marshall

sabato, marzo 27, 2010

Densità della popolazione


Nelle pagine di questo blog si è spesso affrontato lo spinoso tema della densità di popolazione. Uno dei migliori studi in materia l'aveva effettuato il blogger Pseudosauro (il link qui a destra). Da una tabella elaborata da Studenti.it , si evince, poi, che le aree con più di 100 abitanti a kmq sono da considerarsi ad alta densità abitativa.


Ho tra le mani I Luit, Foglio informativo di Lega Nord Padania - Sezione di Nova Milanese, nel quale, Davide Termine affronta il tema, descrivendovi i dati di una sua accurata analisi.
Nova Milanese , isola felice fino a pochi anni fa (ma che ancora potrebbe esserla), è un piccolo comune del nord milanese, ora in provincia di Monza e Brianza, di appena 5,81 kmq di estensione totale, con una polazione di 23.210 abitanti, e dunque una densità di popolazione di 3995 abitanti per kmq. Secondo lo studio di Davide Termine la popolazione dovrebbe crescere di altri 4.250, a seguito del nuovo PGT che prevede altri 425.000 mq di terreno sottratti al verde, 611 nuovi appartamenti, e, appunto, 4250 nuovi abitanti. La densità totale di popolazione diventerà così di 4.726 abitanti per kmq (27460 abit. diviso 5,81 kmq), un notevole numero di abitanti, sparsi su un'esigua estensione territoriale. E i servizi? si chiede l'articolista. E l'inquinamento atmosferico da CO2 - si chiede ancora - dove andrà a finire? I 4.250 nuovi abitanti previsti, porteranno inevitabilmente con se almeno 2800 automobili in più (la media nazionale è di due e anche tre auto per famiglia. Due auto per famiglia di tre persone; quindi 4.250 : 1,5 = 2833. Appunto!).
L'articolista fa il conto che le 2.800 auto in più, occuperanno 12.600 metri lineari di parcheggi (12,6 km di auto incolonnate da Nova a Milano).
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Nova, dicevo, era, e potrebbe esserla ancora, un'isola felice del nord Milanese. Situata a pochi km di distanza dai più bei laghi europei, lago di Como e lago Maggiore, dei quali ne ha scritta l'apoteosi Stendhal, nel romanzo semistorico La Certosa di Parma, gode ancora di un clima relativamente mite e sopportabile: non troppo caldo durante l'estate, nè troppo freddo durante l'inverno. La strada che la collega a Cinisello, storicamente ha fatto parte della Strada della Regina. Si narra che l'avesse fatta costruire la Regina Teodolinda per andare a pregare nel santuario fatto erigere a Lanzo d'Intelvi, cittadina con vista panoramica sui tre laghi: Como, Maggiore e Lugano. Si narra che la Strada della Regina partiva da Crescenzago, a nord est di Milano, dove i Longobardi avevano stabilito la loro capitale principale (e a Monza la residenza estiva, perchè gode di un clima migliore, con temperature estive assai più miti che non a Milano). Narra la leggenda che, partendo da Crescenzago, col suo seguito di dame di compagnia e cavalieri di scorta, dopo aver fatta una sosta di preghiera obbligata al santuario di Sant'Eusebio di Cinisello Balsamo, la comitiva della regina Teodolinda s'inoltrava poi nell'allora fitto bosco esistente tra Cinisello e Nova. Il bosco diventato in seguito zona di caccia preferita dai Visconti, signori di Milano, era esistito da quei tempi, e, prima ancora, dal tempo dei Romani. Ora non esiste più da decenni e al suo posto vi transita la superstrada Monza-Rho; il terreno, invece, è stato occupato da capannoni industriali, per quanto attiene l'area di Nova Milanese, mentre l'area sita in territorio comunale di Cinisello Balsamo, è stata salvata da cementificazione certa, mediante la coraggiosa iniziativa di costituire il Parco di Sant'Eusebio, facente parte, a pieno diritto, del più vasto Parco Grugnotorto Villoresi . Nell'area del parco di Sant'Eusebio, che è proprio a ridosso della romanica chiesetta, circa 20 anni fa vi ho visto piantare quantità enorme di fitte piantine. Ora, stanno per diventare il fitto bosco di un tempo. Peccato che Nova Milanese non abbia nel frattempo saputo fare altrettanto, almeno su uno dei due lati di quella che sta diventando l'arteria cittadina più importante: l'accesso allo svincolo della superstrada Monza-Rho.
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L'immagine sopra è tratta dalla Fotogallery del Parco Grugnotorto Villoresi

