Venezia amore mio
Come molti di voi sapranno, ieri, domenica 7 marzo e l'altro ieri si è celebrata, nelle maggiori piazze italiane, una giornata di raccolta fondi per promuovere conoscenza e lotta contro la Sclerosi Multipla: subdola e strisciante malattia, della quale, devo purtroppo dire, ancora ben poco si conosce, ancora si rantola nel buio, quanto a conoscenza dei fattori scatenanti e cure risolutive (a tal proposito, pubblicherò un commento che mi ha mandato giorni fa Mariasara, corredandolo di un mio scritto). Devo però dire che, secondo una mia constatazione, la nostra ricerca è all'avanguardia su tale malattia e, per smentire quanti denigrano la nostra ricerca, c'è stato chi è rientrato dall'America per portare avanti la sua ricerca in questo campo, qui da noi, qui in Italia.
Per tornare alla festa, non ne ho parlato preventivamente, per non tediare ulteriormente i lettori con questa malattia, avendone inoltre già scritto per le edizioni precedenti; ma, soprattutto, non vorrei ingenerare l'impressione che da tutto ciò ci voglia guadagnare qualcosa, sia in termini economici che di privilegi.
Questo post è invece nato per appuntare l'attenzione sul "tempo che passa". Dalla mia esperienza ho infatti sperimentato di persona la validità dell'insegnamento che si dovrebbe ricavare dal proverbio: "chi ha tempo non aspetti tempo"; insegnamento che, visto in chiave mistico-religiosa, potrebbe essere lo stesso dato dalla parabola dei talenti.
E vengo al dunque.
Da tempo, ormai, sto seguendo con vivo interesse l'istruttivo blog di Fausto che scrive tutto, ed esclusivamente tutto, su Venezia; è talmente istruttivo che io, che non sapevo quasi nulla di Venezia, ora la conosco meglio di un veneziano (scusate l'immodestia, ma è per rendere l'idea sulla validità di quel blog). Il blog in questione è Alloggibarbaria.blogspot, e poco importa se esso è anche la pubblicità indiretta al suo albergo.
Oggi ha scritto un post dall'emblematico titolo: Venezia è una città cara? (col punto di domanda); ne approfitto così per raccontare del mio aneddoto su Venezia; aneddoto che ha a che fare col "Tempo che passa", e quindi del "chi ha tempo non aspetti tempo!".
Entrando nel dunque, è stato per colpa di un aneddoto fuorviante che non sono mai andato veramente a Venezia - e per tempo - : quello sulla falsa nomea che s'è fatta, di città cara. Premesso anche che, a mio parere, nella vita di ciascuno, così come nel mondo, sia tutto relativo: un conto è gustare un gelato da quella sorta di ampia balconata di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, con vista mozzafiato che dà al lontano mare calpestato dagli antichi filosofi sofisti greco-siciliani; altro conto è gustarlo stando seduti ai tavolini esterni del Florian che dà sulla piazza più bella d'Italia, piazza San Marco a Venezia. L'avevo vista soltanto di sfuggita durante la fugace visita di un solo giorno d'agosto del 1994 (una bellissima domenica, subito dopo il ferragosto!); ed ora sono qui a pentirmi amaramente d'aver dato peso più di tanto al racconto emozionale di un amico. Costui si era seduto fuori dal Florian, su Piazza San Marco, con moglie e due figli, ordinando quattro coni gelato. Gli venne un colpo quando gli fu presentato il conto: 40.000 lire. E quindi 10.000 a cono, quando, qui a Milano, al Virgin di Piazza Duomo, proprio di fianco al Duomo, sul finire degli anni '90 costava, se non ricordo male, 1200 lire a pallina. Da notare che l' "amara" esperienza di quel mio amico risaliva all'agosto 1989.
