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sabato, settembre 12, 2009

Un cinema di qualità per una pacifica integrazione

Tra le notizie positive, a riguardo della vita privata del nostro premier, vi è sicuramente quella citata dal Corriere della Sera dell'8 settembre scorso. Nell'articolo si parla della Quinta, compagnia cinematografica, una società fondata 20 anni fa da Tarak Ben Ammar (con il 71%) e da Fininvest, di Silvio Berlusconi, (con il 29%).
La Quinta, che alla nascita era quindi esclusivamente una società Italo-Tunisina, si allarga ora a capitali arabi. Fininvest cede infatti quote del proprio capitale ad Algeria, Qatar, Abu Dhabi, e il 10% al fondo sovrano libico. Lo scopo dell'unione delle forze è quello di dar vita alla produzione di film sul mondo arabo di alto livello sociale.

Ragionando a mente serena, del mondo arabo non sarebbe poi tutto da buttare. Solo, bisognerebbe far conoscere alle nostre masse popolari gli aspetti e gli elementi positivi di quella cultura, che non sono pochi; e, nel contempo, bisognerebbe rendere edotte le masse popolari arabe, sparse in tutto il mondo occidentale, di queste loro precipue diversità, specificità e conquiste per il genere umano. Battere, quindi, sulle positività insite in quella cultura, disdegnando invece, e risolutamente, tutte le negatività. Mi sono accorto di quanta ignoranza ci sia in materia, ieri sera durante una riunione condominiale, dove i cognomi arabi sono ormai al 15%. Ignoranza, o scarsa conoscenza della storia araba, sia tra gli italiani che tra gli stessi arabi. Un maggior grado di conoscenza della storia araba, inietterebbe in tali masse popolari, sia occidentali che arabe, la conoscenza e consapevolezza degli elementi positivi di quella cultura. Edotti di ciò, gli occidentali di origini arabe verrebbero aiutati ad isolare e relegare nel dimenticatonio assoluto tutte quelle brutture, nefandezze, e atrocità importate in occidente da quella civiltà, come la tragedia delle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001. Iniettare quei germi di cultura nelle masse, è quello che, per voce del suo patron, si prefigge Quinta. Attraverso un cinema di qualità, con pellicole di qualità, il co-produttore di Baaria intende far conoscere al mondo che la storia araba e, soprattutto, che il futuro arabo non è fondamentalismo e terrorismo.

Ci vorranno forse 200 anni affinchè si compia un percorso definitivo di pacifica integrazione. Ma questo è nella speranza e nell'auspicio di tutti, affinchè non si compiano più efferratezze come quelle successive all'11 settembre 2001. E un cinema di qualità, come quello che è negli intendimenti di Tarak Ben Ammar, può essere di valido aiuto.


 

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