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martedì, settembre 08, 2009

Marescialli e parroci in Andrea Vitali

Due sono le categorie di personaggi pubblici, i marescialli dei carabinieri e i parroci, presenti in tutti i suoi romanzi, dai quali Andrea Vitali è molto attratto. E sembra che per loro nutra una sorta di ammirazione e stima. Al contrario, par di capire che, invece, per i podestà e i vice podestà, come quelli raffigurati nei romanzi "La figlia del podestà" e "L'aria del lago", di simpatia ne nutra assai poca, per via dell'indaffararsi per scopi di lucro personale o di arrivismo di costoro.

Soffermandoci alle impressioni suscitate soprattutto da "Una finestra vistalago", "L'aria del lago" e "Olive comprese", sembra che i romanzi di Andrea Vitali siano solo intrisi di racconti di episodi avventurosi che avvengono in luoghi di perdizione. Il romanzo, "La signorina Tecla Manzi", capolavoro assoluto di Vitali, assieme a "Una finestra vistalago", che fino a un certo punto della storia è immune da episodi boccacceschi, verso la fine del romanzo, per risolvere l'inghippo in cui si andrebbe a mettere la narrazione, Vitali inventa la chicca del chiosco di ristoro in quel di Piona, nel tratto Dervio-Colico della statale Lecco-Sondrio. E' una delle pagine più avvincenti del romanzo. Nel chiosco, oltre al servizio di ristoro per pellegrini e turisti, avvengono cose turche. In pratica, sembra essere più un luogo malfamato e di perdizione, che non un luogo per una rinfrancante pausa di rinfresco e riposo per viaggiatori e viandanti. Il maresciallo Cilietti, della stazione dei carabinieri di Colico, originario del Piemonte, è al corrente di quel che vi avviene, ed è però tollerante e lascia correre, con lo scopo di servirsi dei loschi individui che lo frequentano assiduamente, per carpire loro informazioni utili ai fini investigativi, per operazioni di contrasto alla criminalità.
Ma Vitali sa essere anche spirituale e teologico, nei suoi romanzi, come avrò modo di chiarire successivamente.

(segue)


 

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