marshall

giovedì, luglio 27, 2006

Promesse da marinaio del passato

Presidente Romano Prodi,
come vede, la chiamo solo presidente e non anche onorevole perché quando una persona fa promesse da marinaio del passato, promesse che non mantiene o che sa di non poter mantenere, perde credibilità e quindi perde di onorabilità.
Son passati i cento giorni, ma di quanto aveva promesso o fatto presagire, di quanto avrebbe fatto, finora non se ne scorge nemmeno l’aurora, non dico l’alba, che forse sarebbe pretendere troppo, ma nemmeno l’aurora.
Le promesse o le aspettative disattese, per non dire dei “colpi di testa” compiuti dal suo governo, in questi cento giorni sono tali che ci vorrebbero pagine intere per raccontarne le malefatte. Mi limito qui a soli tre punti fondamentali.
Ho ancora davanti agli occhi la sua espressione, con quel modo di sorridere tutto particolare, quando, nel discorso di chiusura dell’incontro televisivo con Silvio Berlusconi, arringava gli italiani facendo loro intuire che finalmente, votandola, sarebbero stati felici, che sarebbero stati felici se lo fossero stati tutti. Ora non mi sembra che questo stia avvenendo, anzi, il contrario, mi guardo intorno e vedo più gente infelice e più infelice di prima.

Continuava a dire che l’Italia era divisa in due e che lei avrebbe provveduto o contribuito alla sua riunificazione e riappacificazione, ma, a quanto vedo, mi sembra di vedere un’Italia ancor più divisa, ancor più nemica e cattiva una parte verso l’altra: basta leggere i post e i commenti di taluni blogger per rendersi conto del fondo di odio esistente nella società.

Infine aveva fatto della concertazione il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale.
Ricorda le sue parole e quelle dei leader del suo schieramento? “Non faremo nulla che non sia concordato e che non sia stato ampiamente discusso ed accettato dalle parti in causa”.

Su questi tre punti rammentati, ha fatto esattamente il contrario di quanto promesso o fatto credere. Promesse da marinaio del passato, per l’appunto. In ogni porto dove ancoravano, cercavano il trastullo con ingenue malcapitate promettendo loro, in cambio, un avvenire migliore. Un avvenire che essi sapevano di non poter esaudire. Promesse che non avrebbero potuto mantenere: esattamente quello che ha fatto lei, presidente Romano Prodi, fintantoché non si avvereranno le sue promesse fatte.

domenica, luglio 23, 2006

Finalmente libero

Torno a scrivere dopo due settimane di assenza. E' stata un'assenza dovuta a forza di causa maggiore. Sono stato impegnato per l'elaborazione e stesura della dichiarazione dei redditi di mia moglie: dichiarazione impegnativa in quanto è stata titolare di una impresa individuale fino al 31 dicembre scorso.
Con la cessazione, già avvenuta nel 2001, per i motivi a molti di voi noti, della mia attività individuale, ora sono completamente libero da impegni burocratici, fiscali, e di tutti quegli impegni che sottintendono alla creazione, mantenimento e cura di una qualsiasi attività imprenditoriale.
Quindi sono libero: finalmente libero.
Posso finalmente dedicarmi completamente alle mie passioni: non da ultima quella che ho riscoperto in questi ultimi mesi, grazie all'entrata nel fantastico mondo dei blogger:
la passione politica.

