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venerdì, aprile 13, 2007

Intermezzo: Ripensamenti

A chiunque legga la lettera di Stefania Craxi, pubblicata sul Corriere di venerdì scorso, 6 aprile, viene spontaneo pensare, almeno per un attimo, che i comunisti o postcomunisti italiani siano indietro di non meno di 15 anni rispetto alle altre forze politiche; la lettera di Stefania Craxi è un elenco dei più vistosi ripensamenti di questo partito.

Parte col ripensamento sul riformismo, che era considerato una bestemmia, e con la socialdemocrazia che, ora dicono, non fosse poi così male. Che dire poi del mercato e le imprese private? Stefania ironizza aggiungendo: "meglio, però, se illuminate, amiche.
E' noto il ripensamento di Fassino e Ingrao sul caso Moro; così pure sui missili Pershing e Cruise.
Che dire dei ripensamenti sull'Unione Sovietica? Stefania ci tiene a precisare che Veltroni non ci aveva mai pensato perchè lui aderì al Partito comunista per combattere l'Unione Sovietica, pazienza, però, se i soldi per il suo stipendio da funzionario e per le sue campagne elettorali arrivavano da Mosca.

E il ripensamento sulla scala mobile?

E quelli su Bettino Craxi? Il discorso qui si fa lungo e interessante; suggerisco di andare a leggere la lettera completa sul Corriere che Stefania chiude con l'invito categorico rivolto a "loro" affinchè le lascino stare il padre perchè non hanno alcuna autorità per rivalutarlo; non hanno alcun diritto di dirsi eredi del socialismo riformista italiano, perchè non dicono la verità su Craxi e, soprattutto, su loro stessi. A questo punto, Stefania diventa lapidaria: non dicono la verità perchè non possono farlo, perchè costerebbe loro non un semplice ripensamento ma la negazione di loro stessi, non solo di ciò che hanno fatto, ma di ciò che sono. Per questo sono destinati a non guarire mai dalla bulimia da ripensamenti e ad annegare nel Partito democratico.

3 Comments:

  • Sarò complemetamente ignorante sulla vera storia di questo partito, quello che posso sapere però è che in quegli si rischiò veramente di portare l'Italia al default. Grazie alla dirigenza politica dell'epoca, il debito pubblico italiano è diventato il mostro che è oggi. In quegli anni crebbe in modo incontrollato, grazie a quelle "filosofie" politiche e modi di governare si stava portando l'Italia al collasso. Non leggo nessuna menzione su questo nell'articolo, andrebbero ricordati i dati di fatto e non l'aria fritta

    By Blogger Alessandro, at 13 aprile 2007 alle ore 20:15  

  • Alessandro,
    quello che dici è vero.
    Quel periodo l'ho vissuto come fosse un campo di battaglia, e l'ho già descritto in tanti miei post.
    In quegli anni facevo l'agente di commercio su Milano e provincia, e il triangolo industriale Legnano/Busto/Gallarate.
    Toccavo con mano le difficoltà del tirare avanti di ogni giorno di centinaia di piccoli, medi e grandi imprenditori. Ricordo che il mio lavoro maggiore era di fare l'esattore e non più il venditore. Gli insoluti erano schizzati e poi, a ruota, vennero i fallimenti a catena. Anche la mia azienda entrò in crisi, fu assorbita e fallì con questa.
    Secondo me, il messaggio che Stefania voleva far pervenire ai destinatari è racchiuso nella parte finale della sua lettera che ho riportato integralmente. Poi, per quanto riguarda il futuro o il destino del partito democratico, non entro sul merito perchè non mi interessa quel partito fatto da quella gente, a parte qualche eccezione.

    By Blogger marshall, at 13 aprile 2007 alle ore 22:56  

  • Ho avuto il grande piacere di conoscere Stefania Craxi con la quale ho collaborato durante la mia attività.

    Posso garantire che, oltre ad essere una persona squisita, è anche preparata, schietta, umile, dieci metri avanti agli altri, fratello compreso per le cui scelte ella nutre un senso di amarezza e di dispiacere.

    Porta sempre con se, nel cuore, la figura e gli insegnamenti paterni.

    Molti, noi compresi, dovremmo forse fare tesoro dello spirito liberale che Craxi ha saputo tracciare.

    Bacioni

    By Anonymous Anonimo, at 15 aprile 2007 alle ore 17:01  

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