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domenica, aprile 28, 2013

Buon lavoro Lorenzin e De Girolamo

 
Da tg24.sky.it (in caso di rivendicazione del copyright, la foto verrà rimossa)
 
Da più parti si agognava ad un governo del cambiamento, e cambiamento è stato. I cambi di rotta più drastici, rispetto al passato, sono avvenuti in due ministeri chiave: Salute, e Politiche Agricole e Forestali. Lì, dove sfido chiunque a dire che ci sia una qualsiasi sorta di trait d'union con il passato, sono state nominate le Pidielline Beatrice Lorenzin, di Ostia (di fianco a Letta nella foto), e la beneventana Nunzia De Girolamo (di fianco a Lorenzin). Lì il cambio di rotta è stato tra i più dirompenti, e in rete non si risparmiano commenti negativi da parte dei vari detrattori. Ma tant'è, mai contenti costoro: volevano il cambiamento, e cambiamento è stato; volevano facce nuove, che non avessero mai avuto incarichi di governo, e così è stato; volevano gente nuova, che non avesse alcun legame con gli intrallazzatori del passato, e così è stato. E allora, cosa volevano di più, costoro? La botte piena e la moglie ubriaca?
 
Buon lavoro Lorenzin e De Girolamo.

venerdì, aprile 26, 2013

Scoop e screditamenti alla Santoro

Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino. Ci sta proprio bene il noto proverbio in questa vicenda. Il protagonista è Michele Santoro, il sempre smanioso montatore di scoop ad ogni costo. Abituato, nei suoi talk show, a screditare chiunque non la pensi come lui, questa volta rischia di pagarla cara; e nel tribunale di Aosta, dove verrà processato il prossimo 27 giugno, non sarà il suo amico Antonio Ingroia a presiedere l'aula di tribunale, ma un altro giudice.  

False accuse in tv adesso Santoro rischia la condanna: "Concorso in diffamazione" 

«Il danno peggiore l'ha subito mio figlio, ancora più di me. Era un pilota promettente, selezionato per la nazionale di automobilismo al Gp, ma dopo quell'accusa sbattuta in prima serata sulla Rai, senza verifica...

Lo sponsor del suo team era pubblico, i Monopoli di Stato, e di fronte a quel sospetto, insinuato in tv, di aver preso una tangente, è chiaro che la carriera va in pezzi» racconta Mario Gatto, ex dirigente di Forza Italia in Piemonte, ora presidente dell'associazione Globoconsumatori. L'accusa era falsa, l'accusatore, Carmelo Tomasello, ex vicesindaco forzista di Legnano, è stato condannato per diffamazione nel maggio 2012, dal Tribunale di Aosta, a sei mesi di reclusione (pena sospesa) e 25mila euro di risarcimento per danno morale. E Michele Santoro, che ha mandato in onda quel servizio nel 2008, ad Annozero, è stato rinviato a giudizio per «concorso in diffamazione», sempre dal Tribunale di Aosta, decreto emesso tre giorni fa dal gup Marco Tornatore.
Nel servizio di Annozero l'ex vicesindaco fornì un piatto prelibato al menù serale di Santoro. Raccontò di aver girato parte di una mazzetta di 180mila euro (per questo è poi finito in carcere) al signor Gatto, che in cambio gli avrebbe procurato un appuntamento con l'allora ministro Claudio Scajola, uomo forte di Forza Italia nel Nord Ovest. Quei soldi dati a Gatto, spiegò l'ex vicesindaco ad Annozero, servivano a finanziare le gare automobilistiche del figlio di Gatto, pilota professionista. Un intreccio di soldi, corruzione e politica, con al centro Scajola. Un colpo da sparare in prima serata, come in effetti Santoro fece. Il servizio, peraltro, riesumava una storia già raccontata da Marco Travaglio, editorialista di Annozero, due anni prima, sull'Unità, dove riportavano le dichiarazioni di Tomasello, il quale «finanziava le gare automobilistiche del figlio di Gatto, che gli promise in cambio di lanciarlo nel firmamento parlamentare grazie alle sue entrature presso Dell'Utri, Pescante, Scajola. Infatti, intascati i primi 90mila euro, Gatto...» etc.
Una storia avvincente, con un unico problema: è falsa. «Dell'Utri non l'ho mai conosciuto, Pescante l'ho visto forse una volta come sottosegretario, Scajola sì lo conosco, e l'ho anche presentato a Tomasello, che allora era vicesindaco. Ma mai avrei chiesto un centesimo per farlo, né ho mai chiesto soldi per mio figlio, com'è stato dimostrato dai magistrati. È stata una accusa infamante, del tutto infondata - racconta Gatto, assistito dall'avvocato Andrea Serlenga del Foro di Torino - Quando vidi quel servizio ad Annozero rimasi basito, fecero parlare Tomasello, che tirava in ballo me, mio figlio e anche Scajola, senza il minimo contraddittorio, senza verifica alcuna. Ricordo che fui costretto a spegnere il cellulare per giorni. Può immaginare che problemi mi ha creato, come presidente di una associazione consumatori, essere considerato un corrotto...».
L'inizio del processo a carico di Santoro, come responsabile della testata Annozero, è previsto per il 27 giugno prossimo, la parola al giudice di Aosta, Davide Paladino (non all'amico Antonio Ingroia, trasferito proprio lì, ad Aosta, controvoglia, per decreto ministeriale, ma a fare il procuratore).