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giovedì, marzo 25, 2010

Plauso alla AGCOM

Un plauso all'AGCOM, l' Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, che, a quel che mi risulta, è stata irremovibile nella scelta/decisione di non mandare in onda i programmi Ballarò, Anno Zero, Porta a Porta nei trenta giorni precedenti le elezioni regionali. Per quel che mi riguarda, stando alla faziosità e parteggiamento per una ben specifica parte politica, che avevo riscontrato nei programmi Ballarò e, soprattutto, in Anno Zero, non ne ho proprio sentita la mancanza. Le rare volte in cui avevo assistito a qualche sprazzo di quest'ultime due trasmissioni m'era sembrato che fossero trasmissioni combinate a tavolino, tanto per dare addosso al Governo, anche quando questi aveva operato bene. Vedi problema rifiuti in Campania, vedi terremoto in Abruzzo, tanto per citare gli argomenti più scottanti. Anzi, in questi due casi mi era sembrato che fossero andati a cercare il pelo nell'uovo, con tanta faziosità e inutilità. Tutto a comando, tanto per creare zizzania e inutili polveroni, utili solo a fare propaganda per il loro partito del cuore. Infatti, si vede da lontano un miglio, per quale partito essi parteggiano, invece di essere dei professionisti superparters, come si converrebbe a conduttori di tv pubbliche (vedi Beppe Rovera, conduttore di Ambiente Italia, del quale, dalla sua trasmissione, non scoprirete mai per quale partito egli parteggi). Si vedeva da lontano un miglio, che gli applausi fossero a comando, e spesse volte fuori luogo, tanto che, in molti casi, mi erano sembrati applausi stupidi. Fa bene Bruno Vespa, ottimo professionista, che nel suo Porta a Porta non vuole applausi: ognuno ascolta e poi si fa una propria opinione, senza essere influenzato da applausi a comando. Dunque, di Ballarò, ma soprattutto di Anno Zero, non ne ho proprio sentite l'assenza.

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mercoledì, marzo 24, 2010

C'era da aspettarselo

Bisogna attendersi che, prima o poi, a furia di voler mischiare a tutti i costi capre con cavoli, a furia di voler globalizzare tutto, qualcosa di spiacevole potrebbe succedere anche al pur forte Euro, e, di conseguenza, al popolo che ne fa uso. Molte volte, gli sforzi spesi per salvare capra e cavoli , potrebbero essere controproducenti, col rischio di perdere sia l'una che gli altri. La notizia, trapelata tra le righe della seguente news Reuters, non è certo rassicurante per la Comunità Europea:

"HELSINKI, 24 marzo (Reuters) - L'Unione Europea deve decidere questa settimana in che modo aiutare la Grecia oppure corre il rischio di provocare "seri problemi" all'euro.

Lo ha detto il commissario Ue per gli affari monetari Olli Rehn al quotidiano fillandese Helsingin Sanomat.

"C'è già la preparazione tecnica. Ora c'è bisogno di una decisione politica" ha detto Rehn. "Siamo a bivio. La Grecia può provocare seri danni (all'euro)".

Il Commissario ha detto che sul tavolo ci sono ancora diverse alternative e non vede problemi circa l'ipotesi di aiuti alla Grecia da parte del Fmi.

"La Ue è vicina al Fmi. Siamo partners" ha ricordato."

