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martedì, settembre 27, 2011

Affarismi


(foto di Angela Acerboni)

http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50233133

Nella foto, del giugno 2011, ai piedi di quella scia bianca, ricordo di una frana avvenuta anni addietro a Bindo, frazione di Cortenova, si può vedere anche il paese di Margno. Siamo in Alta Valsassina, in provincia di Lecco, terra menzionata di recente sul Giardino delle Esperidi per un romanzo storico di Antonio Balbiani. A Margno nel 1979 pare abbia mosso i primi passi della sua folgorante carriera politica Antonio di Pietro, leader dell'Italia dei Valori.
A suggellare le alte vette raggiunte dal personggio, La Storia siamo noi, programma educativo della Rai, diretto da Gianni Minoli, recentemente gli ha perfino dedicato una biografia, di quelle da conservare, come dice pure la testata della pagina; eppure di quel breve periodo trascorso a Margno, come segretario comunale, nessuna traccia nella biografia; notizie che invece sarebbe utile conoscere da parte di una biografia completa che si rispetti, anche perchè quel periodo faceva già parte dei primi momenti della sua vita pubblica. Comunque sia, la biografia messa assieme dalla Rai stride parecchio rispetto a quanto pubblicato da Fabio Facci nell'articolo di tre puntate apparso su Libero. Le vicende, narrate in maniera condensata in 17 punti, sembrano più quelle di uno spregiudicato faccendiere, che non quelle di un padre fondatore di partito, nel cui stemma troneggia la scritta: Italia dei valori.
Ripresi dal blog di Pensiero Verde pubblico il testo dei 17 punti:

