta dei programmi; il conduttore venne licenziato in tronco e il canone Rai venne abolito per una sollevazione popolare.      

venerdì, marzo 22, 2013

Fari accesi sugli sprechi Rai


 
Era finalmente ora di cominciare a scoperchiare il pentolone Rai. Non se ne può più di vedere in che modo a volte spudorato viene sprecato denaro pubblico. Denaro che, nel caso della Rai, ci viene carpito, oltre che con la tassazione ordinaria - poichè lo Stato deve sempre ripianare le enormi perdite che di anno in anno accumula -  anche attraverso l'istituzione di quell'odiosa tassa sulla televisione. Di mira sono soprattutto le trasmissioni Che tempo che Fa, di Fazio e compagnia, e In Mezz'ora di Lucia Annunziata. Trasmissioni attraverso le quali, in nome delle interviste a "grandi personaggi", vengono sprecate risorse che, impiegate diversamente, conseguirebbero una molto maggiore utilità. E sulla maniera disinvolta di gestione del denaro pubblico, Grillo avrebbe ragioni da vendere, alla quale questa volta mi associo.

"Come annunciato nei giorni scorsi dal presidente Carlo Rienzi, il Codacons ha presentato alla Corte dei Conti un corposo dossier sugli sprechi della Rai. Sotto la lente d'ingrandimento dell'agguerrita associazione dei consumatori, diversi episodi che spaziano, spiega Rienzi, "dagli elevati costi di alcune trasmissioni che hanno raccolto pessimi risultati in termini di audience, ai mega-compensi pagati a conduttori e ospiti dei vari programmi tv", ma anche "aspetti relativi alla gestione Rai, come gli appalti per le forniture, i rapporti di lavoro con dipendenti e funzionari, la creazione dei palinsesti, la raccolta pubblicitaria, ecc.".
La Rai accusata di danno erariale - L'iniziativa parte dalla polemica innescata dall'alto cachet percepito dal calciatore Christian Vieri a Ballando con le stelle, già oggetto di denuncia da aprte del Codacons. In un comunicato, l'assocazione specifica che nel dossier c'è un documento con cui "un direttore di rete propone ad un produttore di dividere con lui il compenso pagato dalla Rai per una produzione". L'accusa per viale Mazzini è di danno erariale e, secondo quanto anticipa il settimanale Panorama, riguarderebbe la gestione dei cinque anni precedenti a quella dell'attuale direttore generale Luigi Gubitosi.
Che tempo che fa e In mezz'ora al centro del dossier - Tra gli episodi citati dal codacons nell'esposto ci sarebbero la partecipazione di Jennifer Lopez a Sanremo 2010, alcune trasmissioni flop come Votantonio (1 milione e 350 mila euro per tre puntate, chiusa dopo appena una puntata) e gli appalti esterni alla Endemol per la trasmissione Che tempo che fa, condotta da Fabio Fazio e, come rivelato da Alessandra Menzani su Libero lo scorso 11 marzo, quelli relativi trasmissione In mezz'ora di Lucia Annunziata."

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giovedì, marzo 21, 2013

Gli sbandieratori e i gonzi creduloni



Da Libero Quotidiano.it
 
Grasso e Boldrini, taglio allo stipendio reale solo del 7%
 
di Franco Bechis
 
Il primo ad averlo capito al volo è stato Beppe Grillo, che ormai è esperto della materia. Lui è stato il solo italiano a non essersi bevuto tutto di un fiato l’allegro e commendevole annuncio fatto dai presidenti delle due Camere, Pietro Grasso e Laura Boldrini: «ci tagliamo lo stipendio del 30%». Quale stipendio scusate? Se lo è chiesto solo Grillo mentre tutti i principali media già cantavano i peana ai due nuovi potenti così sobri. E la domanda è più che fondata. Tanto da avere una risposta chiara: sia Grasso che la Boldrini al momento hanno deciso un taglio ai propri emolumenti che ridurrà il loro stipendio del 6,9% netto e del 7,2 per cento lordo. Una percentuale assai lontana da quel 30% sbandierato addirittura in diretta tv a Ballarò facendo emozionare il povero Giovanni Floris. Il taglio infatti per ora solo deciso e non ancora operativo riguarda infatti la sola indennità di funzione dei presidenti delle Camere, che è solo piccola parte di quello che riceveranno ogni mese. È un taglio a un costo della politica, ed è benvenuto. Ma riguarda il 30% su circa 6 mila euro lordi e non tutti i 24.965,11 euro lordi che sono assegnati ogni mese ai presidenti delle Camere. A quella cifra una volta che sarà resa operativa la decisione al momento solo annunciata in tv e con un comunicato stampa verranno quindi sottratti 1.800 euro lordi al mese, pari al 7,2 per cento.

mercoledì, marzo 20, 2013

I Marshallini

 
Nel paese di Bengodi e del pifferaio magico successe che qualcuno una mattina si svegliò e cominciò a studiare una formula sul come sarebbe stato possibile abbattere il debito pubblico del suo paese, che era diventato una enormità. Pensò ai due filoni principali sui quali si sarebbe potuto intervenire, attingendovi veramente qualcosa: la corruzione, che aveva fatto lievitare il costo della spesa pubblica, e l'evasione fiscale e contributiva. Prese carta e penna, e fece dei calcoli approssimativi. Pervenne ad alcuni risultati, fece la media e la moltiplicò per un certo algoritmo che da grande esperto aveva studiato. Pervenne a numeri incredibilmente grandi. Eureka! pensò, erano numeri che misuravano il costo della corruzione e dell'evasione del suo paese: circa 120 miliardi per la voce corruzione e circa 180 miliardi per la voce evasione fiscale e contributiva, in totale 300 miliardi. Toh, esclamò, in 7 anni sarebbe possibile azzerare il debito pubblico. Convinto della bontà della sua idea e della sua formula, ne divulgò i risultati attraverso i soliti mezzi di comunicazione di massa, che lo stettero ad ascoltare e credettero in quei dati, come fossero calati dall'alto, e quindi inoppugnabili. Qualche "scaltro" ed "intelligente" politico intuì la bontà dell'idea, la portò al partito, il quale se ne appropriò, facendone il suo cavallo di battaglia per le imminenti elezioni politiche. Pensò il capo: "toh, se qualcuno scova corruttori ed evasori, siamo a cavallo, il debito pubblico è sistemato, e così potremo vivere tutti tranquilli, felici e contenti. I politicanti scaltri diffusero l'idea e le cifre, e il gioco fu fatto. Attraverso il voto, conquistarono masse di elettori, attratti dalla lieta prospettiva. Ma, ahimè, purtroppo gli uni e gli altri non avevano fatto conto che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, e che non bisogna dire gatto se non ce l'hai nel sacco. Bisogna sempre dar retta alla saggezza racchiusa nei proverbi, che, per quanto antichi, insegnano sempre il modo per saper condurre un'esistenza. A molti invece sembrano cose desuete e superate da mettere in soffitta.
E così, m'è capitato di vedere, nei recenti talk show televisivi, una faccia per me nuova, diversa dal solito, ma sempre quella; e sempre, in ogni sua comparsata televisiva, m'era parso non vedesse l'ora di tirar fuori dal suo cilindro una sorta di frase magica, ad effetto, "che il ventennio passato, soprattutto per il periodo in cui ha governato Berlusconi, è stato un incubo che spera non si ripeta più". Ma parte male il poveretto: "che provi il prossimo, poi mi saprà dire". Per lui è tutta colpa di Berlusconi se il debito pubbico è arrivato dov'è arrivato. Soltanto mi chiedo dove ha vissuto in questi vent'anni, lui che ha fatto il giornalista in varie testate, approdando da ultimo in  un quotidiano on-line. Guarda caso, dal nome e dallo stile sembra quasi uno di quelli che nel 2006 interveniva con commenti al fulmicotone nei post di Sarcastycon e di Siro, ma poi, visto che non c'era più trippa per i suoi denti, era sparito senza lasciar traccia. 
 
