marshall

martedì, gennaio 30, 2007

I veri costi del Quirinale

Tempo fa, parlai dei costi del Quirinale.
Un articolo di Mario Cervi, apparso oggi sul Giornale, mi da modo di aggiornarli.
I dipendenti sono 2181, di cui 1095 addetti al ruolo alla Presidenza. Il loro costo, per l'anno in corso, sarà di 235 milioni di euro (455 miliardi di vecchie lire). L'appannaggio per il Presidente è di 218.407 euro.

I dipendenti della Casa Bianca sono 450, mentre in Germania ammonta a 160 il personale a servizio del Presidente.
Corte faraonica, dunque. Neanche il Re aveva tanto personale alle sue dirette dipendenze. E, a dispetto del risparmio, i costi del Quirinale sono triplicati in 20 anni.

Penso che non potremmo e non dovremmo permetterci un simile lusso. Forse, all'estero ridono di noi, di questa situazione, coi conti disastrati che abbiamo.

Quando criticano questi generi di costi, viene risposto che sono i costi della democrazia, che sono i costi della sicurezza per la massima istituzione dello stato.

Io penso invece che, con le moderne tecnologie difensive, il costo del personale addetto alla sicurezza può essere ridotto drasticamente. Tanto è vero che nel numero dei 450 dipendenti della Casa Bianca o nei 160 della Germania penso vi siano compresi gli addetti alla sicurezza.
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Parliamo del Premio Bamba di ieri che è andato al Senato. Senato, inteso in senso lato, come luogo istituzionale.

Non appena Vittorio Feltri ha annunciato il vincitore, ho pensato che fosse stato assegnato al Senato a seguito di quell'intervista, da leggere, rilasciata da Gustavo Selva e recensita da Zener.blog

E invece, no.
E' stato assegnato al Senato per via dei lavori spasmodici che fervono entro le mura del senato per adeguare i bagni e renderli più fruibili per i senatori anziani.
I bagni vengono così spostati e collocati il più vicino possibile, in prossimità delle porte d'ingresso dell'Aula, dove si svolgono le votazioni.
Questo, per consentire, soprattutto ai senatori a vita, di svolgere il più celermente e speditamente i frequenti bisogni corporali.
Insomma, la conclusione ironica di Vittorio Feltri è stata che questo governo ha bisogno dei senatori a vita per stare in piedi, e per questo li coccola in tutti i modi.

Quindi, conclude Feltri, questo governo si regge sulla pipì. Dunque, Premio Bamba al Senato.

domenica, gennaio 28, 2007

La tassa di possesso TV

Nonostante i miei reiterati propositi contrari, anche quest'anno ho pagato il canone Rai. Canone che è diventato uno dei tanti balzelli da quando è stato trasformato in tassa di possesso di un apparecchio televisivo.
Eravamo ai tempi del riccometro e il possesso di un televisore doveva essere indicato obbligatoriamente in un apposito prospetto del mod.740, pena forti ammende e perfino arresto nel caso di omessa segnalazione. Alcune di tali voci erano: imbarcazioni da diporto, auto di lusso, ville di lusso e castelli: simboli di evidente ricchezza.

Ma il televisore?
Cosa aveva a che fare con gli indicatori di ricchezza?

Ad ogni buon conto il trucco funzionò e la Rai incrementò notevolmente il suo numero di abbonati. Dall'anno successivo a quella furbata, decadde il provvedimento di obbligo di dichiarazione del possesso di un televisore nel modello 740, ma il canone fu trasformato in tassa di possesso: con buona pace di tutti!

E nessun governo, di destra o di sinistra, ha più avuto il coraggio di chiamare nuovamente quella tassa col suo vero nome: canone.

Non posso certo addossare tale mancanza di coraggio al governo Berlusconi. E bene ha fatto a non farlo perchè un provvedimento in tal senso gli si sarebbe ritorto contro. I suoi avversari lo avrebbero aggredito "marchiandogli" un tale provvedimento come legge ad personam.

