marshall

lunedì, aprile 30, 2007

La falsa democrazia italiana

Questa mattina a Radio Padania è andata in onda la replica della trasmissione pomeridiana di giovedì scorso, trasmissione concomitante con l'incontro svoltosi a Milano tra Prodi, Bossi e i vertici della Lega.

Durante la trasmissione sono arrivate in redazione parecchie telefonate di gente comune, per esprimere il vivo disappunto, in molti casi disprezzo, verso la politica di Ferrero e Bertinotti.
Ho sentito espressamente, senza mezzi termini o giri di parole, dare loro degli ignoranti sui temi riguardanti la storia d'Italia, la storia della nostra cultura e delle nostre tradizioni.
La critica più accesa l'ho sentita pronunciare contro Bertinotti per la sua decisione "autoritaria" di far traslocare il quadro della famosa Battaglia di Lepanto; battaglia che, a suo dire, da quanto ho sentito da un radioascoltatore, egli non sa nemmeno cosa sia.

Durante la trasmissione sono stati intervistati Magdi Allam al quale, tra l'altro, è stata fatta una precisa domanda sul razzismo, e lui ha risposto che vede un razzismo al contrario, fatto cioè dai vertici istituzionali verso i cittadini italiani; e la Signora Weizz, personaggio molto interessante, e della quale mi urge sapere di più, la quale ha criticato fortemente Ferrero perchè stà portando avanti la "sua" politica "personale" senza consultare e senza tenere in benchè minima considerazione il parere, l'interesse dei cittadini italiani; da vero despota, insomma, altro che democrazia!

Poichè Radio Padania mi legge, vorrei consigliarle di inviare in omaggio al Presidente della Camera e al Ministro della Solidarietà Sociale le cassette contenenti la registrazione della puntata andata in onda giovedì pomeriggio 26 aprile, e replicata questa mattina, così che essi possano ascoltare, dalla viva voce di cittadini comuni, di quanto odio e disprezzo sono circondati per le loro politiche.

Strano che Prodi non si sia ancora accorto dell'odio di cui è circondato, anche a causa di questi due, ministro e presidente di camera: evidentemente è d'accordo anche lui con la loro politica, e quindi ne è complice.

sabato, aprile 28, 2007

Io sto con Sarkozy

Sul blog di Simone da Roma ho letto la dichiarazione della Royal, che "non vuole un' Europa alla Berlusconi".
Un'affermazione del genere presuppone antipatia per Berlusconi e simpatia per Prodi. Simpatia, quest'ultima, ricambiata con scambi di auguri e frasi di circostanta tra Prodi, Royal e viceversa.

Se dopo aver letto il post precedente sui record italiani in tema di tassazione e debito pubblico pro capite, alla Royal venisse in mente di far imitare le gesta di Romano Prodi anche in ambito europeo, bè, si salvi chi può.

Bella donna la Royal, ma per questo suo sogno antiberlusconiano, non posso che tifare per il suo concorrente Sarkozy.

E spero che, come me, la pensino i miei corregionali emigrati in Francia ad Aubervilliers, Pantin, St.Germain des Prés, Parigi, Tolosa, Mentone, Nizza e Normandia.

giovedì, aprile 26, 2007

L'Italia dei record

Che fossimo il paese col più alto debito pubblico del mondo, lo sapevamo già da tempo, ma che ora si aggiunga un altro record, quello del livello di tassazione globale più alto del mondo, ha lasciato tutti di sorpresa.

I due record, mal si concigliano tra di loro, perchè l'uno dovrebbe presupporre il contrario dell'altro. Come è possibile, infatti, che una nazione abbia il livello di tassazione globale più alto del mondo, e nel contempo avere il più alto debito pubblico del mondo? C'è qualcosa che non quadra! anzi, più di una cosa; e noi del Castello lo andiamo dicendo e predicando in tutte le salse da tanto tempo, ma nessuno sembra darci ascolto.

Ma ora c'è il monito della Banca Mondiale: "Il livello di tassazione globale dell'Italia deve scendere!"

