Quando non c'era l'ICI
Ho passato le vacanze estive del mio primo ventennio, in un piccolo borgo climatico situato ai confini laziali del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Come tutto il meridione, era un paese fatto di emigranti: d’inverno semideserto, d’estate affollato all’inverosimile. Qualche emigrante si portava appresso gli amici del nord – Milano, Torino, Parigi, Londra, Belgio – per fargli conoscere ed apprezzare il suo “Bel Paese”.
L’unica vera festa che si svolgeva in quella località, come in tutto meridione, era
“La festa dell’Emigrante”. E che festa! Era sentita, voluta, amata, desiderata, apprezzata da tutti.
Ma i comuni non avevano soldi per organizzare quelle feste. Né tanto meno c’era alcun privato che voleva investire capitali in quei festeggiamenti che non davano alcun ritorno economico agli organizzatori.
E allora si facevano le questue.
Cittadini volenterosi e amanti del loro paese, si riunivano in una sorta di comitato organizzatore della “Festa dell’Emigrante”. Setacciavano il paese in lungo e in largo, a gruppi di tre o quattro, per andare alla raccolta dei fondi. Con il loro bel quaderno scolastico, in bella vista, dove annotavano, sotto l’attento vigile controllo del gruppo dei questuanti, i nomi degli aderenti e le cifre versate. E mostravano, ai recalcitranti o agli indecisi, le belle cifre versate da tizio o caio, con l’intento di convincerlo a mettere il suo contributo.
Comunque sia, ogni anno la Festa andava in porto con grande successo di presenze provenienti anche da tanti paesi vicini.
Momento clou della festa era la domenica sera, la terza domenica d’agosto, quando, sulla piazza centrale, dove era stato allestito da giorni e giorni, come un trofeo in bella esposizione, un palcoscenico riccamente addobbato, si esibiva il cantante di grido di quel momento. Ci si era letteralmente svenati per farlo arrivare fin lì: Bobby Solo, Gigliola Cinquetti, Robertino, Caterina Caselli, Mimì Bertè (Mia Martini), Little Tony. Celentano, no, già allora era inavvicinabile.
Ne era valsa la pena perché la vacanza era imperniata anche su quell’evento che teneva uniti gli abitanti ed era il primo argomento di discussione popolare, per tutta la vacanza.
In quell’epoca la gente era molto più unita, non c’era l’ICI e il debito pubblico era quasi inesistente.
Come tutto il meridione, era un paese fatto di emigranti: d’inverno semideserto, d’estate affollato all’inverosimile. Qualche emigrante si portava appresso gli amici del nord – Milano, Torino, Parigi, Londra, Belgio – per fargli conoscere ed apprezzare il suo “Bel Paese”.
L’unica vera festa che si svolgeva in quella località, come in tutto meridione, era
“La festa dell’Emigrante”. E che festa! Era sentita, voluta, amata, desiderata, apprezzata da tutti.
Ma i comuni non avevano soldi per organizzare quelle feste. Né tanto meno c’era alcun privato che voleva investire capitali in quei festeggiamenti che non davano alcun ritorno economico agli organizzatori.
E allora si facevano le questue.
Cittadini volenterosi e amanti del loro paese, si riunivano in una sorta di comitato organizzatore della “Festa dell’Emigrante”. Setacciavano il paese in lungo e in largo, a gruppi di tre o quattro, per andare alla raccolta dei fondi. Con il loro bel quaderno scolastico, in bella vista, dove annotavano, sotto l’attento vigile controllo del gruppo dei questuanti, i nomi degli aderenti e le cifre versate. E mostravano, ai recalcitranti o agli indecisi, le belle cifre versate da tizio o caio, con l’intento di convincerlo a mettere il suo contributo.
Comunque sia, ogni anno la Festa andava in porto con grande successo di presenze provenienti anche da tanti paesi vicini.
Momento clou della festa era la domenica sera, la terza domenica d’agosto, quando, sulla piazza centrale, dove era stato allestito da giorni e giorni, come un trofeo in bella esposizione, un palcoscenico riccamente addobbato, si esibiva il cantante di grido di quel momento. Ci si era letteralmente svenati per farlo arrivare fin lì: Bobby Solo, Gigliola Cinquetti, Robertino, Caterina Caselli, Mimì Bertè (Mia Martini), Little Tony. Celentano, no, già allora era inavvicinabile.
Ne era valsa la pena perché la vacanza era imperniata anche su quell’evento che teneva uniti gli abitanti ed era il primo argomento di discussione popolare, per tutta la vacanza.
In quell’epoca la gente era molto più unita, non c’era l’ICI e il debito pubblico era quasi inesistente.
11 Comments:
caro marshall,
se penso a qualcuno oggi che viene a chiedere un offerta per un evento fantastico come quello da lei descritto mi vengono subito davanti agli occhi facce di persone spaventate che hanno paura di essere truffate.
Fino a quando in televisione e ai telegiornali ci sbattono davanti la paura per tutto e per tutti non ci sarà mai più solidarietà.
Tutti a coltivare il proprio piccolo orticello e in barricata a cercare di non condiveidere nulla con nessuno.
C'è troppa paura in giro. E non penso sia soltanto a causa del debito pubblico e delle insicurezze politiche.
Cavolo c'è una corsa alla notizia ad effetto alle varie influenze aviarie e tornadi Katrina che la gente è spaesata. é impaurita.
Mi ricordo solo una decina di anni fa, nel palazzone a Gallarate dove sono cresciuto con mia nonna... ogni tanto si facevano le grigliate giu in giardino, le uscite al sabato a raccogliere le castagne nei boschi immensi dove ora sorge la nuova malpensa...