  

giovedì, aprile 25, 2013

La festa del 25 Aprile

25 Aprile, si vorrebbe festeggiare la ricorrenza di un fatto avvenuto 68 anni fa,  ma è difficile farlo quando si leggono storie agghiaccianti come queste:

GIUSEPPINA GHERSI, VIOLENTATA E UCCISA PER UN TEMA CHE AVEVA RICEVUTO IL PLAUSO DI MUSSOLINI. UNA MARTIRE DA NON DIMENTICARE.

di Mina Cappussi
 
LA PICCOLA AVEVA SCRITTO UN TEMA E LA MAESTRA L’AVEVA INVIATO AL CAPO DEL GOVERNO, RICEVENDO I COMPLIMENTI DELLA SEGRETERIA PARTICOLARE DEL DUCE, A TREDICI ANNI, DI QUALE ALTRA COLPA AVREBBE POTUTO MACCHIARSI? COLLABORAZIONISMO, LA SENTENZA DEL TRIBUNALE PARTIGIANO. DOPO INAUDITE VIOLENZE, RASATA A ZERO, IL CAPO IMBRATTATO DI VERNICE ROSSA. FINITA CON UN COLPO DI PISTOLA E GETTATA DAVANTI ALLE MURA DEL CIMITERO DI ZINOLA SU UN CUMULO DI CADAVERI. IL CORPO DISTESO NELLA FILA PER DIVERSI GIORNI. AVEVANO INFIERITO IN MANIERA BRUTALE SU DI LEI, SENZA RIUSCIRE A CANCELLARE LA SUA GIOVANE ETA'. UNA MANO PIETOSA AVEVA STESO SU DI LEI UNA SUDICIA COPERTA GRIGIA. L’ESPOSTO DEL PAPA’ GIOVANNI ALLA PROCURA DI SAVONA. DOPO 65 ANNI E’ GIUNTA L’ORA DI FARE GIUSTIZIA. ...
 
 
 
 
... Qui il seguito della storia di  Giuseppina Ghersi, violentata e uccisa per un tema. Seguiranno le agghiaccianti storie di altri nefandi assassinii, ormai dimenticate, per voltare pagina. 
 

mercoledì, aprile 24, 2013

Travaglio alla gogna

Travaglio se l'è voluto un giudizio così caustico da parte di Filippo Facci. D'altronde per uno che scrive a quel modo, è stato come esserselo andato a cercare un giudizio del genere. Mica tutti sono così gonzi creduloni da stare ad ascoltare uno che sputa giudizi e sentenze bilose dappertutto dove scrive e dove si presenta.

 

Facci vs Travaglio: "Fa schifo, i suoi lettori sono dei poveri pirla"

La penna di Libero ci va giù duro: "Ha uno stile escrementizio, si pettina come Bersani"

di Filippo Facci
Napolitano è veramente vecchio, ma Travaglio fa veramente schifo. Segnatevi la data (21 aprile) perché lo stile escrementizio del cabarettista del Travaglino ha toccato il fondo: quello del suo culo, strumento con cui evidentemente verga i suoi articoli. Nel suo fondo (schiena, appunto) il becchino di Torino, che ormai sfoggia una pettinatura alla giovane Bersani, domenica ha scritto che:
1)Napolitano è «a immagine e somiglianza» del «cadavere putrefatto e maleodorante di un sistema marcio» che «si barrica nel sarcofago inchiodando il coperchio dall'interno per non far uscire la puzza e i vermi»;
2) Napolitano è storicamente richiamabile a quando «i vecchi partiti di centrosinistra nel 1932 riconfermano il vecchio e rincoglionito generale von Hindenburg, 85 anni, spianando la strada a Hitler »;
3) Napolitano rischia di restare «abbarbicato al trono fino a 95 anni, imbalsamato e impagliato come certi autocrati tenuti in vita artificialmente con raffinate tecniche di ibernazione e ostesi in pubblico con marchingegni alle braccia per simulare un qualche stato motorio»;
4) I giornalisti hanno celebrato Napolitano «con lavoretti di bocca e di lingua sulle prostate inerti e gli scroti inanimati delle solite cariatidi». La versione online dell'articolo, mentre scriviamo, vanta 2234 commenti di poveri pirla, tutti entusiasti di questo portasfiga (lo salutano Di Pietro e Ingroia) ridotto a fare l'Ugo Intini di Beppe Grillo, un comico.

martedì, aprile 16, 2013

La crisi spiegata in modo semplice

Ricevo da Facebook e pubblico
La storiella non ha bisogno di spiegazioni. Ciascuno ne tragga la propria morale. 

LA CRISI SPIEGATA IN MODO SEMPLICE...

Helga è la proprietaria di un bar, di quelli dove si beve forte.
Rendendosi conto che quasi tutti i suoi clienti sono disoccupati e che quindi dovranno ridurre le consumazioni e frequentazioni, escogita un geniale piano di marketing, consentendo loro di bere subito e pagare in seguito. Segna quindi le bevute su un libro che diventa il libro dei crediti (cioè dei debiti dei clienti).
La formula “bevi ora, paga dopo” è un successone: la voce si sparge, gli affari aumentano e il bar di Helga diventa il più importante della città.

Lei ogni tanto rialza i prezzi delle bevande e naturalmente nessuno protesta, visto che nessuno paga: è un rialzo virtuale. Così il volume delle vendite aumenta ancora.

