Viaggio in Sicilia (ottava parte)


 Ho trovato gli appunti di quel viaggio "modificato strada facendo", di 28 anni fa, conservati nell'Atlante Automobilistico 3, del Touring Club Italiano. Se fossimo scesi dal Traghetto Napoli-Palermo, anzichè arrivare in Sicilia via auto (ed entrando da Messina), per arrivare alla meta avremmo dovuto percorrere 240 km. Così, invece, ne avevo già percorsi 600, da Napoli a Catania, e me ne restavano ancora 100 o 130 (a seconda dell'itinerario) da percorrere. Inoltre, facendo l'autostrada che transita da Buonfornello, Caltanissetta ed Enna, sarei uscito a Mulinello e, diretto a Piazza Armerina, che avrei trovato nel mio tragitto verso Gela, avremmo sostato alla celebre Villa Romana del Casale, per ammirarne gli antichi mosaici romani. Ma non fu così, e me li sono persi per sempre: chi ci va ora fin là per ammirarli? Dal centro di Palermo a Piazza Armerina ci sono solo 163,3 chilometri di comoda autostrada e superstrada (nel tratto dopo Mulinello); il fatto è che prima devi arrivare a Palermo, da qualunque parte del mondo in cui ti trovi.
Ho trovato gli appunti di quel viaggio "modificato strada facendo", di 28 anni fa, conservati nell'Atlante Automobilistico 3, del Touring Club Italiano. Se fossimo scesi dal Traghetto Napoli-Palermo, anzichè arrivare in Sicilia via auto (ed entrando da Messina), per arrivare alla meta avremmo dovuto percorrere 240 km. Così, invece, ne avevo già percorsi 600, da Napoli a Catania, e me ne restavano ancora 100 o 130 (a seconda dell'itinerario) da percorrere. Inoltre, facendo l'autostrada che transita da Buonfornello, Caltanissetta ed Enna, sarei uscito a Mulinello e, diretto a Piazza Armerina, che avrei trovato nel mio tragitto verso Gela, avremmo sostato alla celebre Villa Romana del Casale, per ammirarne gli antichi mosaici romani. Ma non fu così, e me li sono persi per sempre: chi ci va ora fin là per ammirarli? Dal centro di Palermo a Piazza Armerina ci sono solo 163,3 chilometri di comoda autostrada e superstrada (nel tratto dopo Mulinello); il fatto è che prima devi arrivare a Palermo, da qualunque parte del mondo in cui ti trovi. dichiaratamente, al contrario della Catania-Vizzini che ne ha 13. In compenso, però, quella per Caltagirone riserva ben 23 km di strade panoramiche (e lo sono veramente, perchè li ho provati), mentre l'altra ne ha solo 11. Da Caltagirone alla meta, ci sarebbero stati altri 24 km di strade panoramiche, al contrario dell'altro itinerario che, da Vizzini alla meta non ne avrebbe più riservati.
dichiaratamente, al contrario della Catania-Vizzini che ne ha 13. In compenso, però, quella per Caltagirone riserva ben 23 km di strade panoramiche (e lo sono veramente, perchè li ho provati), mentre l'altra ne ha solo 11. Da Caltagirone alla meta, ci sarebbero stati altri 24 km di strade panoramiche, al contrario dell'altro itinerario che, da Vizzini alla meta non ne avrebbe più riservati.  Natale 1980, eravamo a Catania, quella mattina. Il sole sfavillante e il cielo terso: sarebbe stata una gran bella giornata.
Natale 1980, eravamo a Catania, quella mattina. Il sole sfavillante e il cielo terso: sarebbe stata una gran bella giornata. toso abbandono. Da dietro le reti di protezione, avevamo scorto cumuli di macerie che sembravano abbandonate là. A dare speranza sulla sua rinascita, s'intravvedeva, però, un certo fervore per lavori di restauro che, forse, erano stati iniziati da poco tempo. Se dovessi tornare oggi sul posto, resterei senzaltro stupito nel vedere come quei lavori, che sembravano andare assai a rilento, hanno riportato fascino, poesia e pace e raccoglimento spirituale che erano propri di quella splendida, austera, rinomata località. Coloro che, del mio nord, ne avessero sentito parlare in termini appropriati, ne venivano attratti come una calamita. Era stato proprio il caso mio.
