marshall

martedì, gennaio 20, 2009

Umberto Seregni

Ho appreso ieri della scomparsa di Umberto Seregni.
Nella "cassettina" dei miei ricordi giovanili, ci sono una serie di episodi legati a lui, che mi piace riportare a galla.
Avevo dai sedici anni in su, e lavoravo nel bel deposito di una grande cartiera, che ora non esiste più. Fatta la gavetta come archivista e dattilografo ero passato alle vendite, a diretto contatto con la clientela. L'ufficio, ad ampia vetrata, era situato all'interno del grande edificio deposito (non un capannone qualunque), in prossimità e di fronte lato ad uno dei grandi portoni d'ingresso. Un giorno, neo promosso al bancone vendite, sentii il bisbiglio dei miei colleghi - ma più vivace ed accorato del solito quella volta - che si facevano tra di loro quando si comunicavano l'arrivo di un cliente di un certo che di riguardo: era il signor "Umberto".
Umberto era figlio di Giovanni Seregni, un cliente di Paderno Dugnano che aveva una bella e rinomata tipografia. Doveva essere anche molto importante, se essa aveva un grande ascendente sul mio principale, il conte B.S.
Quel giorno che io lo conobbi, e sempre quando poi veniva da noi, era come se in quel locale entrasse un raggio di luce a rischiarare l'opacità e la monotonia delle giornate. Era quasi sempre di fretta, ma un quarto d'ora in chiacchiere, mentre venivano effettuate le operazioni di carico di carta sulla sua vettura, ce lo dedicava sempre: era un brillante conversatore. Avevo sette anni meno di lui, arrivavamo da ceti diversi (io ero figlio di operario, lui d'imprenditore) ma tra noi scoppiò una certa qual grande simpatia che si manifestava poi sempre nel corso delle sue visite per acquisti presso il nostro deposito. Scoprimmo entrambi che stavo frequentando la sua stessa scuola, io la sezione serale. E, dopo d'allora, ogni volta che veniva cercava sempre di me per informarsi della scuola e per chiedere del mio stato d'avanzamento negli studi. Ne approfittava, dietro mia insistente richiesta, per svolgere brevemente, ma molto comprensibilmente, qualcuna delle tante spiegazioni e dimostrazioni di matematica, di elettrotecnica e di elettronica che sapeva essere tra le più ottuse da comprendere per uno studentello come me.
Lo ricordo ancora come fosse oggi: nelle dimostrazioni era quel che si suol dire, una cima. E se vado a cercare tra i miei appunti di scuola di quarant'anni fa, sono certo di ritrovare qualche appunto suo manoscritto di quelle dimostrazioni. Tra queste, ve ne deve essere stata una di una particolare straordinarietà, se ancora oggi, dopo tanti anni da quell'avvenimento, mi viene ancora di pensare a lui.
Cervello e cuore, dunque. Testa e coraggio che ha saputo trasferire nella vita reale, creando dal nulla quel pool di aziende dove (leggi) vengono stampati i più importanti quotidiani nazionali: Corriere della Sera, Repubblica, Il Giornale, Libero.

Per un ricordo altrettanto interessante di Umberto Seregni vedere al seguente link http://www.corea.it/umberto_seregni.htm#top

(a seguire)

5 Comments:

  • Caspita Marshall, un ricordo molto ben disegnato, che tra l'altro si rispecchia con quello della persona che l'ha descritto sul sito della Corea che ti ha linkato.

    Quando succedono queste cose ci si rende conto davvero che siamo tutti appesi ad un filo, e non è solo una metafora.

    By Blogger Lunatika, at 21 gennaio 2009 alle ore 19:41  

  • Luna,
    lo conobbi quando avevo 16 anni e lui 23; il signore coreano l'ha invece conosciuto quando Seregni aveva già 57 anni ed era quindi all'apice dei successi imprenditoriali. Deve anche aver fatto qualcosa di umanitario legato alla Corea, se è stato da essi nominato Ambasciatore o Console Onorario per L'Italia del Nord Occidente.
    Oggi mi sento rammaricato di non essere stato capace di trasformare quella tiepida amicizia occasionale in un'amicizia forte e duratura. Ma d'altronde, già dopo pochi anni dagli avvenimenti descritti nel post, egli era già diventato inavvicinabile; il motivo lo racconterò eventualmente nel seguito.
    Ciao.

    By Blogger marshall, at 21 gennaio 2009 alle ore 21:58  

  • Luna,
    ho visitato il tuo blog e ho notato che i tuoi ultimi post sono dedicati a persone defunte.
    E' solo una combinazione, il tuo intervento in questo post che tratta di un personaggio scomparso?

    By Blogger marshall, at 21 gennaio 2009 alle ore 22:05  

  • Marsh, dovresti specializzarti come ha fatto il buon Giuseppe Pontiggia (detto il Pontiggione, per la sua mole) nelle "biografie di uomini non illustri".Ti riescono proprio bene.Suppongo che la cartiera a cui accenni sia la Sottrici.
    Ciao.

    By Blogger Nessie, at 22 gennaio 2009 alle ore 00:15  

  • Nessie,
    grazie.
    Il tuo commento mi lusinga troppo. Troppo buona!
    No, non era Sottrici. Per evidenti questioni di privacy, te lo farò sapere in via confidenziale con una mail.
    A proposito di Pontiggia, è uno degli autopri dai quali ho imparato a scrivere. Di lui ho letto due romanzi: Nati due volte (dedicata al figlio nato con una grave malformazione) e l'altro, contenente una gran bella descrizione di una parte della Milano che io adoro.
    Non ricordo, però, il titolo del romanzo, che tu - conoscendo molto più di me Pontiggia, avendomelo dimostrato con questo commento - mi saprai ricordare.
    Ciao.

    By Blogger marshall, at 22 gennaio 2009 alle ore 09:19  

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