La banca di Helga, rassicurata dal giro d’affari, le aumenta il fido. In fondo, dicono i risk manager, il fido è garantito da tutti i crediti che il bar vanta verso i clienti: il collaterale a garanzia.

Intanto l’Ufficio Investimenti & Alchimie Finanziarie della banca ha una pensata geniale. Prendono i crediti del bar di Helga e li usano come garanzia per emettere un’obbligazione nuova fiammante e collocarla sui mercati internazionali: gli Sbornia Bond.

I bond ottengono subito un rating di AA+ come quello della banca che li emette, e gli investitori non si accorgono che i titoli sono di fatto garantiti da debiti di ubriaconi disoccupati. Così, dato che rendono bene, tutti li comprano.

Conseguentemente il prezzo sale, quindi arrivano anche i gestori dei Fondi pensione a comprare, attirati dall’irresistibile combinazione di un bond con alto rating, che rende tanto e il cui prezzo sale sempre. E i portafogli, in giro per il mondo, si riempiono di Sbornia Bond.

Un giorno però, alla banca di Helga arriva un nuovo direttore che, visto che in giro c’è aria di crisi, tanto per non rischiare le riduce il fido e le chiede di rientrare per la parte in eccesso al nuovo limite.

A questo punto Helga, per trovare i soldi, comincia a chiedere ai clienti di pagare i loro debiti. Il che è ovviamente impossibile essendo loro dei disoccupati che si sono anche bevuti tutti i risparmi.

Helga non è quindi in grado di ripagare il fido e la banca le taglia i fondi.

Il bar fallisce e tutti gli impiegati si trovano per strada.

Il prezzo degli Sbornia Bond crolla del 90%.

La banca che li ha emessi entra in crisi di liquidità e congela immediatamente l’attività: niente più prestiti alle aziende. L’attività economica locale si paralizza.

Intanto i fornitori di Helga, che in virtù del suo successo, le avevano fornito gli alcolici con grandi dilazioni di pagamento, si ritrovano ora pieni di crediti inesigibili visto che lei non può più pagare.

Purtroppo avevano anche investito negli Sbornia Bond, sui quali ora perdono il 90%.

Il fornitore di birra inizia prima a licenziare e poi fallisce.

Il fornitore di vino viene invece acquisito da un’azienda concorrente che chiude subito lo stabilimento locale, manda a casa gli impiegati e delocalizza a 6.000 chilometri di distanza.

Per fortuna la banca viene invece salvata da un mega prestito governativo senza richiesta di garanzie e a tasso zero.

Per reperire i fondi necessari il governo ha semplicemente tassato tutti quelli che non erano mai stati al bar di Helga perché astemi o troppo impegnati a lavorare.
Bene, ora potete dilettarvi ad applicare la dinamica degli Sbornia Bond alle cronache di questi giorni, giusto per aver chiaro chi è ubriaco e chi sobrio

lunedì, aprile 15, 2013

Impariamo dagli altri


Cielo, prato, papavero - Foto di Andrea Di Sabatino

Francia: come salvare i posti di lavoro facendo squadra

Da Yahoo! Finanza - scritto da Davide Mazzocco

"In Francia non è facile far chiudere una fabbrica. Oltralpe gli scioperi continuano a essere degni di questo nome e non si sfilacciano in deroghe, fasce orarie protette e crumiraggi assortiti. Quando c’è da protestare il Paese si ferma. Quando i conducenti dei tir decidono di incrociare le braccia il Paese si paralizza. E se l’Italia, in tal senso, continua a essere il Paese del guicciardiniano “particulare”, la Francia sembra perpetuare quello spirito rivoluzionario che rovesciò l’Ancien Régime facendo entrare il mondo nell’era moderna, quella della conquista dei diritti.

Il caso della Sanofi, raccontato dall’autorevole
Wall Street Journal, è emblematico di quanto il capitale sociale sia solido in Francia, quasi facesse parte del corredo biologico di ogni singolo abitante. A luglio la multinazionale ha annunciato la volontà di chiudere lo stabilimento di Tolosa, divenuto troppo costoso e scarsamente redditizio sotto il profilo delle scoperte scientifiche.

Il contrattacco dei dipendenti non si è fatto attendere: settimanalmente sono andati in scena i “giovedì della rabbia”, con tanto di proteste, striscioni, bandiere e flash mob con danze di guerra Maori. La politica ha fatto la sua parte: il ministro dell’Industria Arnaud Montebourg è andato a dire in Parlamento che non avrebbe tollerato tagli al personale da parte di aziende con i bilanci in regola.

Mentre i vertici dell’azienda attendono che il Governo chiarisca se e come il loro stabilimento possa diventare il centro locale di ricerca sul cancro, Sanofi prosegue la negoziazione con i sindacati per valutare la possibilità di offrire ai propri lavoratori posti di lavoro in altri siti.

In Francia le leggi sul lavoro limitano la capacità delle aziende di licenziare i dipendenti e ciò è percepito con insofferenza dalle multinazionali di stampo anglosassone abituate a operare nel libero mercato globale aprendo e chiudendo stabilimenti, in barba a tanti diritti garantiti, invece, nei paesi europei con una lunga tradizione sindacale alle spalle.

