marshall

mercoledì, marzo 03, 2010

Sofismi e sofisti

Nel post Girgenti amore mio (cliccare per leggere) racconto del monologo interpretato da Gianfranco Jannuzzo al Teatro Manzoni di Monza. In esso, tra le molte scenette create dall'attore, ve n'è una che ha per soggetti i filosofi greco-siciliani dell'antichità. Tra quei filosofi, grazie ad un commentatore che me ne ha accennato, spiccava la figura del filosofo Gorgia da Leontini , per le probabili loquacità ed arte nel discorrere. E infatti è ricordato per essere stato uno dei quattro filosofi dell'antichità, facenti parte di quella corrente filosofica detta dei sofisti.

Etimologicamente, secondo quanto riporta l'enciclopedia on-line Wikipedia,

"anticamente il termine sophistés (sapiente) era sinonimo di sophos (saggio) e si riferiva ad un uomo esperto conoscitore di tecniche particolari e dotato di un'ampia cultura. A partire dal V secolo, invece, si chiamarono sofisti quegli intellettuali che facevano professione di sapienza e la insegnavano dietro compenso: quest'ultimo fatto, che alla mentalità del tempo appariva "scandaloso", portò a giudicare negativamente questa corrente. I sofisti vennero così bollati come falsi sapienti, interessati al successo e ai soldi, più che alla verità. Attualmente, il termine mantiene anche nel linguaggio corrente un carattere negativo: con "sofismi" si intendono discorsi ingannevoli e basati sulla semplice forza retorica delle argomentazioni. ...".

Stando a quest'ultima parte dell'etimologia del termine sofismi, che indica discorsi ingannevoli e basati sulla semplice forza retorica delle argomentazioni, vien proprio da pensare che le probabili argomentazioni addotte dai giudici della Corte d'Appello di Milano, che hanno rigettato il ricorso dei delegati lombardi che chiedevano la riammissione della "Lista per la Lombardia" di Roberto Formigoni al voto del 28 marzo, siano proprio di natura sofistica. Identico discorso vale per quanto successo alla lista della Polverini, in quel di Roma.

Qui l'articolo del Sole 24 Ore.Com sui ricorsi respinti

15 Comments:

  • Buongiorno Mario,
    eccomi qua per farti una domanda sulla Divina Commedia :) Parlando del mio italiano direi che finalmente fosse sufficiente :) anzi discreto, dopo più di 10 anni in cui lo parlo e approfondisco.
    La domanda me la faceva un mio amico bulgaro, poeta e traduttore dall'ungherese, in una poesia di di Konstantinos Kavafis, che può darsi tu conosca, allora in una poesia di quel grande poeta (greco, con citadinanza britanica e vissuto in gran parte della sua vita in Egitto in Alessandria) e quel mio amico aveva trovato in una poesia di Kavafis una citazione di Dante, dalla Divina Commedia e voleva che io gli dicessi in quale cantica e canto la poteva trovare ed io ormai da 2 anni non so rispondergli. Perché ho letto in italiano solo canto primo, terzo e quinto :) e la traduzione bulgara non mi piace per niente e infatti non la leggo :) e così vivo in ingnoranza.
    Allora la citazione è
    CHE FECE IL GRAN RIFIUTO

    Potresti aitarmi se hai un'idea chi fosse quello che fece il gran rifuito ed orientarmi dove dovrei cercarla, la citazione in questione.

    By Blogger emilia, at 5 marzo 2010 alle ore 08:16  

  • Emilia,
    buongiorno e benvenuta.
    Rispondere che si tratti di Celestino V, il monaco che nel 1294 fu eletto papa, ma che dopo appena 5 mesi dall'elezione si dimise dall'incarico, sarebbe fin troppo semplicistico. E' quindi difficile affermare con assoluta certezza che dietro i versi:

    "che fece per viltade il gran rifiuto"
    (Inferno, III - 60)

    si celi la figura di Celestino V. Chi lo afferma non ha prove sufficienti per dimostrarlo.

    E' quindi un altro dei tanti gialli contenuti nella Divina Commedia. Di uno ne ho già parlato in questo blog, e lo spunto mi era stato fornito proprio da Fausto di Alloggi Barbaria blogspot, parlando di Dante a Venezia.