toso abbandono. Da dietro le reti di protezione, avevamo scorto cumuli di macerie che sembravano abbandonate là. A dare speranza sulla sua rinascita, s'intravvedeva, però, un certo fervore per lavori di restauro che, forse, erano stati iniziati da poco tempo. Se dovessi tornare oggi sul posto, resterei senzaltro stupito nel vedere come quei lavori, che sembravano andare assai a rilento, hanno riportato fascino, poesia e pace e raccoglimento spirituale che erano propri di quella splendida, austera, rinomata località. Coloro che, del mio nord, ne avessero sentito parlare in termini appropriati, ne venivano attratti come una calamita. Era stato proprio il caso mio.Erano circa le 17 della vigilia di Natale, c'era rimasta ormai poca luce, ma ne volli approfittare comunque, per ammirare la sponda siciliana, vista "dall'al di quà dello Stretto", anche se il motivo principale fu quello che ho detto. La definizione di chilometro più bello d'Italia fu coniata da Gabriele D'Annunzio durante una sua visita sul posto, dopo che quel tratto di lungomare era stato ricostruito, a quanto si diceva molto bello, in seguito al devastante terremoto del 1908.
Ma anche questo, al pari della Certosa di Padula, mi aveva fatto vedere segni di un certo decadimento, che non erano meritori di quella fama acquisita negli anni '20. E soltanto più tardi, in seguito ai lunghi e costosi lavori di completamento e ammodernamento, avvenuti dopo il 1980 - anno in cui sono avvenuti i fatti di cui scrivo - sarebbe venuto a splendere della bellezza di cui il turista attuale può godere. Il lungomare reggino, ben più lungo dei mille metri ai quali ci fa pensare la definizione, è talmente bello che, nel 2005, l'organizzazione del Giro d'Italia, vi fece partire quell'edizione, mostrando così, al mondo intero, i lavori fatti per riportare ai fasti uno degli angoli d'Italia fra i più belli e suggestivi d'Europa.
Il lungomare reggino, ben più lungo dei mille metri ai quali ci fa pensare la definizione, è talmente bello che, nel 2005, l'organizzazione del Giro d'Italia, vi fece partire quell'edizione, mostrando così, al mondo intero, i lavori fatti per riportare ai fasti uno degli angoli d'Italia fra i più belli e suggestivi d'Europa.
(segue)
 Era una giornata di sole, splendida e soleggiata come questa, con la differenza che oggi, dietro una lieve foschia, vedo le alpi innevate e il Pirellone, dalle finestre di casa mia; allora, ero intento a contemplare una larga distesa di lunghi filari di aranci carichi del loro frutto dolce-agrumoso, dalla buccia arancio carico: i migliori in assoluto.
Era una giornata di sole, splendida e soleggiata come questa, con la differenza che oggi, dietro una lieve foschia, vedo le alpi innevate e il Pirellone, dalle finestre di casa mia; allora, ero intento a contemplare una larga distesa di lunghi filari di aranci carichi del loro frutto dolce-agrumoso, dalla buccia arancio carico: i migliori in assoluto. Col messaggio augurale natalizio, Sarcastycon ha pubblicato la foto di un suo quadro raffigurante la Sacra Famiglia. Come in tutti i quadri di questo genere, che sono posti solitamente nelle stanze di riposo, sopra le testate dei letti (usanza risalente ai secoli scorsi e che ora pare si stia perdendo), San Giuseppe è raffigurato come un uomo molto attempato, al limite dell'anzianità decrepita. Maria, al contrario, è dipinta nella sua bellezza fatta di candida purezza.
Col messaggio augurale natalizio, Sarcastycon ha pubblicato la foto di un suo quadro raffigurante la Sacra Famiglia. Come in tutti i quadri di questo genere, che sono posti solitamente nelle stanze di riposo, sopra le testate dei letti (usanza risalente ai secoli scorsi e che ora pare si stia perdendo), San Giuseppe è raffigurato come un uomo molto attempato, al limite dell'anzianità decrepita. Maria, al contrario, è dipinta nella sua bellezza fatta di candida purezza. Per me, che sono un tardivo conoscitore di Giovannino Guareschi (tardivo nel senso che l'ho scoperto troppo tardi per potermi adeguatamente appropriare dell'immenso patrimonio scritto, illustrato e cinematografato che ha lasciato), cominciava a risultare alquanto incredibile che un tale personaggio fosse stato relegato nel limbo del dimenticatoio, per opera - ed ora comincio a capirne pian piano il perchè - di una certa parte politica, letteraria e quantaltro.