Quella della dichiarazione dei redditi, modello 740, ora modello Unico e modello 730 per le dichiarazioni più elementari, è stata una passione che ho coltivato fin dal 1974, anno in cui fu varata la grande riforma fiscale con l'introduzione del Modello 740 che aveva sostituito la preesistente denuncia Vanoni. Da allora ho seguito tutte le evoluzioni e cambiamenti del modello e delle regole di dichiarazione dei redditi. E' stata un'esperienza utile, istruttiva, molto gratificante, anche se molto impegnativa, perchè ho avuto anche modo di conoscere gente nuova che si rivolgeva a me come ad un confessore, e che mi è rimasta amica. Per seguire le continue evoluzioni e cambiamenti dei prospetti e dei modelli, sono stato costretto ad un continuo studio e aggiornamento, che mi ha causato, in certi momenti e periodi, situazioni abbastanza stressanti.
Negli anni 80 e 90 compilavo gratuitamente, obbligato ad accettare regali di piccola entità, le dichiarazioni dei redditi per amici, parenti e vicini: però le punte massime furono di una ventiva di persone, negli anni 90, quando forse avevo un poco più di tempo da dedicare agli altri, alcune delle quali venivano da me solo per il controllo finale. Tutto fù interrotto nel 2000 ai primi sintomi di qualcosa che dentro di me non funzionava più a puntino. Non a tutti ho potuto e saputo dire di no. Vi sono vicini e parenti, per fortuna pochi, meno delle dita di una mano, che si fidano solo del mio operato: questo fatto, devo dire che è molto gratificante, mi fa sentire ancora utile, anche se comporta una certa fatica che un tempo per me era più facile da smaltire.

Alcuni di voi ora si chiederanno il senso, il nesso, la logica di questo post: Lo capiranno leggendo i post prossimi a venire, molti dei quali risponderanno alla domanda: "con le prospettive, coi tempi che ci attendono, ha senso tutto ciò? Ha senso tutto quel che s'è fatto e che faranno ancora tutti gli uomini di buona volontà, nell'immediato futuro?

lunedì, luglio 10, 2006

Tre "regali" dalle Sinistre al governo

E violazione, da parte della Sinistra, dell’art.47 della Costituzione, quello dell’incoraggiamento e tutela del risparmio in tutte le sue forme.

Certamente non faranno salti di gioia il 1.100.000 italiani possessori di azioni Finmeccanica, gran parte dei quali le avevano sottoscritte il 7 giugno 2000 al prezzo rettificato di 30 euro, aderendo all’OPV, Offerta Pubblica di Vendita, lanciata dal Governo italiano, fino allora azionista di maggioranza assoluta della società. Una società che dal 1992 non aveva distribuito dividendi e che solo dal 2001 ha cominciato a distribuirne per la cifra irrisoria di 1 centesimo (20 centesimi post raggruppamento) ad azione.
Per rendere appetibile il titolo, furono messe in cantiere varie iniziative di “abbellimento”. Le fu conferito il 25% circa della società STMICROELECTRONICS, anch’essa dello Stato italiano in comproprietà con il governo francese. Società, la STM, che andava fortissima in borsa in quel periodo, tanto è vero che quell’anno era arrivata ad un massimo di 225 euro (74 euro, rettificato per operazioni successive sul capitale) mentre ora quota intorno a 12,5 euro.
Per mezzo dei quotidiani fu messa in moto un’operazione, secondo me, concertata e mirata a valorizzare al massimo la società , evitando accuratamente di approfondire gli aspetti più negativi, e quindi con maggior grado di rischio, che avrebbero potuto pregiudicare il buon esito dell’OPV mettendo in dubbio la partecipazione di quella larga parte di pubblico indistinto che invece c’è stata.
L’allora presidente del consiglio Massimo D’Alema, in una intervista rilasciata a Milano Finanza, nel periodo precedente il lancio dell’OPV, disegnò un quadro molto lusinghiero sulla società, elogiandola al massimo grado, descrivendola come un gioiello dell’industria avanzata italiana e un grande patrimonio nazionale da salvaguardare in tutti i modi e da non svendere. Giudizio molto positivo espresso da parte di un leader, che inculcò nel pubblico la certezza che il prezzo fosse veramente congruo e vantaggioso sotto tutti gli aspetti.
Parole vere e sacrosante, che anch’io condividevo e condivido tuttora: Finmeccanica è un gioiello e un grande patrimonio della nostra industria nazionale. Ma ciò non ha impedito che per gli azionisti sia stata una grande delusione che ha causato, finora, solo dispiaceri e perdite economiche non indifferenti: il titolo, dopo 6 anni dal collocamento, non ha più rivisto il prezzo di emissione, neanche lontanamente. Evidentemente era stato collocato ad un prezzo troppo alto, approfittando del momento di euforia nella quale vivevano le borse mondiali, e l’operazione fu portata a termine, giusto in tempo, prima dello scoppio della bolla speculativa che aveva preso di mira la new economy. Scoppio che travolse tutto il resto del listino, complice anche l’attacco alle Torri Gemelle di New York dell’11 settembre 2001.