Vi è un altro proverbio, una morale che si potrebbe trarre da questa favola: "chi vive sperando ...   

martedì, marzo 19, 2013

Origini delle ricchezze di Berlusconi

Da Libero quotidiano.it

 
 

Vi spiego perchè la sinistra ha fatto la fortuna di Berlusconi

Feltri: "La sinistra ha fatto la fortuna di Berlusconi"

Secondo l'ex-direttore di Libero, l'impronta su Mediaset è stata impressa da specialisti di sinistra. E cita Mentana, Freccero, Ricci e Gori


L'origine delle fortuna televisiva di Silvio Berlusconi ha un colore ben preciso: quello rosso della sinistra. La provocazione, che farà storcere il naso a tanti, viene da Vittorio Feltri. L'editorialista de Il Giornale ripercorre le vicende che portarono Berlusconi a diventare il genio televisivo che è, dagli inizi da costruttore alle primwesperienze da imprenditore televisivo. Scrive Feltri: "Creò Telemilano affidandone la direzione a Vittorio Buttafava, già valente direttore del settimanale Oggi , una macchina da soldi. Sembrava un gioco, il soddisfacimento di uno sfizio, un'iniziativa velleitaria. I critici, tra cui c'ero anch'io, ipotizzarono una morte imminente di quello che era definito un videocitofono di lusso". E ricorda degli sghignazzi, dei risolini ironici dei soliti intellettuali che - scrive Feltri - "Non avevano calcolato che il palazzinaro visionario avrebbe investito montagne di denaro, sgominando la concorrenza e imponendosi sul mercato quale unico competitor della Rai". Da lì a poco, infatti, il colpo di genio del Cav: "Organizzò il Mundialito - sull'onda del successo degli Azzurri in Spagna, nel 1982: titolo mondiale - e mandò in onda le partite, suscitando l'entusiasmo degli appassionati di pallone. Gli ascolti crebbero a dismisura, picchi mostruosi", scrive Feltri. L'ex-direttore di Libero rievoca poi il passaggio dalle tv locali a quello che Massimo D'alema definì "Un patrimonio per il paese", ossia Fininvest.
L'ipocrisia della sinistra - Dopo il contenitore, passa quindi ad analizzare i contenuti. E quì viene il bello. Feltri cita i nomi degli autori, dei giornalisti e dei manager che hanno fatto la fortuna di Berlusconi. Tre nomi su tutti: Enrico Mentana, Carlo Freccero e Giorgio Gori, tre personalità che di certo non rientrano, né sono mai rientrati, nella categoria di berlusconiani. Anzi. Scrive Feltri: "Affidò a un giovanissimo Enrico Mentana il Tg di Canale 5 e a Emilio Fede (il vero apripista del giornalismo televisivo nelle "commerciali") i Tg di Italia 1 e Rete 4. E aggiunge, smascherando l'ipocrisia della sinistra: "Chicco rivoluzionò, col suo modo di condurre, i notiziari e ancora oggi, passato a La7, egli è giudicato il miglior talento nel suo campo. Di Mentana si potrà dire tutto tranne che sia stato asservito anche solo dieci minuti al leader del centrodestra. Nonostante ciò, per oltre 15 anni, l'informazione di Canale 5 è stata tacciata di berlusconismo".
"Freccero e Ricci hanno fatto la fortuna del Cav" - Alle critiche di sinistra che hanno sempre accusato berlusconi di aver deteriorato, con le sue tv, linguaggi e comportamenti degli italiani, Vittorio Feltri ricorda agli smemorati della sinistra un paio di cose: "Si ignora sfacciatamente che l'impronta alla produzione Mediaset è stata impressa da specialisti di sinistra: Carlo Freccero, un fuoriclasse rosso fuoco; Antonio Ricci, altro fuoriclasse di seme progressista, ideatore di Striscia la notizia e Drive in, per citare due signori autori di programmi cult". Per inciso, Carlo Freccero è quello che oggi, soprattutto da sinistra, è considerato il massimo esperto di televisione in Italia e non solo.
E anche il renziano Gori..- Ma non è finita. Continua Feltri: "Mi preme poi osservare che il direttore delle reti berlusconiane più duraturo è stato Giorgio Gori ovvero lo spin doctor di Matteo Renzi che, se non sbaglio, è del Pd, avendo inoltre partecipato alle primarie del partito di Pier Luigi Bersani. Contro ogni evidenza, si continua però a dire: le tv di Sua Emittenza hanno provocato un disastro etico incrementando il più bieco berlusconismo e inquinando la mentalità dei connazionali. Si sorvola anche sul particolare che l' 80% di chi lavora a Mediaset si vanta di essere anti Pdl ed è iscritto al sindacato paleolitico di stampo comunista". Niente di più oggettivo, secondo Feltri, che quindi conclude: "Se rispondesse a verità che il Biscione ha distrutto il buon gusto dei telespettatori abituandoli al peggio, la responsabilità sarebbe della sinistra, cui appartengono tutti gli autori, gli attori, i comici ( Zelig ) e addirittura i tecnici delle luci, i cameramen e i truccatori pagati dal "re" di Arcore".

lunedì, marzo 18, 2013

Motivo di illegittimità del canone Rai



Arriverà il giorno in cui le nuove tecnologie permetteranno a chiunque di sciegliersi la tv che vorrà, e lo stato non potrà più avvalersi del paravento del semplice possesso di un televisore per esigere una tassa; e questo anche in considerazione del fatto che il contribuente possessore di un televisore non ha voce in capitolo sulle modalità di conduzione di un programma. Ciò che è successo anche ieri nel programma In mezz'ora, condotto da Lucia Annunziata, giornalista superpagata con i soldi del contribuente italiano, la dice assai lunga sulle motivazioni di questo post. E poco importa se ora i moralisti mi diranno che chi non vuole ascoltare può cambiare canale. A costoro risponderei: "e allora per quale motivo devo pagare un canone,  trasformato in tassa da furbi legislatori chiaramente di parte? Perchè i soldi del mio canone non debbono andare a finanziare anche le altre tv, sulle quali la Rai mi costringe  ad andare?" Quanto è successo ieri nella tv di stato Rai3 ha del vergognoso, un'episodio che in uno stato democratico non dovrebbe succedere. Lucia Annunziata, nel suo ruolo di intervistatrice, non aveva alcun diritto di ergersi a moralista dicendo ad Alfano che la sua coalizione è "impresentabile!"
In seguito al riprovevole avvenimento, il minimo che dovrebbe fare la Rai è di allontanare dagli schermi Lucia Annunziata. E se la direzione Rai non lo farà, si renderà complice del riprovevole episodio, rendendo palese la sua sudditanza verso la parte politica dell'intervistatrice-conduttrice. Se quindi la Rai non prenderà provvedimenti in merito, i 10 milioni di elettori dello schieramento di Alfano avranno un valido motivo per denunciare l'illegittimità del canone Rai.