La mancanza di coraggio la addebito invece a questo governo. Esso si vanta tanto delle sue "liberalizzazioni", di questa sorta di uovo di Colombo (avremo più occasioni per parlarne), non vede invece cose giuste ed elementari da fare, come quella del ritorno al "canone televisivo", anzicchè tassa televisiva, dove ogni utente abbia la libertà di scegliersi i canali televisivi. E chi è contento della Rai, così com'è, deve anche essere disposto a pagare il canone previsto, chi invece non ne è soddisfatto possa benissimo e liberamente staccarsene senza doverle pagare comunque un canone: tecnicamente è possibile fabbricare televisori che escludano la ricezione di certe frequenze.

Tra l'altro, Berlusconi aveva promesso, in caso di riconferma, l'abolizione del canone per gli ultrasettantenni: neanche questo sta facendo, questo governo!

E poi disse: vi stupiremo!
E poi disse: questo è il governo della serietà e delle regole!

Frasi che si commentano da se: mi sta stupendo in negativo, vedo l'opposto della serietà e vedo lo smantellamento di regole consolidate!

martedì, gennaio 23, 2007

L'istituto dei diritti acquisiti

E' la terza volta che traccio un elogio per Gian Antonio Stella, grande giornalista del Corriere, dal giorno in cui Paolo Mieli pubblicò il celebre "proclama" agli italiani, mettendoli in guardia del "pericolo" che avrebbe corso la nazione se avesse lasciato il potere nelle mani di Berlusconi, votando ancora per Forza Italia.

Domenica sera, girovagando per i canali televisivi in cerca di qualcosa di interessante, mi sono imbattuto ne La7 mentre stava parlando una persona collegata dall'esterno. Ho così avuto modo di conoscere di persona, tramite la tv, il mio "idolo" del Corriere: Gian Antonio Stella.

Parlando senza remore e senza timore ha infranto il tabù dei diritti acquisiti, tanto caro soprattutto ai vari partiti comunisti italiani (che però si sono dimenticati di quelli che non hanno ancora nessun diritto n.d.a.).

Altro che proclama mieliano!
La vera svolta dell'Italia si avrà quando si riuscirà a smantellare anche il dogma dei diritti acquisiti.
Tra questi diritti acquisiti da smantellare vi è certamente anche quello riguardante le pensioni d'oro.

Antonello Piroso, conduttore del programma Niente di personale ha snocciolato i dati di una inchiesta apparsa su L'espresso del 1999 dove risultava che, già all'epoca, personaggi della politica italiana, attualmente ancora in carica, percepivano pensioni d'oro.

- Ciampi 440 milioni di lire
- Dini 335 milioni di lire
- Tommaso Padoa Schioppa 254 milioni di lire

In quell'elenco figurano molti altri personaggi come Antonio Di Pietro, percettore di una cospicua pensione fin dal 1995; Biagio Agnes, circa 800 milioni di lire.

Ci sono poi tutti gli altri casi non citati nel programma televisivo che noi dei blog conosciamo e abbiamo già denunciato.

Da un lato le pensioni d'oro intoccabili.
Dall'altro, sono a conoscenza del caso di una mia cognata - e chissa quante altre donne, in quelle condizioni - la quale, dopo aver versato contributi pensionistici per 12 anni, ha dovuto lasciare il lavoro per seguire a tempo pieno la famiglia, ed ha perso, di conseguenza, i soldi versati, come se gli fossero stati rapinati, perchè non ha diritto ad una sua pensione, con soli 12 anni versati.
Rapinati. Come se fossero stati rapinati dalla legge, dalle istituzioni: Capite!

E' scandaloso!

Da una parte c'è chi gode di diritti acquisiti per cifre vergognosamente stratosferiche, dall'altra abbiamo innumerevoli casi di diritti calpestati, perchè nessuno s'è preso la briga di codificarli come tali.

Penso che, se l'Italia vorrà venire a capo di qualcosa, dovrà infrangere e rimuovere anche l'ostacolo che è l'istituzione dei diritti acquisiti.