Finmeccanica ha un organico di 56.600 dipendenti, dei quali 9100 impegnati in mansioni di processo ed engineering e 3100 sono ricercatori altamente specializzati, coinvolti in attività di Ricerca e Sviluppo; ha stabilimenti in varie parti del mondo tra cui Regno Unito e Stati Uniti.

Gli ultimi fatti di borsa, riguardanti questa società, mi hanno persuaso della necessità e utilità di parlarne.

Finmeccanica era in gara da mesi con un'offerta per la fornitura di 322 elicotteri per l’esercito degli Stati Uniti. Gara del valore di 1,7 miliardi di euro (3 miliardi compresi i servizi accessori) che corrispondono ad un terzo del suo fatturato annuo di gruppo.
L’aggiudicazione e la vittoria della gara a Finmeccanica era ormai cosa certa e ampiamente scontata dai mercati finanziari. Senonchè, invece, il 3 luglio è arrivata la doccia gelata: la commessa è stata assegnata ad una sua concorrente, Eurocopter (gruppo EADS).
Lo smacco è stato forte, anche perché dopo il viaggio a New York di Berlusconi dell’1 marzo scorso, dove intervenne, di fronte al Congresso degli Stati Uniti, col suo discorso di mezz’ora, in una seduta memorabile, interrotta 18 volte da applausi e ovazioni, la commessa a favore dell’Italia sembrava cosa fatta. A favore dell’Italia giocavano certamente l’amicizia di Bush con Berlusconi, l’amicizia italo-americana che è a loro garantita dal popolo della Casa delle Libertà, e non da ultimo, la tecnologia e la classe degli elicotteri italiani che erano stati riconosciuti superiori alla concorrenza: non a caso un anno fa Finmeccanica vinse la gara per la fornitura degli elicotteri del Presidente Bush.

Ma in occasione di quella visita, l’on.Oliviero Diliberto uscì con la sua frase divenuta famosa e che ha fatto il giro del mondo: “Berlusconi ha stretto mani grondanti di sangue”. Poi le nostre elezioni del 9 aprile, che sappiamo come sono andate e che hanno portato al governo partiti notoriamente e dichiaratamente nemici dell’America, i quali, nel corso delle loro manifestazioni, arrivano persino a bruciare e calpestare le bandiere americane.

Questi fatti hanno sicuramente influito sulla scelta del fornitore di elicotteri per l’esercito statunitense. Fatti ed elementi dei quali l’America terra conto nelle scelte di forniture future: e possiamo supporre che da parte USA arriverà ben poco a Finmeccanica, finchè qui da noi ci sarà questo nostro tipo di governo.

Il 6 luglio, poi, il colpo di grazia da parte di Goldman Sachs, agenzia internazionale di rating, che ha espresso un giudizio negativo su Finmeccanica declassando il titolo a sell (vendere) con target a 13 euro dai 17 euro di quel giorno. Quel giorno Finmeccanica perse il 3,4%, e anche oggi 10 luglio il titolo sta continuando a perdere.

Doppio danno, quindi, per i risparmiatori italiani.
Primo per aver sottoscritto un titolo sopravvalutato da organismi che dovrebbero tutelare il risparmio.
Secondo per aver subito un ulteriore danno da imputare alla stoltezza di certi politici che stanno dentro il governo.
Vi è poi un danno per lo Stato perché se in mancanza di commesse sostitutive di quella che ha perso, Finmeccanica sarà costretta a licenziare, il danno ricadrà sull’intera collettività.