Fossimo almeno la Svezia, col suo welfare state! La quale, credevamo avesse il primato di tassazione! Invece, no. Siamo l'italietta alla quale le sue entrate derivanti dal più alto livello di tassazione globale del mondo, e il suo ricorso continuo all'aumento dell'indebitamento pubblico servono esclusivamente a mantenere la marea di privilegiati, di sfaccendati, di finti invalidi, di finti diseredati, di finti oppressi, di finti profughi, di finti esuli, di finti... di finti...Una serie infinita di finti; ed ora con la legge Amato-Ferrero si prospetta un altro bel buco nel bilancio dello Stato (ma avranno studiato l'impatto sui conti dello Stato?).

Io so il perchè del monito rivolto all'Italia dalla Banca Mondiale, ma non lo dico, per non passare da uccello del malaugurio e per non essere tacciato gratuitamente di catastrofismo.

mercoledì, aprile 18, 2007

Opa su bond strutturati

L'impressione che qualcosa nel meccanismo di calcolo del tasso d'inflazione non quadri me l'ha suggerita una notizia di ieri: Morgan Stanley ha lanciato un'opa su un elenco di obbligazioni strutturate. E' la prima volta, dopo l'OPA sui bond argentini, OPA di tutt'altro genere, per tutt'altre ragioni, che leggo di simili notizie.

Mi sono chiesto se ci fosse una ragione per spingere una delle più grandi banche d'affari internazionali ad una operazione di così vasta portata. Va detto che Morgan Stanley si impegna a ritirare fino ad un massimo del 10 percento dei titoli originariamente emessi dagli emittenti dei prestiti, che gli emittenti debitori sono primarie istituzioni bancarie aventi massimo grado di solvibilità e che i titoli che si impegna a ritirare sono tutti legati a quegli indici o panieri di cui sotto.

Ma perchè?

Il perchè è semplice. Le obbligazioni oggetto di OPA sono tutti titoli, relativamente a quelli che ho potuto analizzare, che nell'arco di 12 - 15 mesi hanno perso parecchio rispetto al valore nominale, scendendo quasi tutti intorno a 90 contro i 100 che è il valore di rimborso. Perdite inconcepibili per titoli che, per loro natura, essendo legati in un modo o nell'altro all'inflazione, dovrebbero garantirne la copertura.

Prendiamo, per esempio, il titolo Mediobanca Rendimento Protetto scadenza 23/12/2013 (cod.ISIN IT0003568075) cedola in corso 2,99%, il cui nome dovrebbe evocare copertura da rischio inflazione, e che fa parte dell'elenco titoli per i quali Morgan Stanley si impegna al ritiro, alle ore 12,55 di oggi è stato scambiato a 91,1, con scambi esigui (a questi prezzi vende solo chi è con l'acqua alla gola) e dopo aver perso in un anno il 2,7% e in 18 mesi la perdita della parità a 100.

Le obbligazioni strutturate, o bond strutturati, sono quelle obbligazioni che fruttano un'interesse, e a volte anche un premio all'atto del rimborso, legato ai tassi d'inflazione o ai tassi d'interesse sui titoli del debito pubblico (nazionale, europeo, mondiale); agli indici dei prezzi al consumo di beni e merci presenti nel paniere della spesa: paniere che viene utilizzato ogni mese per certificare il tasso d'inflazione "reale"; e poi numerosi altri indici o panieri diversi sui quali le società emittenti si sbizzarriscono.

Sul blog di Alessandro (apri-i-tuoi-occhi.blogspot) ho letto un post su inflazione immaginaria, e anche altri articoli collegati all'argomento dell'inflazione, con spunti interessanti.
I suoi interrogativi inducono a pensare all'esistenza di una concertazione tra banche, governi e certificatori d'inflazione, per fare in modo che l'inflazione reale resti inchiodata tra il 2 e il 3 percento.
Trovo curioso, al pari di Alessandro, che essa sia fissa da anni entro questi livelli; si addossa all'euro gran parte del merito; infatti, l'Italia sembra diventata una nazione virtuosa da quando ha adottato la moneta unica europea.
Non eravamo più abituati a tanta stabilità monetaria, all'opposto di quanto succedeva negli anni 80 e 90, quando l'inflazione era regolarmente a due cifre e ci avevamo fatto l'abitudine. In quel periodo bastava un evento anche solo percepito come catastrofico, e l'inflazione partiva. Se un avvenimento veramente catastrofico, come l'abbattimento delle Torri Gemelle, fosse avvenuto nel precedente ventennio, avrebbe fatto schizzare l'inflazione, almeno qui in Italia.