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lunedì, marzo 22, 2010

I veri eroi

Voglio spendere due parole per coloro che, vedendosi non strabelli, preferirebbero farla finita togliendosi la vita. E' successo ad una mia conoscente, che - sia pace all'anima sua - sabato scorso ha preferito farla finita. In apparenza, si sentiva addosso "solo" qualche kilo di troppo, che non riusciva in alcun modo a togliersi di dosso, e, probabilmente per questo motivo, era caduta in una forte depressione, fino ad arrivare al gesto inconsulto.
Ho avuto anch'io un periodo di forte depressione, quando mi fu diagnosticata la malattia di cui soffro, che ha drasticamente condizionato la mia vita, da quel momento in poi.
Quando sei depresso, ti senti come in una strada senza uscita, e dalla quale ti risulta impossibile tornare indietro: questo è uno degli effetti distorsivi della depressione. In realtà non hai un accidente di niente, ma è come se il mondo ti stesse crollando addosso; e senti il bisogno di avere qualche amico al fianco che t'aiuti ad "imbroccare" quel sentiero, per uscire da quella sorta di vicolo cieco in cui ti sei cacciato. E ribadisco, in cui ti sei cacciato, perchè nessuno, se non te stesso, ti ci ha cacciato. In fondo, quel sentiero è lì, è semplice da trovare, è a portata di mano. E'anche facile da scoprire per chi ha la mente serena, non appannata dagli effetti devastanti della depressione.
Nei momenti acuti della depressione hai tanto bisogno di comunicare. Hai bisogno, soprattutto, di qualcuno che ti stia ad ascoltare "amichevolmente" e con "pazienza", senza che ti dia l'impressione di essere scocciante. Forse, quello di parlare, è uno dei modi per esorcizzare quella bestia nera che è la depressione, e, alla lunga, uscirne "indenni".
Mai stare soli. Lo senti questo bisogno, e allora ti attacchi, anzi ti appiccichi (nel vero senso della parola) a chiunque sia disposto a ascoltarti. Da quel momento costui, o costei, diventa la tua "ancora di salvezza", il tuo "salvatore".
Chi esce indenne da quelle fasi "acute", quelli sono i veri eroi. I veri eroi, secondo me, sono tutti coloro che imparano ad accettarsi in tutto e per tutto, così per come sono, o per come sono diventati.

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domenica, marzo 21, 2010

Scivolata sulle saponette

Riporto integralmente un articolo apparso ieri, 20 marzo 2010, su Il Giornale.it.

L'opposizione monta un caso e scivola nel panico, non su una buccia di banana ma direttamente sulle saponette. Quelle che secondo il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando, i militanti della Lega Nord avrebbero distribuito in alcune piazze della provincia di Arezzo per propaganda anti-immigrati, in modo cioè da invitare la gente «a lavarsi dopo aver toccato gli extracomunitari».

«Tutto ciò - alza la voce Orlando - è vergognoso. Una vera e propria istigazione alla violenza. Noi
dell'Italia dei Valori chiediamo l'intervento del ministro Maroni». Questo forse il pretesto, poi l'attacco: «Suggeriamo a Bossi, dato che oggi salirà sul palco di San Giovanni, a Roma, di distribuire ai suoi alleati il sapone, perché tutto hanno tranne che le mani pulite».

Non si è fatta attendere la precisazione del Carroccio, che ha categoricamente smentito non solo l'Idv ma anche una nota ufficiale di Rifondazione. Cerca di fare chiarezza l'eurodeputato Claudio Morganti, leader toscano del Carroccio: «Le accuse di razzismo per il gel igienizzante sono assolutamente false e opera di sciacalli politici. I gadget incriminati sono semplicemente bustine di sapone liquido con la scritta "Vota Lega Nord", senza nessun'altra scritta». Si è trattato cioè di campagna elettorale, al massimo un po' alternativa.
Questo non impedisce comunque a Giovanna Melandri, ex ministro e deputata del Pd, di stracciarsi le vesti davanti alle agenzie di stampa, non curante dei ripetuti chiarimenti degli esponenti leghisti. Infatti tira dritto: «Una manifestazione disgustosa dal punto di vista sociale e culturale, nonché una grave aberrazione giuridica. E chiama in causa Maroni: «Tutte le istituzioni condannino in modo compatto ed esplicito un atto che è un reato di istigazione al razzismo. Lo faccia per primo il ministro dell'Interno, cui compete il dovere di vigilare sull'ordine pubblico e sul rispetto delle libertà fondamentali».
Liquida la questione l'avvocato leghista Dario Locci, candidato capolista in Toscana. «Tutto falso. È lo stile della propaganda comunista che continua a distinguersi per odio e menzogna».
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La notizia si commenta da se, quindi me ne astengo.

venerdì, marzo 19, 2010

Tradizioni siciliane: il Pranzo Sacro


Soprattutto in quest'ultimo mese, il post Festivita di San Giuseppe in Sicilia è stato uno dei più gettonati di questo blog. E credo lo sia stato per quei siciliani internauti molto interessati alla festa. Nel post parlavo del paese di Acate, in provincia di Ragusa, e l'altro ieri mi ha fatto visita il sito di Natuscia lasciandomi il link per la Festa di San Giuseppe, che ad Acate è ancor oggi molto sentita.
Conosco bene quel paese, per esserci passato con mia moglie in viaggio di nozze. Lei aveva lì alcuni parenti e amici. Ed era stato in quell'occasione che avevo sentito parlare di questa festa, oltre ad aver sentito raccontare di tante altre storie di antiche tradizioni, che, in quella parte della Sicilia sud orientale ancora sopravvivono; tra cui, un rarissimo filmato amatoriale, che credo sia andato perduto, dall'emblematico titolo di "Là dove il tempo si è fermato". Tempo permettendo, scavando nella memoria, cercherò di raccontare qualcosa di quel filmato nel proseguo del blog.
Per stare in tema con la giornata, dedicata alla festa dei papà, ed in primis di San Giuseppe, che di Gesù è stato il padre putativo, ripropongo un brano di quell'articolo pubblicato l'anno scorso.

