marshall

venerdì, marzo 30, 2007

Messaggio per l'on.Prodi

Visto che l'on.Prodi fa visite al blog di Zener (così ho letto), gli ho lasciato un breve messaggio nel commentario di tale blog: messaggio che riporto integralmente qui sotto.

Mi è venuto di getto, mentre ero in ascolto di Radio Padania. Apparirà un pò sconfusionato o sgrammaticato: ne conoscete la causa.

"On. Prodi, visto che ci legge, perchè non si ascolta un pò di Radio Padania? Oppure perchè non ascolta qualche storiellina che conosce il sen.Dario Galli (Lega)? Avrebbe molto da insegnarle! Proprio in questi minuti stanno conversando delle ruberie "istituzionalizzate" che avvengono nel sud. La trasmissione viene replicata la sera e la notte: le consiglio di ascoltarla. Fabbriche che dovrebbero dar lavoro e produrre, e invece non hanno prodotto un solo biscotto e un solo bozzolo di seta. Come la mettiamo on.Prodi?? Non venite più a riempirci la testa con l'evasione del nord. Per carità di Dio! Dobbiamo andare avanti cosi? Aspettiamo che scoppi una rivolta (rivoluzione)? O è meglio parlare seriamente di federalismo, dato che di secessione, per adesso, non se ne può parlare? E guardi che chi scrive è "figlio del sud" ed è sposato con una "figlia del sud". Ha toccato tanti argomenti: le consiglio di ascoltarlo! Si svegli on.Prodi. Si dia veramente da fare! Saluti"

giovedì, marzo 29, 2007

Meglio un film che Ballarò

Ho sentito che martedì sera Maurizio Belpietro, direttore del Giornale, in collegamento da Milano con la trasmissione Ballarò, ad un certo punto si è alzato e se ne è andato, abbandonando la trasmissione.
Quale che sia il motivo del suo abbandono su due piedi, a me poco importa. Constato invece che anche lui si è finalmente accorto della faziosità di quel programma; è dall'ottobre 2005 che mi sono reso conto di questo fatto, come pure, ed a maggior ragione, mi sono reso conto della faziosità del programma che tempo che fa. Da quel momento imparai a prenderli con le pinze e dall'aprile 2006 li ho banditi dalla mia programmazione: per me è come se non esistessero più. Dispiace il fatto che sono comunque costretto a finanziarli con il canone televisivo che sono obbligato a pagare. Ma tantè.
Quei due conduttori cercano - e ci riescono fin troppo bene - di inserire, nei loro programmi, i personaggi, le notizie, i fatti, le tabelle che rispecchiano la loro tendenza politica, cercando di inculcare le loro idee nei telespettatori.
Io non mi presto più al loro gioco, e per questo mi tengo alla larga da loro e dai loro programmi.
Meglio tardi che mai! Sono contento della scoperta fatta da Maurizio Belpietro.
A quel genere di programmi preferisco film come quello che replicheranno, per l'ennesima volta, stasera su Rete4 "Io sto con gli ippopotami".
L'ho già visto almeno quattro volte, ma non mi annoia nè mi stanca mai. Oltretutto è interpretato da quella coppia ben affiatata che sono Bud Spencer e Terence Hill

sabato, marzo 24, 2007

L'avanzata di Alessandra Mussolini

Nella trasmissione Pensieri e Bamba del 19 marzo, i due conduttori Vittorio Feltri e Roberto Vallini hanno discusso sul tema delle entrate tributarie 2006 che sono state superiori ad ogni più rosea aspettativa.
L’evidenza dei fatti ha dovuto fare ammettere anche al ministro Padoa Schioppa che le maggiori entrate provenienti dalle tasse sui redditi sono tutto merito del governo Berlusconi. E sono ben 18 i miliardi di euro incassati in più dallo stato; sovvertendo così tutte le previsioni pessimistiche e di disastro che aveva annunciato la "parata" Prodi appena insediata: incompetenti o bugiardi? E restano comunque a quell'incarico?

Il ragionamento col quale ci permettiamo di dare degli incompetenti o dei bugiardi allo staff economico di Prodi è semplice, ed è stato fatto anche da Feltri e Vallini nella loro trasmissione.
Le tasse che si pagano a maggio e a novembre - lo sanno tutti - sono relative al reddito prodotto l’anno precedente. E’ logico quindi ritenere che quelle pagate a maggio e novembre dell'anno scorso si riferivano al reddito prodotto nel 2005, quando c’era ancora il governo Berlusconi.

Sulla base di quali ragionamenti lo staff di Prodi aveva previsto il disastro?
Se tali ragionamenti sono stati fatti su previsioni e calcoli completamente sballati, bisogna ammettere che nello staff di Prodi ci sono emeriti incompetenti. Se invece hanno volutamente distorto i dati previsionali, sono stati falsi e bugiardi. E quindi, quegli appellativi se li sono meritati (avremmo voluto scrivere una parola più consona al caso, al posto di "incompetenti"!)
Il giorno dopo Cernobbio, Libero è uscito col titolone in prima pagina: Miracolo Berlusconi!

