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domenica, gennaio 31, 2010

Un'azienda e la sua città -1


A 200 metri dalla Stazione Garibaldi, a pochi passi da Corso Como, c'era la sede centrale delle Cartiere Sterzi, situata in una zona di Milano che, nel corso degli ultimi anni, sta diventando uno dei punti nevralgici della città. Presidente della Società è stato, dagli anni '50 alla fine degli anni '70, il conte Bruno Sterzi. La primaria banca nazionale che, in seguito alla sua messa in liquidazione, ne aveva rilevato i vecchi immobili, ormai da risanare e ristrutturare, ci aveva visto assai bene. A pochi passi, corso Como è diventata isola pedonale, mentre, fino a pochi anni fa, e comunque negli anni '80 quando la frequentavo io, era trafficata di macchine che ne rendevano irrespirabile l'aria a causa dei loro scarichi velenosi, e anche perchè vi era assoluta mancanza di alberi e di verde. Tale problema ora è stato parzialmente risolto, anche se vi si svolge una movida notturna che da molto fastidio ai residenti, anche a causa di frequenti, furibonde e schiamazzose liti che avvengono tra spacciatori di droga, e quantaltro, per il controllo di tali indecenti e indecorosi mercati. La notizia era stata diffusa da abitanti del Corso, durante la trasmissione Ambiente Italia del 16 gennaio scorso, dal bravo Beppe Rovera conduttore del programma andato in onda in diretta da Piazza XXV Aprile, il lato sud da dove ha inizio corso Como.
Al di là di via Tazzoli, poco distante e parallela a via Quadrio, incanalata tra le due corsie parallele di via Giuseppe Ferrari, scorre una delle linee tranviarie più efficienti, al di là della quale, percorrendo un lungo passaggio che porta verso i piani bassi, si accede ai binari della Stazione di Porta Garibaldi: la più importante stazione ferroviaria di Milano, dopo la Stazione Centrale. Lì c'è anche una fermata del Passante Ferroviario di Milano, opera grandiosa e imponente di Milano, quasi tutta in sotterranea, che collega i paesi dell'hinteland nord, con il sud est della città.

Intanto, a dare manforte agli ambientalisti, nella città di Milano, e nei comuni limitrofi, oggi permane il blocco totale alla circolazione delle automobili, dalle ore 10 alle ore 18. Il Monte Rosa, che fino a pochi minuti fa vedevo in tutta la sua bellezza dalle finestre di casa, ora, alle 10,45, è completamente sparito dalla vista, nascosto da una coltre bassa di smog, anche se sul nord Milano sta splendendo un sole sfavillante.
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Foto: Corso Como - Milano. Proprietari della foto: Milano blogosfere
cui si chiede gentilmente il permesso di pubblicarla.

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venerdì, gennaio 29, 2010

Petulante e petulanti

Non sono d'accordo con l'affermazione odierna della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), secondo la quale "il tasso di delinquenza degli italiani e degli stranieri in Italia è sostanzialmente identico". Sono quindi d'accordo con la tesi del premier Silvio Berlusconi, secondo il quale "avere meno immigrati (clandestini) significa avere meno criminalità". E sottolineo "clandestini".

Dire come fa la CEI, per voce del suo segretario generale monsignor Mariano Crociata (secondo quanto hanno riferito i media) che "Le nostre statistiche dimostrano che le percentuali di criminalità di italiani e stranieri sono analoghe, se non identiche", è come coprirsi gli occhi per non voler guardare in faccia la realtà. La realtà è che nelle carceri italiane ci sono circa 61000 detenuti, 24000 circa dei quali sono stranieri, e la maggioranza dei quali proviene dal sottobosco della clandestinità (i regolari, forse, delinquono quanto gli italiani). Questi sono i dati ufficiali che ha comunicato ieri sera il ministro della Giustizia Angelino Alfano al Porta a Porta. E' evidente che, essendo gli italiani autoctoni ancora la stragrande maggioranza di questo paese, c'è una evidente discrepanza se si raffronta il numero dei carcerati italiani (37000 circa) con quello degli stranieri, in rapporto al totale della popolazione. Che poi si vorrebbe risolvere il problema di tutte le persone della terra, che penso sia desiderio di tutti, se si vuol vivere in pace, è un altro discorso; ma nessuno ha la bacchetta magica, neanche la CEI che per cercare di risolvere i problemi si rivolge sempre agli umani (di buona volontà).
Detto questo, la battuta della Finocchiaro, secondo la quale "più premier, più delinquenza" è una delle battute più stupide, insuslse, infelici che abbia mai sentito profferire da un leader politico in tutta la mia vita. L'aver poi chiesto scusa non l'assolve e non la esime dal fatto d'aver dato prova di essere una pettegola, petulante, e slabbrata. Se si trova bene in questa parte, che ci stia pure.