"Nella tradizione siciliana, la festività di San Giuseppe - qui venerato per essere il protettore degli orfani, i poveri e le ragazze nubili - è particolarmente sentita per le intercessioni e le grazie ricevute da parte del padre putativo del Cristo; per Acate è una ricorrenza ancor più speciale. Per l'occasione si usa preparare un pranzo, detto "pranzo sacro", offerto simbolicamente a tre persone particolarmente bisognose del paese, che rappresentano la Sacra Famiglia.
Il banchetto, allestito oggi all'interno delle case, si svolge su di una grande tavola dove, ai "tre santi", vengono servite svariate pietanze".


La festa, a quel che mi è dato di conoscere, tocca, a volte, vette di grande carità cristiana. Ho conosciuto il caso di una vedova di uno di quei paesi della Sicilia sud orientale che, pur nella sua ristrettezza, qualche anno fa, per adempiere ad un voto, aveva organizzato un fastoso "pranzo sacro". Secondo un'antica tradizione chi ha fatto quel voto si deve impegnare pubblicamente a dare vitto e alloggio per quel giorno alla famiglia più povera del paese; e le porte di quella casa, per quel giorno, devono restare spalancate e accessibili a chiunque voglia assistere e "guardare in faccia" i membri della "Sacra famiglia". La scelta della famiglia viene fatta di comune accordo col parroco del paese, e quell'anno, alla nostra vedova, era toccato dare vitto e assistenza alla famiglia di un carcerato. Questa, rimasta senza sostegno, dopo l'arresto del capofamiglia, era caduta nella misera più nera. A quel punto era stato ovvio far cadere la scelta su quella famiglia, rimasta senza alcun sostegno economico. Il pranzo venne ufficializzato e, come sempre, se ne diede ampia pubblicità con vari mezzi, in primis quello dell'annuncio in chiesa. In deroga all'obbligo di festeggiare la "Sacra famiglia" a porte aperte, il parente in carcere aveva però ottenuto di far effettuare i "festeggiamenti" a porte chiuse. Pur nella disgrazia, nella sua dignità non volle che i suoi familiari mostrassero agli altri il volto della povertà. Tutte le cibarie rimaste di quella festa, e molto altro di più, furono consegnati a quella famiglia, che trovò così di che sfamarsi per i giorni e giorni successivi. Credo anche che quella piccola comunità, che aveva aiutato nell'allestimento di quella festa, si sia poi presa in carico di assistere quei bambini: affinchè le colpe dei padri non ricadano sui figli.
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Questo è il mio modesto contributo alla festa che anche quest'anno si sta svolgendo in quel paese. A quelle famiglie in festa, padroni di casa, vicini che collaborano, e ospiti, porgo i miei più sentiti auguri per una buona riuscita.
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La foto sopra è tratta dal sito http://www.touribleo.com/tour/

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giovedì, marzo 18, 2010

Intercettazioni telefoniche

La vicenda di Trani, così per come sembra essersi svolta, mi fa venire in mente la nota canzone di Gaber: Trani a Gogò (...si passa la sera scolando barbera...). Non ho seguito pienamente la vicenda, perchè nauseato da tutte le precedenti, ma dai fatti, nella vicenda di Trani, così per come me li ha raccontati un amico blogger, mi sembra di scorgervi scenette tragicomiche. Non voglio offendere nessuno, ma si ha come l'impressione che gli ordini siano stati impartiti da qualcuno che dirigeva una sorta di commedia stando però nascosto dietro le quinte, oppure che avesse impartito le disposizioni stando seduto al tavolino di un caffè o, giustappunto, da un trani. Insomma, in quella vicenda di Trani vi sarebbero tutti gli elementi per scrivere, tra qui e qualche anno, quando tutto sarà passato nel dimenticatoio, una commedia brillante, o la scenetta di un esilarante monologo del tipo Girgenti amore mio , dove, un "intraprendente" sindaco, che ha quasi paura del contatto diretto, accetta di farsi intervistare via telefono da un giornalista.
Qualcuno, nella vicenda di Trani, avrebbe abusato dei propri poteri, e avrebbe così fatto anche sprecare parecchi soldi allo stato, ordinando delle inutili intercettazioni. A chiunque può capitare che, parlando al telefono con amici o semplici conoscenti, si lasci talvolta trascinare nel vortice di piccanti o colorite conversazioni, e scappi qualche frase che estrapolata da quel contesto potrebbe sembrare chissà cosa. E con questo?

