marshall

mercoledì, aprile 18, 2007

Opa su bond strutturati

L'impressione che qualcosa nel meccanismo di calcolo del tasso d'inflazione non quadri me l'ha suggerita una notizia di ieri: Morgan Stanley ha lanciato un'opa su un elenco di obbligazioni strutturate. E' la prima volta, dopo l'OPA sui bond argentini, OPA di tutt'altro genere, per tutt'altre ragioni, che leggo di simili notizie.

Mi sono chiesto se ci fosse una ragione per spingere una delle più grandi banche d'affari internazionali ad una operazione di così vasta portata. Va detto che Morgan Stanley si impegna a ritirare fino ad un massimo del 10 percento dei titoli originariamente emessi dagli emittenti dei prestiti, che gli emittenti debitori sono primarie istituzioni bancarie aventi massimo grado di solvibilità e che i titoli che si impegna a ritirare sono tutti legati a quegli indici o panieri di cui sotto.

Ma perchè?

Il perchè è semplice. Le obbligazioni oggetto di OPA sono tutti titoli, relativamente a quelli che ho potuto analizzare, che nell'arco di 12 - 15 mesi hanno perso parecchio rispetto al valore nominale, scendendo quasi tutti intorno a 90 contro i 100 che è il valore di rimborso. Perdite inconcepibili per titoli che, per loro natura, essendo legati in un modo o nell'altro all'inflazione, dovrebbero garantirne la copertura.

Prendiamo, per esempio, il titolo Mediobanca Rendimento Protetto scadenza 23/12/2013 (cod.ISIN IT0003568075) cedola in corso 2,99%, il cui nome dovrebbe evocare copertura da rischio inflazione, e che fa parte dell'elenco titoli per i quali Morgan Stanley si impegna al ritiro, alle ore 12,55 di oggi è stato scambiato a 91,1, con scambi esigui (a questi prezzi vende solo chi è con l'acqua alla gola) e dopo aver perso in un anno il 2,7% e in 18 mesi la perdita della parità a 100.

Le obbligazioni strutturate, o bond strutturati, sono quelle obbligazioni che fruttano un'interesse, e a volte anche un premio all'atto del rimborso, legato ai tassi d'inflazione o ai tassi d'interesse sui titoli del debito pubblico (nazionale, europeo, mondiale); agli indici dei prezzi al consumo di beni e merci presenti nel paniere della spesa: paniere che viene utilizzato ogni mese per certificare il tasso d'inflazione "reale"; e poi numerosi altri indici o panieri diversi sui quali le società emittenti si sbizzarriscono.

Sul blog di Alessandro (apri-i-tuoi-occhi.blogspot) ho letto un post su inflazione immaginaria, e anche altri articoli collegati all'argomento dell'inflazione, con spunti interessanti.
I suoi interrogativi inducono a pensare all'esistenza di una concertazione tra banche, governi e certificatori d'inflazione, per fare in modo che l'inflazione reale resti inchiodata tra il 2 e il 3 percento.
Trovo curioso, al pari di Alessandro, che essa sia fissa da anni entro questi livelli; si addossa all'euro gran parte del merito; infatti, l'Italia sembra diventata una nazione virtuosa da quando ha adottato la moneta unica europea.
Non eravamo più abituati a tanta stabilità monetaria, all'opposto di quanto succedeva negli anni 80 e 90, quando l'inflazione era regolarmente a due cifre e ci avevamo fatto l'abitudine. In quel periodo bastava un evento anche solo percepito come catastrofico, e l'inflazione partiva. Se un avvenimento veramente catastrofico, come l'abbattimento delle Torri Gemelle, fosse avvenuto nel precedente ventennio, avrebbe fatto schizzare l'inflazione, almeno qui in Italia.

Non eravamo più abituati a tassi d'inflazione così bassi, tant'è vero che, a cavallo del nuovo millennio, banche, assicurazioni, società si misero a gareggiare tra loro per emettere bond agganciati ad indici e panieri di cui sopra, e dimostrando anche una buona dose di fantasia.
Tali bond andarono a ruba.