Invece di petulare, che si diano tutti una smossa a risolvere il problema degli irregolari. A partire dalla Finocchiaro e da tutti quelli che parlano, parlano e parlano. In primis Monsignor Crociata che ha anche invitato al rispetto della "dignità di ogni persona umana, che non può essere oggetto di pregiudizio o discriminazione". Affermazione che mi trova d'accordo sul contenuto, ma non sul fatto che, comunque la si giri, anche per questo ci vorrebbe la bacchetta magica che nessuno è in grado di possedere.

giovedì, gennaio 28, 2010

Per non perdere (più di tanto) in borsa

Il seguente post è maturato dopo aver argomentato con Luca di Rumors & Risparmio di guadagni/perdite di borsa (più perdite che guadagni).

Per un piccolo investitore, uno dei metodi per non farsi "fregare" (o "fregare" più di tanto) dai "furbetti" della borsa, potrebbe essere il seguente. Tenendo ben presente che, per un piccolo risparmiatore, rimane sempre valido il consiglio di astenersi dall'entrare in borsa. La seguo da troppi anni, e non ha fatto che riservare amarezze e bocconi amari a tutti quelli che conosco. Resto del parere, quindi, che i soldi vadano spesi (spesi bene!) ma non rischiati in questa roulette che è la borsa (anche se, dicono, la borsa è il motore dell'economia).

Comunque, uno dei metodi empirici (fuori da tutti i canoni, crismi, regole, o trattati, o dottorati, o tesi di laurea in economia e finanzia) adottabili da chi ormai in borsa c'è dentro, e non vorrebbe perdere più di tanto (come vedete, non parlo di guadagni, perchè essi sono ancora ben lungi a venire) potrebbe essere il seguente:

-Trovare una banca che faccia pagare minimi per transazione i più bassi possibili (esempio: c'è una banca on-line che fa pagare solo euro 2,95 di minimo a transazione).

-Fare acquisti di piccolo importo (esempio: 200-300 euro max, anche se, in questo caso, l'incidenza delle commissioni diventerebbe dell'1%).

- Scegliere, dopo averli studiati, 30-40 titoli tra quelli a maggiore flottante (compresi tra quelli dell' SPMIB, midex e star).

- Seguire sempre quelli e solo quelli (non farsi incantare da altri titoli!).

- Supponendo di disporre di 1000 euro da investire in borsa, spalmarli su 4 o 5 titoli (mai, mai su uno solo!).

- comprare i 4 o 5 titoli tra i più negativi del giorno (conoscendo i titoli, ovviamente, e fregarsene del perchè siano scesi quel giorno, a meno che non ci sia nell'aria il fallimento della società).

- comprarli, quindi, e metterli via.

- il giorno dopo, se quel o quei titoli scendono ancora, fregarsene, come sopra, e, se si hanno a disposizione altri 1000 euro da investire in borsa, ricomprarne (fino ad averne per un massimo dell'1 o 2 percento della propria consistenza patrimoniale), la parte residua programmata impiegarla in altri titoli facenti parte di quella propria lista prescelta, ma che siano tra quelli che stanno perdendo di più in quel giorno.

- infine, attendere che maturino. E' solo questione di tempo e pazienza.

- appena si vede il minimo guadagno (2-3%), vendere e ripetere l'operazione come sopra.

Per i piccoli risparmiatori non c'è altra strada per cercare di recuperare qualche soldo perso in borsa: parere personale!

p.s se avrò tempo, scriverò i motivi che mi hanno spinto a scrivere questo post.

mercoledì, gennaio 20, 2010

Don Chisciotte della Mancia


Sabato 23 e domenica 24 gennaio la compagnia Attori per caso sarà impegnata nella rappresentazione in prima assoluta del nuovo lavoro teatrale di Franco Pozzi. Dopo oltre un anno di studi preparativi e prove, il lavoro vede finalmente la luce sul palcoscenico dell'Auditorium Comunale di Nova Milanese ( qui la notizia, sul sito ufficiale del comune ). Il teatro, con soli circa 300 posti a sedere, è però molto accogliente e caloroso, e ogni anno ospita importanti attori e compagnie, quali Gianfranco Jannuzzo, Ale e Franz e la compagnia di Luigi De Filippo, solo per citare alcuni dei tanti famosi venuti a recitare nel piccolo teatro. Le dimensioni ridotte del teatro, aumentano il senso di calore che solitamente unisce i grandi attori al pubblico.

