Per grazia ricevuta
Questa mattina, Giulio Cainarca di Radio Padania Libera ha intervistato l'imprenditore bergamasco che ha scritto al direttore de Il Giornale, chiedendo aiuto contro la voracità del fisco che lo sta costringendo a chiudere la ditta. La lettera è stata pubblicata ieri sul Giornale ( http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=168705 ) e ripresa anche da www.eleonoraemme.splinder.com
Da essa si desume che a causa dell'effetto perverso combinato degli studi di settore e decreto Bersani-Visco 4 luglio 2006, le tasse e i contributi previdenziali assorbiranno l'85% dell'utile conseguito nel 2006.
Se non cambierà la legge, sarà costretto a chiudere, e 8 dipendenti verranno licenziati.
Nonostante ciò, altri suoi colleghi sono in condizioni ancora peggiori, dovendo pagare il 104 - 114 % dell'utile conseguito: una vera assurdità!
Il commercialista dell'imprenditore, anch'egli intervistato, ha fatto esempi concreti di altri imprenditori che dovranno versare cifre ancor più alte di quel 114 %: super assurdità.
A questo punto, sono ben 360.000 i lavoratori lombardi addetti al settore delle subforniture, il cui posto di lavoro è ad altissimo rischio, perchè i loro circa 90.000 imprenditori, ferme restando le regole fiscali, chi più chi meno saranno tutti sulla stessa barca dell'imprenditore bergamasco.
A questo punto mi torna alla mente la barzelletta di www.lamiadestra.blogspot.com che parla di dieci conoscenti che ogni sera si ritrovano al solito bar per un boccale di birra. Il conto viene pagato democraticamente in proporzione al grado di ricchezza di ciascuno.
In questo modo, quattro di loro sono esonerati dal pagamento e bevono gratis. Uno di loro però è costretto a pagare il 56% del conto totale di 100 euro, pur bevendo una birra da 10 euro come tutti gli altri. Senonchè succede un qualcosa per cui un bel mattino il tizio più ricco non si presenta più all'appuntamento e tutti i nove restano a secco di birra e da quel giorno si dovranno accontentare di acqua.
Alla luce di quanto sopra, ho fatto bene il 31 dicembre 2005 a chiudere l'attività di mia moglie, nonostante i suoi pianti e strepiti: oggi mi ringrazia e dice "grazia ricevuta".
Da essa si desume che a causa dell'effetto perverso combinato degli studi di settore e decreto Bersani-Visco 4 luglio 2006, le tasse e i contributi previdenziali assorbiranno l'85% dell'utile conseguito nel 2006.
Se non cambierà la legge, sarà costretto a chiudere, e 8 dipendenti verranno licenziati.
Nonostante ciò, altri suoi colleghi sono in condizioni ancora peggiori, dovendo pagare il 104 - 114 % dell'utile conseguito: una vera assurdità!
Il commercialista dell'imprenditore, anch'egli intervistato, ha fatto esempi concreti di altri imprenditori che dovranno versare cifre ancor più alte di quel 114 %: super assurdità.
A questo punto, sono ben 360.000 i lavoratori lombardi addetti al settore delle subforniture, il cui posto di lavoro è ad altissimo rischio, perchè i loro circa 90.000 imprenditori, ferme restando le regole fiscali, chi più chi meno saranno tutti sulla stessa barca dell'imprenditore bergamasco.
A questo punto mi torna alla mente la barzelletta di www.lamiadestra.blogspot.com che parla di dieci conoscenti che ogni sera si ritrovano al solito bar per un boccale di birra. Il conto viene pagato democraticamente in proporzione al grado di ricchezza di ciascuno.
In questo modo, quattro di loro sono esonerati dal pagamento e bevono gratis. Uno di loro però è costretto a pagare il 56% del conto totale di 100 euro, pur bevendo una birra da 10 euro come tutti gli altri. Senonchè succede un qualcosa per cui un bel mattino il tizio più ricco non si presenta più all'appuntamento e tutti i nove restano a secco di birra e da quel giorno si dovranno accontentare di acqua.
Alla luce di quanto sopra, ho fatto bene il 31 dicembre 2005 a chiudere l'attività di mia moglie, nonostante i suoi pianti e strepiti: oggi mi ringrazia e dice "grazia ricevuta".
4 Comments:
Ed è con tali idee geniali che pensano di combattere l'evasione ...
By Massimo, at 5 aprile 2007 alle ore 18:33
Bel post Marshall
e alla stregua di quanto detto ultimamente da Giordano (le imprese "hanno la pancia la piena") in merito ad una riduzione delle imposte sulle imprese suona come una beffa.
Il danno ovviamente c'è già: la cecità di un governo che comprime la competitività delle imprese nella penultima voce del bilancio: le imposte.
By Zener1992, at 5 aprile 2007 alle ore 21:35
Zener,
l'ho visto Giordano, quando ha detto questa frase alla tv; sempre con quella faccia torva, da cattivo e perenne arrabbiato; espressione che mi ricorda quella di un Occhetto di antica memoria, di quando era al vertice del vecchio PCI. Anche lui, come l'attuale, non sapeva cosa fosse un sorriso. Anche lui, come l'attuale ce l'aveva con le imprese "dalla pancia piena". Erano i primi anni novanta e avevano talmente la pancia piena che, a furia di dargli addosso, per dare ascolto ai partiti della sinistra, ci fu la più alta moria di aziende, dal dopoguerra.
Ma, a quanto pare, quella lezione non era bastata perchè la storia si sta ripetendo con la bastonatura di quest'ultimo anno.
Chi vivrà vedrà e poi racconterà.
By marshall, at 15 aprile 2007 alle ore 00:17
Massimo,
come ho detto a Zener, la storia si ripete.
Noi che abbiamo già vissuto in prima linea un periodo come quello attuale, sappiamo già come andrà finire: con un ennesimo ripensamento a tra 15 anni.
By marshall, at 15 aprile 2007 alle ore 00:23
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