Il caso di Sanofi, poi, ha toccato un nervo scoperto: in Francia (a differenza del nostro Paese) i posti di lavoro nei settori Ricerca e Sviluppo sono molto apprezzati poiché forniscono lavoro a dipendenti altamente qualificati e ben retribuiti e possono essere la base per nuove attività.

Sviluppare un nuovo farmaco in Francia costa, a Sanofi, il 20% in più. Al netto dei problemi che sorgono quando si vuole voltare pagina, cambiare.

Le trattative con i sindacati sono state conflittuali. Nel mese di dicembre i lavoratori in camice bianco hanno inscenato l’haka, la danza di guerra Maori. Anche il Governo francese ha mostrato i muscoli prima negli incontri con la dirigenza Sanofi, poi con i sindacati. Il ministro Montebourg si è mosso in prima persona incontrando il direttore esecutivo di Sanofi, Chris Viehbacher, nel luglio e nel settembre scorsi e costringendolo a rivedere le stime dei tagli, scesi dagli iniziali 2000 ai circa 900 dipendenti a rischio. Nel Midi il clima è stato rovente anche nei mesi invernali. Pierre Coehn, sindaco socialista di Tolosa, ha definito “hooligans” i dirigenti della Sanofi. Recentemente una corte d’appello ha riconosciuto come Sanofi, lo scorso autunno, abbia violato le leggi francesi sul lavoro non discutendo con i sindacati i piani di riorganizzazione e, soprattutto, non presentando un piano per salvare i posti di lavoro. Una piccola grande vittoria ottenuta grazie all’unione di intenti fra Governo, sindacati e lavoratori. Gli omologhi italiani prendano nota."

sabato, aprile 13, 2013

Soluzione dei Saggi per i costi della politica


Quante stupidaggini dai saggi sui costi della politica....
1) Il finanziamento pubblico ai partiti va bene. Anzi: è “ineliminabile”.
2) I partiti devono godere...
anche di altri privilegi: sgravi fiscali robusti per chi li finanzia e accesso gratuito ai locali pubblici.
3) Il finanziamento ai gruppi parlamentari deve rimanere ma non diventare una “forma di finanziamento ai partiti” (e come? Vallo a sapere).
4) I costi della politica li controlla la Corte dei Conti, con l’unica avvertenza che bisogna “uniformare i criteri di controllo” (avessi detto).

Saranno pure saggi, questi saggi, ma a me pare che dicano un sacco di sciocchezza. Almeno nel capitolo sesto, quello dedicato a “regole per l’attività politica e per il suo finanziamento” (pagine 24-26) della relazione sulle riforme istituzionali, beh, le soluzioni proposte sono pressoché nulle e le banalità invece molte. A cominciare proprio da quell’”ineliminabile”. Viene giustificata così: bisogna salvare la “correttezza della competizione democratica e evitare che le ricchezze private possano condizionare impropriamente l’attività politica”. Insomma la solita scusa: se i partiti non prendono soldi pubblici finiscono nelle mani dei soliti noti. Come se il finanziamento pubblico avesse garantito finora il perfetto funzionamento democratico e la trasparenza…

Non diciamo scemenze: l’unico modo per rendere i partiti democratici e trasparenti è quelli di affamarli, togliere loro ogni finanziamento pubblico e costringerli ad andare a conquistare finanziamenti dai loro sostenitori. Si vuole evitare che i ricchi prevalgano? Basta mettere un tetto ai contributi. Massimo contributo possibile: 50mila euro. Oppure 100mila euro. Oppure 30mila euro. Vuoi i soldi? Conquistali con la forza delle tue idee. Non con il furto di una legge che palesemente viola, in nome della democrazia, la volontà popolare espressa con referendum…


 Mario Giordano
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Sul finanziamento pubblico della politica, anche per me i saggi dicono un sacco di idiozie.
 
Amici del Castello1, mettiamo a frutto il nostro impegno, fondiamo un partito, così come più o meno ha fatto Grillo, e, in base alle teorie di questi saggi, ci potremo garantire entrate sicure mensili. In fondo quello che facciamo col blog è politica con la P maiuscola, e non baggianate o perdite di tempo, si tratterà solo di rendere pubbliche le nostre idee, e farci votare, il che per ognuno di noi non credo sia un problema. Io mi autoescludo per questioni che molti di voi conosceranno, ma tra di voi ci sono almeno dieci elementi che per idee, impegno, costanza potrebbero ben figurare a Montecitorio o a Palazzo Madama. Di una cosa sono estremamente certo, e non ho bisogno di ulteriori prove che me lo confermino: rispetto ai grillini, i circa dieci blogger individuati hanno capacità ed intelligenza incommensurabilmente superiore ad ognuno singolo di loro.

Aggiornamento del 14 aprile.
Oppure facciamo come Michele Santoro che ha già depositato i simboli per il suo nuovo partito 

venerdì, aprile 12, 2013

La balordaggine del reddito di cittadinanza


Per una volta tanto sono d'accordo con Massimo Cacciari: "Il reddito di cittadinanza è una gran puttanata". Lunedì prossimo i grillini, e deputati del PD, tra cui la veltroniana Marianna Madia (foto, assieme a Cacciari) porteranno in parlamento la proposta per far istituire il reddito minimo di cittadinanza.