Dietro l'originale titolo "Oggi più di ieri" si cela la vicenda umana e terrena del famoso cavaliere Don Chisciotte della Mancia , in perenne battaglia contro i mulini a vento. Alla storia narrata ed interpretata del Don Chisciotte del romanzo, scorre in parallelo la storia di un Don Chisciotte moderno ed attuale. Il romanzo originale, di Miguel de Cervantes , contiene certamente spunti autobiografici del suo celebre autore, oltre alla visione in chiave satirica di avvenimenti salienti di allora. La versione del Don Chisciotte moderno, inizia dal 1952, anno della sua nascita, con un'ampia retrospettiva degli avvenimenti che hanno contrassegnato la storia dell'umanità degli ultimi cinquant'anni. In questo senso, lo scrittore e sceneggiatore dell'opera, non poteva trovare titolo più appropriato: "Oggi più di ieri" sono infatti i grandi avvenimenti storici accaduti durante lo scorrere della vita dei Due Don Chisciotte.

Lo spettacolo, ad ingresso gratuito, è interpretato da una compagnia di ragazzi e ragazze, assidui frequentatori dell'Oratorio San Carlo di Nova Milanese, che hanno messo in piedi la compagnia teatrale degli "Attori per caso". In mezzo al gruppo di attori estemporanei ed improvvisati vi sono anche genitori dei ragazzi della compagnia, oltre che alcuni esterni animati dalla passione per il teatro.
La compagnia non è nuova a questo genere di iniziative, i più veterani, infatti, hanno già recitato nelle commedie: Gio e Na, del regista locale Simonetta; Pallino va in città; Un altro modo (versione moderna, tutta al femminile, del Figliol Prodigo).
Il primo spettacolo della compagnia, con la commedia Gio e Na, risale al 2002. Doveva essere una commedia estemporanea, occasionale, una volta tanto, ma il successo fu tale che alcuni componenti del gruppo decisero di dar vita ad un compagnia stabile, con l'intento di effettuare una rappresentazione ogni anno, o poco più. Franco Pozzi, professore scolastico degli istituti tecnici superiori, accolse, forse, l'nvito a proseguire il bel lavoro iniziato da Simonetta, inventandosi i ruoli di regista, scrittore e sceneggiatore di commedie oratoriali. Capì che il teatro dilettantistico è un formidabile mezzo per riunire e tenere insieme gruppi di ragazzi aventi in comune l'interesse e la passione per la recita teatrale, preparata in proprio e con passione per i minimi dettagli.
La prima commedia, Gio e Na, prodotta e diretta da Simonetta, si ispirò al personaggio biblico Giona, legato al famoso racconto della distruzione di Sodoma e Gomorra. La pressante intercessione a Dio di Giona, impietosito, aveva lo scopo di salvare le due città dalla distruzione. Accondiscendendo alla sua richiesta, Dio mandò Giona in perlustrazione alle due città, promettendo di evitare la loro distruzione se solo Giona avesse trovato nelle due città prima dieci e poi finanche un solo timorato di Dio. La ricerca di Giona fu vana e Dio scatenò allora le ire sulle città, distruggendole.
Nella seconda commedia si vede già l'impronta di Franco Pozzi. Pallino va in città, è la storia dell'Arcangelo Gabriele mandato sulla Terra da San Pietro per seguire l'iter "professionale" di un "nuovo neo-angelo". In pratica è la storia dell'Arcangelo Gabriele mandato sulla Terra a fare da guida, da tutor ad un giovane angelo. La commedia ebbe un tale successo che ne fu richiesta la rappresentazione da oratori limitrofi, tra i quali Cuggiono, Monza, Cinisello Balsamo.
La nuova commedia ha reso però necessario il reclutamento di new entries; lo staff completo, infatti, tra attori e tecnici ha richiesto la presenza assidua e costante di oltre venti persone.