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domenica, marzo 17, 2013

In nome del Popolo Italiano




C'è da aspettarsela una notizia del genere. Questo ed altro faranno, piuttosto che dare un taglio ai propri emolumenti e agli sprechi e ai costi della politica. Su questi punti il movimento di Grillo ha ragioni da vendere, anche se poi dà l'impressione di volersi adeguare all'andazzo generale, ritenendo lecite le richieste di rimborso viaggi per i grillini che andranno a manifestare in Val di Susa contro la TAV.
Di  taglio ai costi e agli sprechi della politica se ne parla da sempre (qui un post sulle battaglie che faceva Ugo La Malfa contro i fautori del debito pubblico). Ne parlava con toni già allora catastrofici anche  Giancarlo Pagliarini, ministro leghista del Primo Governo Berlusconi. Ma già allora s'era capito che la questione del debito pubblico italiano è insolubile. Furono i retaggi degli anni '80. All'inizio di quel decennio era infatti di appena (si fa per dire) 100 milioni di euro, alla fine del decennio era diventato di  circa 400 milioni di euro. Da lì il debito pubblico divenne incontrollabile perchè per quanti sacrifici si facessero, gli interessi sul debito assorbivano gran parte delle tasse, per cui era giocoforza emettere altri titoli di stato a copertura del debito. E' lì che avrebbero dovuto cominciare a fare i tagli o a fare i passi secondo la gamba. Così invece si è arrivati alla situazione esasperante dei nostri giorni, senza saperci raccapezzare e senza che nessuno, men che meno Grillo, sanno trovare una soluzione che non porti a spargimenti di sangue. All'origine di tutto c'è quindi quel fatidico decennio; e quanto è avvenuto nei decenni successivi ne è stata solo la conseguenza diretta (altro che scaricare tutte le colpe su Berlusconi!). Se espropri ci devono essere, devono partire proprio dai politici - e mettiamoci anche i sindacati - che hanno creato le condizioni perchè questo succedesse. E' giusta quindi la didascalia della foto. E tra i politici che hanno fatto sì che ciò accadesse, o che non hanno fatto nulla per evitare d'arrivare a questo punto, ci sono i due personaggi della foto.

Con un'Italia siffatta, ora mi chiedo, e per l'ennesima volta me lo chiedo, chi avrà più voglia d'investire in Italia, italiani o stranieri che siano? Chi avrà più voglia di creare nuovi posti di lavoro? Che ci pensino la politica con i sindacati.

L'occasione della vicenda mi è propizia per ritornare su una mia storia personale risalente a vent'anni fa, che ho già raccontato in questo blog, avente a che fare col rischio-pericolo che corre chiunque si voglia avventurare a creare una ditta in Italia. Ecco, da tale pericolo posso dire di essere stato tra i miracolati. Il mio santo, o il mio angelo custode, vent'anni fa ha impedito che diventassi amministratore di una ditta che aveva già 35 operai. In questa ditta avrei avuto carta bianca, ma anche la responsabilità di procacciare i finanziamenti necessari allo svolgimento dell'attività. A quelle condizioni mi avrebbero praticamente regalato la ditta. Ai vecchi proprietari sarebbe rimasta la gestione dei clienti per un certo tempo, a loro sarebbero andate le provvigioni sulle vendite, via via percentualmente diminuenti, e per sempre avrei dovuto versare un affitto per mura e macchinari. Grazia ricevuta: un incidente d'auto mi impedì d'arrivare in orario nel luogo della firma. Ebbi così il tempo per ripensarci meglio, e arrivai alla conclusione di non farne nulla. La ditta fallì poi comunque, e i soci che erano rimasti dentro persero tutto, anche i propri beni personali, che avevano dato in pegno alle banche. Al punto in cui stanno le vicende nazionali, credo sia la fine che farà l'Italia. Se si andrà avanti con le tasse anzichè tagliare; se si andrà avanti col fare una politica che impedisce alla gente di buona volontà di arricchirsi col lavoro, quella sarà la fine che farà l'Italia: Fallimento. E a quel punto addio ad ogni politica sociale o di accoglienza dei rifugiati politici, tanto cari quest'ultimi alla neo presidente della Camera Laura Boldrini, anzichè pensare agli italiani che si stanno impoverendo sempre di più.

Articolo correlato: Sangue italiano per l'euro: ci hanno rubato 600 miliardi

sabato, marzo 16, 2013

I millantatori di lauree


Dal sito di cui sopra

La laurea dell'on.Marta Grande (M5S).

Nel suo curriculum sulla pagina del movimento 5 stelle scriveva "Sono nata a Civitavecchia dove ho conseguito il diploma ...scientifico; mi laureo nel 2009 in lingue e commercio internazionale presso l’Università dell’Alabama in Huntsville". Ancora fino a ieri su Wikipedia c'era scritto "laurea", poi nel pomeriggio un aggiornamento non laurea ma "bachelor" ovvero diplomi dati a pagamento dopo un corso triennale. Poi alla fine oggi c'è scritto CORSO DI 63 ORE.
Anche il master in Cina è diventato "scuola estiva" (in pratica una vacanza), altro che "sinologa" come i soliti giornali leccazzampe di sinistra l'avevano prontamente difinita....
Giannino per una cosa identica si era dimesso. Che dite, è presto per chiedere le dimissioni all'on.Grande?

Dopo questa pessima figuraccia il minimo che dovrebbe fare Marta Grande è quello di dimettersi. Così, oltretutto, farebbe risparmiare al popolo italiano i soldi per doverla pagare. Non si preoccupino gli italiani, ci sono i bloggers de Il Castello1 che veglieranno gratis su di loro. Le dimissioni le hanno date perfino Giannino ed altri, ed anche per molto meno, non vedo perchè a lei debba essere riservata sorte più benevola. Ho un figlio laureando di pari età di costei, e sò bene come ci si deve sacrificare per conseguire una laurea vera. E poi, recentemente ho scoperta una notizia che non conoscevo: nel 1991 Silvio Berlusconi era stato insignito di laurea honoris causa, eppure in pochi ne sono al corrente, forse perchè nessuno ne ha mai parlato Questo l'elenco delle 12 Lauree Honoris Causa concesse dall'Università della Calabria. 

