Viaggio in Sicilia (seconda parte)
toso abbandono. Da dietro le reti di protezione, avevamo scorto cumuli di macerie che sembravano abbandonate là. A dare speranza sulla sua rinascita, s'intravvedeva, però, un certo fervore per lavori di restauro che, forse, erano stati iniziati da poco tempo. Se dovessi tornare oggi sul posto, resterei senzaltro stupito nel vedere come quei lavori, che sembravano andare assai a rilento, hanno riportato fascino, poesia e pace e raccoglimento spirituale che erano propri di quella splendida, austera, rinomata località. Coloro che, del mio nord, ne avessero sentito parlare in termini appropriati, ne venivano attratti come una calamita. Era stato proprio il caso mio.Per tappe forzate, perchè la stanchezza cominciava a farsi sentire, e al contrario della mia compagna di viaggio, che non vedeva l'ora d'arrivare alla sua terra natia, ripresi a malinquore il viaggio e, dopo aver percorso il lungo rettilineo sopraelevato dell'autostrada calabra, senza quasi accorgerci arrivammo in vista dello Stretto. C'era ancora un sole caldo, e, a segnalarci il suo approssimarsi, prima ancora della vista fu l'odorato: l'aria cominciava ad essere impregnata del "profumo di mare". Sorbendo i rimbrotti di colei che mi stava seduta di fianco, con la scusa di voler prendere un traghetto delle linee private, anzichè quello delle FF.SS, deviai, uscendo dall'autostrada per dirigermi verso il Lungomare di Reggio: avevo sentito parlare, con enfasi, del Chilometro più bello d'Italia. Non volevo perdermelo.
Erano circa le 17 della vigilia di Natale, c'era rimasta ormai poca luce, ma ne volli approfittare comunque, per ammirare la sponda siciliana, vista "dall'al di quà dello Stretto", anche se il motivo principale fu quello che ho detto. La definizione di chilometro più bello d'Italia fu coniata da Gabriele D'Annunzio durante una sua visita sul posto, dopo che quel tratto di lungomare era stato ricostruito, a quanto si diceva molto bello, in seguito al devastante terremoto del 1908.
Ma anche questo, al pari della Certosa di Padula, mi aveva fatto vedere segni di un certo decadimento, che non erano meritori di quella fama acquisita negli anni '20. E soltanto più tardi, in seguito ai lunghi e costosi lavori di completamento e ammodernamento, avvenuti dopo il 1980 - anno in cui sono avvenuti i fatti di cui scrivo - sarebbe venuto a splendere della bellezza di cui il turista attuale può godere.
Il lungomare reggino, ben più lungo dei mille metri ai quali ci fa pensare la definizione, è talmente bello che, nel 2005, l'organizzazione del Giro d'Italia, vi fece partire quell'edizione, mostrando così, al mondo intero, i lavori fatti per riportare ai fasti uno degli angoli d'Italia fra i più belli e suggestivi d'Europa.
(segue)


0 Comments:
Posta un commento
<< Home