E' giustificabile un giudice che sprechi denaro pubblico per siffatte intercettazioni? E così sono state fatte quelle intercettazioni a Minzolini, al Garante delle Telecomunicazioni, ecc., e al ministro Maroni, nonchè al premier Berlusconi - obiettivo numero uno dell'indagine - con l'intento di scoprire chissà quale verità. Il telefono è ormai supercontrollato e lo sanno anche i più sprovveduti che con tale mezzo tecnologico è meglio stare attenti e non pronunciare frasi che potrebbero avere una certa rilevanza penale. Tutt'al più, al telefono è meglio espandersi in baggianate.
Ma quelli di Trani che fanno? Sprecano denaro pubblico intercettando anche i vertici dello stato, nella speranza di scoprire chissà quale verità. Soldi sprecati che invece potrebbero essere spesi meglio, per esempio in opere umanitarie, come quelle che giornalmente vengono proposte dalle varie reti televisive. Non passa ormai settimana che non venga fatta una raccolta fondi per una tal certa organizzazione ONLUS. E' di questi giorni, ad esempio, il turno della AIL, che raccoglie fondi per la ricerca contro le leucemie, vendendo uova pasquali a 12 euro.

Personalmente sono abbastanza nauseato da vicende come quella di Trani, tanto che non le dò più ascolto nè rilevanza. Ne sono stato talmente all'oscuro che all'amico blogger vignettista satirico ho dovuto persino chiedere spiegazioni in merito alla sua ultima vignetta. Ed ecco cosa mi ha risposto:
"...In base a queste intercettazioni illegali , ha iscritto un bel po’ di gente sul registro degli indagati, ovviamente in primis SB.
Alfano, visto la clamorosa illegalità, ha mandato gli ispettori, a cui non sono stati mostrati gli atti, altra cosa illegale, per di più quella specie di associazione ..... che è il Csm ha messo sotto accusa gli ispettori, altra illegalità clamorosa, in quanto è il csm che deve ascoltare le relazioni degli ispettori e non deve interferire sul loro lavoro.
Questa volta, vista la palese illegalità della magistratura, è intervenuto Napolitano che ha rimesso in riga quegli .... del csm che, o non conoscono la costituzione e le leggi, o le ignorano deliberatamente; in ogni caso andrebbero processati e sbattuti in galera. ..."


Da quanto sopra, ce ne sarebbe abbastanza per avere in disgusto certa magistratura.

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mercoledì, marzo 10, 2010

Possibile prova scientifica dell'esistenza di Dio

Nel racconto che sto per fare, ed è bene sottolineare che di racconto trattasi - al limite quasi un racconto fantascientifico, ma sempre racconto - Marcello è agnostico ed io sono diventato convinto credente da poco tempo, dopo aver constatato di persona la fondatezza del Credo, quella che per me è la più bella preghiera per un cristiano, la più "istruttiva" carica di suggestivi significati. Al percorso ci sono arrivato anche grazie alla lettura appassionata della Divina Commedia. Con questo preambolo voglio dire che non sono affatto bigotto, nel senso quasi dispregiativo che i più danno a questo termine; non sono diventato affatto frequentatore assiduo di chiese e preti. Ma ragionando un giorno con Marcello, se possa esistere una prova scientifica dell'esistenza di Dio, e in quanto lui ne ha già formulata una nel suo blog, sembra quasi d'averne trovata un'altra, grazie anche al commentario del blog Il Giardino delle Esperidi , a riguardo di un post sul pittore Ottone Rosai .
Trattando di un quadro del Rosai - Via Toscanella - si era passati a ragionare di prospettiva sferoidale, della quale Cezanne fu antesignano, perchè fu il primo nella storia della pittura ad averla sperimentata, e si era poi passati a ragionare di spazio euclideo applicabile in pittura, da lì, poi, alla teoria della relatività , portando, come esempio, un aereo che viaggi a velocità prossima a quella della luce.

La straordinarietà del fatto è che, forse, a quella velocità l'aereo si "dissolve", diventando esso stesso luce.

Questa la risposta da me data a Marcello in seguito alla sua congettura.