A prescindere da tutto questo, e a prescindere dal fatto che, come detto, nella vita è tutto relativo, io non mi trovai assolutamente male, quando, quella domenica d'agosto del 1994 visitai Venezia con mia moglie e i miei due figli. Nelle mie intenzioni, quella era da considerare come un giro di "perlustrazione" per altri e più lunghi giri di visita (avrei potuto farlo l'anno dopo, e ancora nel '98, ma già cominciarono i primi accenni di quello che poi per me è stato). Infatti, il '96, è stato per me il vero inizio di quello che molti sanno. Così quel sogno di andare a Venezia, per lungo tempo coltivato, s'infranse. E' per quello che dico sempre ai miei figli: chi ha tempo, non aspetti tempo!
Ora, che mi potrei concedere quel viaggio, senza alcun problema di ordine economico, sono subentrati ben altri problemi, che annullano gli stimoli che vengono anche per il solo pensare al piacere che darebbe un simile viaggio.
Per tornare alla festa, non ne ho parlato preventivamente, per non tediare ulteriormente i lettori con questa malattia, avendone inoltre già scritto per le edizioni precedenti; ma, soprattutto, non vorrei ingenerare l'impressione che da tutto ciò ci voglia guadagnare qualcosa, sia in termini economici che di privilegi.
Questo post è invece nato per appuntare l'attenzione sul "tempo che passa". Dalla mia esperienza ho infatti sperimentato di persona la validità dell'insegnamento che si dovrebbe ricavare dal proverbio: "chi ha tempo non aspetti tempo"; insegnamento che, visto in chiave mistico-religiosa, potrebbe essere lo stesso dato dalla parabola dei talenti.
E vengo al dunque.
Da tempo, ormai, sto seguendo con vivo interesse l'istruttivo blog di Fausto che scrive tutto, ed esclusivamente tutto, su Venezia; è talmente istruttivo che io, che non sapevo quasi nulla di Venezia, ora la conosco meglio di un veneziano (scusate l'immodestia, ma è per rendere l'idea sulla validità di quel blog). Il blog in questione è Alloggibarbaria.blogspot, e poco importa se esso è anche la pubblicità indiretta al suo albergo.
Oggi ha scritto un post dall'emblematico titolo: Venezia è una città cara? (col punto di domanda); ne approfitto così per raccontare del mio aneddoto su Venezia; aneddoto che ha a che fare col "Tempo che passa", e quindi del "chi ha tempo non aspetti tempo!".
Entrando nel dunque, è stato per colpa di un aneddoto fuorviante che non sono mai andato veramente a Venezia - e per tempo - : quello sulla falsa nomea che s'è fatta, di città cara. Premesso anche che, a mio parere, nella vita di ciascuno, così come nel mondo, sia tutto relativo: un conto è gustare un gelato da quella sorta di ampia balconata di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, con vista mozzafiato che dà al lontano mare calpestato dagli antichi filosofi sofisti greco-siciliani; altro conto è gustarlo stando seduti ai tavolini esterni del Florian che dà sulla piazza più bella d'Italia, piazza San Marco a Venezia. L'avevo vista soltanto di sfuggita durante la fugace visita di un solo giorno d'agosto del 1994 (una bellissima domenica, subito dopo il ferragosto!); ed ora sono qui a pentirmi amaramente d'aver dato peso più di tanto al racconto emozionale di un amico. Costui si era seduto fuori dal Florian, su Piazza San Marco, con moglie e due figli, ordinando quattro coni gelato. Gli venne un colpo quando gli fu presentato il conto: 40.000 lire. E quindi 10.000 a cono, quando, qui a Milano, al Virgin di Piazza Duomo, proprio di fianco al Duomo, sul finire degli anni '90 costava, se non ricordo male, 1200 lire a pallina. Da notare che l' "amara" esperienza di quel mio amico risaliva all'agosto 1989.
A prescindere da tutto questo, e a prescindere dal fatto che, come detto, nella vita è tutto relativo, io non mi trovai assolutamente male, quando, quella domenica d'agosto del 1994 visitai Venezia con mia moglie e i miei due figli. Nelle mie intenzioni, quella era da considerare come un giro di "perlustrazione" per altri e più lunghi giri di visita (avrei potuto farlo l'anno dopo, e ancora nel '98, ma già cominciarono i primi accenni di quello che poi per me è stato). Infatti, il '96, è stato per me il vero inizio di quello che molti sanno. Così quel sogno di andare a Venezia, per lungo tempo coltivato, s'infranse. E' per quello che dico sempre ai miei figli: chi ha tempo, non aspetti tempo!