Per la notizia vedi anche: Il Corriere e Il Sole 24ore

Aggiornamento del 17 marzo h.17,30
Per Marta Grande ennesima figuraccia. Prima aveva detto di avere due Lauree, che si è scoperto sono solo "corsi" di sessanta giorni, non riconosciuti neppure dalla legge italiana per concorsi. Poi Libero oggi ha svelato che quei corsi sono pagati dalla Nato, e pensare che Beppe Grillo aveva sempre ripudiato la Nato, per il suo pacifismo militante. La Grande è stata rimandata anche in pacifismo?

giovedì, marzo 14, 2013

Il segno dei tempi


Chiesa di San Fedele - Milano

Dal cielo due anime a me vicine gioiranno per la nomina di Papa Francesco: Marcello, alias Sarcastycon e Alessandro Scurani. Il primo, noto ai lettori del blog Il Castello 1, che gli hanno dedicato il loro blog, il secondo, padre Alessandro Scurani, gesuita, è stato il responsabile degli acquisti carta negli anni '80/'90 dell'Opera San Fedele di Milano. Negli anni'70 aveva goduto di un periodo di celebrità per aver scritto un libro sulla vita di Indro Montanelli (qui i risvolti della polemica insorta tra i due). L'avevo conosciuto in occasione degli acquisti carta per la stampa del mensile Letture: rassegna di libri, cinema e spettacoli. Quando ieri sera ho visto il nuovo Papa, m'è parso quasi di vedere lui: gioioso e rassicurante nella sua luminosa spiritualità. La stessa spiritualità che ho riscontrato negli occhi di quel frate francescano di origini indiane conosciuto a Dervio (qui il racconto).
Di Marcello Sarcastycon era nota la sua avversione all'ostentazione di impreziosimenti, ricercatezze e ricchezze nelle chiese; eppure lui, ultimo erede di dinastie nobiliari, di cui una millenaria (leggi qua), avrebbe forse potuto vivere ancora di vantaggi e privilegi che un'esibizione del suo rango gli avrebbero forse assicurato. Invece, ancora in giovane età si era messo a lavorare alle dipendenze.
 
Di Padre Scurani ricordo la profonda spiritualità che emanavano i suoi occhi. La partecipazione alle messe da lui officiate in San Fedele, portavano calma e rassicurazioni per il futuro. E quando una volta, mentre parlavamo di Gesù, allora gli chiesi: "...ma quando vedremo il suo volto?" Con calma rassicurante mi rispose: nell'istante in cui morremo.   

mercoledì, marzo 13, 2013

Ai grillini NO TAV

 
Galleria di base del San Gottardo- dal sito AlpTransit San Gottardo SA

Studiare la storia della Nuova Linea Ferroviaria del San Gottardo, ai nostri deputati e senatori grillini NO TAV farebbe molto bene. In primis capirebbero che comunque sia il progresso dell'Europa non verrà certamente fermato da loro; andrà avanti, e la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione si farà, e magari in futuro si dirà anche che saranno stati proprio i grillini delle prossime generazioni ad averla voluta.

La prima proposta di scavare una galleria nel San Gottardo, risale al 1947, il suo primo progetto è del 1962, e una forte spinta alla sua realizzazione venne dopo che in Giappone, nel 1964, fu inaugurato il primo treno ad alta velocità, lo Shinkansen Tokaido, che raggiungeva una velocità massima di 210 km/h.
In quegli anni '60 c'era in Italia una cartiera, le Cartiere Sterzi, della quale ho spesso parlato in questo blog, il cui presidente Bruno Sterzi, avanti nelle idee di almeno cinquant'anni rispetto ad altri industriali italiani, sarà stato sicuramente tra i promotori della Galleria del San Gottardo.
 
La galleria - la più lunga del mondo, con i suoi 57 km - quando verrà inaugurata - l'apertura della cui galleria di base è prevista per il mese di dicembre 2016 - avvicinerà di molto le città di Milano e Monaco, e Bruno Sterzi, nella sua lungimiranza, forse in previsione dell'apertura di tale galleria - "per quando sarà", sicuramente avrà pensato in cuor suo - aveva aperto a Monaco di Baviera un deposito di vendita, alle dirette dipendenze della Cartiere Sterzi S.p.A. di Milano, con personale da esse stipendiato. Le Cartiere Sterzi avevano cartiere a Varese e a Crevacuore (Vc), ed uno stabilimento di cartotecnica a Milano, dove si producevano buste, quaderni, blocchi notes, registri, ecc, oltre che vasti siti di proprietà per il procacciamento e la produzione di materie prime dislocati in Lomellina e Calabria.  

E queste furono idee e discorsi tradotti in fatti, cari grillini.

(segue)

martedì, marzo 12, 2013

Se lo conosci bene, impari ad evitarlo

 
Zaratrusta ha parlato, quello che quando hai imparato a conoscere bene cercherai in tutti i modi di evitare. Anch'io, anche noi del blog Il Castello 1, saremmo stati capaci di fare la campagna elettorale che ha fatto lui (fatta solo di tanti Vaffa e tante proteste), e in fatto di blog molti del Castello 1 ho notato che sono molto più esperti di lui. La sua (eventuale: sic!) bravura, e quella dei suoi grillini, la si vedrà nel proseguo, quando alla protesta dovranno far seguire le proposte, e loro dimostreranno coi fatti che non sapranno far cavare un ragno da un buco, tranne che saper fare chiudere tutti i volonterosi superstiti proprietari di una qualunque sia pur minima attività (dove sono le loro proposte per rilanciare l'economia!). Allora si vedrà quanti asini cadranno, e quante ditte che assumano personale invoglieranno ad aprire i battenti.

Grazie o Signore

Che differenza di stile tra Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano, e Giuliano Ferrara sul Foglio, nel descrivere lo stesso fatto: la marcia dei parlamentari del PDL verso il Tribunale di Milano, per manifestare solidarietà al loro leader Silvio Berlusconi, accerchiato da alcuni giudici di varie procure, fin da quando è entrato in politica, e a maggior ragione in questi giorni in cui ha attuato un recupero di voti che ha dello stupefacente. Travaglio rozzo e villano, l'altro educato, pacato e con molto costrutto in tutti i suoi ragionamenti, chiunque sia il preso di mira. L'altro, Travaglio tanti ragionamenti da astioso e senza alcuno stile di forma. Non so neanche chi abbia tempo e voglia di stare a leggere i suoi demenziali scritti sul Fatto Quotidiano: molto meglio le notizie fornite dai blog o da Facebook. Solo che a furia di dare addosso in questo modo volgare a chi s'è dato molto da fare nella vita, molti finiranno per stancarsi, smetteranno di tirare la carretta, e così finiremo tutti nel famoso bilocale a pian terreno di cui al post di ieri.
Tra i post che ho scritto nel passato, tra questi post, vi è il racconto del mio mancato tentativo di diventare imprenditore. Ma già in quel racconto ringraziai il cielo per aver fatto sì che sia stato scampato da quel pericolo: il lavorare, il darsi da fare, per poi vedere che i sudati soldi versati con le tasse vengono gestiti da politici incompetenti, non è il massimo dell'aspirazione per chiunque. Che le creino costoro le ditte, con i relativi posti di lavoro, quelli che si riempiono la bocca di belle parole sul lavoro, e poi lo vedremo, poi vedremo quanti asini cascheranno.
 
