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sabato, aprile 15, 2006

Redistribuzione dei redditi o delle ricchezze?

Questa settimana, post elettorale, la borsa è scesa, e la tendenza per i prossimi giorni è di una ulteriore limatura delle quotazioni. Ciò vuol dire che le previsioni di entrate tributarie, dal fronte della tassazione sui guadagni di borsa, dovranno essere ridimensionate. E quindi, anche i programmi di spesa che erano stati impostati su certe previsioni di gettito, dovranno essere perlomeno rivisti. E questo sarà anche uno dei primi confronti con la realtà, con cui si dovrà misurare il Centrosinistra al governo.
Si è tanto parlato e abusato dei termini come: redistribuzione dei redditi. Frase che, alle orecchie di molti, sono parse come delle parole magiche. Ne sono stati incantati e hanno espresso il loro voto per coloro che le hanno saputo abilmente pronunciare.
In realtà essi volevano dire: redistribuzione delle ricchezze. Ma sarebbe stato troppo dirompente, rivoluzionario, e quindi si sono limitati al “reddito”.
Premesso che per parlare di redistribuzione delle ricchezze, dovremmo essere tutti d’accordo, dovremmo essere un popolo di santi, affinché si possa attuare un tale sconvolgimento che fosse nel contempo indolore.
Bertinotti, nelle sue interviste, ha citato spesso questi suoi concetti di redistribuzione, preconizzando, come limite, la fine della proprietà privata, indicando, come esempio, la vita di San Francesco.
Ma Egli era, per l’appunto, un Santo, e poi predicava la povertà assoluta.
La povertà assoluta: grande parola piena di poesia e di fascino, ma quando la si vede rispecchiata in altri. Perché, se tocca noi stessi, diventa un dramma, una tragedia.
Ora, nelle fila di Rifondazione, è entrato un emulo di San Francesco. Staremo a vedere se donerà tutti i suoi beni ai poveri. Nessuno lo pretende, ma per favore stiamo tutti coi piedi per terra e viviamo nella realtà.


 

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