N.B.: per comprenderne pienamente il senso, bisogna forse fare riferimento al post ed ai suoi relativi commenti, dove, al posto di Sarcastycon è stato messo il nome di fantasia Marcello.

Marcello, scrivi: "Più ci si avvicina alla velocità della luce più le misure si accorciano e più il tempo si dilata".

E' questo l'argomento in questione, ma poi ho pensato che non sarebbe questa la sede per parlarne: si tratta infatti di dover parlare dei grandi misteri che attanagliano l'uomo: Dio e l'Universo, "creazione dell'uomo e di tutte le cose visibili e invisibili", Big Bang, Eternità o infinità, ecc.
Lo spunto mi è venuto da quanto sopra e da quel commento dove parli di quell'aereo.
Per farla breve, dato che questa non mi sembra la sede appropriata, credo che quell'aereo, se dovesse raggiungere la velocità della luce (limite massimo, oltre il quale nulla può - "o forse potrebbe" - andare), diverrebbe esso stesso luce. A quella velocità, infatti, tutte le forze subatomiche che tengono "insieme" gli elettroni ai nuclei, gli atomi agli atomi a formare le molecole, ecc. verrebbero annullate, controbilanciate dalla velocità a cui sta andando tutta la massa di quell'aereo. E quindi, tutte quelle particelle elementari (elettroni, atomi, ecc.) si scioglierebbero da tutti i legami subatomici, assumendo "vita" autonoma e propria. L'aereo, così come lo conoscevamo, non esisterebbe più; sarebbe diventato anch'esso un fascio di luce.
Come vedi, tutto questo ci porterebbe a immaginare una forza misteriosa di potenza inimmaginabile (che i credenti identificano con Dio) che ha dato origine e inizio al creato. Poichè prima, prima del BIG BANG, come posso supporre, sia stata tutta luce; intesa come infinità, elevata all' infinita potenza, di microparticelle vaganti liberamente in quello spazio che, come posso ora supporre, sia stato l'infinito stesso.

Ecco il punto: che quadro ne verrebbe, se quell'aereo raggiungesse la velocità della luce, come tu hai immaginato?

Alla luce di quanto sopra, che ti direbbe, quindi, quella pala di Tiziano Vecellio, conservata in quella chiesa di Venezia: Trasfigurazione di Cristo?

Credo che con quel ragionamento dell'aereo alla velocità prossima della luce, tu ti sia avvicinato di molto alla quasi dimostrazione scientifica dell'esistenza di "un" "Creatore": Dio.

Da qui, a dimostrare l'infinito, o immensità, visto che a te piace di più questo termine, il passo è breve. Per tornare alla tua affermazione iniziale, basta pensare alla massima dilatazione del tempo, ad una sua dilatazione infinita e giungere così all'eternità, dove di tempo non ha più nessuna logica parlare.
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Nota: Il commento è stato trascritto integralmente, senza modifiche o correzioni di sorta, per non perdere quell'originalità che solo l'immediatezza può dare. Si prega, quindi, di comprendere e perdonare se in esso vi si scoprono errori o imprecisioni.

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lunedì, marzo 08, 2010

Venezia amore mio


Come molti di voi sapranno, ieri, domenica 7 marzo e l'altro ieri si è celebrata, nelle maggiori piazze italiane, una giornata di raccolta fondi per promuovere conoscenza e lotta contro la Sclerosi Multipla: subdola e strisciante malattia, della quale, devo purtroppo dire, ancora ben poco si conosce, ancora si rantola nel buio, quanto a conoscenza dei fattori scatenanti e cure risolutive (a tal proposito, pubblicherò un commento che mi ha mandato giorni fa Mariasara, corredandolo di un mio scritto). Devo però dire che, secondo una mia constatazione, la nostra ricerca è all'avanguardia su tale malattia e, per smentire quanti denigrano la nostra ricerca, c'è stato chi è rientrato dall'America per portare avanti la sua ricerca in questo campo, qui da noi, qui in Italia.

Per tornare alla festa, non ne ho parlato preventivamente, per non tediare ulteriormente i lettori con questa malattia, avendone inoltre già scritto per le edizioni precedenti; ma, soprattutto, non vorrei ingenerare l'impressione che da tutto ciò ci voglia guadagnare qualcosa, sia in termini economici che di privilegi.