Belle parole, tanto da consentire a costoro di riempirsene la bocca, e a tanti grulli creduloni di starli ad ascoltare. Solo chiacchiere, parole senza costrutto. E sì, perchè non si capisce bene chi poi lo dovrebbe pagare questo reddito minimo di cittadinanza, e con quali soldi lo si dovrebbe pagare. Forse che lo si pagherà emettendo appositi BTP a lungo termine? E chi li sottoscriverà quei titoli, che andrebbero a far espandere il debito pubblico a non si sa quanto. Li faremo per caso sottoscrivere ai grillini e a chi per essi? Io non li sottoscriverei di certo, e così faranno tutte le persone sane di mente, che non metteranno più il becco di un quattrino in titoli di stato italiani. Ma forse ci si stà illudendo per il buon andamento dello spread di questi giorni? il quale è sceso nonostante tutto, nonostante non avessimo un governo. La risposta allo strano avvenimento è molto semplice. E a parlarne, come al solito, non sono io, ma giornali autorevoli, dei quali è stata letta la notizia ieri mattina a Radio Padania. Pare che i giapponesi stiano comprando titoli stranieri che rendano qualcosa in più dei loro, e nel contempo siano anche più sicuri dei loro (a quanto pare) nel lungo termine, visto che il loro rapporto debito PIL è del 236 % (Il Sole 24Ore) e sembra sia in continuo aumento (fino a che livello  hanno intenzione di portarlo). A quanto sembra, pare che qualcuno stia cominciando ad impensierirsi di quel dato molto elevato, rispetto a quello molto più basso di tante nazioni europee. E così pare si stiano riversando su titoli europei, tra i quali c'è anche l'Italia a beneficiarne. Ma se il nostro rapporto debito Pil dovesse salire, a causa di nuove emissioni il cui ricavato dovrebbe finanziare spese pubbliche a babbo morto, come andrà a finire? 

mercoledì, aprile 10, 2013

La marcia per i gonzi creduloni


Foto dall'articolo di Annalisa Terranova sul Secolo d'Italia
 
Sarà una grande pacchianata, una presa per i fondelli - fumo negli occhi per i milioni di gonzi creduloni che popolano il suolo patrio - la marcia contro la povertà indetta per sabato da Pier Luigi Bersani (PD in marcia contro la povertà sulla rete l'ideona di Bersani fa subito flop). Ma il PD e i suoi sostenitori, gli adepti, i simpatizzanti, tra cui quelli "interessati" predicano, predicano, e lo sanno fare molto bene se riescono a tirare dalla loro parte una così elevata moltitudine di gonzi creduloni. Vadano, questi gonzi creduloni, a vedere chi sono coloro che parteciperanno o che hanno annunciato il loro sostegno alla marcia. Tanti bei nomi conosciuti, tanto da buttare tanto fumo negli occhi per tutti quei gonzi creduloni. Sarà capitanata dal premier in pectoris Bersani che tanto povero non diventerà, se un domani andrà in pensione con tre assegni che gli garantiranno ben oltre 10.000 euro al mese di entrate (ho perfino perso il conto esatto). Poi ci saranno numerosi altri onorevoli del PD, e quel Matteo Colaninno, il cui padre, da semplice impiegato dell'allora Banca Agricola Mantovana, si era straarricchito; e sanno in che modo lo fece, i risparmiatori che avevano investito denari in borsa. Ci saranno anche Fabio Fazio, Luciana Litizzetto, e Serena Dandini che sappiamo quanto succhiano da Mamma Rai (e quindi da noi) per quelle quattro scemenze che dicono.    

martedì, aprile 09, 2013

Le vere malate d'Europa

Per uscire dal pantano c'è bisogno di tutti, imprenditori ed operai in primo luogo. Invece, da quel che ho visto ieri sera nel programma di Paolo Del Debbio, Quinta Colonna, ci sono ancora molti di sinistra che han la puzza sotto il naso: ritengono il PDL causa dello sfacelo dell'Italia, e quindi non vogliono mettersi d'accordo con loro. Sfacelo, insomma, come se lo sfacelo riguardasse solo l'Italia. Poverini, han la vista corta, che non permette loro di vedere oltre il proprio naso. Non sanno, per esempio, che ci sono economie più disastrate di noi, e che però sanno celare e mimetizzare assai bene i loro malanni interni. E forse lo sanno celare perchè tra di loro pare ci sia molta più coesione interna che non qui da noi. E tanto per farla breve, e tanto per parlare di un argomento di primaria importanza, il nostro sistema bancario, checchè se ne dica, da quel che se ne deduce dalla lettura dell'articolo di Nicola Porro qui di seguito, sembra essere il più solido del mondo. E tanto per intenderci, se Unicredit e Intesa fossero quotate alle borse di Francoforte (Germania) o di New York, potrebbero essere leader bancarie di quelle borse, perchè i parametri che usano da quelle parti per stimarne il valore sembra essere molto più blando che non qui da noi. E non sono io a dirlo, ma il vice-direttore del Giornale Nicola Porro: Le vere malate d'Europa sono le banche tedesche.  

lunedì, aprile 08, 2013

Imprenditori suicidi e genocidio dei cristiani

Imprenditori suicidi e genocidio dei cristiani: dove sta la Chiesa?