Tra i veterani, coloro che hanno recitato in tutte le commedie di Franco Pozzi, posso citare Francesca (nel ruolo di comprimaria anche in Gio e Na), Mariella, Fabio, Christian. Tra costoro vi è anche chi ha lavorato nel lungometraggio prodotto da Giancarlo Grilli, Voglio essere Profumo .
Foto: Don Chisciotte e Ronzinante, dipinto di Honorè Daumier (Wikipedia)
Personaggi ed interpreti:
Cantastorie 1: Christian
Cantastorie 2: Francesca
Don Chisciotte: Massimo
Marco: Gabriele
Marco da grande: Massimo
Sancio: Fabio
Daniele: Mario
Daniele da grande: Fabio
Genitori di Don Chisciotte: Pina e Raffaele
Dulcinea: Federica
Sara: Jessica
Sara da grande: Federica
Compagni di classe:
Maestra elementare: Graziella
Professore: Laura
Studenti scuola superiore: Enrico, Francesco, Valerio
Amiche: Mariella
Preside: Raffaele
Postino: Valerio
Teresa: Mariella
Volontari: Francesco, Enrico, Marco
Direttore: Marco

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sabato, gennaio 16, 2010

Cenni storici su Haiti

Tv7 di ieri sera ha contribuito a migliorare il grado di conoscenza su Haiti, il paese più povero delle Americhe, che non è affatto migliorato da quando nel lontano 1934 ha dichiarato la propria indipendenza dagli Stati Uniti. Al "colonialismo" statunitense sono succedute dittature militari, anche efferate, che hanno contribuito a tenere molto basso il livello di vita e il grado di istruzione della popolazione. Guarda caso, Haiti confina ad ovest con l'isola di Cuba, dalla quale è separata da uno stretto lembo di mare. Il Periodo dei Duvaliers , padre e figlio autonominatisi presidenti a vita (1956-1986), ma soprattutto di quest'ultimo (soprannominato Baby Doc: 1971-1986) succeduto al padre all'età di soli 19 anni, è da considerare il periodo più nero della storia recente di Haiti.

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venerdì, gennaio 15, 2010

Sclerosi Multipla: un filo di speranza

Nota: Ricevo via mail, e pubblico.
Se i mittenti non sono d'accordo sulla pubblicazione, prego comunicarmelo e annullerò il post.
E' un'importante comunicazione riguardante gli ammalati di sclerosi multipla. E' una speranza in più per mitigare gli effetti devastanti che la subdola malattia porta con se. In sintesi, questa è un genere di Pubblicità Progresso.

Il 23 gennaio a Vicenza si terrà la Conferenza su: CCSVI e Sclerosi Multipla, indetta dalla Fondazione Smuovilavita ONLUS.

Ho letto il contenuto della comunicazione, ed ho provato ad immaginare di sottoporre la mia conformazione fisica a tale sperimentazione. Non mi creo facili illusioni, ma pensando ai punti salienti, riguardanti l'originale modalità d'approccio alla malattia, da parte del prof.Paolo Zamboni, credo nelle buone possibilità di riuscita della sua intuizione, basata essenzialmente sull'abbassamento dei livelli di metalli pesanti ristagnanti nelle microvene collegate al cervello di tali ammalati.
Oltretutto, l'esperimento è assolutamente indolore e non necessita di ricovero ospedaliero (problema grosso, per chi ha questa malattia, il quale deve dipendere molto da altri): meglio di così...!
Non potrò certo partecipare al convegno, per il quale ho ricevuto l'invito, ma ne seguirò con attenzione gli sviluppi. La moglie del prof.Zamboni è affetta da dieci anni da questa malattia: lo stesso periodo mio. L'intuito è nato sotto il suo tetto. Nel mio caso è avvenuto leggendolo ed immaginandolo.

"Di cosa si tratta?
Resta ancora un esperimento ed in Italia la sanità ministeriale mantiene le distanze, ma per i malati di sclerosi multipla la scoperta del prof. Paolo Zamboni, ricercatore dell'Università di Ferrara, è già una speranza.

Il dott. Paolo Zamboni - che è in linea diretta, fra l'altro, con Vicenza e la Fondazione Smuovilavita, e presenterà la sua ricerca nel convegno in programma il 23 gennaio all'Alfa Fiera hotel - ha scoperto una malattia vascolare, la CCSVI, sigla inglese per Insufficienza venosa cronica cerebrospinale, che risulta presente almeno nel 90 per cento delle persone affette da sclerosi multipla.