E quindi, bravo Gian Antonio Stella che ha portato alla ribalta questo annoso problema!

lunedì, gennaio 22, 2007

Esempi da manuale

Aggiornamento elenco vincitori del Premio Bamba messo in palio dalla Redazione di Libero.
Il premio odierno è stato assegnato a Giancarlo Albera leader dei movimenti che si oppongono all'ampliamento della base Nato di Vicenza.
Da una semplice ricerca, è risultato che il vincitore del premio lavora da tanti anni in una grossa fabbrica vicentina di armi, armamenti, carrarmati, ecc.
Alla faccia della coerenza!

Per aggiornare la classifica dei Premi Bamba, ricordo che il premio dell'8 gennaio scorso era andato a Daniele Farina, per il motivo del quale s'era parlato in tanti blog: insegnerà agli onorevoli l'arte di comunicare.

domenica, gennaio 21, 2007

I futuri capitalisti d'Italia

Torneranno ad essere i pastori, i futuri capitalisti d'Italia?

Già, perchè da tempi remoti e fino a qualche secolo fa, forse fino all'800, capitalisti erano i pastori.
Capitalista, capitale, derivano dal mondo della pastorizia. Più "capi" di pecore aveva un individuo, e più era considerato ricco, benestante, capitalista.

I periodi di siccità prolungata, lo sconvolgimento climatico potrebbero portare l'Italia verso un ambiente di tipo stepposo, adatto quindi alla pastorizia.

Il programma Ambiente Italia, egregiamente condotto da Beppe Rovera, che va in onda quasi ogni sabato pomeriggio, ha ieri messo in chiara evidenza il rischio della desertificazione avanzante in Italia.
Le riprese effettuate dalle oasi umide protette dal wwf Italia, hanno fatto chiaramente vedere e intuire i rischi e il pericolo della desertificazione incombente.
In Lombardia si sentono ormai sempre più spesso barzellette del tipo: "andremo in cammello da Milano a Brescia".

Ovviamente, i pareri sul rischio desertificazione sono molto discordanti, anche tra gli scienziati: e lo si è appurato anche dalla trasmissione di ieri. La metà hanno abbracciato con forza la tesi della desertificazione incombente, dando pure velatamente del somaro a chi non la vede in quel modo. L'altra metà circa, che non si è vista in trasmissione, è più ottimista, e vede solo, in questa situazione climatica, diversa dagli standard abituali, una normale fase della vita del nostro pianeta.

Ma una cosa è certa.
L'aspetto dell'oasi umida di Massaciuccoli in Toscana (sta morendo per entrofizzazione), quella di Le Cesine a Lecce (una delle aree umide costiere più importanti d'Italia), l'oasi di Penne in Abruzzo (vi vive la lontra in via di estinzione per l'aridità del lago quasi completamente secco, e dove c'era, nei suoi paraggi, una cascata con salto di un centinaio di metri, che non esiste più perchè l'acqua è stata dirottata, in regime di razionamento, per usi agricoli e civili), il bosco della Mesola nel delta del Po (aspetto un pò meno terrificante, per il momento), mi sono sembrate abbastanza desolanti e foriere di quell'evento che mi ha suggerito il titolo del post.

Infatti, la prospettiva è che l'Italia si avvii a diventare un ambiente di tipo stepposo che ben s'adatta, quindi, al mondo della pastorizia.

Ad ogni modo, tutto quello potremmo fare per opporci a ciò che la prospettiva sembra indicarci, è che l'Italia dovrebbe andare nella direzione opposta da quella imboccata dai nostri politici in tema di allargamento e aumento incontrollato della popolazione.

Dovremmo iniziare seriamente una politica di controllo e contingentamento dell'immigrazione, altrimenti, complice i mutamenti climatici, il destino dell'Italia è tracciato.

Andando avanti con la politica attuale, vivremo male noi, ma anche coloro che si accalcano incessantemente in un territorio che potrebbe essere destinato a diventare un deserto stepposo, anche per colpa della sovrappopolazione.

