marshall

domenica, marzo 29, 2015

La carta del canone

Si avvicinano le regionali, e Renzi, da buon toscano, credendo che solo lui sia il furbo e tutti gli altri una massa di pecoroni, sta meditando ad un'altra delle sue furbate: guarda alle elezioni e gioca la carta del canone, come fu per gli 80 euro.
Capito il furbo! Questo è un furbo. Questo s'è fatto bene i conti e solo con queste furbate può sperare di raccattare voti dalla platea dei creduloni e disinformati.
Poveri gonzi, costoro, che gli credono e gli hanno creduto. E ne conosco tanti di tali gonzi creduloni - salvo che poi, toccati nel portafoglio, se ne sono pentiti amaramente. Lo confesso, io stesso stavo per cadere nella trappola delle promesse di Renzi. Perché intanto, con la scusa della redistribuzione dei redditi, ci ha riempito di nuove tasse per finanziare gli 80 euro che avrebbero dovuto rilanciare il commercio, e quindi l'economia. Come se non bastassero quelle che già c'erano, sono state inventate nuove tasse, e non è finita lì.
Ma le persone dotate di cervello, credo non si faranno più abbindolare da questi giochetti.
Renzi, per essere nuovamente credibile al centopercento, ha una sola possibilità: dare piena attuazione alla spending review, inventata da Monti nel 2012. Una riforma tanto attesa, che risolverebbe tante cose.

Ma sarà dura per lui. Solo lì si vedrebbe la sua nobilitate.

lunedì, marzo 16, 2015

La vana rincorsa del PIL al DEBITO

A gennaio, in un solo mese, il debito pubblico italiano (Il Fatto Quotidiano) è cresciuto di ben 31 miliardi rispetto a dicembre, arrivando alla cifra stratosferica di 2.166 miliardi di euro, a soli 2 miliardi dal massimo storico registrato nel luglio dello scorso anno. In gennaio anche l'attività industriale ha registrato un inatteso calo.
Se nonostante l'eliminazione del maggior ostacolo per l'assunzione di nuovo organico, il famigerato art.18, e l'invenzione di nuove tasse, volte a far abbassare il rapporto DEBITO/PIL, questo non diminuisce, e anzi il debito pubblico aumenta, anziché diminuire, rendendo vana a tale scopo la rincorsa dello stesso PIL sul DEBITO, una ragione plausibile ci dovrà pure essere. Una di queste credo sia quella che nessuno straniero saggio abbia intenzione di rischiare, andando ad investire in un paese dove sa che - passato il periodo iniziale, durante il quale le start up vengono coccolate ed aiutate nel pagare meno tasse possibili - a regime avrà a che fare con un socio esoso, che, in cambio di poco, gli succhierà  il 65% di quanto sarà riuscito a guadagnare.
Sono finiti i tempi in cui Ferrari, Barilla, Ferrero, Brugola, e tanti altri, mettevano a disposizione il proprio ingegno, la propria voglia di fare, per contribuire a mantenere alta la bandiera del Made in Italy.

lunedì, marzo 02, 2015

Il golpe del 2011 in Italia

Quando nell'autunno 2011 si parlò di golpe al governo Berlusconi​, stentai a crederlo, lo ritenevo una bufala, ma oggi, stando a  fresche notizie che sul tema emergono dalla procura di Trani (Il Fatto Quotidiano. Rating: dopo taglio 2011 tesoro pago 2,5 miliardi. Poteva opporsi), sono obbligato a ricredermi. E sono costretto a ricredermi anche sulle effettive capacità che credevo possedesse colei che gestisce il nostro debito pubblico. In passato ne tessi le lodi (Maria Cannata), ma oggi, alla luce di quanto sta emergendo, non lo farei più. Per il ruolo delicato che ricopre, come fa la dottoressa a non sapere del legame azionario, e quindi dei reciproci interessi, che uniscono Morgan Stanley a Standard & Poor's, come lei stessa ha candidamente ammesso? e quindi tra chi ha incassato da noi i 2,5 miliardi  di penale, e chi nel settembre 2011 declassò il nostro rating, facendo così scattare la clausola di un contratto, stipulato nel 1994, che ci avrebbe obbligato al pagamento di una penale (e che penale!!) a Morgan Stanley, qualora fossimo stati declassati? Evidentemente nella controparte c'è gente sveglia, e bene attenta a questo genere di contratti, al contrario di noi. Un contratto peraltro stipulato con facoltà di rescissione unilaterale (cioè Morgan Stanley avrebbe potuto recedere in un qualsiasi momento, mentre noi no). Gatta ci cova su tutta la vicenda. Infatti, chi può negare che nel 2011 fu avviata una manovra sullo spread, proprio per farci declassare, col precipuo scopo di fare scattare la clausola? Tanto paga pantalone, e quindi noi! E guarda caso, quando nel 2012 fu pagata in fretta e furia la penale, presidente del consiglio era Mario Monti, che in passato ebbe un ruolo in Moody's, altra società sotto inchiesta, per aver manipolato il nostro rating, mediante dati falsi sui titoli tossici. Penale pagata in fretta, mentre invece si sarebbe potuto aspettare quanto meno l'esito delle indagini sul golpe, che a quel momento erano già state avviate. Perchè tanta fretta? Chi diede alla Cannata l'ordine di pagare? Da chi sono gestiti i soldi delle nostre tasse? Se la notizia verrà confermata, Mario Monti verrà ricordato per essere stato il peggior presidente del consiglio italiano, data l'oscurità di questa vicenda. Altro che salvatore della patria! A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre s'indovina. Chi vivrà, vedrà.


 

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