    La questione, se sia o non sia Celestino V, m'intriga molto. Penso quindi di scriverne un post, del quale darò notizia anche sul blog di Fausto.
    ---
    No, non conoscevo Konstantinos Kavafis, ma ora me ne documenterò.
    Grazie ancora, ciao.

    By Blogger marshall, at 5 marzo 2010 alle ore 10:56  

  • Grazie, Mario,
    ora lo leggo tutto questo terzo canto, perchE' la mia ignoranza ha svelato il fatto che non l'avevo letto tutto e mi ero fermata dalla scritta "lasciate ogni speranza voi che entrate" ;) ma il canto per Paolo e Francesca l'ho letto tutto, giuro! :)
    lo cerco il tuo post sul Dante in Arsenale dopo che leggo l'impostazione di Fausto.
    E il titolo della poesia di Kavafis e' proprio
    "Che fece...il gran rifiuto"

    Ciao, e ancora una volta grazie

    By Blogger emilia, at 5 marzo 2010 alle ore 13:53  

  • Marshall
    Che Dante si riferisca a Celestino V è molto probabile. Mi baso sul fatto che il successore fu Bonifacio VIII, acerrimo nemico del poeta, tanto da nominarlo nell'Inferno (Inf. XIX,76-77), seppure in vita.
    Quindi agli occhi di Dante Celestino V si è reso "colpevole",rinunciando al papato, di aver fatto eleggere Bonifacio VIII che, certamente, non era uno stinco di santo....


    E'esistita una prima sofistica che quella a cui accenni tu, poi una seconda sofistica (II°-III° secolo d.c.)vedi il mio post.
    A quanto pare oggi è nata la terza sofistica....vedi procure.

    ciao
    Sarc.

    By Anonymous sarcastycon, at 5 marzo 2010 alle ore 18:17  

  • Emilia,
    ti consiglio d'imparare a memoria alcuni versi del III canto, in particolar modo quelli da 82 a 96: sono tra i più belli dell'Inferno (a parte il fatto che son quasi tutti belli).
    Te li trascrivo.

    Ed ecco verso noi venir per nave
    un vecchio, bianco per antico pelo,
    gridando: «Guai a voi, anime prave!

    Non isperate mai veder lo cielo:
    i' vegno per menarvi a l'altra riva
    ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo.

    E tu che se' costì, anima viva,
    pàrtiti da cotesti che son morti».
    Ma poi che vide ch'io non mi partiva,

    disse: «Per altra via, per altri porti
    verrai a piaggia, non qui, per passare:
    più lieve legno convien che ti porti».

    E 'l duca lui: «Caron, non ti crucciare:
    vuolsi così colà dove si puote
    ciò che si vuole, e più non dimandare».

    Sono i versi dedicati a Caronte, il traghettatore delle anime dannate dirette all'inferno ("ed ecco verso noi venir per nave, un vecchio, bianco per antico pelo).

    Più avanti i versi più significativi di questo Canto:

    - Caron, non ti crucciare; "vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare"

    Sono i versi che inneggiano all'onnipotenza di Dio. Ma più avanti (Purgatorio, Canto III) Dante declama la misericordia infinita di Dio. Se ti interessa conoscerlo, ne parlo in questo post:
    http://ecopolfinanza.blogspot.com/search?q=giro+d%27italia+a+benevento

    Se imparerai a memoria tutti quei versi, farai un'ottima impressione a tuoi eventuali interlocutori.

    Auguri, e a presto.
    Ciao.
    Mario

    By Anonymous Mario, at 5 marzo 2010 alle ore 18:22  

  • Il commento n.5 è mio, amministratore del blog.

    By Blogger marshall, at 5 marzo 2010 alle ore 18:30  

  • Sarcastycon,

    per il 90 percento degli esperti, si tratta proprio di Celestino V, ma alcuni hanno ipotizzato fosse anche Ponzio Pilato. Comunque, vedrò di stendere un post, che accenni a questo "misterioso giallo".

    Parlando dei sofisti, sono ancora fermo alle prime "istruzioni". Il tuo accenno è già un ulteriore passo. Che poi forse oggi siamo in presenza di una terza ondata di sofisti, lo ritengo assai probabile :-)

    Passo a leggerti.
    Ciao.