«Questi malati - spiega - hanno le vene cerebrali che non funzionano bene. La ragione è che si sono ristrette. Un fatto che probabilmente era sfuggito perché non si trovano all'interno del cranio, ma all'esterno, nel collo e nel torace, molto più vicine al cuore che non al cervello. Ebbene: abbiamo scoperto che questo problema è peculiare della sclerosi multipla».

La Ccsvi si può diagnosticare con un ecodoppler speciale, e si cura con un piccolo trattamento endovascolare in day hospital, cioè senza ricovero, bisturi e anestesia generale.

«Con una puntura endovenosa si fa navigare un catetere nelle vene del paziente. Quando le raggiunge gonfia un palloncino che permette di dilatarle. Questa terapia riduce le ricadute, il numero di lesioni cerebrali e spinali, e migliora la qualità della vita».

In pratica nulla di diverso dalla classica angioplastica: solo che la procedura si effettua all'interno delle vene, non nelle arterie.

L'ostruzione venosa impedisce al sangue di scorrere normalmente nel cervello, e questo, secondo il professore ferrarese provoca depositi di ferro, danneggia il tessuto cerebrale ed i neuroni.

Zamboni, 53 anni, direttore del centro malattie vascolari dell'università di Ferrara - lavora in abbinata con il neurologo bolognese Fabrizio Salvi e un team di 15 collaboratori - ha convinto la Multiple Sclerosis Society of Canada, all'inizio molto diffidente, e poi gli studiosi del Jacobs Neurological Institute canadese, che hanno lanciato un'indagine su un migliaio di pazienti affetti da sclerosi multipla: i risultati usciranno sul Journal of Vascular Surgery.

Ha avuto consensi pure a Londra al 31° Charing Cross International Symposium, uno dei più importanti al mondo. La sua ricerca (“The Big Idea") è uscita sulla rivista della Royal Society of Medicine di Londra. E per sostenere il suo impegno è nata a Bologna la Fondazione Hilarescere.

La chiave della sclerosi multipla non si troverebbe solo nel sistema immunitario ma anche nelle vene. Zamboni, che si interessa di sclerosi multipla da un decina di anni, da quando la moglie Elena è stata colpita dalla malattia, ha forse aggiunto un prezioso tassello nella ricerca delle cause scatenanti della sclerosi multipla.

Il legame tra CCSVI e SM è stato esaminato in uno studio sperimentale guidato dal Professor Paolo Zamboni in collaborazione con il Dottor Fabrizio Salvi, neurologo dell’Ospedale Bellaria di Bologna ed il Dottor Roberto Galeotti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara. Tale studio è stato finanziato dalla Fondazione Hilarescere di Bologna di cui è presidente il Professor Fabio Roversi-Monaco.

Lo studio ha permesso di diagnosticare la CCSVI in tutti i malati di SM presi in esame e di attuare per essi un primo intervento di cura.

I dati provenienti dalle successive sperimentazioni di Buffalo e Polonia confermano una corrispondenza strettissima tra CCSVI e SM che si attesta, ad ora, attorno al 90%. Questa correlazione ha spinto il Neuroimaging Analysis Center di Buffalo, NY, a validare la teoria su un campione più ampio di 1100 pazienti e 600 controlli; i primi risultati di tale studio sono attesi per fine gennaio.
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mercoledì, gennaio 13, 2010

Violenza e violenti


Aggiornamento: dal blog di Sarcastycon ho preso in prestito l'immagine sopra.
Il settimanale Il Cittadino - Giornale di Monza e della Brianza - di sabato 9 gennaio, riporta la seguente notizia, a firma di Ivan Bavuso:

"Nova: prende a morsi comandante dei vigili
La polizia locale di Nova Milanese ieri mattina
(nota: venerdì 8 gennaio) ha dovuto usare le maniere forti nei confronti di un giovane extracomunitario (nota: di pelle nera) che ha dato in escandescenze negli uffici dei Servizi sociali. L'uomo è stato arrestato dal Comandante Cosimo Tomasso e dal suo vice Matteo La Torre. L'arresto è avvenuto a seguito di una brutta colluttazione con gli agenti. Tomasso è stato morso ad un braccio e ad una gamba, mentre La Torre ha rotto diverse costole. La dinamica: il giovane extracomunitario, dopo aver ricevuto da parte del tribunale di Desio una notifica per alcune irregolarità che lo riguardavano si è recato in municipio. Appena arrivato agli sportelli ha immediatamente iniziato a insultare e minacciare gli assistenti sociali, tanto che è stato necessario chiamare gli agenti della Polizia locale. Lo straniero, invece di ascoltare i consigli degli agenti li ha aggrediti. Sarà processato per direttissima venerdì (15 gennaio) prossimo in Tribunale a Desio. Il Comune si è costituito parte civile".