Dal sito di IO AMO L'ITALIA

Imprenditori suicidi e genocidio dei cristiani: dove sta la Chiesa?
Di Magdi Cristiano Allam

(da Il Giornale) - I funerali dei tre suicidi per la crisi economica, i coniugi Romeo Dionisi, Anna Maria Sopranzi e suo fratello Giuseppe, svoltisi sabato scorso nella Chiesa di San Pietro e Paolo di Civitanova Marche, hanno evidenziato che gli italiani sono consapevoli che si tratta di un “omicidio di Stato”, impietoso nell'imporre il più alto livello di tassazione al mondo, latitante nel restituire i propri debiti alle imprese che sono complessivamente 130 miliardi (stima della Cgia), aguzzino nel pretendere anche più del dovuto, carnefice nell'assistere impassibile alla morte dei suoi cittadini.
Al tempo stesso ha confermato il mutato atteggiamento della Chiesa che, pur considerando il suicidio una manifesta violazione del valore non negoziabile della sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale, accorda i funerali religiosi ai suicidi per ragioni economiche in quanto vittime di un'ingiustizia insostenibile. A tal punto che l'arcivescovo di Fermo Luigi Conti, presidente della Conferenza episcopale delle Marche, durante l'omelia ha egli stesso implicitamente sposato la tesi dell' “omicidio di Stato” rivolgendo un appello a “coloro che ci governano perché facciano presto e si rendano conto che non ce la facciamo più (…) Non potete immaginare quante persone mi chiedono aiuto, ma ultimamente sono spaventato. Non sono solo gli operai a rivolgersi a me ma anche gli imprenditori”.
Le parole dell'arcivescovo mal si conciliano con la posizione ufficiale della Segreteria di Stato vaticana e della Conferenza Episcopale Italiana che hanno pubblicamente e direttamente sostenuto il governo Monti nell'esercizio del suo mandato e nella campagna elettorale risoltasi in un insuccesso. Perché è proprio Monti il rappresentante ufficiale della finanza speculativa globalizzata (Goldman Sachs, Moody's, Gruppo Bilderberg) che sta uccidendo l'economia reale, condannando a morte le imprese (circa mille al giorno), riducendo in povertà gli italiani (oltre 1 milione di licenziati nel 2012).
Proprio questo contesto fa sì che l'elogio della povertà con cui Papa Francesco ha inaugurato il suo pontificato rischia di essere equivocato come un invito alla rassegnazione. All'opposto gli italiani si attenderebbero dalla Chiesa la denuncia forte dello strapotere delle banche speculative, del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Centrale Europea e di questa Unione Europea assoggettata al dio euro e alla dittatura del relativismo.
C'è una seconda emergenza a cui la Chiesa dovrebbe dare una risposta chiara e forte: il genocidio dei cristiani nei paesi islamici. L'insieme del Mediterraneo è stato cristiano fino al Settimo secolo. Con le guerre e la conversione forzata, le sponde orientale e meridionale sono state sottomesse all'islam. Dopo aver costretto alla fuga gli ebrei, oggi gli islamici stanno perseguendo una chiara strategia di cacciata dei cristiani. Il vescovo cattolico siriano Issam John Darwish, intervenendo a Milano venerdì scorso, è stato categorico: “Siamo vittime di un complotto internazionale. Oggi dopo quella che voi in Occidente chiamate Primavera araba, la Siria si è trasformata nel quartier generale dei terroristi islamici provenienti da Qatar, Arabia Saudita, Libia, Tunisia, Egitto, Pakistan, Afghanistan e Cecenia uniti dalla volontà di uccidere i cristiani. Se l'Europa non aiuterà i cristiani in Oriente arriverà anche il suo turno. L’estremismo islamico sulla sponda meridionale del Mediterraneo colpirà inevitabilmente anche la sponda settentrionale”. Nel fine settimana in Egitto gli estremisti islamici hanno ucciso almeno 7 cristiani e attaccato la principale cattedrale copta al Cairo. Ebbene anche in questo caso la Chiesa dovrebbe calarsi nella realtà dei cristiani d'Oriente che stanno subendo un vero e proprio genocidio, anziché insistere nella follia suicida della legittimazione dell'islam.
Gli imprenditori suicidi e il genocidio dei cristiani d'Oriente sono due emergenze che interpellano la Chiesa e che mettono a nudo l'imperativo di coniugare ciò che si afferma, ciò in cui si crede e ciò che concretamente si fa.
 
Post correlato: Sulla via di Damasco

domenica, aprile 07, 2013

Lettera aperta alla Boldrini

LETTERA APERTA ALLA BOLDRINI . NON ESISTONO SOLO GLI IMMIGRATI , ESISTONO ANCHE GLI ITALIANI .

Copia-incolla dal sito  Dietro Le Quinte

Presidente Boldrini non esististo solo gli immigrati, esistono anche gli italiani