Gli scienziati della trasmissione, lo hanno fatto capire chiaramente, pur senza mai tirare in ballo argomenti politici.

venerdì, gennaio 19, 2007

L'inizio della fine del Mondo

(titolo provocatorio, ovviamente)

Un bel tipo, monsignor Alessandro Maggiolini, vescovo di Como che andrà in pensione a fine mese. Un vescovo tutto d'un pezzo (avrei voluto scrivere: con le palle!).
Mi è passato davanti tutta la vita, e solo ora che lascia il suo dicastero mi accorgo e mi interesso a Lui.
Penso che ne sentirò la mancanza, anche se non mi sono mai reso conto della sua presenza, se non di sfuggita, qualche volta.

Ieri, una sua bella intervista pubblicata su Il Giorno "Azouz? Ma quali scuse".

Martedì 16 gennaio, un paginone con gli aneddoti più significativi del "battagliero" Vescovo, pubblicati dal Corriere. Paginone che mi sono affrettato a procurare e incorniciare.

Aneddoti che colpiscono. Aneddoti tutti di segno realistico e contrario al "cristianesimo corretto". Cristianesimo, quello predicato in forma "correct", che dice tante cose, ma non dice niente.

Trascrivo solo alcune chicche tratte da quell'artico di Aldo Cazzullo.

- "L'ottimismo è la virtù degli imbecilli. Non è colpa mia se molti colleghi hanno l'abitudine di dire che tutto va bene e il cattolicesimo vive un'epoca gloriosa. Ma va là!"

- "Se la Chiesa dimentica Gesù Cristo si rende meno interessante di una bocciofila"

- "L'unità dei credenti si fa sulle certezze e non sui "forse", i "mi pare", i "discutiamo". Il distintivo del cristianesimo è il Credo, non il dialogo. Sui "può darsi" nessuno impegna la vita"

- I Pacs "preludio a matrimoni tra uomini e cavalli". Gli omosessuali "possono essere curati" ("ma possono anche diventare santi", ovviamente"se non praticano")

- Attacco ai politici "vecchi bacucchi che sdottoreggiano di fecondazione assistita ma non hanno mai visto una provetta in vita loro"

- "Rimango del parere che la Chiesa è la salvezza e la promozione della civiltà autentica, Occidente compreso"...."Il confronto con l'Islam va stabilito senza violenza da nessuna parte: i cattolici devono avere la testa dura e il cuore dolce; invece hanno spesso il cuore di pietra e la testa di cicca americana"...."Ciò che è accaduto a Erba poteva accadere altrove. Occorre regolare l'afflusso degli immigrati e assicurare loro una vita dignitosa. Nei limiti del possibile. Non si possono spalancare le porte della nazione e mantenere e far crescere un'originalità culturale"

- "Più ancora dell'Islam, il vero avversario dell'identità occidentale è stato "un residuato di Chiesa, pochi reduci che insistono su un progressismo sociale e politico. Con il passare del tempo, questo piccolo resto si lascia fagocitare da ideologie che con il cristianesimo non hanno nulla a che vedere..."

Veramente un bel tipo questo vescovo! Tutto d'un pezzo!

Le sue idee sono talmente simili a quelle di tanti blogger del Castello che la sua presenza in questo gruppo, ora che va in pensione, sarebbe manna dal cielo.

Mentre scrivo, mi giunge notizia che, grazie alla politically correct e a quel tipo di cristianesimo correct di tanti parroci e vescovi - cui ha fatto riferimento monsignor Maggiolini - anche un'anziana milanese rifiuta il ricovero in ospedale - rifiuto che potrebbe esserle fatale - perchè teme che al suo ritorno dalla cura, potrebbe trovare la sua abitazione, in una casa popolare, occupata da extracomunitari - come dicono stia succedendo ad altri milanesi - e non riuscire più a reimpossessarsene.