1) Di Pietro nel 1999 acquista due appartamenti tra loro adiacenti a Busto Arsizio – diverranno uno solo – per complessivi 370 metri quadri. Costo: 845.166.000 lire. Di Pietro ha sostenuto di averli rivenduti nel 2004 per 655.533,46 euro. 2) Di Pietro, nello stesso anno, 1999, acquista un bilocale a Bruxelles di 80 metri quadri. Costo: 204 milioni di lire 3) Di Pietro il 3 gennaio 2002 acquista un appartamento a Roma, in via Merulana, di 180 metri quadri. Costo: circa 400.000 euro. È dove vive durante i soggiorni romani. Il 18 novembre 2002 risulta emessa una fattura di 7200 euro relativa a «Lavori per vostro ordine e conto svolti nella sede sociale di via Merulana 99 Roma, imbiancatura e stuccatura pareti, riparazione idraulica». La fattura non è intestata a Di Pietro, ma a «Italia dei Valori, via Milano 14, Busto Arsizio, Varese». È la vecchia sede del partito. Di Pietro ha sostenuto su «Libero» il 9 gennaio 2009: «A Roma sono proprietario dell’appartamento di via Merulana ove abito quando mi reco lì per ragioni legate al mio lavoro di parlamentare. L’ho comprato prima dei rimborsi elettorali, nel 2001, per 800 milioni di vecchie lire». Ha sbagliato l’anno: l’acquisto è del 2002, quando già percepiva gli odiati rimborsi elettorali. 4) Cristiano Di Pietro, figlio di Antonio, il 19 marzo 2003 acquista o diviene proprietario con sua moglie Lara Di Pietro – è il cognome da nubile, si chiama Di Pietro anche lei – di un attico di 173 metri quadri a Montenero di Bisaccia. Costo: circa 200.000 euro. Antonio Di Pietro ha sostenuto che suo figlio l’ha acquistato grazie alla vendita di un immobile posseduto a Curno, ma dell’operazione, così come descritta, non risulta per ora traccia catastale. 5) Di Pietro il 28 marzo 2003 acquista un appartamento a Bergamo in via dei Partigiani, in pieno centro, di 190 metri quadri. Nello stesso giorno la moglie Susanna Mazzoleni compra un monolocale di 48 metri situato sullo stesso piano. A ciò si aggiungono due cantine e un garage. Costo stimato: tra i 700 e gli 800.000 euro. 6) Di Pietro il 1° aprile 2003 costituisce la società Srl An.To. Cri. (dalle iniziali dei suoi tre figli Anna, Toto e Cristiano) con sede a Bergamo in via Ghislanzoni. Capitale versato: 50.000 euro. Socio unico: Di Pietro. L’anno dopo, nel 2004, si aggiungeranno i consiglieri Silvana Mura e Claudio Belotti. Obiettivo non dichiarato: gestione immobiliare. Di Pietro è quindi a capo dell’associazione privata Italia dei Valori, del partito Italia dei Valori e di questa società di gestione immobiliare. Las Mura lo segue a ruota. 7) Di Pietro il 24 luglio 2004 manda a casa il socio Mario Di Domenico dall’associazione privata Italia dei Valori e lo sostituisce con la moglie Susanna Mazzoleni. A gestire l’intero finanziamento pubblico del partito Italia dei Valori sono quindi i coniugi più Silvana Mura. Si parla di rimborsi per 250.000 euro nel 2001, 2 milioni nel 2002, 400.000 euro all’anno dal 2001 al 2005 e 10.726.000 euro nel 2006. Quasi 20 milioni di euro totali aggiornati all’anno 2007. 8) La An.To.Cri. (cioè Di Pietro, Mura e compagno) il 20 aprile 2004 acquista un appartamento a Milano, in via Felice Casati, di 188 metri quadri. Costo: 614.500 euro. Subito dopo l’acquisto, la società affitta l’appartamento al partito dell’Italia dei Valori per 2800 euro al mese, cifra che va a coprire e superare la rata mensile del mutuo che intanto è stato acceso dalla stessa An.To.Cri. Antonio Di Pietro cioè affitta ad Antonio Di Pietro e Silvana Mura versa soldi a Silvana Mura: i soldi sono sempre quelli del finanziamento pubblico. In concreto significa che Di Pietro, cioè la An.To.Cri., con il denaro pubblico del partito, cioè dei contribuenti, compra casa per sé. 9) La An.To.Cri. il 7 giugno 2005 acquista un appartamento a Roma, in via Principe Eugenio, di 235 metri quadri. Costo: 1.045.000 euro. Subito dopo la società ripete l’operazione milanese: affitta l’appartamento al partito per 54.000 euro annui, che coprono il mutuo acceso nel frattempo. Di Pietro acquista e affitta a se stesso: ma con soldi pubblici. In seguito di articoli di stampa e interpellanze parlamentari che scopriranno l’altarino, Di Pietro nel 2007 deciderà di vendere l’immobile a 1.115.000 euro. Il giochino però continua tranquillamente per l’appartamento milanese di via Casati. A tutt’oggi. 10) Susanna Mazzoleni il 23 dicembre 2005 acquista un appartamento di metratura imprecisata a Bergamo in via del Pradello, in centro.