La notizia non è riportata nell'articolo, ma sembra che il giovane extracomunitario sia stato richiamato dai servizi sociali per una questione di maltrattamenti alla moglie.

In tema di violenza, dal blog di Eleonora leggo il seguente articolo: L'Egitto e la CEI è meglio che tacciano , nel quale Egitto e CEI danno del razzista all'Italia per i fatti di Rosarno.
Ragionando col paraocchi, credo che se la CEI o l'Egitto dovessero dare una valutazione del fatto di Nova Milanese, sarebbero portati a classificarlo, sic et simpliciter, come un episodio di razzismo; e la popolazione novese verrebbe anch'essa tacciata di razzismo, sic et simpliciter, solo perchè negli uffici comunali di Nova Milanese si è dovuti ricorrere alla forza, contro un individuo dalla pelle nera, per riportare ordine e legalità; in altre parole, per richiamare l'individuo a rispettare le regole italiane.

Analogamente, in merito ai fatti di Rosarno, la CEI avrebbe dovuto sincerarsi ed appurare bene i fatti, prima di gettarsi in sentenze, anatemi e scagliarsi in pedisseque prediche contro gli italiani.

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sabato, gennaio 09, 2010

Come si vive a Cuba

Nota di aggiornamento, prolusiva alla lettura dei due seguenti post abbinati: essi sono stati pubblicati anche su Aquaeductus/Attualità, e sono già corredati di commenti contenenti altre informazioni sul tenore di vita dei cubani.

Qui di seguito, pubblico il commento di risposta a Sarcastycon, relativamente al post precedente.
Trascrivo alcune notizie su Cuba, ascoltate durante la trasmissione.
Per un blogger come noi, la vita è molto difficile e costosissima. L'accesso a Internet è lentissimo e costosissimo. Non ci sono Internet Caffè. Postare è impresa ardua, difficile e molto costosa, per cui ci si rinuncia. Bisognerebbe andare negli uffici postali e sobbarcarsi oneri di spesa non indifferenti, e fare code di ore. I turisti lo possono fare senza problemi dagli alberghi, dovendo però disporre di una password d'accesso controllata. La Sanchez non può pubblicare direttamente da Cuba i suoi post; li manda via mail all'estero, da amici o corrispondenti, i quali la traducono e la pubblicano su loro blog. Ormai è famosissima in tutto il mondo (nota personale: credo che se non fosse per tale fama, sarebbe già stata arrestata dal regime cubano). A Cuba impera il Mercato Nero. Cuba non produce nulla: l'arredo di casa Yoani Sanchez arriva tutto (o quasi tutto) dal mercato nero. e costa tutto carissimo. Un computer - credo di quelli usati - costa l'equivalente di un anno e mezzo di stipendio (n.p.: me ne sono regalato uno nuovo a Natale, con 500 euro). I cubani non possono possedere automobili, a meno che non siano funzionari statali.

Cuba non ha elenchi telefonici: per reperire il numero di telefono della Sanchez, Marta Serafini - la giornalista di Sette, del Corsera - ha dovuto fare mille peripezie, e, per poterle fare l'intervista, ha dovuto ricorrere a mille sotterfugi. L'incontro è avvenuto in una sorta di barretto/pizzeria, dove fanno la pizza "chimica", una sorta di pizza immangiabile, per un europeo, della quale però il popolo cubano va pazzo. L'intervista è avvenuta a casa della Sanchez, con la polizia in borghese, in anonimo, piazzata fuori portone di casa; per cui la Serafini aveva creduto che sarebbe stata arrestata, una volta terminata l'intervista e uscita in strada (per fortuna non era avvenuto). Si è tutti ipercontrollati (nota personale: le nostre derise ronde padane farebbero sorridere nei loro confronti).
Per altre cose, andiamo sul politico abbastanza tosto. Preferisco perciò non parlarne, rimandandoti invece a quanto dice in proposito la giornalista Marta Serafini, a seguito dell'intervista fatta.
Devi andare su http://www.radio24/, ed accedere al palinsesto della trasmissione Nova Lab, giorno 7 gennaio 2010, ore 16: è tutto molto facile.