E la Legge dove stà!
Sembra l'inizio della fine del mondo!

martedì, gennaio 16, 2007

Prendiamo esempio dall'Australia

E' toccato ai vertici del Corpo Forestale dello Stato, il Premio Bamba di questa settimana.

Il premio satirico ideato da Roberto Vallini, diretto e condotto in compartecipazione con Vittorio Feltri, trasmesso ogni lunedì sera in diretta, con inizio alle ore 20,30, sulle frequenze televisive di Odeon Tv, è stato ieri assegnato a questo benefico ente statale.
E sia ben chiaro: non ai lavoratori di questo Ente - detto senza ironia, questo si - ma ai vertici di codesto ente, per la loro accortezza, lungimiranza e senso dello stato.

E' uscito, infatti, l'elenco aggiornato del numero dei forestali alle dipendenze dell'Ente.
Ebbene.
Il numero dei dipendenti statali, con la qualifica di forestali, ammonta a 68.361 (se ho trascritto bene, mentre trasmetteva). Di questi, 30.000 sono dislocati in Sicilia, 11.000 in Calabria, 7.000 in Basilicata.

E, udite! udite! 50 (cinquanta, sì solo cinquanta) sono dislocati nel Friuli Venezia Giulia, che pure, di foreste ne dovrebbe avere un pò più della Sicilia.

Ora, io dico, senza avere nulla contro i siciliani - tantè che mia moglie è siciliana, i miei figli vanno ogni tanto in Sicilia, dagli oltre cento parenti che là abbiamo - c'è qualcosa che non và in questa notevole discrepanza di dati tra la Sicilia e il Friuli, e, più in generale, tra il sud e il nord Italia.

Anche il ministro Antonio di Pietro, che è stato successivamente intervistato da Barone e Sallustri, al termine della rubrica Pensieri e Bamba, ha dichiarato - ma noi dei blog l'avevamo detto già da tempo immemore - che bisogna ridurre gli sprechi e controllare la spesa.

A tal fine, leggete un'intervista completa, rilasciata dal Ministro al termine dei lavori (lavori!, si fa per dire!) di Caserta, sul Blog di Siro, linkando qui a destra (leggete anche i commenti dei suoi numerosissimi lettori!).

Mi permetto di dare un suggerimento ai vertici delle nostre istituzioni.

Poichè i siciliani si lamentano di carenza di infrastrutture, quali possono essere le strade o le ferrovie, perchè non impiegare tutte quelle 30.000 persone, tranne qualcuna che sia lasciata a controllare le poche foreste, alla costruzione di dette infrastrutture???

L'immensa Australia, che nell'immaginario collettivo è considerata a suolo prevalentemente desertico, ha, purtuttavia, enormi foreste. Una delle quali, a nord-est, ricopre un'estensione che è pari a due volte la superficie belga ed è completamente ricoperta da una fitta, intricata e primordiale foresta - e per questo è anche Patrimonio dell'Umanità.
Non credo che in questa enorme ed importantissima foresta australiana - contiene almeno 3000 specie vegetali primordiali, uniche, rare ed esistenti solo là, e quindi da tutelare e salvaguardare in ogni modo - vi siano altrettanti forestali come da noi in Sicilia.

Eppure l'Australia è, forse, il continente più ricco della Terra: ma non buttano via i soldi!! come da noi!!

E - tanto per dirvene un'altra sull'Australia - per dar lavoro ai veterani della prima guerra mondiale, il governo del Nuovo Galles del Sud, uno dei sei stati della federazione australiana, forse il più importante, sicuramente il più ricco, fece costruire la Great Ocean Road, una strada superpanoramica di trecento kilometri (cliccate qui sul blog di Riccardo e la vedrete) molto difficile da costruire, con le attrezzature e i mezzi allora disponibili - infatti impiegarono 14 anni - però la costruirono, e non buttarono via soldi in pensioni, sussidi, assistenzialismo inutile, dannoso, inerte.