E' per questo che oggi lo grido a squarciagola: "Grazie o Signore per avermi sottratto all'amaro calice", quello di diventare imprenditore.

lunedì, marzo 11, 2013

All'elettore democratico

Prima una storia, poi il copia-incolla di quella lettera, di autore per me anonimo, copia-incollata a sua volta da Elly.
La storia
Ho lavorato in un'azienda che era stata ai primi posti in Europa tra le aziende del suo settore, eppure, quando il titolare uscì di scena e la società si trovò di fronte ad un bivio: continuare, trasformandosi in una grande cooperativa di proprietari-lavoratori, che avrebbero però dovuto finanziarla con propri mezzi, oppure abbandonarla al suo destino, la maggioranza optò per quest'ultima soluzione, piuttosto che rischiare in proprio.

"L'azienda è di chi ci lavora", motto caro a Beppe Grillo, secondo il mio parere è quindi destinato a fallire in partenza, come pure è destinata ad un flop clamoroso l'idea di Bersani di lasciar fuori dai giochi che si stanno facendo il PDL (che, che lo voglia o no è un tutt'uno con Berlusconi).
 
L'ho riletta più volte, e, per non perderla di vista, ecco ora il copia-incolla di quella lettera, nella quale mi riconosco totalmente
 
"Caro elettore democratico, lo so che mi detesti, che non mi ascolterai e che non crederai a una parola di quello che ti dico. Del resto, io pure non è che straveda per te. Viste però le condizioni nelle quali si trova questo nostro sventurato paese (per le cui sorti, che tu ci creda o no, sono preoccupato anch’io), considerato che fra breve si apre il Parlamento e il poveruomo del Quirinale dovrà mettersi a cercare uno straccio di soluzione, ho deciso almeno di provarci. Male che vada avrò buttato un paio d’ore. Sono giorni che leggo i tuoi blog, i tuoi commenti agli articoli di giornale, i tuoi tweet, i tuoi post su Facebook, le petizioni che firmi, i sondaggi su quello che pensi. La linea che hai scelto non potrebbe essere più chiara: non soltanto rifiuti anche la semplice ipotesi che si cerchi un accordo col Cavaliere nero, ma lo scopo che persegui con determinazione e accanimento è delendus Silvius. Non hai nessuna esitazione, pur di raggiungere questo luminoso obiettivo, a metterti alla mercé di un movimento del quale il meno che possa dirsi è che non si sa ancora che cosa sia e che cosa voglia – sul più che potrebbe dirsi stendo un velo pietoso. Ad adottare con gli otto punti il programma più a sinistra che si sia mai visto nella storia d’Italia, intollerabile oltre a tutto per le finanze pubbliche, e chissenefrega dei contraccolpi che questo avrà all’interno e all’estero. Soprattutto non ti può importare di meno che il delendus, oltre al mio, abbia preso altri dieci milioni di voti.

Perché non ti interessi nulla di quei dieci milioni di voti, è presto detto: perché sei fermamente convinto che siano voti di merda (tante grazie, eh!). Basta ancora una volta leggere quello che scrivi qua e là: è la parte peggiore del paese; ti vergogni di essere italiano (su questo almeno siamo d’accordo: anch’io un po’ mi vergogno che tu sia italiano); è inconcepibile che la gente scelga ancora Berlusconi. Bene: è proprio per metterti una pulce nell’orecchio su questo tema che ho deciso di scriverti, pur sapendo che in genere i parassiti ideologici li schiacci senza pietà. E la pulce è questa: tu in realtà non disprezzi me perché voto Berlusconi, ma odi Berlusconi perché lo voto io. Il tuo vero obiettivo non è lui, sono io. Oh, certo, tu dirai che non è affatto così, che tu con una destra moderna, responsabile, pulita non avresti nessuna difficoltà, che la riterresti del tutto legittima, che il problema è questa destra corrotta, cesaristica, servile, in conflitto di interessi, pluricondannata, eccetera. Sapessi quante volte te l’ho sentito dire: “Se invece di Berlusconi ci fosse la Merkel! O Cameron! Allora sì, forse perfino io…”. E ogni volta mi è venuto di pensare che la parola davvero capace di definire la destra alla quale avresti riconosciuto legittimità non era né “moderna”“pulita”, ma “minoritaria”. Non tanto da tornare nella fogna, magari. Ma abbastanza da starsene buonina in un bilocale al pianterreno, sdraiata in pantofole su un divano di Poltrone e Sofà a guardare Canale 5.

Perché a te, caro elettore democratico, chi non la pensa come te proprio non piace. E in questo (il Cavaliere non ha mica sempre torto) rimani un po’ comunistello. Tu sogni un’Italia giusta guidata dagli italiani giusti, e quelli sbagliati li vuoi subordinati, perdenti, o meglio ancora afoni. Le loro ragioni non ti interessano, perché per te è scontato che di ragioni non ne abbiano. Se ritengo che le tasse in questo paese siano troppe alte, allora, per te sono senz’altro un evasore. Se credo che le leggi italiane siano bizantine e vessatorie, è lampante che non ho rispetto per le istituzioni. Se penso che il giusto o lo sbagliato tocchi agli individui deciderlo, e non allo stato, eccomi egoista e privo di senso civico. Se sono convinto che la famiglia sia una grande risorsa di questo paese, voilà il familista amorale. Se ritengo che non sia il caso di far adottare figli alle coppie omosessuali – ovvio: è per omofobia. Se diffido della politica, dàgli al populista! Se confido nell’occidente, abbasso l’imperialista! Se ho il dubbio che l’embrione sia qualcuno e non qualcosa, è un dubbio indubbiamente da porco maschilista. Così facendo sei riuscito in vent’anni a non capire assolutamente niente di me – e con quante elezioni perdute hai pagato e continui a pagare questo errore! Mentre ora ti affanni e sgoli a dire che chi ha votato Grillo va compreso, e ti coccoli la patetica illusione che i pentastellati possano aiutarti a costruire la tua meravigliosa Italia giusta.

Credi forse che io sia contento di votare per Berlusconi? Non lo sono. Non lo sono perché mi ha deluso, perché non ha fatto quello che mi aveva promesso. Non lo sono perché ha settantasei anni, e io devo pensare al futuro dei miei figli e mio. Non lo sono perché lo vedo che ne ha fatte di cotte e di crude – pure se vedo anche che parecchie di quelle che ha fatto le ha fatte in camera sua, e sono nauseato delle ripetute violenze alle quali sono stati sottoposti lui e la civiltà giuridica liberale (eh sì, guarda un po’, anche a me può interessare la civiltà giuridica!). Ma di lui non posso fare a meno, così come lui non può fare a meno di me. E questo legame necessario fra me e lui in buona parte (pure se, lo ammetto, non del tutto) lo hai creato tu: tu che dici che io sono una merda perché voto Berlusconi, ma in realtà pensi che Berlusconi sia una merda perché lo voto io. E vuoi distruggere lui per far fuori me. Io però quel bilocale al pianterreno, caro il mio elettore democratico, farò di tutto per evitarlo. E ti invito a fare molta attenzione, perché a forza di volermici mandare a ogni costo potresti finirci tu. Da solo, o magari (orrore!) insieme a me."
   

