marshall

martedì, gennaio 15, 2013

I veri senza memoria

Tempo di elezioni, si infittisce la schiera dei senza memoria; quella dei veri senza memoria, non come i senza memoria di cui a certi articoli come quello sotto. Mi chiedo dove ha vissuto il periodo di cui scrive l'articolista del brano? I blogger del Castello hanno denunciato puntualmente a suo tempo, e nei tempi in cui avvenivano le proteste per certe riforme, i motivi per cui non sono state fatte quelle date riforme, ma nel frattempo questi giornalisti/titolatori dov'erano? Io, malauguratamente se anche volessi votare per la lista Monti per l'Italia, mai e poi mai lo farei, pensando che all'interno di quel partito c'è quello che per me è il vero responsabile del disastro a cui è andata incontro l'Italia dal 2010. Visto la difficoltà di portare avanti certe riforme che sarebbero state impopolari e foriere di cortei e proteste, con la nota scusa costui ha preferito uscire dalla maggioranza portandosi appresso un nutrito numero di parlamentari che invece erano stati votati per fare le necessarie riforme. Ma a quanto pare a quel drappello di deputati era interessato solo avere gli emolumenti e i privilegi che quella posizione loro attribuiva.
 
Da La Stampa.it del 12 gennaio 2013
 
Parte dei concetti riportati nell'articolo qui sotto sono stati ripresi nel Porta a Porta di ieri sera. Evidentemente chi ha mire di potere non ha in mente altro che la poltrona.  

"Senza memoria


massimo gramellini

Non mi stupisce che a un anno dall’affondamento la Concordia sia ancora lì, coricata su un fianco, immagine-simbolo di un Paese alla deriva. Mi stupisce che Schettino non sia ancora ministro dei Trasporti. Succederà. Non si è appena candidato Moggi? Gli italiani non hanno memoria.

Tranne uno che ricorda sempre tutto. Per esempio che coi comunisti, da Occhetto a Santoro, si rimediano figuroni. I comunisti, suo elisir di lunga vita. Il veleno sono i democristiani. Come Prodi, che lo ha sempre battuto. O come Renzi, contro il quale non si sarebbe mai presentato, ma che la sinistra gli ha tolto di mezzo in un ennesimo slancio di generosità.
L’uomo dalla memoria lunga sa che i suoi elettori ce l’hanno corta, cortissima. Se oggi stanno peggio di ieri, danno la colpa a chi li governa oggi. Non a chi, sgovernandoli fino a ieri, ha costruito l’oggi. Se ne infischiano del rapporto causa-effetto. Per loro la vita è un eterno presente di cattivi umori. Le emozioni sono la stella cometa. E risuonano nei chakra più bassi, quelli dell’ego, irrobustiti da decenni di pubblicità. Nessuno sa raggiungerli meglio del grande illusionista che con coraggio, faccia tosta e indubbio talento di venditore si presenta ogni volta sulla scena del disastro da lui prodotto come se ne fosse la vittima nonché l’unico in grado di porvi rimedio. Il tribuno del Movimento Canale 5 (Stelle) ha abbastanza memoria da ricordarsi che i pinocchi senza memoria si stufano in fretta del Grillo Parlante in loden, come di quello barbuto e sbraitante. Preferiscono prestare orecchio a un omino di burro che da vent’anni promette il Paese dei Balocchi."

Osservazioni di Uno qualunque

 
Post ispirato dalla telefonata di un ascoltatore di Radio Padania, che senza essere un professore ha enunciato un concetto dalla semplicità disarmante.
 
Finora il sud ha vissuto di assistenzialismo, e questo è un fatto innegabile. Io stesso - e l'ho già scritto in un post di tempi non sospetti - ricordo di quelle mie vancanze in Ciociaria quando i ragazzi del posto mi prendevano in giro dicendomi: "lavorate voi al nord, pagate le tasse, che noi qui ve le spendiamo". In pratica, i soldi sottratti con le tasse a piemontesi, lombardi e veneti passavano/passano da Roma il quale li rigirava/rigira alle regioni secondo il suo piacimento. Non venivano/vengono quindi reimpiegati nelle loro regioni, ma, passando da Roma, buona parte di quei soldi venivano/vengono dirottati al sud, che innegabilmente finivano/finiscono in assistenzialismo. Ma il gioco, tutto sommato, forse valeva la candela: con quei soldi si dava la possibilità alle genti del sud di comprare merci che in buona parte venivano prodotte al nord.
Ma ora non è più così, da tempo il meccanismo è stato inceppato, e da qui la crisi attuale. Con i loro soldi gli italiani, e quindi anche quelli del sud, comprano quello che vogliono. Dalle loro scelte ne derivano però certe conseguenze, come quella della crisi attuale.
 
Riassumendo, ecco il meccanismo inceppato
Io del nord lavoro e pago le tasse, tasse che vengono parzialmente dirottate al sud. Con quei soldi gli abitanti del sud compravano merci in buona parte prodotte al nord. Ma ora che si comprano merci provenienti da ogni dove, che quindi mandano in crisi le aziende del nord perchè non vendono, chi pagherà a Roma le tasse che poi dirotterà al sud?
 
Da qui si prevede la debacle. 
 
Lo si è dedotto chiaramente anche ieri sera dalla trasmissione Quinta Colonna, di Rete4: lavoratori pubblici del casertano che non ricevono più gli stipendi da sei mesi, perchè il comune ha le casse vuote.
E i professori al governo che ci sono stati a fare?
 


 

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