Forse, sarebbe il caso che i nostri politici, prima di diventare tali, studiassero più a lungo la storia, la geografia, e, con esse, gli usi e costumi dei variegati popoli della terra!!


foto dall'Australia

venerdì, gennaio 12, 2007

Il Welfare all'italiana

Sul Corriere di ieri, giovedì 11 gennaio, c'è una appassionante lettera del lettore Mario Merlino che mette a confronto il nostro sistema pensionistico con quello svedese.

Ebbene, c'è una vistosa differenza tra i due sistemi.
Un amico di questo lettore, che vive in Svezia, gli ha fatto notare che da loro lo stato garantisce un minimo (peraltro decente) uguale per tutti. Chi vuole di più, ci deve pensare personalmente durante il corso della sua vita lavorativa.
In Svezia, "un libero professionista in 30 anni di lavoro può mettere da parte un bel gruzzoletto, mentre altri non ne hanno la possibilità".
Questo, secondo il lettore, e secondo me, è il vero welfare state che non ha niente, ma proprio niente a che vedere con quello che vogliamo scimmiottare noi: più che noi, semplici "sudditi", la platea dei nostri governanti e politici di finta ispirazione welfarstatalista.

Apprendo, infatti, che Ciampi riscuote 36.000 € di pensione al mese, Dini ne riscuote 28.000; a parte, poi, riscuotono gli emolumenti da senatore.

Degli altri senatori e deputati ex sindacalisti ho già riferito in altri post quello che incassano (una vergogna! alla faccia dei lavoratori!), e che non cito per non arrabbiarmi!

Parlano e parlano tanto di riforme!

Questa, della parificazione delle pensioni, che è la migliore e la più grande riforma che potrebbero fare, ma nessuno ne parla. Nessuno ha il coraggio o la forza di combattere questa battaglia. Perchè, ovviamente, andrebbe contro i loro interessi, perchè si vedrebbero ridurre o decurtare i loro privilegi.

Ascoltare le telefonate della gente comune che arrivano a Radio Padania Libera, c'è da farsi venire i brividi: la gente ne ha strapiena le scatole.
E mi fermo qui, con le esternazioni!

mercoledì, gennaio 10, 2007

Se fosse aggiotaggio?

Il vice presidente del Consiglio Francesco Rutelli ha affermato, a margine del Pitti Immagine Uomo di Firenze, che ogni ministro deve portare il suo contributo affinchè l'Italia torni a correre nella direzione giusta.
Il ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani ha anticipato tale messaggio, annunciando prima che si adopererà per far azzerare i costi fissi di ricarica dei telefoni cellulari.

Questa misura, se adottata, ridurra di 350 milioni l'utile ante imposte di Telecom Italia.
E in borsa si è subito visto l'effetto di questo annuncio. Alle ore 15 Telecom Italia perde il 2 %, mentre l'indice MIBTEL perde solo lo 0,5 %.

Come utente telefonico non posso che rallegrarmi di questa misura, ma come azionista della prim'ora di Telecom Italia tutto questo non può che danneggiarmi e rimandare a tempo indefinito - forse a mai - il rientro del capitale che ho versato allo Stato quando ho acquistato da Lui le azioni di Telecom Italia.
Azioni rappresentative di una certa società e di una certa realtà industriale che è stata via via svuotata di tutti quei beni, di tutte quelle prerogative che aveva quando è stata valutata e classata per la sua privatizzazione.
Tutto quello che è stato fatto dopo la privatizzazione, in danno della società, corrisponde ad un danno economico e quindi una truffa perpetrata a carico dei piccoli azionisti.

Il provvedimento annunciato, se adottato senza permettere a Telecom Italia di dotarsi di contromisure compensative, produrra un ulteriore danno ai suoi piccoli azionisti, oltre a quelli che nel corso degli ultimi sei anni sono già stati a loro causati.

Personalmente, posso affermare - senza tema di essere smentito - che quando sorgono spontaneamente dentro di me virgulti di bontà e ravvedimento in positivo verso questo governo, succede sempre qualcosa a rovinare questo tentativo di avvicinamento.