    By Blogger marshall, at 5 marzo 2010 alle ore 18:46  

  • Sarc.,
    ho cercato quel post nel tuo Sarcastycon 3, ma non vi ho trovato traccia. Me lo puoi linkare?
    Grazie.
    Ciao.

    By Blogger marshall, at 5 marzo 2010 alle ore 19:56  

  • Ehe, Mario,
    io la bella figura l'ho già fatto 10 anni agli stranieri che erano i miei colleghi nei corsi internazionali di lingua e cultura italiana a Gargnano del Garda recitanzo la prima terzina della Commedia ed poi anche la terzina che comincia con "Per me si va",
    e un mio amico milanese amava citare "fatti non foste a viver come bruti.." e io l'ho imparato anch'io. Ora non ti resta che a dirmi qual è la tua citazione preferita in assoluto.

    Nel mio blog sto per pubblicare specialmente per te delle foto della tomba di Ezra Pound in isola di San Michele.

    A presto

    By Blogger emilia, at 6 marzo 2010 alle ore 05:10  

  • Emilia,
    "La bocca sollevò dal fero pasto..."
    E' l'inizio del XXXIII Canto dell'Inferno, dedicato al Conte Ugolino.
    E' solo un esempio. Non è il mio preferito in assoluto, perchè tanti sono i Canti di somma levatura, ma esso mi conduce ad entrare nello spirito e nella mentalità dantesca.

    Un altro Canto di stupenda bellezza è quello di Paolo e Francesca
    "Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende..."

    E come non citarti il panegirico di San Francesco e San Domenico, che conosco a memoria (Paradiso XI; versi da 28 alla fine
    "La provedenza, che governa il mondo..."),

    o quello di San Benedetto:
    "Quel monte a cui Cassino è ne la costa
    ..."
    (Paradiso XXII - da 37 a 45)
    versi di sublimi bellezza, almeno per quel che mi riguarda, perchè le mie origini provengono da quei luoghi, da quella terra.

    Ma è stupendamente bello anche il Canto di San Pier Damiani (Paradiso XXI, 106-121)
    "Tra' due liti d'Italia surgon sassi,
    ..."

    Come vedi, sono molti. Altri te li ho citati nell'altro commento. Mi fermo qui, perchè non vorrei far torto ai tantissimi bei Versi di cui è ricca la Divina Commedia.

    Ciao (che tu mi scriverai nella tua lingua bulgara. Se è uguale al rumeno, so che si scrive "pa").

    By Blogger marshall, at 6 marzo 2010 alle ore 09:41  

  • ti sorprenderai ma in Bulgaria diciamo "ciao" proprio all'italiana :)

    By Blogger emilia, at 6 marzo 2010 alle ore 15:14  

  • Marshall
    se ti riferisci ai sofisti
    penso che tu l'abbia già letto cmq

    http://sarcastycon3.wordpress.com/2010/02/10/le-pitture-dei-filostrati/

    ciao
    Sarc.

    By Anonymous sarcastycon, at 6 marzo 2010 alle ore 21:07  

  • Sarc.,
    è vero, è quello. Ma giacchè ci siamo, credo di non avertelo mai commentato perchè volevo prima rileggere su Google una storia che avevo letto tempo addietro, in merito a certi ritratti funerari (del genere di ikone) ritrovati, mi sembra, a Pompei, o dintorni, ma che erano tipici del nord Africa. Ne furono inventariate circa 4000, e l'articolista declamava il loro stato di ottima conservazione, dopo ben 1800 anni.
    Quell'articolo non sono più riuscito a rintracciarlo (chissà con quale parola chiave ero entrato, per puro caso), ma mi sembra parlasse proprio dei Filostrati, o similari. Ne sai qualcosa?
    Ciao.

    By Blogger marshall, at 6 marzo 2010 alle ore 22:00  

  • Marshall
    che a Pompei ci fossero degli ottimi pittori è noto, molte case dei pompeiani erano adornate con questi quadri su tavola le ikones
    Per quanto riguarda quelle funerarie non so niente, ma è presumibile che ci fossero
    Cia
    Sarc.

    By Anonymous sarcastycon, at 9 marzo 2010 alle ore 21:54  

  • Sarc.,
    grazie lo stesso. Se rintraccerò quell'articolo, te ne riparlerò.
    Ciao.
    10 marzo 2010

    By Blogger marshall, at 10 marzo 2010 alle ore 21:12  

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