marshall

mercoledì, aprile 04, 2007

Il Parco Buoi di Telecom Italia

Quando, nei secoli a venire, nei corsi di economia di tutto il mondo, si vorrà spiegare, alle nuove leve di studenti, il concetto di parco buoi, basterà riferirsi al caso Telecom Italia, e ai suoi piccoli azionisti, e il concetto verrà assimilato immediatamente.

Anch'io sono un bue perchè faccio parte del piccolo azionariato di Telecom Italia, ovvero del parco buoi di Telecom Italia.
Sono "azionista" Telecom da vecchia data, da quando si chiamava ancora SIP, e poi aderii a quella grande adesione di massa del 1998, "la madre di tutte le privatizzazioni".

Se pensate a quella "grande adesione di massa" e pensate ad un recinto nel quale vengono raccolti e rinchiusi i buoi da portare al macello, il concetto borsistico di parco buoi vi diverrà lampante.

Sono, appunto, un piccolo azionista di Telecom Italia, e, come me, annovero in quella schiera un folto numero di parenti e amici: tutti buoi come me.

Quanto ho perso, e quanto abbiamo perso in questa vicenda, nessuno può saperlo. A meno di ingaggiare un superlaureato in matematica che vada a fare tutte le ricostruzioni, tutti i passaggi, tutti i giri di azioni, di società, intervenuti dopo la privatizzazione. Insomma, un ingarbugliamento tale che risulta difficile, anche ai maggiori esperti, una quantificazione esatta delle perdite subite da ogni singolo azionista: parco buoi, dunque, e titolo appropriato.

E il parco buoi continua ad essere tale, anche in questi giorni. Guardate che ruolo hanno i piccoli azionisti Telecom Italia in questi giorni di subbuglio perchè si paventa il "rischio" che essa vada a finire in mani straniere!
Nessun ruolo per i piccoli azionisti. Si pensa solo all' italianità di Telecom. Dei piccoli azionisti che potrebbero uscire dall'investimento limitando le perdite, chi se ne frega!

Personalmente ho perso ogni speranza, ogni fiducia nel titolo: è stato un errore di "gioventù" pagato a caro prezzo. Ho deciso di non occuparmene più, di non farmi più cattivo sangue e rovinarmi l'esistenza per colpa delle azioni Telecom Italia.

E d'ora in poi, prima di fare un investimento in Italia ci penserò non una ma cento volte: stò dirottando tutto su ETF stranieri.

6 Comments:

  • ammetto ke causa poco tempo nn riesco a leggerti tutti i giorni, appena pubbliki il post sulle malattie da smog se me lo fai sapere ti provo a girare qualke contatto...

    a presto, ciao luca

    By Anonymous Anonimo, at 4 aprile 2007 alle ore 13:37  

  • Caro Marsh, hai sentito Fassino che adesso vuole che intervenga Mediaset del Berlusca a salvare la situazione?
    Prima cercano di distruggergli il fatturato, poi lo invocano come salvatore della Patria…
    Ma si può essere più pirla di così?

    By Anonymous Anonimo, at 4 aprile 2007 alle ore 13:37  

  • LL,
    ammetto che in questo periodo sono in un momento di grazia (mi sento meno peggio perchè ho terminato da poco il ciclo annuo di cure per tenere a bada la SM), però sto un pò esagerando e abusando: occorre che mi dia una regolata.
    Che io sappia, non esistono malattie catalogate come causate da smog, oltre a quelle quelle respiratorie, assai note.
    Uno dei casi che ho conosciuto durante un mio ricovero ospedaliero, aveva a che fare con inalazioni, cioè presenza, nell'aria respirata, di gas nocivi (solventi), per un periodo di tempo molto prolungato (30 anni): da qui, e altri esempi, la mia deduzione.

    By Blogger marshall, at 4 aprile 2007 alle ore 16:32  

  • Caro Siro,
    sapessi quanti sono gli esempi che mi portano a dare dell'armata brancaleone a questa compagine!
    Da sempre, da quando Berlusconi è entrato in politica, mi sto accorgendo di quante manovre strambalate stanno facendo costoro.
    Su Telecom, poi, potrei, e lo farò, scrivere un romanzo.
    Prendi, ad esempio, l'abolizione per legge dei costi di ricarica (la lenzuolata Bersani).
    Come è pensabile che gente intelligente possa credere che sia bastato un provvedimento di legge per azzerare il costo. E tutti plaudono e....bevono!
    Fermi restando le cose, i casi saranno due. O Telecom (Tim) ci rimetterà, e col tempo fallirà (quindi niente più servizio) oppure si rifarà in altro modo, perchè se non lo farà, non sarà più in grado di fornire un servizio efficiente. E a quel punto qualcuno interverrà, magari lo stesso Bersani, autorizzando aumenti di canone o tariffe.

    Sai quanti proverbi esistono per descrivere bene questa situazione?
    "Fare le nozze coi fichi secchi".
    "Cristo a' mmete e San Pietr'a 'rraccogliere".
    E così via.

    By Blogger marshall, at 4 aprile 2007 alle ore 16:51  

  • Tutte le "privatizzazioni" di prodi e soci hanno avuto come comun denominatore lo sfruttamento della "bolla" degli anni ottanta prima e della seconda metà degli anni novanta.
    Ma proprio questa vicenda Telecom dimostra che i piccoli azionisti non hanno alcuna tutela, perchè non importa il prezzo di aggiudicazione, ma che sia aggiudicato agli "amici".
    A questo punto "tifare" per gli americani è d'obbligo ... ;-)

    By Blogger Massimo, at 4 aprile 2007 alle ore 18:49  

  • Marshall,
    fossi in te punterei su AT&T...

    Battute a parte, chi non ricorda il crac Cirio/Parmalat ?

    L'Italia vive sulle spalle dei cittadini (o dei piccoli azionisti se credi) con la beffa che a pagare, di fatto, siamo sempre noi.

    Ma il punto chiave è che perseverare è diabolico, e su questo siamo maestri.

    Ah...se avessimo dato fiducia al buon Rovati!!!

    By Anonymous Anonimo, at 4 aprile 2007 alle ore 21:15  

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