Ora, che mi potrei concedere quel viaggio, senza alcun problema di ordine economico, sono subentrati ben altri problemi, che annullano gli stimoli che vengono anche per il solo pensare al piacere che darebbe un simile viaggio.
Sopra: Trasfigurazione di Cristo - Tiziano Vecellio - Chiesa San Salvador, Venezia
9 Comments:
Ciao Mario,
l'amore per Venezia è un strano amore. Per me non è stato un amore "a prima vista" come si dice in bulgaro :) La prima volta ci sono andata per un giorno d'estate del luglio 1999 quando ero per un mese a Gargnano sul lago di Garda, e che dire, rimasi stupita, ma non ho provato nè amore nè innamoramento. Ci sono tornata 9 anni dopo con mio marito per 3 giorni e 2 notti ed è stato bellissimo, ci siamo trovati a nostro agio anche se avevamo sbagliato con l'albergo e dopo che siamo tornati in Bulgaria ho comminciato a programmare un'altra visita d'estate dopo la metà luglio per la festa del Redentore e stavolta ci siamo rimasti una settimana (5 notti a venezia in 2 alberghi diversi) una notte a Mestre (che scelta maledetta fatta per risparmire 30 euro per il pernottamento, siamo diventati vittimi delle zanzare mestrine) e una notte l'ultima a Treviso (per poter vedere anche la città di Treviso nella mattinata prima di prendere l'aereo a ritorno). E dopo questo viaggio estivo mi sono tornata innamorata di Venezia e non riuscivo proprio a dormire finché non ho fatto dei biglietti per l'aereo per 2 notti a settembre! Mi mancavano certe cose e non potevo arrendermi ed aspettare. E poi dopo il ritorno ho fatto ancora una pazzia, ho fatti i biglietti per novembre e allora ci siamo rimasti per 4 notti e alla fine mi sono calmata fatto 3 viaggi a Venezia nella cornice di un anno, il nostro amico l'attore mi aveva scritto "Venezia Bulgaria ormai è un ponte dorato" :)
e così tra settembre e novembre ho scoperto la società degli amanti di Venezia, che è la bella società dei bloggers. Prima ho scoperto il blog di Anna Livia, poi col tempo ho trovato il blog di Fausto e di Sergio, che è diventato un mio amico veneziano.
By emilia, at 8 marzo 2010 alle ore 13:32
Addirittura? Onestamente Venezia è sì bella ma il mondo è pieno di belle città, perchè non provare a vederle tutte anziché andare lì per tutte queste volte?
By Lunatika, at 8 marzo 2010 alle ore 19:12
Emilia,
anche in Italia si dice "amore a prima vista", e anche il mio, come il tuo, non è stato un amore sfolgorante "a prima vista", per Venezia. C'è voluta la frequentazione assidua al blog di Fausto, scoperto per puro caso, dopo aver letto sul suo blog le notizie che mi servirono su Marcantonio Bragadin.
E, come disse Dante in Paolo e Francesca:
"galeotto fu il libro e chi lo scrisse",
così galeotta è stata quella ricerca. Da allora, infatti, è risbocciato quell'amore per Venezia, che avevo avuto, ma che poi si era assopito per forza di cause maggiori.
Ho letto con interesse il tuo "iter" dell'innamoramento per Venezia, e ho visto che tu sei stata un'anticipatrice di quello che dovrebbero fare tanti italiani, ma che ancora non hanno fatto: visitare e approfondire la conoscenza della storia di Venezia (qui da noi si direbbe che tu hai bagnato il naso a questi italiani, perchè non basta visitarla Venezia; bisogna conoscerne anche la storia, per amarla: ciò che tu fai egregiamente).
Come avrai scoperto dal post, la mia conoscenza di Venezia è avvenuta quasi esclusivamente avvalendomi di questi mezzi tecnologici: internet, e quindi blog e Venezia.360map (tra l'altro Sofia è l'unica città straniera mappata tramite Sofia.360map) Però, modestamente parlando, ora la conosco meglio di tanti che a Venezia ci sono già stati dal vivo varie volte.