Tutti insieme. Era un evasione.
Oggi c'è la parabola di Sky... Tutti rintanati nella tana. E allora vedi la partita della juve da solo e non hai nemmeno la gioia di abbracciare qualcuno e gridare gool.
Non si sta più assieme cazzo!
p.s.: da quello che leggo nel suo blog mi sembra di capire che sta quanto meno tentando di farsi un idea di quello che pensano i giovani... forse anche perchè ha una figlia che immagino avrà circa la mia età... io ne ho 24...
se posso vorrei consigliarle un film che secondo me è il manifesto moderno della mia generazione.
potrà non piacerle, ma è davvero simbolo delle incertezze e del bisogno di vicinanza che abbiamo.
Sia chi vuol fare la velina, chi il giornalista, chi l'operaio e chi (magari) il fotografo...
poi l'attrice è Natalie Portman, nota per aver fatto la principessa nei nuovi Guerre stellari.
il titolo è GARDEN STATE di Zach Braff
in italiano il titolo è LA MIA VITA A GARDEN STATE.
p.p.s.: ho scaricato le nozze di fifaro di Mozart... che figata!
By riccardo, at 19 aprile 2006 alle ore 12:19
Riccardo, mi fa piacere il tuo avvicinamento a Mozart.
Pensa. C'è gente di mia conoscenza che, con quel genere di musica, ha vinto la malattia del secolo: la depressione.
T'accorgerai che più l'ascolterai e più ti piacerà.
Ma a me piace molto anche la musica del tuo beniamino: quello della sigla di "Ambiente Italia" - mi sfugge il nome.
By marshall, at 19 aprile 2006 alle ore 16:00
Oggi purtroppo si vive nel relativismo, si ha paura di mostrare alla società il nostro lato più sensibile, che è il lato più debole ma anche quello che ci differenzia dalle bestie(secondo me). Esempio:una ragazza che conosco fino a due anni fa andava a giro con la maglia del Che, ora sembra una filgia della lupa: secondo me non ha capito ne l'una ne l'altra ideologia. Un'altra ha detto : Gesù ha detto, alzati e cammina. Che senso ha dirlo a un morto?. Cioè scusa il termine (Marshall mi permetto di darti del tu, mica ti offendi vero?Poi sei giovane!), mi son cascate le palle. Siamo tipo oggetti nel mezzo di un vortice e ci lasciamo trascinare, pensiamo come vogliono farci pensare...meno male che qualcuno si accorge di ciò e ne esce fuori, ma poi devi andare contro il sistema, quindi molti per fatica tornano nel girone degli "ignavi", altri continuano la loro strada... Non so se l'hai visto, ti consiglio "l'uomo senza volto", con Mel Gibson, esempio di come i "diversi" siano demonizzati e i pregiudizi abbiano spesso il sopravvento.
By Niccoló, at 20 aprile 2006 alle ore 00:53
L'ho visto e ci meditai parecchio, sopra.
Quelle ragazze, secondo me, sono tanto sensibili e fragili: non hanno ancora trovato, e forse non lo troveranno, un punto fermo, un ideale forte.
Nei miei anni '20, ho passato anch'io un travaglio molto forte di quel genere.
Erano i tempi delle contestazioni giovanili. Si parlava del "Che", in Italia impazzava Cavallo Pazzo. Ecco, questo, che fine ha fatto? Si è imborghesito e i suoi begli ideali di allora, dove sono finiti?
By marshall, at 20 aprile 2006 alle ore 08:06
Cavolo proprio ieri la mia coinquilina mi ha regalato un libro fantastico: tutti i testi di Bob Dylan dal 1962 al 2001...
Una vera opera omnia... più di mille pagine di testi e aneddoti.
Poi a Bob ci sono affezionato anche perchè è grazie a lui che ho imparato l'inglese...
Spero di riuscire a vedere la trsmissione così le dico che titolo ha...
By riccardo, at 20 aprile 2006 alle ore 18:33
Per Riccardo,
quel pezzo dà la sensazione di essere su un treno in movimento continuo, senza soste, senza fermate. Come fosse alla ricerca di una meta, una stazione, che però non riesce a trovare.
E' bellissimo!
By marshall, at 20 aprile 2006 alle ore 20:40
Cavallo PAzzo? E chi era? Io pensavo fosse un indiano!!!
By Niccoló, at 21 aprile 2006 alle ore 00:47
Lo chiamavano così, Mario Capanna.
Informati su di lui di quando era a capo della "contestazione giovanile".
Poi, entrò in parlamento e si acquietò.
By marshall, at 21 aprile 2006 alle ore 10:34
Caro Marshal, come faccio a mandarti una mail? Mi interessa molto un'informazione che segnali in questo articolo.
By Anonimo, at 20 ottobre 2008 alle ore 01:03
Il commento sopra, mi è stato inviato il 20 ottobre 2008. Contatterò privatamente l'autore.
By marshall, at 20 ottobre 2008 alle ore 10:33
Al gentile commentatore del 20/10/2008.
Venne anche Marisa Sannia (la bella sarda), negli anni del suo boom sanremese e discografico. Credo sia stato nel periodo tra il '64 e il '66 o '67. Mia Martini venne dopo il grande successo di "Minuetto" (che ho riascoltato ieri e oggi, per l'occasione: quello su YouTube del '74), un brano di notevole valore, magistralmente interpretato da Mia Martini, che fece epoca, e aprì - con altri interpreti di quegli anni - la stagione di una nuova maniera di far musica.
Cordialità.
21 ottobre 2008
By marshall, at 21 ottobre 2008 alle ore 19:08
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