Mi chiedo quindi se non sia il caso e non sia possibile far pagare i danni a chi si è reso complice e colpevole di tutto l’accaduto, a partire dalla Offerta Pubblica di Vendita.
Tutto questo in nome e in virtù proprio dell’articolo 47 della nostra Costituzione che è stato ignorato ed eluso.

domenica, luglio 09, 2006

ITALIA CAMPIONE DEL MONDO

Esultiamo per la vittoria dell'Italia.
Alla Francia il merito di aver tenuto testa alla nostra grande squadra, e di aver perso solo ai calci di rigore.
La tenacia, la volontà, la forza, la grinta, la lealtà dei nostri giovani "guerrieri" sia di monito e di insegnamento per un'Italia migliore. Un'Italia nella quale si ricompongano le divisioni e le parti in causa imparino ad essere leali come i calciatori. E la solidarietà sia vera e fatta da tutti come in un gioco di squadra dove ognuno fa la sua parte sincera fino in fondo.
Domani riprenderò con le mie stilettate al governo Prodi standogli sempre alle calcagna con le mie punzecchiature ironico satiriche per spingerlo a fare quei passi che noi, suoi oppositori, ci aspettiamo da lui.

lunedì, luglio 03, 2006

Torniamo al baratto e alla banca del tempo

E se tornassimo al baratto e adottassimo su larga scala la formula della banca del tempo?
Sarebbe una rivoluzione comportamentale e salterebbero tutti i privilegi.
Non ci sarebbe più bisogno della moneta cartacea.
Le tasse al 10 %, com'era la "decima" romana, e non il 37 o 41 percento, verrebbero pagate in beni o servizi. Si eliminerebbe così gran parte della burocrazia statale che diverrebbe inutile. Un carrozzone che non sarebbe più possibile stipendiare perchè lo stato non avrebbe più le risorse per farlo, ma si troverebbe a dover gestire beni e servizi offerti dai cittadini a fronte delle tasse. In pratica ogni cittadino produttore di reddito presterebbe gratuitamente la sua attività allo stato per 36 giorni all'anno, e poi sarebbe libero da obblighi fiscali.
Non ci sarebbe più bisogno (ma non servirebbe in ogni caso) di una tale pletore di politici e burocrati superpagati. Lo stato dovrebbe cominciare ad organizzarsi e gestirsi con risorse più limitate e sopratutto controllate perchè non girerebbe più denaro, che è alla base e causa di corruzzioni, concussioni, bustarelle e quantaltro.
Senza attendere che questa soluzione della banca del tempo venga calata dall'alto, anche perchè dall'alto non verrebbe mai una tale proposta che li taglierebbe fuori dal gioco, singoli cittadini e comunità di cittadini potrebbero cominciare ad organizzarsi in quella direzione.
Pensate soltanto a piccoli, ma grandi particolari. Le pensioni d'oro che si sono dati alcuni dirigenti politici, deputati, senatori, ministri, in virtù di leggi concepite e create ad ok da loro stessi per crearsi privilegi, non sarebbero più possibili e non si potrebbero neanche più pagare, perchè allo stato, così concepito, verrebbero a mancare le entrate per farvi fronte. E mi riferisco ai parlamentari o senatori Fausto Bertinotti, Armando Cossutta e Oliviero Diliberto che, oltre gli emolumenti per la funzione di parlamentare, percepiscono già da tanti anni pensioni milionarie.
Da una indagine de il Giornale, fatta nel 2002, risultava che Bertinotti ha una pensione INPS di oltre 50 milioni di lire, Cossutta di oltre 60 milioni di lire e Diliberto oltre 40 milioni di lire. E quando Diliberto ha iniziato a percepire quella pensione, aveva meno di 50 anni. Queste pensioni erano state loro erogate per il loro passato di sindacalista.