---
Grazie alla conoscenza che ho fatto di te, stranamente ora mi sento più vicino al tuo paese, al tuo popolo. E quindi, potresti fare l'ambasciatrice in Italia per la Bulgaria.
Ciao.
By marshall, at 8 marzo 2010 alle ore 19:17
Lunatika,
sei poco gentile verso le mie ospiti. Devo rimettere il modera commenti?
Ciao
By marshall, at 8 marzo 2010 alle ore 19:31
Non volevo assolutamente essere poco gentile: solo che conosco un sacco di gente che ha visto un sacco di bei posti che io ancora non ho visitato, e quindi consiglio davvero tutti di seguire la tua frase e "carpe diem", cogliere l'attimo, vedere il più possibile.
E' anche vero che Jacopo Ortis fece il giro d'Italia per poi capire, proprio a Ventimiglia, paese da te spesso citato, che il posto in cui si trovava meglio alla fine era casa sua.
Pazzesco, vero?
By Lunatika, at 8 marzo 2010 alle ore 21:22
Lunatika,
ti ringrazio per questo ricordanza a Ventimiglia, segno evidente che segui attentamente il mio blog; e ciò ti riscatta ampiamente della "smagliatura" compiuta verso Emilia.
Si è vero, Ventimiglia è un'altra delle località, che, se pur non bellissima - se paragonata alle numerose altre splendide località italiane - mi era entrata nel cuore quando, passandoci per caso un agosto del '96, vidi quei versi di Salvatore Quasimodo impressi su quella targa posta al termine della Passerella Squarciafichi, e mi dissi: "qui ci devo venire in vacanza"; tanto che quel post, se ben ti ricordi, lo intitolai "Ventimiglia mon amour", alla francese, data l'immediata vicinanza al confine con la Francia.
L'aneddoto di Jacopo Ortis mi era poco noto, fino a questi minimi particolari, e di ciò ti ringrazio.
Ciao.
By marshall, at 9 marzo 2010 alle ore 08:37
Marshall
di città ne ho viste molte sia in Italia che all'estero e aggiungici che sono toscano, ma Venezia è Venezia: è unica.
ciao
Sarc.
By sarcastycon, at 9 marzo 2010 alle ore 21:58
Mario: Concordo con quanto scrivi nel post, ormai conosci Venezia meglio di tanti veneziani. Come vorrei che molti miei concittadini amassero questa città come la ami tu. "Chi ha tempo, non aspetti tempo", sono parole sagge di cui tutti noi dovremmo fare tesoro.
By Fausto, at 31 marzo 2010 alle ore 02:14
Fausto,
è un enorme piacere sapere che hai fatto visita al mio blog, nonostante t'immagino oberato di lavori (lavori, non lavoro). Io sono assente dal tuo da circa quindici giorni, per carenza di tempo disponibile per il blog: conosco gli argomenti di cui ti sei occupato, ma non ho ancora avuto tempo di leggerli. I più interessanti che leggerò, o rileggerò, riguardano di quel signore che va in giro per Venezia a catalogare le VERE DA POZZO, oppure di quel personaggio, con quel nome tipicamente veneziano, che da una mano ai gondolieri e che aiuta le persone a salire e scendere dalle gondole, senza correre rischi di fare bagni imprevisti, magari per spavalderia.
Mentre scrivo m'è venuto in mente che nel frattempo, in questi quindici giorni, ho letto anche STABAT MATER, del tuo concittadino TIZIANO SCARPA (me l'hanno regalato i figli per la festa del papà, sapendo del mio amore per Venezia e quindi, indirettamente, anche di Antonio Vivaldi, il personaggio chiave del romanzo).
Interrompo qui, tenendo gli argomenti per un post.
Ciao.
p.s. non farò in tempo a scrivere della SU' E ZO PER I PONTI di Venezia, in programma il 18 aprile. PENSACI TU.
By marshall, at 31 marzo 2010 alle ore 08:39
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