Lettera aperta a Josh, che ha notato e sottolineato la mia assenza di quindici giorni dal blog.
Josh,
no, non sono uccel di bosco.
Forse tu ignori di quale patologia purtroppo soffro. E' una patologia relativamente rara, che non auguro a nessuno, che ha colpito 60.000 italiani e 2.000.000 di individui nel resto mondo. Solo in Italia viene diagnosticato un nuovo caso ogni 4 ore; ma sembra che ora il San Raffaele di Milano (quello dove a Marcello era stato effettuato il bypass coronarico) sia arrivato ad una svolta veramente definitiva, la scoperta di una cura che ne blocchi quanto meno la progressività. Ricordo che al San Raffaele di Milano c'è l'equipe dell dott.Comi che si occupa di sclerosi multipla, ebbene, se il rimedio avrà successo, all'equipe del dott.Comi verrà sicuramente assegnato il Nobel. La malattia è talmente invalidante che alcuni me la scambiano per ictus, ma poi, entrando in conversazione, se ne ricredono, e talvolta mi chiedono pure scusa per l'enorme gaffe. Pensa tè.
E ora, parlando di ictus, mi viene in mente una notizia di tempo fa, quando quel prete di Lecco, un cattivo e pessimo esempio di prete, devo dire, un certo don Giorgio De Capitani, se non erro, aveva augurato un ictus a Berlusconi. Che pessimo prete, ho sentito la sua voce e suoi discorsi a Radio Padania, dove aveva telefonato, e lo hanno registrato, divulgando spesso la sua telefonata. Da quel che ho sentito, più che un prete m'è sembrato un diavolo! E, a parte questa telefonata, e tornando all'ictus, ma lo sà, almeno, quel prete, cosa sia un ictus? Se non lo sà che lo vada a chiedere a Lamberto Sposini, che solo l'altro ieri è uscito dalla terapia intensiva, essendone stato colpito.
Ma sai, Josh, qual'è stato il buono di questa malattia? Che ho avuto la possibilità di conoscere tutti voi, e ciò mi è di grande conforto e mi ripaga alla grande di tutto quello che mi è venuto a mancare! E inoltre, sempre tramite il blog, avevo stretto quella forte amicizia con Marcello, il quale continua a vivere dentro di me, anche ora che non c'è più.