Non mi faccio più illusioni: questo governo è, per me, il peggio che l'Italia abbia avuto negli ultimi cinquant'anni.

Forse, Bersani pensa che i soldi crescano sugli alberi, e che quindi chi ha acquistato le azioni Telecom, dallo Stato, avesse soldi da buttare.

Oppure pensa che Telecom Italia sia il Poligrafico dello Stato, e che, quindi, in mancanza di entrate adeguate alla sua struttura di super-eccesso di personale possa eventualmente sopperirvi mettendosi a stampare carta moneta.

Oppure pensa che Telecom Italia possa regalare - bastando un'ordine del governo o delle varie Autority - ad altri operatori telefonici ciò che è stato fatto pagare "a peso d'oro" ai suoi piccoli e grandi azionisti: "le linee telefoniche".

Dallo Stato alle Autority, dai sindacati agli azionisti di controllo, tutti, chi più chi meno, hanno contribuito a rovinare un'azienda che era considerata il salvadanaio e la pensione alternativa per tanti piccoli risparmiatori.

Che speranze si possono nutrire in un paese governato in questo modo? Che speranze possono nutrire gli investitori esteri che volessero acquistare Telecom Italia? Le stesse speranze che possono nutrire gli acquirenti di Alitalia.

Intanto le Agenzie internazionali di rating stanno provvedendo a ridurle il target price.

Una malignità.
E se invece fosse aggiotaggio?

sabato, gennaio 06, 2007

Il catalogo delle atrocità

(vedere il postscriptum)

Volevo lasciare nel silenzio la vicenda Saddam Hussein e tutti gli strascichi che ne sono seguiti, ma dopo la lettura del blog di Zener su questo caso, non posso restarne indifferente.

Zener fa un elenco pressochè completo delle atrocità (uso questa parola perchè non me ne viene in mente una più appropriata) compiute da o per conto di quel dittatore. Atrocità che trascrivo:

- decapitazione in pubblico con scimitarra
- taglio delle mani
- taglio della lingua
- amputazioni con riprese filmate
- lacerazioni della pelle senza anestesia
- lacerazioni delle gambe (vittime legate ad un palo e ad un'automobile)
- esplosione delle vittime
- strappo dei denti
- lancio del condannato dall'ultimo piano di un edificio piuttosto alto
- essere dati in pasto a belve affamate.

Si conosceva da tempo il modo di fare "giustizia" di Saddam Hussein. Dovevano saperlo soprattutto i paladini dei diritti umani, quelli che organizzano manifestazioni per la raccolta di fondi contro la pena di morte e le torture, che organizzano scioperi della fame e altro. Dovevano saperlo soprattutto Marco Pannella e i suoi seguaci, ma non mi risulta abbiano mai inscenato - se sbaglio, correggetemi - una forte manifestazione in favore del popolo irakeno martoriato, uno sciopero della fame di gruppo, e ad oltranza, in modo specifico per i condannati a morte di Saddam Hussein: e che orrenda morte!

Mettendo in relazione questo fatto e la notizia di Marco Pannella che iniziò lo sciopero della fame alla notizia della condanna a morte di Saddam Hussein, sciopero che ha poi continuato anche dopo l'esecuzione della condanna, non posso che restare indifferente alle notizie riguardanti quest'ultimo caso.
E non posso che restare apatico e indifferente alle dichiarazioni di Romano Prodi - dichiarazioni rimandate al mittente da parte del presidente irakeno - e alle dichiarazioni del nostro Presidente della Repubblica. Forse, costoro avrebbero fatto meglio a tacere sulla vicenda.

La scena più bella che mi è rimasta impressa è l'esplosione di giubilo della popolazione irakena, trasmessa dalle televisioni, dopo l'avvenuta esecuzione.

Va dato atto al popolo americano, e ai suoi oltre tremila soldati morti, di aver reso possibile la fine delle rappresentazioni "tratte" dal catalogo delle atrocità.

Postscriptum del 10 gennaio, ore 21.