Nello stesso giorno e nella stessa città e nello stesso stabile acquista un appartamento di 90 metri. Costo complessivo: 400 o 500.000 euro.11) Di Pietro il 16 marzo 2006 acquista un appartamento di 178 metri quadri a Bergamo, in centro, in via Antonio Locatelli. Costo: 261.661 euro, un incredibile affare regalato dalla cartolarizzazione degli immobili dell’Inail. L’acquisto in precedenza era stato condotto per conto di Di Pietro dal citato Claudio Belotti, il citato compagno di Silvana Mura, e l’aggiudicazione era passata attraverso un ricorso al Tar e un altro al Consiglio di Stato. Anche qui si ripete il giochino: Di Pietro affitta l’appartamento al partito Italia dei Valori, cioè a se stesso, che lo ripaga con soldi pubblici.12) Di Pietro il 6 aprile 2007 acquista una masseria a Montenero di Bisaccia posta di fronte a quella dov’è nato e che pure gli appartiene. Costo comprensivo di 2 ettari di terra: 70.000 euro per l’acquisto e circa 150.000 per la ristrutturazione. Gestisce l’operazione un’immobiliare del posto che si chiama Di Pietro: nessuna parentela, ma il proprietario è stato consigliere provinciale dell’Italia dei Valori. 13 ) Di Pietro nel 2007 procede alla totale ristrutturazione della masseria di Montenero che il padre Giuseppe gli ha lasciato in eredità negli anni Ottanta. L’ampliamento, sino a 450 metri quadri, prevede una spesa non inferiore ai 300.000 euro. Nella stessa zona, Di Pietro possiede 33 «frazionamenti», ereditati o acquistati da parenti e familiari, per complessivi 16 ettari. I suoi terreni confinano inoltre con quelli che la sorella Concettina ha ricevuto a sua volta in eredità dalla famiglia.
La recente iscrizione di Antonio Di Pietro all’albo degli imprenditori agricoli gli consente, nelle transazioni immobiliari, di scalare le tasse, scendendo dal 20 per cento anche fino all’1. 14) Cristiano Di Pietro, figlio di Antonio, nel 2007 acquista due lotti di terreno totalmente edificabile di 700 metri quadri a Montenero di Bisaccia, valutabili in una villa di 500 metri quadri posta su due livelli. Costo del terreno: 150.000 euro. 15) Di Pietro nel 2008 acquista un appartamento a Milano, in piazza Dergano, di 60 metri quadri. Costo: da 250 a 350.000 euro. 16) Susanna Mazzoleni, lo ricordiamo per completezza, nel 1985 acquistò una casa con giardino a Curno (Bergamo) in via Lungobrembo. Costo del rudere prima di ristrutturarlo: 38 milioni di lire. La storia di quel rudere l’abbiamo raccontata nella prima puntata. 17) Antonio Di Pietro nel 1989, proprio affianco e sempre a Curno in via Lungobrembo, acquistò una villetta a schiera dove visse per qualche tempo suo figlio Cristiano, che in precedenza risultava locatario – irregolare, perché ogni forma di subaffitto era proibita – nel famoso appartamento milanese di via Andegari affittato dal Fondo pensioni Cariplo del socialista inquisito Sergio Radaelli. In una lettera a «Libero», sempre il 9 gennaio 2009, Di Pietro ha precisato che la villetta a schiera di via Lungobrembo è stata «acquistata alla fine degli anni Ottanta e quindi per definizione con soldi non del partito». È vero. I soldi infatti erano dell’inquisito Giancarlo Gorrini (condannato per appropriazione indebita) e corrispondevano al famoso «prestito» di 100 milioni cui si aggiunsero i 100 prestati da Antonio D’Adamo al quale pure Di Pietro si era rivolto parlando dell’acquisto di una casa. Poiché Di Pietro non l’ha scritto, si indica anche il prezzo della villetta: 150 milioni di lire. Ne abbiamo parlato nella seconda puntata.
Ora: i cosiddetti conti della serva andrebbero sempre evitati. Ci sarebbe da conoscere con maggior precisione i prezzi degli immobili, quelli delle ristrutturazioni, il giochino dei mutui e degli autoaffitti, senza contare ciò che non si conosce. Ci sarebbe poi da sapere o da chiarire – perché Di Pietro non l’ha chiarito, non ritiene di doverlo fare, benché personaggio pubblico – il suo possibile ruolo di capofamiglia negli acquisti di case e di terreni da parte dei figli e della moglie. Susanna Mazzoleni è un avvocato benestante, ma il figlio Cristiano è un consigliere provinciale che cominciò a comprare case quando aveva lo stipendio di poliziotto. E comunque fare conti nelle tasche altrui comporterebbe anche il conoscere il tenore di vita di un nucleo complessivo che comprende una coppia, tre figli e un’ex moglie. Pur generica, l’opinione di Di Pietro in merito è stata questa: «Alcuni giocano, altri speculano, altri evadono le tasse e altri ancora girano il mondo o se la godono e si divertono. Io ho preferito e preferisco fare la formichina come mi hanno insegnato i miei genitori». Tuttavia, secondo il il 740 dipietresco dal 1996 a oggi, ha guadagnato in tutto 1 milione di euro netti e ne ha dichiarati circa 200.000 l’anno. Al milione vanno aggiunti i circa 700.000 euro ottenuti dalle querele che ha sporto (e vinto) nonché 954.317.014 lire (praticamente un miliardo) incassati per una donazione della contessa Malvina Borletti una decina di anni fa: soldi che dovevano servire per attività politiche – espresso desiderio della contessa – ma che Di Pietro utilizzò per comprarci delle case. Comunque la si metta, alla luce del giro immobiliare di cui sopra, i conti faticano a tornare 

2 Comments:

  • parziale OT:
    ma chi è la sig.ra Angela Acerboni?
    :-)
    lo chiedo perchè in molte foto che pubblichi qui e sulle esperidi, vedo che specifichi che sono della Acerboni...

    By Anonymous Josh, at 6 ottobre 2011 alle ore 15:26  

  • Josh,
    non è un personaggio pubblico. E' appassionata di foto, e, tutte quelle che vedi pubblicate col suo nome, le ha effettuate in amicizia dietro mia specifica richiesta.
    Se sei appassionato di foto, vai su Facebook, ne vedrai delle spettacolari.

    By Blogger marshall, at 6 ottobre 2011 alle ore 17:41  

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