(fine prima parte)

10 Comments:

  • Osservazioni acute.
    Ma le "strutturate", se fossero quella pacchia che apparentemente sono per i risparmiatori, non farebbero guadagnare le banche ... ;-)
    Attendo la seconda parte ...

    By Blogger Massimo, at 18 aprile 2007 alle ore 18:08  

  • Grazie per la citazione del mio post, comunque tutti sono concordi nel dire che l'inflazione che dicono non è mai quella reale.

    Basta considerare che in America non comunicano neanche più neanche la massa monetaria in circolazione M3 o i dollari che stanno stampando... già questo indica al 100% che il mercato è pieno di liquidità, e solo per questo l'inflazione è certa.

    Inoltre la recente integrazione finanziaria ha come obbietivo primario la stabilizzazione monetaria (inflazione bassa), direi che fino a quando ci saranno le "mani forti" sui mercati nei paesi avanzati non ci parleranno più di inflazioni alte...

    Infine la BCE, ha come obiettivo primario l'inflazione pari al 2%, secondo voi comunicherebbe che magari è al 3-4%, fallendo completamento gli obiettivi? Hanno solo un obiettivo da raggiungere, puntualmente sarà raggiunto. Non ho dubbi, anche con artifici l'inflazione è sempre il 2%.

    http://www.apri-i-tuoi-occhi.blogspot.com/

    By Blogger Alessandro, at 19 aprile 2007 alle ore 13:41  

  • Alessandro,
    grazie per le informazioni: tutte cose utili da sapere!!

    By Blogger marshall, at 19 aprile 2007 alle ore 21:59  

  • Massimo,
    hai toccato sul vivo!!

    By Blogger marshall, at 19 aprile 2007 alle ore 22:00  

  • Marshall
    un saluto
    Marcello

    By Anonymous Anonimo, at 20 aprile 2007 alle ore 21:08  

  • Marcello,
    finita la vacanza? tutto bene?bentornato.
    Domani passo a rivedere Livorno.
    Ciao.

    By Blogger marshall, at 20 aprile 2007 alle ore 22:36  

  • Materia complessa e ostica... per fortuna la rendi comprensibile!! :-)

    By Anonymous Anonimo, at 24 aprile 2007 alle ore 21:16  

  • caro marshall, l'obligazione di cui parli ha reso per i primi due anni il 7% il primo anno e il 4% il secondo, dal 2005 la cedola viene calcolata dalla somma tra la variazione dell'indice dei prezzi per le famiglie maggiorato dell'1% (con um minimo garantito annuale pari all'1%). Oggi, come dici, il titolo rende circa il 3% lordo. Come esperto dovresti sapere che questi titoli, fermo restando l'inflazione, perdono di valore all'aumentare dei tassi di interesse (guarda i tassi dal 2003 a oggi come sono variati, quasi 2 punti%) per cui il valore nominale scende. questo genere di obbligazioni o le vendi dopo 2 anni sfruttando l'alto tasso di interesse o le porti a scadenza sperando nell'aumento dell'inflazione, venderle oggi a 91 euro a morgan e stanley non ha senso. Quando le compri tieni sempre sotto controllo il rapporto col btp. (oggi sul mercato mot trovi btp che rendono il 4,25 lordo). a presto. alberto

    By Anonymous Anonimo, at 26 aprile 2007 alle ore 23:12  

  • Alberto,
    grazie per la lezione di ALTA FINANZA.
    Così averne di commenti così ricchi di informazione come il tuo!!

    By Blogger marshall, at 27 aprile 2007 alle ore 15:24  

  • Siro,
    grazie dell'incoraggiamento; vedrò di scriverne altri.
    Se poi interviene Alberto che ci dà una mano, meglio ancora.

    By Blogger marshall, at 27 aprile 2007 alle ore 15:27  

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