Non eravamo più abituati a tassi d'inflazione così bassi, tant'è vero che, a cavallo del nuovo millennio, banche, assicurazioni, società si misero a gareggiare tra loro per emettere bond agganciati ad indici e panieri di cui sopra, e dimostrando anche una buona dose di fantasia.
Tali bond andarono a ruba.

(fine prima parte)

domenica, aprile 15, 2007

Cca nisciuno è fess

A quarant'anni dalla sua scomparsa, mi piace ricordare l'indimenticato Totò, il principe Antonio De Curtis, il principe della risata; risata che sapeva strappare con estrema facilità e senza mai dover attingere a volgarità per sortire lo scopo.

Mi piace ricordarlo attraverso una sua celebre frase "cca nisciuno è fess". Frase della quale momentaneamente m'approprio per indirizzarla a due personaggi d'attualità: Fabio Fazio e Gino Strada. Soprattutto a Gino Strada del quale ho letto, nel blog di www.santosepolcro.splinder.com , i suoi trascorsi di gioventù.
Se quel che ho letto di lui, in questo blog, corrisponde al vero, egli non ha avuto un passato tanto edificante e del quale essere particolarmente fieri ed orgogliosi.

Finchè non avevo letto questo post di santosepolcro, mi era parso di essere stato un pò pesante quando ho parlato della sua partecipazione alla trasmissione che tempo che fa dell'inverno 2005/2006. Ho saputo che Gino Strada è stato recentemente in un'altra puntata del che tempo che fa: puntata che non ho visto, come del resto non guardo più tale programma.

Ma la puntata dell'inverno 2005/2006 ce l'ho ancora ben presente, e, alla luce delle notizie apprese dal blog di santosepolcro, la scenetta improvvisata allora dai due, Fazio e Strada, assume un significato molto chiaro: fare propaganda politica contro Berlusconi.

Quel parlare di pace, quel parlare contro Bush, contro la guerra, contro l'Italia in guerra, contro Berlusconi, sembrava stesse parlando la colomba della pace contro i démoni. Ora ho letto il blog di santosepolcro e quella vaga immagine di candido pacifista che mi ero fatto di Gino Strada si è dissolta nel nulla.

Quando poi, non sapendo su che altro argomentare, i due si misero a sproloquiare, in quella ben nota trasmissione, dei tiket italiani sulle cure mediche ospedaliere - tiket che, a dire dei due, faceva pagare solo l'Italia tra tutti i paesi civili del mondo (io non ho pagato tiket sui due ricoveri fatti durante il governo Berlusconi) - capii allora che quella "inscenata"era una montatura creata ad arte per indirizzare i voti dei telespettatori verso i partiti d'opposizione a Berlusconi.

Ma come disse Totò, cari Fazio e Strada, cca nisciuno è fess!

Per quanto riguarda Strada, se l'è cavata con poco.
Santosepolcro è stato più netto ed esplicito di me; l'invito perentorio, che gli ha fatto in quel blog, glielo ha rivolto in perfetto meneghino, in milanese!

venerdì, aprile 13, 2007

Intermezzo: Ripensamenti

A chiunque legga la lettera di Stefania Craxi, pubblicata sul Corriere di venerdì scorso, 6 aprile, viene spontaneo pensare, almeno per un attimo, che i comunisti o postcomunisti italiani siano indietro di non meno di 15 anni rispetto alle altre forze politiche; la lettera di Stefania Craxi è un elenco dei più vistosi ripensamenti di questo partito.