Questo post è invece nato per appuntare l'attenzione sul "tempo che passa". Dalla mia esperienza ho infatti sperimentato di persona la validità dell'insegnamento che si dovrebbe ricavare dal proverbio: "chi ha tempo non aspetti tempo"; insegnamento che, visto in chiave mistico-religiosa, potrebbe essere lo stesso dato dalla parabola dei talenti.
E vengo al dunque.
Da tempo, ormai, sto seguendo con vivo interesse l'istruttivo blog di Fausto che scrive tutto, ed esclusivamente tutto, su Venezia; è talmente istruttivo che io, che non sapevo quasi nulla di Venezia, ora la conosco meglio di un veneziano (scusate l'immodestia, ma è per rendere l'idea sulla validità di quel blog). Il blog in questione è Alloggibarbaria.blogspot, e poco importa se esso è anche la pubblicità indiretta al suo albergo.
Oggi ha scritto un post dall'emblematico titolo: Venezia è una città cara? (col punto di domanda); ne approfitto così per raccontare del mio aneddoto su Venezia; aneddoto che ha a che fare col "Tempo che passa", e quindi del "chi ha tempo non aspetti tempo!".
Entrando nel dunque, è stato per colpa di un aneddoto fuorviante che non sono mai andato veramente a Venezia - e per tempo - : quello sulla falsa nomea che s'è fatta, di città cara. Premesso anche che, a mio parere, nella vita di ciascuno, così come nel mondo, sia tutto relativo: un conto è gustare un gelato da quella sorta di ampia balconata di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, con vista mozzafiato che dà al lontano mare calpestato dagli antichi filosofi sofisti greco-siciliani; altro conto è gustarlo stando seduti ai tavolini esterni del Florian che dà sulla piazza più bella d'Italia, piazza San Marco a Venezia. L'avevo vista soltanto di sfuggita durante la fugace visita di un solo giorno d'agosto del 1994 (una bellissima domenica, subito dopo il ferragosto!); ed ora sono qui a pentirmi amaramente d'aver dato peso più di tanto al racconto emozionale di un amico. Costui si era seduto fuori dal Florian, su Piazza San Marco, con moglie e due figli, ordinando quattro coni gelato. Gli venne un colpo quando gli fu presentato il conto: 40.000 lire. E quindi 10.000 a cono, quando, qui a Milano, al Virgin di Piazza Duomo, proprio di fianco al Duomo, sul finire degli anni '90 costava, se non ricordo male, 1200 lire a pallina. Da notare che l' "amara" esperienza di quel mio amico risaliva all'agosto 1989.

A prescindere da tutto questo, e a prescindere dal fatto che, come detto, nella vita è tutto relativo, io non mi trovai assolutamente male, quando, quella domenica d'agosto del 1994 visitai Venezia con mia moglie e i miei due figli. Nelle mie intenzioni, quella era da considerare come un giro di "perlustrazione" per altri e più lunghi giri di visita (avrei potuto farlo l'anno dopo, e ancora nel '98, ma già cominciarono i primi accenni di quello che poi per me è stato). Infatti, il '96, è stato per me il vero inizio di quello che molti sanno. Così quel sogno di andare a Venezia, per lungo tempo coltivato, s'infranse. E' per quello che dico sempre ai miei figli: chi ha tempo, non aspetti tempo!
Ora, che mi potrei concedere quel viaggio, senza alcun problema di ordine economico, sono subentrati ben altri problemi, che annullano gli stimoli che vengono anche per il solo pensare al piacere che darebbe un simile viaggio.
Sopra: Trasfigurazione di Cristo - Tiziano Vecellio - Chiesa San Salvador, Venezia

mercoledì, marzo 03, 2010

Sofismi e sofisti

Nel post Girgenti amore mio (cliccare per leggere) racconto del monologo interpretato da Gianfranco Jannuzzo al Teatro Manzoni di Monza. In esso, tra le molte scenette create dall'attore, ve n'è una che ha per soggetti i filosofi greco-siciliani dell'antichità. Tra quei filosofi, grazie ad un commentatore che me ne ha accennato, spiccava la figura del filosofo Gorgia da Leontini , per le probabili loquacità ed arte nel discorrere. E infatti è ricordato per essere stato uno dei quattro filosofi dell'antichità, facenti parte di quella corrente filosofica detta dei sofisti.