domenica, marzo 10, 2013

I Remondini di Bassano del Grappa

Santi Crispino e Crispiniano in una stampa dei Remondini - da Wikipedia

In questo tempo di grande crisi economica, dovuta essenzialmente all'assenza di nuove idee che diano stimolo per la creazione di nuova occupazione e nuovi posti di lavoro, ci potrebbe venire in aiuto la singolare storia di Giovanni Antonio Remondini, un ragazzo del XVII secolo.
Nato a Padova nel 1634 il Remondini non era certo uno di quelli che stanno ad aspettare la manna dal cielo. A 22 anni, per costruirsi un futuro, lascia la città natia e si trasferisce a Bassano del Grappa, a 50 kilometri di distanza, l'equivalente odierno di almeno 500 km, dato i mezzi e le strade di allora. Qui, nel centro cittadino compra casa e, per procurarsi un lavoro, compra anche un negozio di merceria-cartoleria, forse l'unico della zona, e forse anche poco redditizio. Nel negozio si vendono anche immaginette sacre, e lui, per incrementarne la redditività, decide subito di prodursele in proprio. Per tale scopo compra un torchio usato, diventando anche uno stampatore.
E' l'inizio di quella che diventerà la ormai poco conosciuta "dinastia" dei Remondini di Bassano del Grappa , alla quale la città veneta ha dedicato il Museo della Stampa Remondini.
La singolare storia di questo giovane intraprendente, del contesto e del momento storico in cui essa è avvenuta, a me è piaciuta molto, facendomici molto fantasticare: ci tornerò sopra con più calma per raccontarla.

venerdì, marzo 08, 2013

Associazione Culturale Felicita Merati


Nova Milanese: Piazza Marconi e Chiesa di Sant'Antonino Martire  - da Verylemon.blogspot
 
Festa della donna, anche Nova Milanese (foto) ha la sua  santa Beretta Molla, è Felicita Merati, a nome della quale un gruppo di amici novesi ha intitolato l'associazione culturale che reca il suo nome: Associazione Culturale Felicita Merati. Di essa ne avevo sentito parlare per la prima volta nell'ottobre 2008, per l'occasione di un convegno in cui si sarebbe dibattuto di Sacralità della vita. 
 
Ma chi era Felicita Merati?

Donna dei nostri giorni, giovane moglie e già madre di un bambino, alla seconda gravidanza scopre di avere un tumore. Le s'impone subito il tragico dilemma: o lei, o il figlio. Consapevole del destino cui sarebbe andata incontro, decide di rinunciare a curarsi per consentire al figlio di venire alla luce. Alla nascita del figlio Felicita muore, consapevole però che il suo gesto eroico lascierà ai figli il più grande degli insegnamenti: l'amore grande che va oltre la vita.

All'avvento dell'Associazione, rimasi un po scettico nell'apprendere ruolo e finalità che si era data. La mia perplessità era derivata dal fatto che negli anni '80 e '90 molte associazioni culturali erano nate col solo scopo di lucrare i contributi statali e regionali a fondo perso loro concessi; spesso inutili contributi che hanno avuto un loro peso nella formazione del rilevante debito pubblico, causa prima dei mali che affliggono l'Italia. Ma la presenza in questa associazione di persone rette ed integerrime, mi ha tolto ogni dubbio circa i loro reali obiettivi, e il proseguo delle loro attività me lo ha poi confermato. Ricordo ancora con piacere la bella mostra dedicata al mio beniamino Giovannino Guareschi, dal titolo Non muoio neanche se mi ammazzano - l'avventura umana di Giovannino Guareschi,


 allestita nel settembre 2010 nei locali di Villa Vertua Masolo di Nova Milanese (vedere anche qui: Alla riscoperta di Guareschi), e quella sui monaci benedettini 









(La città e l'Acropoli di Cassino) , allestita nel settembre 2011 nella Sala Gio.I.A. di piazza Gio.I.A. a Nova Milanese,  dal titolo Alle radici dell'Europa - Con le nostre mani ma con la Tua forza, e quella più recente dedicata allo scrittore brianzolo Eugenio Corti, dal titolo Dalla Brianza al Mondo - Lo scrittore Eugenio Corti, per il quale è stato scritto il post Per la candidatura di Eugenio Corti al Nobel, in occasione della richiesta per la candidatura al Premio Nobel, lanciata dal giornale Il Cittadino di Monza e Brianza.

Per domani, 9 marzo 2013, l'Associazione ha organizzato la visita guidata  Chiese di San Giovanni in Conca, San Nazaro e San Simpliciano di Milano. Quest'ultima, fondata da Sant'Ambrogio nel 382, e intitolata a San Simpliciano nel VII secolo, è particolarmente cara ai milanesi doc, non tanto, ma anche perchè conserva le vestigia del Carroccio, usato dai comuni della Lega Lombarda, coalizzatisi per lo scontro contro le forze di Federico Barbarossa nella Battaglia di Legnano.  

giovedì, marzo 07, 2013

Rigrazie Grillo

Sta tornando la fiducia sui periferici dell'Europa (Portogallo, ecc.), ed in particolare dell'Italia. Per quest'ultima valga quanto è stato scritto ieri sera a proposito di quanto ieri ha affermato a Londra Maria Cannata, la "custode" del nostro debito pubblico. Evidentemente dall'estero sono convinti che, grazie al "risveglio" portato in Italia dal successo (in continua crescita) del Movimento 5 Stelle, soprattutto in ambito di taglio della spesa pubblica, dovuta alla troppa ed inutile e paludosa burocrazia, l'Italia ce la possa fare a risalire la china. Dall'estero sono cioè convinti che questa volta i tagli si faranno per davvero, e non più solo a parole, ragion per cui stanno premiando i nostri titoli di stato a lungo termine.
Alle ore 10 lo spread è confermato in discesa a 315 punti base (- 3 punti rispetto a ieri), con un rendimento del 4,62% per i BTP decennali (- 3 punti rispetto all'ufficiale di ieri).

mercoledì, marzo 06, 2013

Misteri buffi

 


In questa Italia dove sembra che tutto stia andando a rotoli, oggi due buone notizie son calate sulle borse a rasserenare gli animi. 
 
La prima è che Maria Cannata  (foto), la "custode" del debito pubblico italiano, oggi a Londra ha dichiarato che all'estero c'è interesse per i nostri titoli di stato a lunga scadenza, e che per questo si sta pensando ad una nuova imminente emissione di BTP trentennali. La buona notizia ha senzaltro contribuito a far scendere lo spread fino a 312 punti base.
 
La seconda buona notizia è che Mediobanca stamattina ha lanciato sul mercato due offerte volontarie di riacquisto, anche parziale, di suoi titoli in scadenza nel 2014, per un ammontare massimo complessivo di 2 miliardi di euro. Segno inequivocabile, questo, di buona salute dell'Istituto, e, di riflesso, un buon segnale sulla tenuta dell'Italia a lungo termine. 
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Se son rose fioriranno.