Per me, che sono un tardivo conoscitore di Giovannino Guareschi (tardivo nel senso che l'ho scoperto troppo tardi per potermi adeguatamente appropriare dell'immenso patrimonio scritto, illustrato e cinematografato che ha lasciato), cominciava a risultare alquanto incredibile che un tale personaggio fosse stato relegato nel limbo del dimenticatoio, per opera - ed ora comincio a capirne pian piano il perchè - di una certa parte politica, letteraria e quantaltro.
 Oggi, su Milano splende un magnifico sole, che accecherebbe chiunque volesse contemplarlo per più della frazione di un attimo. E così, immerso in meditazione, per più di un'ora, fino alle 10, me lo sono goduto da dietro il vetro della mia soleggiata finestra: privilegio di chi abita nei piani superiori dei palazzi più alti. E, ora che me lo sono goduto, ne ha avuto un grande giovamento anche la spasticità che m'accompagna da oltre otto anni: riesco perfino a muovermi un pochino meglio. E mentre ero esposto ai raggi del sole, pensavo ai commenti di ieri di Marcello: a quello che succede all'interno del sole, con i suoi oltre cento milioni di gradi di temperatura interna. E, pensando a questo, ho meditato sulla Fisica dei Plasmi, cui mi ha lui testè magistralmente introdotto, accendendomi la curiosità.
 Oggi, su Milano splende un magnifico sole, che accecherebbe chiunque volesse contemplarlo per più della frazione di un attimo. E così, immerso in meditazione, per più di un'ora, fino alle 10, me lo sono goduto da dietro il vetro della mia soleggiata finestra: privilegio di chi abita nei piani superiori dei palazzi più alti. E, ora che me lo sono goduto, ne ha avuto un grande giovamento anche la spasticità che m'accompagna da oltre otto anni: riesco perfino a muovermi un pochino meglio. E mentre ero esposto ai raggi del sole, pensavo ai commenti di ieri di Marcello: a quello che succede all'interno del sole, con i suoi oltre cento milioni di gradi di temperatura interna. E, pensando a questo, ho meditato sulla Fisica dei Plasmi, cui mi ha lui testè magistralmente introdotto, accendendomi la curiosità. Lo comprai un bel sabato mattina di primavera di parecchi anni fà, alla Fiera di Senigaglia di Milano: era un orologio, marcato Mortima, a carica mista, automatica e manuale, dotato di lancette fluorescenti e munito di datario e indicazione del giorno. Per me, che ne possedevo uno semplice e a carica manuale, come dono della cresima, era una novità assoluta. Lo tenni al polso da quel giorno per alcuni anni, finchè si spaccò la molla del ricaricatore e smise di funzionare. Il mio orologiaio di fiducia mi disse che era impossibile ripararlo e mi convinse a comprarne uno nuovo: un automatico Enicar, con vetro zaffiro, che ora si trova, ancora perfettamente funzionante, nella mia modesta collezione di orologi, assieme all'orologio Mortima.
Lo comprai un bel sabato mattina di primavera di parecchi anni fà, alla Fiera di Senigaglia di Milano: era un orologio, marcato Mortima, a carica mista, automatica e manuale, dotato di lancette fluorescenti e munito di datario e indicazione del giorno. Per me, che ne possedevo uno semplice e a carica manuale, come dono della cresima, era una novità assoluta. Lo tenni al polso da quel giorno per alcuni anni, finchè si spaccò la molla del ricaricatore e smise di funzionare. Il mio orologiaio di fiducia mi disse che era impossibile ripararlo e mi convinse a comprarne uno nuovo: un automatico Enicar, con vetro zaffiro, che ora si trova, ancora perfettamente funzionante, nella mia modesta collezione di orologi, assieme all'orologio Mortima.