Oggi che Santa Romana Chiesa ha perso il potere temporale, che non è più lo Stato Pontificio con tanto di Papa Re, rischia però, con le sue numerose incongruenze, di perdere quei già pochi fedeli che si ritrova al suo seguito.Questa frase, significatica di una funesta realtà, riportata nell'ultimo articolo di Nessie,
La chiesa sia più onesta, coraggiosa e coerente, mi ha fatto venire alla mente un episodio della mia "calda" estate. Ero a Dervio, dove ho assistito a tutte le messe domenicali nella chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, il località Borgo, proprio sul lungolago. Nelle prime due domeniche ho assistito alle messe officiate da un giovane frate cappuccino di origine indiana, inviato a Dervio, per il mese di agosto, dalla sua Casa madre romana, per aiutare il non più giovane parroco. Era lento nel parlare, a causa della sua scarsa padronanza dell'italiano. Ciò nonostante, dopo il mio momento iniziale di smarrimento, ne ho apprezzato la presenza per l'elevata spiritualità che, durante la pur lenta omelia, riusciva ad emanare dal suo sguardo rivolto al popolo, ma assorto in una perenne profonda meditazione. Un San Francesco attuale, tanto che alla fine della messa, durante il suo saluto ai convenuti, sul sagrato della chiesa, non ho saputo trattenermi dal declamargli il panegirico di San Francesco dalla Divina Commedia (La Provvidenza che governa il mondo / ... / due principi ordinò in suo favore / ... ). Un crocchio di persone si era fatto intorno per ascoltare, e una signora anziana dirmi: "però, ha visto
, in chiesa neanche un giovane. Tutti anziani o di mezza età. Al che, sono ritornato sul tema della
Divina Provvidenza, affinchè ci si affidi fiduciosi a lei, ricordandole i tempi assai burrascosi di
Dante, quando la Chiesa stava atrraversando uno dei suoi periodi più critici.
Quel passo di Nessie, è sintomatico del periodo attuale. E le inconguenze della Chiesa, ricordate nell'articolo, mi sembrano un chiaro segnale di un qual certo suo disagio. L'omelia di domenica 30 agosto, incentrata sulla figura di
San Giovanni Battista, che ha saputo testimoniare, con una dose di grande coraggio,
"ciò che ha visto", può essere di grande aiuto alla fazione donabbondiana della chiesa.
Oggi, il giornale dei cattolici,
Avvenire, testimone del tempo dei fatti della Chiesa, è nell'occhio del ciclone. Eppure, io oggi trovo per loro grande simpatia e vicinanza. Ho letto vari romanzi di
Andrea Vitali, il cantore del lago di Como, e, per una certa posizione bigotta della chiesa, in ordine a certi argomenti, non mi sarei mai aspettato un loro articolo molto positivo su questo scrittore. In una recensione a
"Una finestra vistalago", del medico scrittore Andrea Vitali, Fulvio Panzeri di
"Avvenire" scrive: "La forza delle storie di Andrea Vitali nasce da una innata capacità di ascolto delle vicende della gente comune che egli trasforma in prodigiosa azione romanzesca". E quando anche Curzia Ferrari, di
"Letture", rivista mensile dei
Gesuiti, a recensione dell'ultimo lavoro di Vitali, scrive di lui in maniera positiva e lusinghiera, è sintomatico dell'aggiornamento culturale a cui è attesa la chiesa. Io stesso, da cattolico convinto e professante, non mi sono scandalizzato, nè mi sono stracciato le vesti davanti a certi passi scabrosi dei romanzi di Vitali. Li ho presi e letti come può aver fatto Fulvio Panzeri di Avvenire, dicendomi: così è la vita.
L'articolo pubblicato da Elly
( questo ) è in tema con l'argomento e fa il paio col post di Nessie.