E violazione, da parte della Sinistra, dell’art.47 della Costituzione, quello dell’incoraggiamento e tutela del risparmio in tutte le sue forme.
Certamente non faranno salti di gioia il 1.100.000 italiani possessori di azioni Finmeccanica, gran parte dei quali le avevano sottoscritte il 7 giugno 2000 al prezzo rettificato di 30 euro, aderendo all’OPV, Offerta Pubblica di Vendita, lanciata dal Governo italiano, fino allora azionista di maggioranza assoluta della società. Una società che dal 1992 non aveva distribuito dividendi e che solo dal 2001 ha cominciato a distribuirne per la cifra irrisoria di 1 centesimo (20 centesimi post raggruppamento) ad azione.
Per rendere appetibile il titolo, furono messe in cantiere varie iniziative di “abbellimento”. Le fu conferito il 25% circa della società STMICROELECTRONICS, anch’essa dello Stato italiano in comproprietà con il governo francese. Società, la STM, che andava fortissima in borsa in quel periodo, tanto è vero che quell’anno era arrivata ad un massimo di 225 euro (74 euro, rettificato per operazioni successive sul capitale) mentre ora quota intorno a 12,5 euro.
Per mezzo dei quotidiani fu messa in moto un’operazione, secondo me, concertata e mirata a valorizzare al massimo la società , evitando accuratamente di approfondire gli aspetti più negativi, e quindi con maggior grado di rischio, che avrebbero potuto pregiudicare il buon esito dell’OPV mettendo in dubbio la partecipazione di quella larga parte di pubblico indistinto che invece c’è stata.
L’allora presidente del consiglio Massimo D’Alema, in una intervista rilasciata a Milano Finanza, nel periodo precedente il lancio dell’OPV, disegnò un quadro molto lusinghiero sulla società, elogiandola al massimo grado, descrivendola come un gioiello dell’industria avanzata italiana e un grande patrimonio nazionale da salvaguardare in tutti i modi e da non svendere. Giudizio molto positivo espresso da parte di un leader, che inculcò nel pubblico la certezza che il prezzo fosse veramente congruo e vantaggioso sotto tutti gli aspetti.
Parole vere e sacrosante, che anch’io condividevo e condivido tuttora: Finmeccanica è un gioiello e un grande patrimonio della nostra industria nazionale. Ma ciò non ha impedito che per gli azionisti sia stata una grande delusione che ha causato, finora, solo dispiaceri e perdite economiche non indifferenti: il titolo, dopo 6 anni dal collocamento, non ha più rivisto il prezzo di emissione, neanche lontanamente. Evidentemente era stato collocato ad un prezzo troppo alto, approfittando del momento di euforia nella quale vivevano le borse mondiali, e l’operazione fu portata a termine, giusto in tempo, prima dello scoppio della bolla speculativa che aveva preso di mira la new economy. Scoppio che travolse tutto il resto del listino, complice anche l’attacco alle Torri Gemelle di New York dell’11 settembre 2001.
Finmeccanica ha un organico di 56.600 dipendenti, dei quali 9100 impegnati in mansioni di processo ed engineering e 3100 sono ricercatori altamente specializzati, coinvolti in attività di Ricerca e Sviluppo; ha stabilimenti in varie parti del mondo tra cui Regno Unito e Stati Uniti.
Gli ultimi fatti di borsa, riguardanti questa società, mi hanno persuaso della necessità e utilità di parlarne.
Finmeccanica era in gara da mesi con un'offerta per la fornitura di 322 elicotteri per l’esercito degli Stati Uniti. Gara del valore di 1,7 miliardi di euro (3 miliardi compresi i servizi accessori) che corrispondono ad un terzo del suo fatturato annuo di gruppo.
L’aggiudicazione e la vittoria della gara a Finmeccanica era ormai cosa certa e ampiamente scontata dai mercati finanziari. Senonchè, invece, il 3 luglio è arrivata la doccia gelata: la commessa è stata assegnata ad una sua concorrente, Eurocopter (gruppo EADS).
Lo smacco è stato forte, anche perché dopo il viaggio a New York di Berlusconi dell’1 marzo scorso, dove intervenne, di fronte al Congresso degli Stati Uniti, col suo discorso di mezz’ora, in una seduta memorabile, interrotta 18 volte da applausi e ovazioni, la commessa a favore dell’Italia sembrava cosa fatta. A favore dell’Italia giocavano certamente l’amicizia di Bush con Berlusconi, l’amicizia italo-americana che è a loro garantita dal popolo della Casa delle Libertà, e non da ultimo, la tecnologia e la classe degli elicotteri italiani che erano stati riconosciuti superiori alla concorrenza: non a caso un anno fa Finmeccanica vinse la gara per la fornitura degli elicotteri del Presidente Bush.
Ma in occasione di quella visita, l’on.Oliviero Diliberto uscì con la sua frase divenuta famosa e che ha fatto il giro del mondo: “Berlusconi ha stretto mani grondanti di sangue”. Poi le nostre elezioni del 9 aprile, che sappiamo come sono andate e che hanno portato al governo partiti notoriamente e dichiaratamente nemici dell’America, i quali, nel corso delle loro manifestazioni, arrivano persino a bruciare e calpestare le bandiere americane.
Questi fatti hanno sicuramente influito sulla scelta del fornitore di elicotteri per l’esercito statunitense. Fatti ed elementi dei quali l’America terra conto nelle scelte di forniture future: e possiamo supporre che da parte USA arriverà ben poco a Finmeccanica, finchè qui da noi ci sarà questo nostro tipo di governo.
Il 6 luglio, poi, il colpo di grazia da parte di Goldman Sachs, agenzia internazionale di rating, che ha espresso un giudizio negativo su Finmeccanica declassando il titolo a sell (vendere) con target a 13 euro dai 17 euro di quel giorno. Quel giorno Finmeccanica perse il 3,4%, e anche oggi 10 luglio il titolo sta continuando a perdere.
Doppio danno, quindi, per i risparmiatori italiani.
Primo per aver sottoscritto un titolo sopravvalutato da organismi che dovrebbero tutelare il risparmio.
Secondo per aver subito un ulteriore danno da imputare alla stoltezza di certi politici che stanno dentro il governo.
Vi è poi un danno per lo Stato perché se in mancanza di commesse sostitutive di quella che ha perso, Finmeccanica sarà costretta a licenziare, il danno ricadrà sull’intera collettività.
Mi chiedo quindi se non sia il caso e non sia possibile far pagare i danni a chi si è reso complice e colpevole di tutto l’accaduto, a partire dalla Offerta Pubblica di Vendita.
Tutto questo in nome e in virtù proprio dell’articolo 47 della nostra Costituzione che è stato ignorato ed eluso.