Conflitto di interessi alla rovescia
Avevo preparato, sabato scorso, questo post, che pubblico solo ora, a votazioni concluse, per non essere tacciato di propagandista politico.
Premetto che sono un lettore molto occasionale del Corriere, ma quel giorno del 6 aprile scorso, fui attirato da un titolo che parlava di “conflitto di interessi alla rovescia”.
Ecco il post.
Se il Corriere recupererà gradualmente, come è auspicabile, la fiducia dei lettori che lo hanno abbandonato di recente, e quella dei piccoli azionisti che hanno venduto le loro azioni nel fine settimana, facendo perdere alla Rcs Mediagroup il 5 percento del valore in due giorni, lo dovrà anche al coraggio di certi suoi giornalisti.
Si coraggio, perché dopo essere stati portati a conoscenza di determinati fatti, che sembrano veri, fino a prova contraria, si è anche portati a credere che per lavorare correttamente e onestamente in un determinato giornale, si debba essere dotati di una certa dose di coraggio.
E tra i giornalisti “controcorrente” e “coraggiosi” del Corriere vi è sicuramente Gian Antonio Stella.
Nel numero del 6 aprile u.s., non si è fermato di fronte a un caso di conflitto d’interessi alla rovescia, e ha informato i suoi lettori di un concreto caso del genere che ha scosso la Val d’Aosta.
Non avevo mai sentito parlare, di questo caso, in nessun telegiornale, compreso quelli di Mediaset, che pure seguo molto. Tale notizia avrebbe giovato sicuramente all’immagine del Premier.
Egli, a furor di una certa parte del popolo, era diventato il capro espiatorio e sempre sotto attenta mira, per qualunque eventuale minima irregolarità avesse compiuto (vedere la montatura fatta sull’episodio delle irregolarità formali). E così facendo ci si era dimenticati che esse potevano essere commesse anche da chi si atteggiava a paladino della moralità e della correttezza; come è stato, appunto, il caso portato a conoscenza da Gian Antonio Stella.
Come può essere definita un’azione compiuta da chi combatte contro quel genere di azioni?
Francamente, molto spesso c’è chi perde il filo logico della ragione: e, questo atteggiamento, lascia perplessi e sbigottiti, gli altri.
Mi appunterò bene il nome di questo giornalista, Gian Antonio Stella, perchè i suoi articoli verranno sempre più ricercati da coloro che cercano la verità. E sarà inserito, di buon grado, tra i “grandi giornalisti”: titolo che, ultimamente, sembra che venga dato solo a quelli “dichiaratamente” di estrema sinistra.
Premetto che sono un lettore molto occasionale del Corriere, ma quel giorno del 6 aprile scorso, fui attirato da un titolo che parlava di “conflitto di interessi alla rovescia”.
Ecco il post.
Se il Corriere recupererà gradualmente, come è auspicabile, la fiducia dei lettori che lo hanno abbandonato di recente, e quella dei piccoli azionisti che hanno venduto le loro azioni nel fine settimana, facendo perdere alla Rcs Mediagroup il 5 percento del valore in due giorni, lo dovrà anche al coraggio di certi suoi giornalisti.
Si coraggio, perché dopo essere stati portati a conoscenza di determinati fatti, che sembrano veri, fino a prova contraria, si è anche portati a credere che per lavorare correttamente e onestamente in un determinato giornale, si debba essere dotati di una certa dose di coraggio.
E tra i giornalisti “controcorrente” e “coraggiosi” del Corriere vi è sicuramente Gian Antonio Stella.
Nel numero del 6 aprile u.s., non si è fermato di fronte a un caso di conflitto d’interessi alla rovescia, e ha informato i suoi lettori di un concreto caso del genere che ha scosso la Val d’Aosta.
Non avevo mai sentito parlare, di questo caso, in nessun telegiornale, compreso quelli di Mediaset, che pure seguo molto. Tale notizia avrebbe giovato sicuramente all’immagine del Premier.
Egli, a furor di una certa parte del popolo, era diventato il capro espiatorio e sempre sotto attenta mira, per qualunque eventuale minima irregolarità avesse compiuto (vedere la montatura fatta sull’episodio delle irregolarità formali). E così facendo ci si era dimenticati che esse potevano essere commesse anche da chi si atteggiava a paladino della moralità e della correttezza; come è stato, appunto, il caso portato a conoscenza da Gian Antonio Stella.
Come può essere definita un’azione compiuta da chi combatte contro quel genere di azioni?
Francamente, molto spesso c’è chi perde il filo logico della ragione: e, questo atteggiamento, lascia perplessi e sbigottiti, gli altri.
Mi appunterò bene il nome di questo giornalista, Gian Antonio Stella, perchè i suoi articoli verranno sempre più ricercati da coloro che cercano la verità. E sarà inserito, di buon grado, tra i “grandi giornalisti”: titolo che, ultimamente, sembra che venga dato solo a quelli “dichiaratamente” di estrema sinistra.
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