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martedì, marzo 12, 2013

Grazie o Signore

Che differenza di stile tra Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano, e Giuliano Ferrara sul Foglio, nel descrivere lo stesso fatto: la marcia dei parlamentari del PDL verso il Tribunale di Milano, per manifestare solidarietà al loro leader Silvio Berlusconi, accerchiato da alcuni giudici di varie procure, fin da quando è entrato in politica, e a maggior ragione in questi giorni in cui ha attuato un recupero di voti che ha dello stupefacente. Travaglio rozzo e villano, l'altro educato, pacato e con molto costrutto in tutti i suoi ragionamenti, chiunque sia il preso di mira. L'altro, Travaglio tanti ragionamenti da astioso e senza alcuno stile di forma. Non so neanche chi abbia tempo e voglia di stare a leggere i suoi demenziali scritti sul Fatto Quotidiano: molto meglio le notizie fornite dai blog o da Facebook. Solo che a furia di dare addosso in questo modo volgare a chi s'è dato molto da fare nella vita, molti finiranno per stancarsi, smetteranno di tirare la carretta, e così finiremo tutti nel famoso bilocale a pian terreno di cui al post di ieri.
Tra i post che ho scritto nel passato, tra questi post, vi è il racconto del mio mancato tentativo di diventare imprenditore. Ma già in quel racconto ringraziai il cielo per aver fatto sì che sia stato scampato da quel pericolo: il lavorare, il darsi da fare, per poi vedere che i sudati soldi versati con le tasse vengono gestiti da politici incompetenti, non è il massimo dell'aspirazione per chiunque. Che le creino costoro le ditte, con i relativi posti di lavoro, quelli che si riempiono la bocca di belle parole sul lavoro, e poi lo vedremo, poi vedremo quanti asini cascheranno.
 
E' per questo che oggi lo grido a squarciagola: "Grazie o Signore per avermi sottratto all'amaro calice", quello di diventare imprenditore.


 

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