La nave affonda

 
Non è un caso se ieri ho pubblicato la foto del manifesto riguardante la richiesta provocatoria sull'estensione agli italiani dei diritti che vengono riconosciuti e concessi a rom ed extracomunitari, Anna, nome di fantasia, mia vecchia conoscente, sta per diventare povera e quindi, a maggior ragione, avrebbe diritto a quelle agevolazioni.
Brevemente la sua storia, che dovrebbe far pensare a chi ha la testa sulle spalle.
Anna lavora da vent'anni in una grande ditta di catering dell'hinterland milanese. Suoi clienti sono le mense di grandi aziende della zona, per le quali preparano pasti cene e colazioni. Nel periodo precedente a questa crisi, lavoravano a pieno ritmo, tanto che di lei avevo quasi perso la fisionomia avendola persa di vista perchè troppo impegnata col lavoro. Ieri i dirigenti della ditta di catering han comunicato al personale di cominciare a cercarsi un altro posto perchè presto chiuderanno. Chiuderanno perchè i loro clienti stanno chiudendo a loro volta, e quindi non avranno più bisogno di pasti per le loro mense.
 
Conclusione
 
Il boom di quelle aziende era avvenuto al tempo dei Berlusconi e Formigoni, oltre che dei Prodi, D'Alema e Penati, ma secondo i beceri moralisti Berlusconi e Formigoni hanno impersonato il male. E di questi moralisti ne ho annusato ieri sera la presenza in tv, la on.Puppato da Floris e la on.Moretti da Vespa. Ovviamente, appena ho visto le loro faccie ho cambiato subito canale: molto meglio il visto e rivisto film con Terence Hill e Bud Spencer.     

martedì, marzo 05, 2013

Teorema

Ricevo e pubblico.
 
C'è gente che si sente spesso dare gratuitamente del razzista. Finora non aveva ribattuto, accettando passivamente tutto ciò che gli veniva inculcato in tema di accoglienza. Ma ora, precipitato nella dura povertà, s'è messo a ragionare, ed è arrivato al seguente enunciato. Come vedrete non fa una grinza. 
 
 

Dicevano e dicono di Grillo


Ricevo e pubblico. Ovvero, coerenza della quaglia

Il paese di cuccagna, per certuni


Il Paese cammina nel buio, ma per loro splende sempre il sole

lunedì, marzo 04, 2013

Un paese allo sbando

Quando, negli anni '80, percorrevo in lungo e in largo il vimercatese, vedevo straripare bellezza dai suoi paesaggi e con essa vedevo trasudare ricchezza da ogni suo pur piccolo borgo. Faccio solo qualche nome di città e paese, tanto per interderci di cosa sto parlando. Al centro di questa escursus c'è Vimercate con la sua frazione di Oreno, Agrate Brianza, Bernareggio, Usmate-Velate, Arcore, Villasanta, Trezzo d'Adda, ecc.ecc. tralasciando di parlare di Monza perchè troppo nota a tutti gli italiani. Tutte località che ho cantato in vari post, tra i quali Leonardo al MUST di Vimercate .
Per me, soprattutto all'arrivo della bella stagione, era un immenso piacere il percorrerle. Ieri sera invece, nel vedere da quel programma Presa diretta - visibile, cliccando qui, fino all'11 marzo 2013 la tristezza per la desolazione in cui sta precipitando la zona, a causa della chiusura di numerose aziende leader mondiali, tra le quali IBM e Alcatel, mi ha trafitto il cuore. E questo, secondo me, è avvenuto a causa dell'aver demonizzato la classe imprenditoriale di questa nazione, combattendo il ricco. E il mio pensiero in questo momento va a Berlusconi, creatore in queste zone di parecchi di quei 56.000 posti di lavoro di cui lo stesso ha parlato. Si abbia l'onestà intellettuale di dire che - da parte di chicchesia - da quando Berlusconi è entrato in politica le azioni delle sue controllate sono precipitate: un nome su tutti Mediaset, che nel 1999 erano arrivate ad un valore di 25 euro ad azione ed ora valgono 1,5 euro. La stessa percentuale di crollo le hanno avuto le Mondadori, e non so con quale criterio il giudice della causa Lodo Mondadori abbia stabilito che esse valgono 4 volte di più di quello che la borsa assegna loro. Bah! Misteri! 
Vimercatesi, tenetevi buono Berlusconi finchè c'è, dopo saranno guai per voi e per le vostre famiglie, perchè se vorrete il lavoro ve lo dovrete creare, inventandovelo, e rischiando di persona, come fecero 300 anni fa i Remondini di Bassano del Grappa, che da un'idea semplice e insignificante crearono lavoro per 1000 persone, e fu lavoro che nella zona durò 200 anni (1650-1850).

domenica, marzo 03, 2013

L'assalto alla diligenza Italia


Foto tratta dal sito Facebook php?fbid=487
Guardate lo scempio. Guardate quanto costano alla povera Italia i fuorusciti della politica. Agli italiani vengono chiesti enormi sacrifici, e loro si spartiscono così spudoratamente i soldi delle tasse. Evviva il M5S che penso si darà da fare per far terminare le rapine legalizzate, mandando avanti, penso, una proposta di legge con effetto retroattivo. Se il M5S manderà avanti una tale proposta, gli italiani aderiranno in massa al movimento fondato da Beppe Grillo, e allora non ce ne sarà più per nessuno. Gli altri partiti sono avvisati. 

Le faccie di tolla

Dietro a questa nick, Marshall, c'è una persona reale in carne ed ossa, e mi è venuto un senso di disgusto nell'ascoltare oggi i tanti ipocriti che si sono avvicendati a parlare all'interno dell'Arena di Massimo Giletti. Tra i pochi altri, hanno parlato con coerenza e si sono comportati per me in maniera lineare e non ambigua Matteo Salvini, collegato dall'esterno, e l'onorevole ora senatrice Michaela Biancofiore, oltre al conduttore. Mi riferisco in particolare alle falsità che ho sentito nell'ultima parte della trasmissione da parte della on. Laura Puppato, parlando di burocrazia, e della difficoltà incontrate nei 18 anni passati di poterla o volerla estirpare da parte degli schieramenti che si sono avvicendati nel periodo alla guida dell'Italia (per superare la quale il cittadino normale spesse volte si trova costretto a "dover" corrompere. n.d.r.).
Ed ecco il fatto. 18 anni fa, poichè non si sbloccava una certa semplice pratica edilizia, dovetti acconsentire a che intervenisse un'amica del futuro acquirente, per perorare la causa presso una sua amica, che era lì lì per diventare sindaco, affinchè facesse in modo di far concedere in fretta il nulla osta per l'inizio lavori. Per mezzo dell'intercessione il permesso fu dato immediatamente, e senza alcuna storia. Storia vecchia direte, perchè da allora son passati diciotto anni, ma credo di non sbagliare dicendo che, in generale, la sostanza sia sempre quella: gli amici son sempre favoriti, chi è amico ottiene in fretta ciò che un cittadino qualunque non ottiene, per esempio un nulla osta. E chi non è amico di nessuno, o aspetta, oppure ...