Parte col ripensamento sul riformismo, che era considerato una bestemmia, e con la socialdemocrazia che, ora dicono, non fosse poi così male. Che dire poi del mercato e le imprese private? Stefania ironizza aggiungendo: "meglio, però, se illuminate, amiche.
E' noto il ripensamento di Fassino e Ingrao sul caso Moro; così pure sui missili Pershing e Cruise.
Che dire dei ripensamenti sull'Unione Sovietica? Stefania ci tiene a precisare che Veltroni non ci aveva mai pensato perchè lui aderì al Partito comunista per combattere l'Unione Sovietica, pazienza, però, se i soldi per il suo stipendio da funzionario e per le sue campagne elettorali arrivavano da Mosca.

E il ripensamento sulla scala mobile?

E quelli su Bettino Craxi? Il discorso qui si fa lungo e interessante; suggerisco di andare a leggere la lettera completa sul Corriere che Stefania chiude con l'invito categorico rivolto a "loro" affinchè le lascino stare il padre perchè non hanno alcuna autorità per rivalutarlo; non hanno alcun diritto di dirsi eredi del socialismo riformista italiano, perchè non dicono la verità su Craxi e, soprattutto, su loro stessi. A questo punto, Stefania diventa lapidaria: non dicono la verità perchè non possono farlo, perchè costerebbe loro non un semplice ripensamento ma la negazione di loro stessi, non solo di ciò che hanno fatto, ma di ciò che sono. Per questo sono destinati a non guarire mai dalla bulimia da ripensamenti e ad annegare nel Partito democratico.

giovedì, aprile 12, 2007

Lotta agli sprechi: governo canaglia

Lo spunto per questo post l'ho rivevuto dal settimanale Famiglia Cristiana: il n.14 in edicola.
Nei colloqui col padre è pubblicata una lettera rubricata sotto il titolo "Oggi l'arroganza dei privilegiati è insopportabile!" C'è scritto quello che noi blogger conosciamo e denunciamo da tempo: gli sperperi, gli sprechi perpetrati a danno di chi sente di ricevere poco dallo stato e di chi, invece, è obbligato a pagare tanto per avere in cambio servizi - per se e per la collettività per la quale paga - che non sono commisurati al loro costo effettivo perchè gravati da incontrollabili costi amministrativi. Costi assorbiti dai rivoli della burocrazia che sprecano mezzi e risorse mediante la creazione, spesso inconsapevole e involontaria, di filoni di micro e grandi corruttele. Burocrazia che ai fini dell'utilità risulta superflua, inutile, dannosa, asfissiante: il cosiddetto carrozzone.

Sentite dunque cosa scrive il lettore Giuseppe V.

"L'Unione, in campagna elettorale, aveva promesso moralità, trasparenza, oculatezza..., poi, per accontentare tutta la congrega, ha imbarcato nel governo diciassette ministri e sottosegretari in più del precedente governo (che ne aveva già troppi), con segreterie, consulenti, autovetture, scorte...e sessantacinque membri esterni, cioè non eletti, ai quali sarà corrisposta, in aggiunta alla retribuzione per la carica, un'indennità parlamentare di 11.170 euro mensili che costituirà la base per il calcolo della pensione. Questi signori avranno diritto a un vitalizio d'oro dopo mezza legislatura, caso unico al mondo. Inoltre, sono stati costituiti cinque nuovi gruppi parlamentari, in deroga al regolamento e, per decisione del presidente della Camera, si sono fatti dimettere sei parlamentari nominati ministro e sottosegretari, per consentire ad altri appartenenti al partito di salire sul carrozzone e godere dei privilegi e delle prebende che lor signori si sono attribuiti. Hanno acquistato 1.800 autovetture, tartassato ulteriormente le pensioni di reversibilità lasciando intatte le loro (chiamati vitalizi per sfuggire al cumulo dei redditi) e quelle dei privilegiati.
Tutto questo mi indigna. Le scorte, simbolo di potere, devono essere ridimensionate al pari delle auto blu, e dei tanti altri costosi privilegi: non vedo per quale motivo il contribuente debba mantenere le autovetture con autista, scorte, segreterie ecc. degli ex presidenti della Repubblica, presidenti di Camera, Senato, Banca d'Italia, Rai ecc. Di fronte a questi sprechi e a tanta insensibilità dei politici, sia di governo sia dell'opposizione, che spendono e spandono ignorando le necessità e i bisogni della collettività (in particolare dei pensionati, che diventano ogni giorno sempre più poveri), bisogna avere il coraggio di alzare la voce e denunciarlo. Questo assurdo sistema di gestire la cosa pubblica deve cambiare".