Presidente Boldrini , apprendo come la maggior parte degli Italiani che in passato non lontano ebbe a dire di essere nata nel paese sbagliato , quindi mi domando: come può lei rappresentare la mia terra ( l’ Italia ) se lei non la ama ?
io sono cittadina Italiana , di nascita Italiana e figlia di genitori Italiani , amo la mia terra e ne vado orgogliosa , quando sento l’inno d’Italia mi alzo in piedi e ancora oggi mi emoziono . L’Italia è la terra più bella del mondo , non solo per la sua arte e magnificenza , non solo perchè è tra le maggiori potenze mondiali , non solo per la pizza e gli spaghetti al pomodoro , ma per la gente che la popola , gente orgogliosa delle sue radici , delle sue origini , orgogliosa della sua storia , orgogliosa di un’Italia che tutto il mondo ci invidia . Vede Presidente , l’ Italia è un paese ospitale , noi accogliamo tutti , nonostante ci chiamiate razzisti , ma le domando : Cos’è il razzismo ? Non è forse razzista quella graduatoria per l’assegnazione delle case popolari dove l’80% degli aventi a diritto sono immigrati ? Non è forse razzismo obbligare gli anziani che hanno lavorato per 40-50 anni a percepire una pensione di 300 euro mentre un immigrato ne percepisce 500 senza aver mai versato una sola ora di contributi ? Non è forse razzista un ricorso del TAR che obbliga un comune ad occuparsi di una famiglia Rom milionaria ? Non è forse razzismo recarsi dagli assistenti sociali per chiedere aiuto e sentirsi rispondere che prima ci sono gli stranieri e poi gli italiani ? Forse lei Presidente è distratta e non si accorge di troppe cose , non si accorge delle contestazioni a Civitanova , non si accorge che la maggior parte degli Italiani vivono in condizioni di estrema povertà e scommetto che ignora anche che gli italiani vivono una sensazione di razzismo al contrario , ma questo non dipende dagli immigrati , che tutto sommato ci marciano sopra , ma dipende da voi , dalle istituzioni che tutelano tutti tranne che noi Italiani . Perchè non si domanda come mai sbarcano tutti qui ? Non creda che sia esclusivamente per un discorso geografico , perchè una volta sbarcati , se non si trovassero bene si sposterebbero in paesi più lontani … invece restano , restano qui perchè si accorgono subito che loro hanno più diritti di noi . E’ ammirevole occuparsi di immigrazione , ma lo è meno quando si volge l’occhio troppo lontano senza guardare dentro casa propria , ai propri figli che arrivano persino a chiedere di avere gli stessi diritti degli stranieri , ed ad altri a togliersi la vita …. Questa è la mia Italia , la terra che amo con tutto il cuore e che mai mi sognerei di abbandonare , l’Italia che mi scorre orgogliosamente nelle vene per senso di appartenenza . Ma c’è anche l’altra faccia dell’ Italia che di Italiano ha perso molto , l’Italia che ti fa sentire ospite a casa tua , l’Italia che ti toglie il Natale perchè offende gli ospiti stranieri , ti toglie le Chiese e gli oratori e li rimpiazza con moschee , ti toglie il Crocefisso dal muro perchè potrebbe turbare qualche fanciullo di religione diversa …… La verità è che a loro non importa affatto se noi festeggiamo il Natale o se il Crocefisso stà appeso alla parete , è a voi che disturba non a loro , e siete voi che ci mettete gli uni contro gli altri facendogli credere che noi siamo gli intolleranti …. Abbiamo convissuto con i Testimoni di Geova (che non sono a favore di Natale e Crocefisso ) per decenni senza che questo turbasse la sensibilità di nessuno , ed ora , ecco che stranamente turba oggi per favorire falsamente una minoranza a discapito della maggioranza . Dov’è finita la DEMOCRAZIA ? Dove sono finiti i diritti degli Italiani ? Possibile che abbiamo solo doveri e nessun diritto ? Ieri ai funerali di Civitanova la gente si è fatta sentire , peccato che lei non se ne sia accorta , peccato che lei Presidente sia stata così distratta da non essersene accorta …………
Vede , la missione non è prettamente dell’Africa , abbiamo bisogno di missionari anche in Italia perchè l’Italia lentamente muore e voi non ve ne accorgete neppure .

Marinella Tomasi

mercoledì, aprile 03, 2013

Curriculum di uno dei Saggi

Filippo Bubbico, uno dei 10 saggi, senatore del Partito Democratico, è ben conosciuto dai suoi concittadini lucani, tanto che un suo corregionale, Nicola Piccenna, nel suo blogspot TOGHE LUCANE, ne traccia un gustoso curriculum. Il post è una sorta di lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella quale espone vicende della sua regione, ben note ai lucani, in cui sarebbe coinvolto Filippo Bubbico. L'autore del post appare così molto stupito del fatto che Giorgio Napolitano abbia designato Filippo Bubbico come uno dei 10 saggi d'Italia, pregandolo alfine di rimandarlo a casa.

Dal Blog TOGHE LUCANE

"" Il Presidente Napolitano ed il pesce d'Aprile del "saggio" Filippo Bubbico
Ora basta, illustrissimo Signor Presidente Giorgio Napolitano, dica a tutti che si è trattato di un pesce d'aprile e rimandi Filippo Bubbico al suo (di lui e di Lei) partito ed alla sua (di lui e di noi) Basilicata.