L'ultima spiaggia

Dopo quella discesa in campo del 2006, quando dalle pagine del Corriere scrisse accoratamente di non votare per Berlusconi, ieri sera, e per una volta tanto, mi sono trovato d'accordo con l'autore di quella pagina di fondo, Paolo Mieli.
Durante la trasmissione IN ONDA, Paolo Mieli ha ripetuto due volte d'aver votato Monti; e forse l'avrei fatto anch'io se Berlusconi non si fosse ricandidato, e se Monti, nel corso del suo mandato, avesse operato quei tagli nei costi della politica che noi tutti da tempo agognavamo. E invece c'è voluto Grillo a dar loro la scossa necessaria per intraprendere questa strada.
Ora non c'è più tempo da perdere, l'Italia è in ginocchio, e se ora non faranno subito quei tagli, ed in maniera retroattiva, tanto da non pagare quelle assurde liquidazioni con vitalizi ai vari Fini, D'Alema, Marini, Pisanu, Di Pietro, ecc.ecc. l'Italia andrà veramente a rotoli, e in modo ancora peggiore della Grecia. E allora sì, si salvi chi può.

sabato, marzo 02, 2013

Solidarietà a parole

Che fine ha fatto la Cartiera di Arbatax in Sardegna? Eppure negli anni '70 c'erano state tutte le premesse affinchè diventasse tra le prime, se non la prima tra le cartiere tecnologicamente più avanzate d'Europa. Costata centinaia di miliardi delle lire di allora alla Cassa del Mezzogiorno (Smantellamento Ex Cartiera di Arbatax - Dicembre 2008) aveva un solo grande handicap: costi di trasporto via nave dalla Sardegna alla terra ferma che incidevano parecchio sul costo del prodotto finito. Ragion per cui già negli anni '80 i suoi concorrenti non ne sentivano più parlare; ed io assistetti in diretta alla sua debacle.
Ecco, la vicenda dei minatori del Sulcis - di cui al programma L'ultima parola - di ieri 1 marzo,  mi ricorda parecchio da vicino quella vicenda.
E anche Grillo non può fare nulla per loro, se non l'aver manifestato loro tutta la sua solidarietà. E' un pò quello che era successo a me, in una mia vicenda personale, raccontata in questo blog, nella quale un politico locale del PD mi ebbe a manifestare tutta la sua solidarietà, ma poi alle parole in tre anni non ha fatto seguire alcun fatto.

venerdì, marzo 01, 2013

La differenza tra noi e gli altri

Per esperienza diretta, condivido l'articolo del Sole24 Ore qui di seguito, e che mi è stato inviato. La sedia a rotelle con motore elettrico, in  mia dotazione da circa tre anni (che uso soprattutto durante la bella stagione), non mi ha mai creato problemi. E' ottima ed è made in Germany, e per l'alta tecnologia di cui è dotata, penso che in rapporto a ciò non costi molto. Penso anche che se fosse stata prodotta in Italia - e le aziende italiane sarebbero capacissime di produrle - sarebbe costata sicuramente di più, non fosse altro che per la maggiore tassazione e le pastoie burocratiche cui sono assogettate le aziende italiane. Maggiori tasse e oneri che al nostro stato servono unicamente per foraggiare e mantenere un apparato politico che è tra i più costosi del mondo (quanta gente si era buttata in politica per fare soldi!).
Io non ho votato Grillo, ma solo per una questione di affezione alla vecchia Forza Italia, che a suo tempo portò comunque un cambiamento di costume nei governi italiani, che fino all'epoca avevano una durata media di pochi mesi. Ora però, con l'avvento di Grillo sulla scena politica, molti cominciano a temere di non potersi più arricchire, o comunque vivere di sola politica.


"La differenza tra noi e gli altri
 Dal sole 24 ore
Le aziende tedesche pagano bonus e aumentano gli stipendi. Ecco perché
Disoccupati in continuo calo, inflazione sotto il 2%, esportazioni a prova di cambio, prodotti di qualità e aziende leader. Mentre tutta Europa si chiede come recuperare competitività, le aziende tedesche, che già pagano stipendi più alti della media, si preparano a concedere nuovi aumenti salariali. Di più. Volkswagen ha appena annunciato che verserà un premio di produzione di 7.200 euro ai suoi circa 100mila dipendenti. E non è nemmeno stata di manica larga: nonostante il 2012 si sia chiuso con un utile netto record di 22 miliardi, il bonus è più basso di quello del 2011 (7.500 euro). Volkswagen può permetterselo: in barba alla crisi dell'auto che colpisce tutta Europa, punta a vendere 10 milioni di veicoli l'anno prima del 2018.
Stipendi su, inflazione giù
Mentre Volkswagen annunciava il suo bonus, Ig Metall, il più grande sindacato dell'industria tedesca, metteva sul tavolo le rivendicazioni salariali per il 2013, chiedendo un aumento del 5,5%, dopo averne incassato uno del 4,3% l'anno scorso, il più alto da 20 anni. Il sindacato Verdi ha a sua volta chiesto aumenti del 6,5% per i dipendenti pubblici, che nel resto d'Europa stanno perdendo pezzi di retribuzione e impiego.
Dieci anni di moderazione
La stagione delle rivendicazioni arriva dopo circa dieci anni di salari fermi o quasi, in cambio della difesa dei livelli occupazionali. Ora però il clima è cambiato. La Germania attraversa la crisi dell'Eurozona senza soffrire troppo e sia la Spd che la Cdu sono pronti ad appoggiare l'aumento dei redditi dei lavoratori in vista delle elezioni di autunno. La moderazione salariale è stata accompagnata da riforme che hanno risanato il vecchio "malato d'Europa". Come ha ricordato il ministro del Lavoro Ursula von der Leyen in un'intervista a Les Echos: «Prima di tutto abbiamo stabilito che ogni disoccupato abbia diritto a un impiego o alla riqualificazione piuttosto che a un sussidio. Poi abbiamo reso il mercato del lavoro più flessibile. Il nostro credo è esigere e incoraggiare: si può costringere un disoccupato ad accettare un lavoro, ma in compenso sarà aiutato”.
Disoccupazione e inflazione scendono
Per tutti questi motivi la Germania può contare su un mercato del lavoro granitico, che negli ultimi anni non ha praticamente mai smesso di creare occupazione, nemmeno nei periodi di recessione. L'ultimo dato, quello di febbraio, lo prova una volta di più. Il numero dei senza impiego è sceso di 3mila a 2,92 milioni di persone, con un tasso di disoccupazione fermo al 6,9%. Certo, la contrazione del Pil nel quarto trimestre del 2012, quando è sceso dello 0,6%, si è fatta sentire: Commerzbank ha annunciato il taglio di 6mila dipendenti e Deutsche Telekom 1.200 esuberi. Ma la tenuta generale del mercato del lavoro non è stata scalfita.
Effetto euro e qualità dell'industria
C'è anche l'euro a spiegare la diversità tedesca. Le aziende macinano utili record anche grazie a una moneta che, vista da Berlino, è addirittura sottovalutata. Con il marco, auto e macchinari tedeschi costerebbero dal 15 al 20% in più e secondo Citigroup, l'effetto cambio da solo regala alla Germania 100 miliardi di euro di esportazioni in più all'anno. Ma a sostenere l'export tedesco è soprattutto la qualità dell'industria, che può contare su un efficiente sistema di formazione dei suoi tecnici e ingegneri. Le aziende lavorano a stretto contatto con gli istituti tecnici, spesso finanziando programmi scolastici in modo da mettere agli studenti in grado di accedere al lavoro appena diplomati, con un sistema di apprendistato tra i migliori d'Europa". 


 

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