Nota personale: questo è il comunismo castrista.
Alla faccia di quei ministri e personaggi di casa nostra, che inneggiano e stravedono per Cuba e per Fidel Castro (c'è chi, a parole, lascerebbe l'Italia, perchè governata da Berlusconi, e andrebbe a vivere a Cuba. Che vadano pure: buon viaggio e buona permanenza a Cuba). Ma penso che se vedono il blog della Yoani Sanchez, o ascoltano questa trasmissione di Radio24, si ricrederanno atrocemente e si andranno a nascondere nelle caverne più segrete. A meno che non abbiano una faccia di tolla spessa come una corrazzata.

A seguire - forse

giovedì, gennaio 07, 2010

Radio Blog su Cuba

C'è un blog, questo:
(http://www.desdecuba.com/generaciony_it/) che parla di Cuba, della vita reale che fanno i suoi cittadini; il blog è amministrato dalla cubana Yoani Sanchez. Da suoi post è stato prodotto un libro, pubblicizzato nella sua homepage. In essa è (dovrebbe essere)anche visibile il frontespizio della tessera (alimentare) con la quale i cubani sono costretti ad andare a fare la spesa, in negozi (forse gestiti dal governo) superaffollati, con code kilometriche, scarsamente riforniti.
Di tale blog ne hanno parlato oggi a Radio24, nel programma Nova Lab, i conduttori Luca Tremolada, Cristina Tagliabue, e la giornalista di Sette (Corsera), ospite della puntata odierna, Marta Serafini, scopritrice ed estimatrice del blog. Il programma, che va in onda dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 17 (dal 18 gennaio inizierà alle 16.30), parla di blogger.
Il programma ha attirato la mia attenzione perchè si è parlato della realtà vera di Cuba, e non di quella che vorrebbero farci credere i loro estimatori. Tra questi c'è sicuramente l'ex ministro dei Trasporti Bianchi, che era rimasto estasiato dalla festa del Primo I° Maggio 2006 a Cuba (per reperire la notizia, andare sul blog di Eleonora:
elly.ilblog.it/2006/05/27/ribadiamolo. Oppure, su questo blog, nel maggio 2006, per l'occasione dell'assegnazione di un Premio Bamba).
Dal sito di Radio24 è facile risalire al programma odierno di Nova Lab, che potrete riascoltare, scaricandolo da MP3.

Buon ascolto di notizie di come si vive a Cuba, documentate da chi ci vive.

lunedì, gennaio 04, 2010

La provincia Terra di Lavoro

C'era una volta, in Italia, una provincia chiamata Terra di Lavoro . Come dice Wikipedia, "è una regione storico-geografica legata alla Campania, oggi risultante suddivisa tra le regioni politico-amministrative del Lazio, della Campania e del Molise". Il toponimo Leboriae, derivante da Terra di Laboris, per un certo periodo storico aveva sostituito il toponimo Campania, già in uso dal V secolo a.c. Il toponimo Leboriae è documentato da Plinio il Vecchio nell'opera Naturalis Historia. Su un documento di dubbia originalità, risalente al 1092, viene ritrovato indicato per la prima volta il toponimo Terra Laboris. Passando a tempi più vicini a noi, all'Unità d'Italia, nel 1861 la provincia di Terra di Lavoro era una fra le più vaste province d'Italia. Essa comprendeva i vasti fertili territori dei Circondari di Gaeta e di Sora , tutta la parte dell' Agro Nolano ricompresa nell'attuale provincia di Napoli, una parte delle province di Benevento, Avellino, Isernia, e ancora l'intero territorio dell'attuale provincia di Caserta.
Nel 1927 la provincia di Terra di Lavoro venne disciolta: i comuni laziali già appartenuti al Circondario di Sora confluirono nella nuova provincia di Frosinone, istituta nello stesso anno. Nel 1934 fu istituita la provincia di Littoria (ora Latina), che raggruppò gli attuali comuni laziali facenti parte dell'allora Circondario di Gaeta. I comuni campani, facenti parte dell'antica provincia di Terra di Lavoro, nel 1945 andarono a formare la neo costituita provincia di Caserta. Gli altri comuni, che già orbitavano attorno alle città di Benevento, Avellino, Isernia erano confluiti nelle rispettive province.

