marshall

mercoledì, settembre 23, 2009

Santa Croce - Firenze

A egregie cose il forte animo accendono / l'urne de' forti, o Pindemonte; e bella / e santa fanno al peregrin la terra / che le ricetta. Io quando il monumento / vidi ove posa il corpo di quel grande / che temprando lo scettro a' regnatori / gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue; / e l'arca di colui che nuovo Olimpo / alzò in Roma a' Celesti; e di chi vide / sotto l'etereo padiglion rotarsi / piú mondi, e il Sole irradïarli immoto, / onde all'Anglo che tanta ala vi stese / sgombrò primo le vie del firmamento: / - Te beata, gridai, per le felici / aure pregne di vita, e pe' lavacri / che da' suoi gioghi a te versa Apennino! / Lieta dell'aer tuo veste la Luna / di luce limpidissima i tuoi colli / per vendemmia festanti, e le convalli / popolate di case e d'oliveti / mille di fiori al ciel mandano incensi: / e tu prima, Firenze, udivi il carme / che allegrò l'ira al Ghibellin fuggiasco, / e tu i cari parenti e l'idïoma / désti a quel dolce di Calliope labbro / che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma / d'un velo candidissimo adornando, / rendea nel grembo a Venere Celeste; / ma piú beata che in un tempio accolte / serbi l'itale glorie, uniche forse / da che le mal vietate Alpi e l'alterna / onnipotenza delle umane sorti / armi e sostanze t' invadeano ed are / e patria e, tranne la memoria, tutto. / Che ove speme di gloria agli animosi / intelletti rifulga ed all'Italia, / quindi trarrem gli auspici. E a questi marmi / venne spesso Vittorio ad ispirarsi. / Irato a' patrii Numi, errava muto / ove Arno è piú deserto, i campi e il cielo / desïoso mirando; e poi che nullo / vivente aspetto gli molcea la cura, / qui posava l'austero; e avea sul volto / il pallor della morte e la speranza. / Con questi grandi abita eterno: e l'ossa / fremono amor di patria. Ah sí! da quella / religïosa pace un Nume parla: / e nutria contro a' Persi in Maratona / ove Atene sacrò tombe a' suoi prodi, / la virtú greca e l'ira. Il navigante / che veleggiò quel mar sotto l'Eubea, / vedea per l'ampia oscurità scintille / balenar d'elmi e di cozzanti brandi, / fumar le pire igneo vapor, corrusche / d'armi ferree vedea larve guerriere / cercar la pugna; e all'orror de' notturni / silenzi si spandea lungo ne' campi / di falangi un tumulto e un suon di tube / e un incalzar di cavalli accorrenti / scalpitanti su gli elmi a' moribondi, / e pianto, ed inni, e delle Parche il canto.

Dal carme Dei sepolcri - Ugo Foscolo - Terza sezione - versi da 151 a 212

La questione del tram, che avrebbe dovuto passare per Piazza della Signoria a Firenze, è stata occasione per una istruttiva disquisizione con l'amico Sarcastycon, attraverso il commentario del mio precedente post. Sarcastycon, livornese di nascita, é toscano di antichissime generazioni. Ha nel cuore la sua bella e amata Toscana, al pari per come l'ebbe Oriana Fallaci. Nel suo piccolo, attraverso suoi blog, ha cercato di divulgare bellezze della sua regione poco conosciute. Mi è stato di grande utilità perchè io non sono mai stato fisicamente a Firenze. Ho solo attraversato la regione molte volte, prima in treno e poi in auto, ma a Firenze non ho mai sostato, perchè una visita adeguata alla città avrebbe richiesto non meno di tre giorni. Molti sarebbero i siti e i monumenti da vedere, e così ho sempre rimandato al dopo. Un dopo che è arrivato, ma carico di incognite e impedimenti. Insomma: chi ha tempo, non aspetti tempo!
Con Sarcastycon, al secolo Marcello, abbiamo spesso parlato - da ultimo nel mio commentario precedente, come già detto - di Firenze, delle sue bellezze architettoniche e delle sue chiese, ma non abbiamo ancora parlato della Basilica di Santa Croce e del suo Cimitero monumentale.
Ci pensavo da giorni, ricordandomi e facendomi tornare alla mente i memorabili versi Dei sepolcri che i salesiani, presso i quali ho studiato, ci avevano fatto imparare a memoria, e che ci avevano commentato egregiamente. La terza sezione del carme è anche dedicata a personaggi illustri che vi sono sepolti. E' facile riconoscere tra questi: Machiavelli, Michelangelo, Galilei, Alfieri. E una sosta a Firenze m'avrebbe richiesto non meno di un giorno per la sosta sui loro monumenti in Santa Croce.

(a seguire)


 

Heracleum blog & web tools