
Non volevamo ripartire da
Palermo, col rischio, magari, di non aver visto il
Duomo di Monreale; fu così che divenne la prima tappa del giro di visite di quel giorno di
San Silvestro.
Era una giornata particolarmente soleggiata, e, più tardi, sarebbe stata anche calda.
Mentre salivamo al
colle, ove si erge la maestosa costruzione, vedevamo allontanarsi e rimpicciolirsi Palermo sotto di noi. Anche da lì t'accorgi del perchè di quel toponimo ideato per quella località;
vista da quella posizione, in una giornata di pieno sole disposto in una certa angolazione, Palermo appare come dorata e raccolta nel guscio di una enorme conchiglia: la
Conca d'Oro.Anche la mia "guida-turistica-per-l'occasione", pur essendo sicula, non aveva ancora goduto di quello spettacolo
indimenticabile.
Tra le città d'Italia da me visitate prima d'allora, solo
Roma, vista dal
Belvedere di Frascati, con alle spalle quel viale posto sotto una cupola fatta dai rami di giganteschi platani, e che porta alla Villa Aldobrandini, le poteva competere. Ci sarebbe stata anche la
Milano vista dalla sommità del
Monte Stella, a competerle. Ma questo, affinchè ciò si fosse potuto verificare, avrebbe dovuto essere un poco più alto e completamente fuori dal nucleo cittadino, per poter racchiudere tutta Milano in un sol colpo d'occhio. Se, per esempio, la
Montagnetta fosse stata "costruita" dalle parti di
Corsico, che, per distanza e angolazione rispetto al
Duomo è quello che Monreale è rispetto al Centro di Palermo,
e fosse stata 150 metri più alta, la fama di
Milano nel mondo sarebbe ancor maggiore di quella che è ora.
Ne è passato di tempo, da quella visita, ma come dimenticarsi del gigantesco
Cristo Pantocratore, che lascia immobili, di stucco, appena ci s'accorge della sua presenza, entrando nel
Duomo, e volgendo lo sguardo in cerca all'altare? E' come se squadrasse l'osservatore; e colui ne resta ammutolito per la possenza. Volgendo lo sguardo alle pareti, ai pilastri, si resta abbagliati dalla lucentezza dei
mosaici in oro zecchino, raffiguranti scene bibliche policrome.
Quando ci andammo, non c'erano ancora tutti quegli ulteriori mezzi informativi di cui possiamo disporre oggi. Non c'era ancora Google e tantomeno Michelin maps che spiega metro per metro il tragitto che occorre fare per arrivare nel punto della località prescelta. Spiega tutto, anche eventuali difficoltà di percorso e, per le mete prescelte, indica anche le possibilità di fruizione offerte ai portatori di handicap. Si scopre, così attraverso il link
http://www.viamichelin.it/viamichelin/ita/dyn/controller/Mappeche il
Chiostro di Monreale è visitabile da persone con handicap fisici.E questa è un'ottima notizia per loro.
Dopo aver fatto questa scoperta, chiudo celermente il resoconto di quella giornata.
Rientrati a Palermo, dedicammo il pomeriggio alla visita della città, seguendo le indicazioni della Guida Michelin, che, per ogni sito o monumento, ne indica il grado d'interesse, segnalandolo con asterischi che vanno da uno a tre:
interessante - merita una deviazione - vale il viaggio. Completammo il
giro della città, iniziato il pomeriggio precedente, visitando l'esterno del
Palazzo dei Normanni, la
Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, i
Quattro Canti, la
Fontana di piazza Pretoria. In piazza Bellini ammirammo l'esterno della
chiesa di San Cataldo e la
Martorana. Un salto all'
Orto Botanico, per poi concludere con quella messa officiata dal Cardinal Pappalardo, nella
Cattedrale.Per una visita guidata al Duomo di Monreale: http://carabelta.free.fr/eicon/monreale.phpFoto: da Wikipedia: Cristo Pantocratore