Di uno di quei comuni del Lazio, dell'antica provincia di Terra di Lavoro, erano originari i miei genitori, che lo avevano abbandonato tra la fine del 1943 e i primi giorni del '44, assieme alle loro famiglie e gruppi di famiglie affini od amiche, a causa dello sfollamento forzoso di tutta la popolazione civile orbitante nell'area circostante l'Abbazia di Montecassino. Gli Anglo Americani avevano deciso di bombardare il monte dalla cima alla base, nel tentativo di liberarla dalla presenza di forze tedesche che stavano opponendo una strenua resistenza all'avanzata verso Roma dell'esercito alleato. Al termine del conflitto, alcuni strateghi internazionali avevano dichiarato l'inutilità della Battaglia di Montecassino

Finita la guerra, vi fu il rientro di quasi tutti gli sfollati, ad eccezione del nucleo familiare dei miei nonni materni che decisero di rimanere nella campagna del cremonese, iniziandovi una nuova vita, non priva di avventure e disavventure.

Post correlati: La città e l'acropoli di Cassino
Foto: da Wikipedia

Fine prima parte
Note di aggiornamento
Il post è pubblicato anche su Aquaeductus/Storia , dove potrete consultare, anche ingrandendola, la carta topografica storica della provincia. Potrete constatare la sua vastità, che parte da Sora, a nord, per arrivare ai confini con Sarno, all'estremo sud.
La zona intorno a Sora è ricca di corsi d'acqua, tanto che a Sora vi era la Cartiera del Sole, il più moderno stabilimento cartario d'Italia, ed uno dei primissimi in Europa, negli anni '60 e '70.
Produceva ottime carte patinate moderne (Jupiter, patinata in macchina senza legno, era il loro cavallo di battaglia). Era stato pensato e voluto dagli industriali milanesi Fabbri (dell'omonima Casa Editrice Fratelli Fabbri Editori) e Bonelli, con i finanziamenti della Cassa per il Mezzogiorno. Negli anni 80, dopo alcuni passaggi di proprietà, era finito al Gruppo Burgo, il cui maggior azionista era Mediobanca, la quale, verso fine anni '90 delistò Burgo dalla Borsa. Vicino a Sora si possono vedere i Centri di Ceprano, Atina, Isola Liri, anch'essi sede di importanti e rinomate cartiere, produttrici di carte da stampa, dagli anni '50 agli anni '80/ '90.

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domenica, gennaio 03, 2010

Antonio Vivaldi: L'Inverno

Di questo brano, invece, ne consiglio l'ascolto a Sarcastycon, facendolo porre in reverente ascolto del secondo movimento, dal tempo 3.33 al 5.20 circa. Qui è suonato dal violino solista con accompagnamento, ma questa mattina l'ho sentito suonare dall'organista della chiesa, terminata la funzione religiosa della santa messa. L'esecuzione è stata perfetta, tanto che ho chiesto e ottenuto di riascoltarlo più volte. L'opera Le quattro stagioni, di Antonio Vivaldi, da cui proviene il brano, mi è nota fin dagli anni '70, quando acquistai il disco stereo a 33 giri, di vinile (che conservo), per assaporarne tutte le sfumature. Ripresi in mano il disco tempo addietro, quando Sarcastycon mi consigliò di ascoltare L'Estate, mentre stessi leggendo La quiete dopo la tempesta, di Giacomo Leopardi.
La dedica di questo brano a Sarcastycon, deve avere per lui una valenza doppia. Egli sa che ora mi sto dedicando maggiormente a ricerche su Venezia, essendone stato quasi stregato; una città dove lui vi ha trascorso l'infanzia. Anche se all'epoca era piccolo, i suoi genitori lo avranno sicuramente portato, qualche volta, nella chiesa di S.Maria della Visitazione o della Pietà, in Riva degli Schiavoni, al sestiere di Castello, dove Antonio Vivaldi aveva suonato sicuramente tante volte quel brano, e dove forse l'aveva anche composto.
Buon ascolto.

sabato, gennaio 02, 2010

Canti di montagna

Coro Croz Corona: La Montanara


 

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