Sapete quanto prende il sottoscritto di pensione d'invalidità al 95%, con una età anagrafica di 57 anni e con 32 anni di contributi INPS versati?
Il sottoscritto percepisce 244 euro al mese. Mi sembra quindi che questo dato rapportato alle pensioni erogate per i tre leader di cui sopra, stoni, e stoni alla grande.
E sapete quanto ha versato di contributi INPS nei 32 anni di contribuzione obbligatoria, il sottoscritto?
Ha versato circa 220 milioni di lire a valore corrente. Valore corrente vuol dire che quanto ha versato negli anni '60 è stato considerato al valore di allora, senza tener conto di rivalutazioni monetarie, ecc.
E sapete cosa mi sarei potuto comprare con quei soldi se me li sarei tenuti e gestiti io?
Come minimo mi sarei potuto comprare 4 o 5 appartamenti, di cui uno al mare e uno in montagna, dove dovrei andare a soggiornare per migliorare il mio stato di salute. Appartamenti che al valore odierno mi consentirebbero di vivere di rendita senza aspettare l'accredito "dell'elemosina" dello stato.
E, si, signori, elemosina, perchè 244 euro al mese, dopo i versamenti fatti, equivalgono ad una elemosina. Alla faccia però di chi, essendosi fatte le leggi per loro stessi, vivono da nababbi a spese dello stato, ovvero dei contributi versati dai "pirla" come me.

Amici blogger, non vi sembra quindi che questo sistema serva solo per creare e mantenere privilegi per i più furbi, facendo pagare il conto agli altri?
E tutto questo in nome di che cosa?
In nome della costituzione, dell'Italia unita, della democrazia, della "solidarietà", che vanno sbandierando ai quattro venti, politici, intellettuali, moralisti. Tutta gente che vuol far pagare il costo dei loro privilegi personali, alla base meno attenta, meno scaltra, meno preparata, o che non ha tempo o voglia di seguire la politica.

Amici, diamoci una svegliata. Una svegliata e una smossa.

p.s. delle ore 21,50
a proposito di intellettuali e filosofi, il premio Bamba odierno è stato assegnato al sindaco di Venezia, Cacciari, perchè costui ha avuto la bella idea e la pretesa di venire a Milano a insegnare, a portare suggerimenti al sindaco, Letizia Moratti, su come si deve governare la città.
Vittorio Feltri è stato chiaro ed esplicito con Cacciari, e lo ha invitato, senza mezzi termini, ad occuparsi della sua città, prima di andare in giro con la sua prosopopea da intellettuale ad insegnare agli altri. Venezia ha i suoi problemi, tra i quali l'acqua alta. Ecco si occupi di quelli. Perciò, ha concluso Feltri: Bamba meritato!