Nota
Canaglia o ciurmaglia è un gruppo di persone spregevoli, che si comportano in modo riprovevole

sabato, aprile 07, 2007

Lotta agli sprechi (prologo)

Nel suo libro, L'impero di Cindia (XIII edizione gennaio 2007), Federico Rampini, a proposito della differenza di costo tra i giovani ingegneri indiani e i loro coetanei americani e europei, pone la domanda inquietante: "Fino a quando gli azionisti delle multinazionali americane o europee accetteranno di pagare dei giovani ingegneri cinque volte più cari, per un lavoro che i loro coetanei indiani sanno svolgere altrettanto bene, o addirittura meglio?"
E poi prosegue: "....La stessa St, dopo aver progettato in India i suoi semiconduttori, li fabbrica a Shanghai dove le cifre sono queste: con meno di 3000 operai cinesi l'azienda fa 1,6 miliardi di dollari di fatturato, mentre in Italia con 10.000 dipendenti produce meno di un quinto, 300 milioni di dollari. Fino a quando?"
Ecco la domanda inquietante!: FINO A QUANDO?
E qui faccio una pausa formulando a tutti voi i miei migliori auguri di BUONA PASQUA.

giovedì, aprile 05, 2007

Per grazia ricevuta

Questa mattina, Giulio Cainarca di Radio Padania Libera ha intervistato l'imprenditore bergamasco che ha scritto al direttore de Il Giornale, chiedendo aiuto contro la voracità del fisco che lo sta costringendo a chiudere la ditta. La lettera è stata pubblicata ieri sul Giornale ( http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=168705 ) e ripresa anche da www.eleonoraemme.splinder.com
Da essa si desume che a causa dell'effetto perverso combinato degli studi di settore e decreto Bersani-Visco 4 luglio 2006, le tasse e i contributi previdenziali assorbiranno l'85% dell'utile conseguito nel 2006.
Se non cambierà la legge, sarà costretto a chiudere, e 8 dipendenti verranno licenziati.

Nonostante ciò, altri suoi colleghi sono in condizioni ancora peggiori, dovendo pagare il 104 - 114 % dell'utile conseguito: una vera assurdità!
Il commercialista dell'imprenditore, anch'egli intervistato, ha fatto esempi concreti di altri imprenditori che dovranno versare cifre ancor più alte di quel 114 %: super assurdità.

A questo punto, sono ben 360.000 i lavoratori lombardi addetti al settore delle subforniture, il cui posto di lavoro è ad altissimo rischio, perchè i loro circa 90.000 imprenditori, ferme restando le regole fiscali, chi più chi meno saranno tutti sulla stessa barca dell'imprenditore bergamasco.

A questo punto mi torna alla mente la barzelletta di www.lamiadestra.blogspot.com che parla di dieci conoscenti che ogni sera si ritrovano al solito bar per un boccale di birra. Il conto viene pagato democraticamente in proporzione al grado di ricchezza di ciascuno.
In questo modo, quattro di loro sono esonerati dal pagamento e bevono gratis. Uno di loro però è costretto a pagare il 56% del conto totale di 100 euro, pur bevendo una birra da 10 euro come tutti gli altri. Senonchè succede un qualcosa per cui un bel mattino il tizio più ricco non si presenta più all'appuntamento e tutti i nove restano a secco di birra e da quel giorno si dovranno accontentare di acqua.

Alla luce di quanto sopra, ho fatto bene il 31 dicembre 2005 a chiudere l'attività di mia moglie, nonostante i suoi pianti e strepiti: oggi mi ringrazia e dice "grazia ricevuta".

mercoledì, aprile 04, 2007

Il Parco Buoi di Telecom Italia

Quando, nei secoli a venire, nei corsi di economia di tutto il mondo, si vorrà spiegare, alle nuove leve di studenti, il concetto di parco buoi, basterà riferirsi al caso Telecom Italia, e ai suoi piccoli azionisti, e il concetto verrà assimilato immediatamente.