Dietro suo invito, ho letto il post di www.santosepolcro.splinder.com dedicato al digiunatore.
Il titolo, azzeccatissimo, è "Don Camillo e Marco Pannella".
L'ho letto con piacere e commozione. Mi ha riportato indietro negli anni, a quando anch'io ero un frequentatore assiduo della chiesa e di tutte le istituzioni ad essa collegate - infatti mi sono anche diplomato dai Salesiani.
Ricordo con piacere il mio parroco di allora, anche lui un don Camillo in perenni animate discussioni, e non solo, con i comunisti di quel tempo. Ricordo ancor più con piacere il suo giovane coadiutore di allora, giovane come noi e sempre in mezzo a noi. E sono certo che oggi sarebbero schierati con il mio gruppo del castello. Anche i circa trenta salesiani di quella scuola, so per certo che, per la maggior parte, sarebbero schierati con il mio gruppo, perchè le mie idee, in fondo, me le hanno inculcate loro.
Oggi, non so più che idee girano in quegli ambienti ma, dopo aver letto quel pezzo di Santosepolcro, mi sento molto incoraggiato e vedo con più fiducia nel futuro perchè sento che ci sono ancora tanti educatori di vecchio stampo, come lo furono ai miei tempi.
Parroci e coadiutori che non si lasciano intimorire e convincere dalle tendenze che fanno trend.
Parroci e coadiutori che sanno dire pane al pane e vino al vino.

Ahh!, se tante parrocchie potessero avere la fortuna di avere un parroco come quel don Camillo del nostro amico blogger Santosepolcro, le nostre chiese tornerebbero a riempirsi di nuovo come ai bei tempi degli anni '50, '60 e '70.

martedì, gennaio 02, 2007

Discorsi di Fine Anno

La rassegna stampa di Radio Padania Libera, questa mattina, ha dato grande risalto al discorso del Presidente della Repubblica, di fine anno.
Ho sentito che i commenti dei leader di partito sono risultati abbastanza univoci e positivi, compresi quelli dei leghisti Maroni e Calderoli. Fatto alquanto strano che alcuni loro elettori hanno rimarcato, dissociandosene: questo è quanto è emerso mentre ascoltavo le telefonate giunte alla emittente radiofonica.

Dopo anni di appassionato ascolto del "messaggio di fine anno", questa volta l'ho disertato.

Non trovo più niente di interessante in quei discorsi preparati a tavolino, fatti solo di tante belle parole infarcite in modo accurato, quasi perfetto; scritte e confezionate ad arte per commuovere, intenerire, e fare in modo che il "popolo" - quale popolo, è poi da vedere - accetti passivamente tutto quello che viene "pensato" nell'alto, senza obiettare nè protestare. Cose buone fatte e pensate per il popolo, in nome della solidarietà, della fratellanza e di tutte quelle belle nozioni predicate dai "politici correct" (sulla pelle del "popolo" sia ben chiaro! non sulla loro!).
E non mi riferisco solo alle imposizioni di ordine economico finanziario, bensì anche a tutte quelle scelte e decisioni di ordine demografico, comportamentale, ecc.

Preparare il popolo con belle parole e bei discorsi per far si che esso possa accettare bonariamente l'invasione straniera, possa subire benevolmente e pacificamente le loro prevaricazioni, le loro arroganze, le loro ideologie - diverse dalle nostre - in tema di famiglia, religione, etica, comportamento; in nome di quella solidarietà umana predicata dai nostri illuminati politici correct.

Sono stufo di sentire bei discorsi poetico-letterari. Vorrei che alle parole seguissero i fatti.
E se, come hanno detto Maroni e Calderoli, Napolitano ha fatto un bel discorso - per la parte riguardante l'ammissione da parte sua dell'esistenza di un problema del Nord - vorrei che, finalmente, alle sue parole seguissero fatti coerenti.
Soltanto così si potrebbe perder tempo nell'ascolto di commoventi discorsi di fine anno di presidenti della repubblica.


 

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