sabato, luglio 01, 2006

Il governo dei ballisti e delle balle

Italia 1° luglio 2006

Hanno cominciato l’autunno scorso a riempirci la testa con le loro balle. Ve li ricordate a ottobre là sul quel palco nella piazza romana, tutti i leader del centrosinistra, con Prodi in testa? E tutti a scherzare e a ridere sopra la formula delle “tre i”, che Berlusconi aveva coniato all’inizio del suo mandato di governo? E tutti quanti i “gaglioffi”, leader della sinistra, andarci giù pesante contro il motto originario e il suo autore Berlusconi?
Bei pezzi di m…a! E almeno questo sfogo di rabbia sia concessa a quelli che hanno orecchi per intendere e occhi per vedere quanto sta succedendo grazie a loro.
Si, bei pezzi di m...a! Basta fare un giro tra i blog per notare la stima di cui sono circondati. Dai soprannomi, dai nomignoli si intuisce il sentimento d'amore di cui godono. Ne cito solo alcuni, a titolo esemplificativo, tra i più delicati e tra quelli che leggo correntemente: Romano Prodi "il mortadella", Rutelli "lo bello guaglione", D'Alema "il veleggiante", Rosy Bindi e Livia Turco "le gemelle perverse", Vincenzo Visco "dracula", Pecoraro Scanio "ridens", Diliberto "grondans", Fassino "l'intercettato", Bertinotti "il migliore", Caruso "spranga", Paolo Cento "er piotta".
Tutti questi assieme agli altri, da Roma inaugurarono il treno giallo. Vi salirono tutti questi e quei leader. Poi qualcuno partì con esso, per fermarsi in tutte le stazioni d’Italia a raccontare le loro storie. Storie che ora si rivelano fregnacce. Chissà quante ne hanno dette per imbambolare la gente, al loro arrivo, con le loro fantasie goliardiche e da comiche.
Questo fatto del treno mi riporta alla mente un trascorso della mia vita.
Negli anni 70 qui a Milano c’era la possibilità di divertirsi giocando con la politica. Ci si ritrovava i sabati pomeriggi in piazza Duomo, sotto la Madonnina, e si cominciava a parlare e scherzare di politica. Si formavano tanti gruppetti, stando attenti a non superare il numero di nove per gruppetto, altrimenti si veniva dispersi dai carabinieri. Carabinieri attenti, vigilanti e presenti in quegli anni, gli anni di piombo e delle brigate rosse. C’erano gli arringatori, coloro che arringavano la folla presente sulla piazza, e con frasi altisonanti attiravano la curiosità della gente dando inizio allo spettacolo. Perché di spettacolo si trattava. Di spettacolarizzazione della politica. E c’era da divertirsi. Mi ricordo che passavo disinvoltamente da un crocchio all’altro (badando sempre attentamente che il mio inserimento non facesse scattare la regola del nove). E c’erano anche i politici poetici, coloro che facevano politica parlando in rima: Per fare ciò, si erano dovuti evidentemente preparare, ma la maggior parte erano improvvisatori.
Improvvisatori della politica come quelli del treno giallo del nostro autunno scorso: altro che esperti di politica e di stato! Questi miravano solo a raggiungere il potere. E qualunque mezzo lecito e illecito andava bene pur di raggiungere lo scopo. E tra i mezzi illeciti figurano le balle. Balle che hanno detto in quantità. A partire da ottobre, dopo il varo della finanziaria taglia sprechi: balle a non finire, non gli andavano bene neanche i tagli alle spese. E si, perché a loro va bene che una parte del popolo sprechi o viva sul lavoro degli altri: loro ne sono i loro paladini e loro li difenderanno sempre perché da loro riceveranno il voto che li assicurerà a vita attaccati alle poltrone parlamentari a far parte anche loro dello squallore di sanguisughe che succhiano il sangue a chi produce e lavora.
Improvvisatori della politica di cui hanno dato prova anche ieri con il varo della stretta finanziaria. Fino all’altro ieri sembrava stessero dando i numeri del lotto: 4 – 8 – 16 – 32 – 48. Poi finalmente ieri è stato estratto il numero vincente: lo 0,02 percento del pil. Tanto rumore e tanto discredito sul governo precedente, per nulla. Tantè che Tremonti ha tuonato: bastava applicare la finanziaria!
Ma questo è il governo del fumo, del fumo e delle balle, e più che fumo negli occhi non ci si può attendere da loro.
E chi non è disposto ad accettare questo stato di cose, è obbligato ad accettarle in nome della democrazia.
Quale democrazia?
Questa non è più democrazia. E' la metà di una popolazione che impone all'altra metà il suo volere. Perchè, per un divario di 24000 voti, pari allo 0,06 %, metà degli italiani devono subire passivamente la volontà dell'altra metà degli italiani, e questo genere di governo raccontapalle a tutto spiano che essi si sono scelti per loro stessi, imponendolo all'altra metà della popolazione, in virtù di quella manciata di voti. La quale altra metà non vuole un simile governo, perchè non lo può vedere, non lo può digerire, non lo può soffrire.
Qualunque persona intelligente e di buon senso capisce che è una situazione insostenibile e che non può reggere alla lunga.
Per evitare il peggio, a questo punto in cui stanno le cose, sarebbe meglio dividere l'Italia in due parti uguali, e ognuno scelga, tra i due schieramenti contrapposti, da chi vuol essere governato.
E' una situazione da sanare e da sanare in fretta.
I politici, i soloni, le menti eccelse della sinistra al governo okkupato, sono avvisati.
Prima che il sentimento di impopolarità di cui si sono circondati diventi un movimento di rivolta popolare, si affrettino a rimediare alle loro nefandezze!


 

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