Anch'io sono un bue perchè faccio parte del piccolo azionariato di Telecom Italia, ovvero del parco buoi di Telecom Italia.
Sono "azionista" Telecom da vecchia data, da quando si chiamava ancora SIP, e poi aderii a quella grande adesione di massa del 1998, "la madre di tutte le privatizzazioni".

Se pensate a quella "grande adesione di massa" e pensate ad un recinto nel quale vengono raccolti e rinchiusi i buoi da portare al macello, il concetto borsistico di parco buoi vi diverrà lampante.

Sono, appunto, un piccolo azionista di Telecom Italia, e, come me, annovero in quella schiera un folto numero di parenti e amici: tutti buoi come me.

Quanto ho perso, e quanto abbiamo perso in questa vicenda, nessuno può saperlo. A meno di ingaggiare un superlaureato in matematica che vada a fare tutte le ricostruzioni, tutti i passaggi, tutti i giri di azioni, di società, intervenuti dopo la privatizzazione. Insomma, un ingarbugliamento tale che risulta difficile, anche ai maggiori esperti, una quantificazione esatta delle perdite subite da ogni singolo azionista: parco buoi, dunque, e titolo appropriato.

E il parco buoi continua ad essere tale, anche in questi giorni. Guardate che ruolo hanno i piccoli azionisti Telecom Italia in questi giorni di subbuglio perchè si paventa il "rischio" che essa vada a finire in mani straniere!
Nessun ruolo per i piccoli azionisti. Si pensa solo all' italianità di Telecom. Dei piccoli azionisti che potrebbero uscire dall'investimento limitando le perdite, chi se ne frega!

Personalmente ho perso ogni speranza, ogni fiducia nel titolo: è stato un errore di "gioventù" pagato a caro prezzo. Ho deciso di non occuparmene più, di non farmi più cattivo sangue e rovinarmi l'esistenza per colpa delle azioni Telecom Italia.

E d'ora in poi, prima di fare un investimento in Italia ci penserò non una ma cento volte: stò dirottando tutto su ETF stranieri.

martedì, aprile 03, 2007

Vivere meglio con la lirica

Quando navigo in internet, alla ricerca di notizie economico-finanziarie, e mi imbatto in avvenimenti che riguardano l'Australia, ne vengo attirato. Se poi la notizia è collegata alla musica, musica lirica, allora l'attrattiva per me è massima.

Leggo su Reuters di ieri che un gruppo di allevatori australiani è riuscito a produrre la lana più sottile del mondo, facendo ascoltare alle pecore opere liriche e canzoni di Andrea Bocelli.
Con tale risultato, questo gruppo di allevatori ha migliorato il record del mondo che apparteneva a loro stessi dal 2005.
La lana che ha battuto il record, ha uno spessore di 11,6 micron, contro gli 11,8 micron del record precedente, e la matassa ottenuta ha uno spessore pari alla metà di una matassa di lana comune.

"Le pecore - della specie Highlander che discende da una famiglia di pecore merino mai incrociata con altre specie da 150 anni - allevate nel distretto orientale delle Snowy Mountains, sono sottoposte ad una dieta speciale e ad un trattamento rilassante comprendente l'ascolto di opere e brani di Andrea Bocelli".

Le opere liriche hanno una funzione particolamente rilassante sulle persone educate al loro ascolto, e, a quanto sembra, agiscono positivamente anche sulle pecore, facendole produrre lana di migliore qualità.

Fonte Reuters, 2 aprile, Sydney.

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lunedì, aprile 02, 2007

Vincitori del premio Bamba

In sintonia con il post qui sotto, il premio Bamba di oggi è andato al ministro Rosi Bindi, per le sue affermazioni circa la necessità di far affluire ancor più stranieri di quelli che già ci sono, in modo che collaborino all'ultra popolamento dello stato italiano.
Non aggiungo altro per non colpire la suscettibilità di qualche commentatore, il quale mi taccerebbe di razzismo, molto gratuitamente. Però vi invito, per completare la conoscenza su questo argomento, ad andare al post odierno del blog www.pseudosauro.blogspot.com
Il Bamba della scorsa settimana era andato al ministro Paolo Gentiloni, per la censura che aveva imposto al caso Sircana, ma che lui aveva voluto fosse intesa come una non censura.
Era stata una censura bella e buona; altrimenti come la si sarebbe potuta o dovuta chiamare?