Etimologicamente, secondo quanto riporta l'enciclopedia on-line Wikipedia,

"anticamente il termine sophistés (sapiente) era sinonimo di sophos (saggio) e si riferiva ad un uomo esperto conoscitore di tecniche particolari e dotato di un'ampia cultura. A partire dal V secolo, invece, si chiamarono sofisti quegli intellettuali che facevano professione di sapienza e la insegnavano dietro compenso: quest'ultimo fatto, che alla mentalità del tempo appariva "scandaloso", portò a giudicare negativamente questa corrente. I sofisti vennero così bollati come falsi sapienti, interessati al successo e ai soldi, più che alla verità. Attualmente, il termine mantiene anche nel linguaggio corrente un carattere negativo: con "sofismi" si intendono discorsi ingannevoli e basati sulla semplice forza retorica delle argomentazioni. ...".

Stando a quest'ultima parte dell'etimologia del termine sofismi, che indica discorsi ingannevoli e basati sulla semplice forza retorica delle argomentazioni, vien proprio da pensare che le probabili argomentazioni addotte dai giudici della Corte d'Appello di Milano, che hanno rigettato il ricorso dei delegati lombardi che chiedevano la riammissione della "Lista per la Lombardia" di Roberto Formigoni al voto del 28 marzo, siano proprio di natura sofistica. Identico discorso vale per quanto successo alla lista della Polverini, in quel di Roma.

Qui l'articolo del Sole 24 Ore.Com sui ricorsi respinti

Scenari Telecom

Secondo quanto riferito da La Repubblica, il premier Silvio Berlusconi si starebbe interessando vivamente della vicenda Telecom. Si potrebbe così aprire un piccolo spiraglio di luce per i suoi forse circa milione di piccoli azionisti.
L'abbiamo scritto tante volte dalle pagine di questo blog, nella vicenda Telecom il piccolo azionista è stato trattato come lo sventurato avventore del gioco delle tre carte, dove un mazziere senza scrupoli ha giocato sporco sulla sua pelle sfilandogli pian piano tutti i risparmi investiti in quella che doveva essere la prima e più grande pubblic company italiana, capace di garantirgli un discreto flusso di dividendi e, quel che più conta, la salvaguardia del capitale investito.
E invece...
...e invece chi avesse investito i circa 20 euro per azione, forse il massimo della sua quotazione, avvenuto forse nel 2000, e non avesse aderito all'OPA lanciata forse da Colaninno, tramite forse il veicolo Tecnost, del forse ex Gruppo Olivetti, forse 2 0 3 anni dopo, perchè fomentato dalle pagine dei giornali da Franco Bernabè, il quale consigliava vivamente di non consegnare le azioni Telecom a Colaninno perchè, diceva, il vero valore delle Telecom era ben oltre i forse 13,5 euro da lui offerti (Bernabè, in quel momento, rischiava di perdere il posto in Telecom, venendone estromesso - come poi in effetti era avvenuto, dopo quella scalata ostile di Tecnost, lanciata forse da Colaninno) in quella famosa scalata ostile. Poi, Telecom era stata riaffidata a Bernabè, quando, andatosene Colaninno e compagni di scalata, stracarichi di miliardi, non molto tempo dopo, la si scoprì super oberata di debiti (buona parte dei quali esistevano anche prima, ma si diceva che in pochi anni sarebbero stati azzerati, per cui il valore di Telecom c'era. E come se c'era, dicevano! tanto, credo, molto plausibilmente, per fuorviare, o ingannare il piccolo azionista credulone!). Ad ogni buon conto se, dicevo, quell'incauto azionista avesse aderito a quell'OPA, ora non sarebbe qui da anni a piangere sul latte versato.
Ma se non si risolve questo spinoso caso Telecom, difficilmente la borsa si riprenderà quota come nei bei tempi andati, checchè se ne dica, perchè il piccolo risparmiatore non vi metterà più un centesimo, perchè il fattore speculativo pulito e onesto non ci sarà più. Il piccolo risparmiatore starà lontano dalle borse, vedendovi sempre aria d'imbrogli (e qui parlo a titolo personale). E' forse per risolvere la spinosa questione Telecom, che si sarebbero incontrati l'amministratore delegato di Intesa, Corrado Passera, e il premier Silvio Berlusconi.

C'è in ballo lo scorporo della rete, "che sarebbe un passo obbligato e caldeggiato da Passera, azionista di peso di Telco, holding di controllo di Telecom".
L'idea, stando sempre a Repubblica, avrebbe trovato un riscontro positivo anche da parte di Silvio Berlusconi.
Tutto bene, purchè non si risolva anche questa in una ennesima fregatura per i piccoli azionisti, che, allora sì, sarebbe la mazzata finale per la borsa italiana, alla quale non crederebbero più del tutto, tagliando così il flusso degli investimenti privati nelle imprese, che, in ultima istanza, sono fonte di lavoro e di reddito per milioni di italiani.

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