Che Filippo Bubbico possa passare per un saggio in grado di fornire idee e progetti in materia di economia è un'idea partorita da una mente priva di memoria storica e politica oppure, quantomeno, convinta che quella medesima debolezza di memoria sia attribuibile alle genti di Lucania. Non è così!
Filippo Bubbico architetto, ma anche presidente del Consorzio Seta Italia (per mero errore, lì lo chiamano Filippo Bibbibo). Il Consorzio Seta Italia ha tra i suoi soci il Consorzio Seta Basilicata, lì il presidente è sempre Filippo Bubbico. I consorziati di COSEBA sono diversi, ma anche il padre ed il suocero di Filippo. Il Consorzio Seta Italia riceve qualche migliarduccio di lire italiane dall'Unione Europea per realizzare gelseti, allevare bachi e produrre seta. Tranne qualche piantagione di gelsi e qualche capannone vuoto ed in disuso, nulla sembra giustificare l'enorme esborso di fondi pubblici. Poi capita di vedere alcuni documenti, come le sette fatture dell'agronomo R. N. per progettazione impianti gelsibachicoltura. Si tratta di prestazioni finanziate al 75% dall'Unione Europea ed è esattamente il 75% che Bubbico Filippo passa ad incassare dall'agronomo a fine anno. Un “pizzo?”, domanda un giudice di Milano. “No, in Basilicata il pizzo lo lasciano all'agronomo”, risposta registrata in atti giudiziari!
    Filippo Bubbico sottosegretario, ma anche uomo del dialogo costruttivo. Una squadra di operai di nazionalità russa smonta le linee di produzione del pastificio Barilla a Matera, Finanziate con i soldi del terremoto. Hanno un visto turistico ma dormono e lavorano nel pastificio dismesso da 9 mesi. Vengono convocati in Questura dove si rilevano le irregolarità. Arriva un'auto blu e ne esce il sottosegretario Filippo Bubbico. Dopo un quarto d'ora Bubbico lascia la Questura e dopo altri cinque minuti i russi escono e tornano a dormire, smontare, caricare e spedire le macchine per fabbricare pasta. Resteranno così altri quindici giorni. Quando il lavoro termina, la Questura contesta una serie di irregolarità e ingiunge di abbandonare il Paese. Ma i russi non ci sono già più. Partono i container, destinazione Krasnodar: Kubanskaya Makkaronnaya Fabbrika. Li ferma la Guardia di Finanza di Matera e rileva che i trasportatori non hanno nemmeno le bolle di accompagnamento ma decide di lasciarli partire ugualmente, regolarizzeranno entro 48 ore. In tarda serata, la Procura di Matera dispone il sequestro dei container presso il porto di Salerno. Qualcuno riferisce di aver visto un'auto blu (diversa da quella del sottosegretario, ad onor del vero) nei pressi del Palazzo di Giustizia di Matera nelle primissime ore del mattino seguente, giusto qualche minuto prima che venga disposto il dissequestro;

    Filippo Bubbico presidente della Regione Basilicata diventa il generale Bubbico che, alla testa di trecentomila lucani indignati, si oppone al decreto del Consiglio dei Ministri che individua Scanzano quale sito del Deposito Unico Nazionale delle scorie nucleari. Nel verbale del Consiglio dei Ministri che statuisce quella insana decisione, il Ministro Matteoli dichiara: “...il Presidente della Regione ha detto: <>”. Poco oltre, in quello stesso verbale, le dichiarazioni del Sottosegretario Gianni Letta: “...il Presidente della Regione ha detto: <>”. Non risulta che Bubbico abbia mai querelato Altero Matteoli e/o Gianni Letta. Si è limitato a querelare il giornalista che quel verbale ha reso pubblico. Riportare le dichiarazioni rese da un Ministro ed un Sottosegretario in un Consiglio dei Ministri, secondo Bubbico, è reato!

    Filippo Bubbico commissario ad acta autorizza la costruzione del Villaggio Marinagri nella foce del fiume Agri. Alcuni magistrati di Catanzaro, ritengono che la cosa non comporti responsabilità penali e, in buona parte, oggi sono imputati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari insieme con loro colleghi lucani. Non è un reato, dice la Giustizia Italiana. E come vogliamo qualificarlo, un merito? Una luminosa e lungimirante intuizione in materia di edilizia fluviale?
    Ebbene, Signor Presidente, quest'uomo sarebbe un saggio in grado di affrontare i problemi che assillano l'economia Italiana?
    Si fidi di noi che lo conosciamo bene, è un uomo che ha pensato solo a se stesso ed al partito di cui è parte. Fedelissimo di D'Alema e Bersani, se questo è un pregio. Certamente non fedele alla Lucania ed ai Lucani e questo è certamente un difetto.
    Da domani, 2 aprile, faccia sul serio e lo rimandi a coloro che glielo hanno propinato. La questione è molto seria e comprende, come Le potremmo spiegare dettagliatamente, gli interessi economici del maggior giacimento petrolifero dell'Europa Continentale. Fatti di cui il “saggio” Filippo Bubbico conosce ogni minimo particolare, forse!"
    di nicola piccenna




martedì, aprile 02, 2013

L'umiltà e l'umiliazione patita da Papa Benedetto XVI



Germania, 22/9/2011

Scrive uno degli utenti di Facebook che avrebbero diramato in rete il filmato:
 
"Non è mai andato in onda in Italia; è stato ripreso dalla TV polacca durante la visita di Benedetto XVI in Germania il 22/9/2011.

Guardate quanti Vescovi (probabilmente gli stessi che l'hanno indotto a dimettersi) indietreggiano rifiutando...
si di stringergli la mano e il Papa con quale umiltà affronta questa umiliazione ripugnante da parte di chi crede di servire Cristo.

Quanto aveva ragione quando diceva di quanta superbia e autosufficienza c’è dentro la Chiesa riferendosi a quanti da dentro non accettano il Magistero e pretendono di fare una Chiesa a modo loro."


Post correlato: Senza peli sulla lingua - di Padre Giovanni Scalese


 

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