Armatevi di altruismo e partite

Agli amanti del politically correct, il discorso che segue può sembrare blasfemo, ma chi non si ferma alla crosta e va alla sostanza, comprenderà il senso della sua cruda realtà.

Dunque. Ieri è venuto a farmi visita un parente che non vedevo da una decina d’anni.
E’ un siciliano che vive in Brianza, il quale da tanti anni va a fare vacanze termali in Toscana.
L’ho portato io su questo tema perché con Sarcastycon, un blogger livornese, compirò un viaggio virtuale di approfondimento sulla sua terra: la regione Toscana.

Quel mio parente, da almeno vent’anni, fa vacanza in una delle tante località termali, non meglio precisata, di questa regione. Senonchè, pernottare sul posto dove svolge le cure ha costi proibitivi. E allora, ogni giorno fa settanta chilometri all’andata, e altrettanti al ritorno, per andare in un luogo, tenuto anch’esso gelosamente segreto, per non farlo scoprire ad altri, dove si risparmia parecchio e si gode, comunque, di panorami mozzafiato.

Costui abita in Brianza, poco fuori Milano, e per raggiungere il proprio laboratorio deve percorrere sette chilometri di strade cittadine, nelle ore di punta: questi sette chilometri gli pesano incommensurabilmente di più che i settanta chilometri che deve fare per recarsi alle terme in Toscana: questione di traffico.
Questione di traffico, dunque.

Ora, mi scusino i destinatari di questo sfogo paternale, ma io smantellerei la testa a coloro che vogliono smantellare la legge Bossi-Fini; perché se a Milano e in Brianza abbiamo di questi problemi, con la popolazione attuale, come si può pensare di far arrivare un altro milione di individui in Italia, che poi si concentrerebbero quasi tutti nelle regioni del nord, in primo luogo in Lombardia?

E qui non è discorso di essere razzista o xenofobo o che dir si voglia termine caro ai predicatori della politically correct; è questione di "vita loro, morte mea". E di fronte a discorsi del genere, ogni altro discorso cade, perde di valore e di importanza.

Eh sì, cari i miei predicatori della politically correct, vorrei vedere cosa fareste voi di fronte ad una prospettiva del genere! E se Fassino dice d’aver studiato dai gesuiti, per darsi un’etichetta di religiosità, di cristianesimo, il sottoscritto ha studiato dai salesiani, che non sono da meno quanto a formazione religiosa!

E la questione della “vita loro, morte mea” l’ho scoperta da quando ho appuntato il mio interesse su una delle possibili cause che possono aver scatenato la mia malattia (malattia che è in aumento, in Italia): l’inquinamento da traffico automobilistico.

Un altro mio collega, anche lui “mangiatore di chilometri” in mezzo ai traffici cittadini è ora paralizzato completamente agli arti inferiori, ma per un'altra malattia sempre però imputabile all’aver respirato per lungo tempo aria con una buona concentrazione di Pm10 e monossido di carbonio.

Ora, se i signori Bertinotti, Ferrero, Turco, Amato, Caruso e quantaltri hanno di questi virgulti evangelici e vogliono far arrivare in Italia quanta più gente possibile, senza valutarne appieno tutte le conseguenze, che lo facciano pure, se proprio lo vogliono, ma lo facciano comincindo da casa loro, dando loro stessi, e per primi, l’esempio, ospitando gratuitamente, e a loro totali spese, il maggior numero possibile di indigenti nelle loro tenute, ville, alloggi, poderi, capannoni, aziende agricole ecc. Quando avranno fatto tutto questo, solo allora cominceranno ad essere parzialmente credibili, altrimenti tutti i loro bei discorsi di altruismo camuffato cadranno immancabilmente nel vuoto.


 

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