Ci sono, ora, 18 miliardi di euro sul piatto, in più del previsto, da poter spendere.

Non lasciamoli in mano a ministri scialacquoni!
Sono soldi che provengono per il 90 % dal nord e sarebbe sacrosanto spenderli per il nord. Anche per migliorare, finalmente, la viabilità di certe zone del nord.

L’occasione è propizia , visto le entrate supplementari e impreviste, per migliorare la viabilità del nord, per rendere più facile la vita a coloro che producono quell’80 % della ricchezza nazionale. Perché alcune zone del nord sono soffocate, intasate, paralizzate dal traffico, specie nelle ore e nei periodi di punta.

Ci sono due opere fondamentali ferme da trent’anni: la Pedemontana Varese-Bergamo e la nuova Romea. Opere che, se si realizzassero, darebbero anche un notevole contributo al risparmio energetico (meno code, meno consumo) e alla lotta contro l’inquinamento che di riflesso porterebbe ad una notevole riduzione delle patologie causate dagli efferati Pm10 e monossido di carbonio.
La Pedemontana eviterebbe, a chi si sposta da Varese a Bergamo, l’attraversamento di paesi e città che si trovano lungo il tragitto, oppure eviterebbe loro di percorrere i cateti del triangolo autostradale Varese-Milano e Milano-Bergamo, anzicchè l’ipotenusa della di là a venire Pedemontana Varese-Bergamo.
La costruzione della nuova Romea, o Romea commerciale, darebbe un notevole contributo allo snellimento del traffico in quella zona. Vi è infatti, in quel tratto dei Lidi Ferraresi, un'unica arteria, la Romea, che collega Porto Garibaldi a Estensi. Tutti coloro che percorrono quel tratto di statale sono costretti ad attraversare quell'unico ponte con inevitabili rallentamenti che diventano code estenuanti nei momenti di punta: ecco la fondamentale importanza di quella nuova, agognata arteria. Essa faciliterebbe la vita ai ferraresi che nelle domeniche da marzo a ottobre desiderano trascorrere i fine settimana sui loro Lidi, ma anche ai numerosi milanesi, e non solo, che negli anni ottanta e novanta hanno acquistato a man bassa le villette a schiera costruite in quei Lidi, rivalutandoli notevolmente.

Oltretutto, si sà, l'inquinamento da Pm10 e monossido di carbonio è la causa principale di numerose patologie.
Vi sarebbe, ad esempio, una teoria, poco conosciuta e poco reclamizzata, una fra le tante ipotesi sulle cause scatenanti della sclerosi multipla, secondo la quale una persistente e prolungata presenza in ambienti contenenti un'alta densità di monossido di carbonio e/o Pm10, potrebbe, alla lunga, creare le condizioni favorevoli allo “scatenamento” della malattia, o di altre consimili - legate allo "stravolgimento" del sistema immunitario - quale risposta abnorme, esagerata ed incontrollata del sistema immunitario, per contrastare gli effetti dannosi dovuti alla respirazione forzosa e prolungata di quelle sostanze. I forti "mangiatori di chilometri" in ambienti cittadini nelle ore di punta, o in lunghe code su strade e autostrade, sarebbero a rischio, secondo questa ipotesi, di questa o, comunque, di altre patologie: e su questo non ci piove!

Anche per "alleggerire il sistema sanitario nazionale" sarebbe dunque una mossa intelligente mettere subito in cantiere quantomeno le due opere citate sopra, anzicchè tergiversare in perenne attesa: di che cosa, poi??
E qui, una stoccata al ministro Ferrero (ma chi ce l’ha mandato, diomio!), e agli altri ministeri a lui collegati (buoni anche questi! "Per i cai", dicono a Milano!) il quali sanno pensare agli stranieri, a coloro che non hanno ancora dato alcun contributo al paese, ma non si peritano di pensare ai problemi reali della popolazione italiana.

Non pensi il ministro Ferrero di farla franca, se si dovesse accaparrare anche uno solo di questi 18 miliardi "miracolosamente rinvenuti", per "impiegarli" nelle sue cosiddette "opere di misericordia", scialacquandoli, invece, anzicchè farli utilizzare ai ministeri competenti per la realizzazione di opere strettamente necessarie alle popolazioni locali.

Intanto la protesta sale!

Sappiano, infatti, il ministro Ferrero e tutti gli altri ministri suoi accoliti, compreso il presidente della Camera, che è in atto una ribellione strisciante, anche da parte del loro elettorato giovanile. E' di ieri, infatti, questo mio forte sentore, questa mia conferma del tutto inaspettata.
Un gruppo di ragazzi che ad aprile scorso hanno votato, per loro ammissione, per il centro sinistra, alle prime e prossime elezioni voteranno senza indugio per Alessandra Mussolini. E’ un voto di protesta: l’hanno dichiarato in coro. Perchè in lei forse intravedono le possibili risposte agli interrogativi che loro si stanno ponendo, e che invece il governo sta eludendo.

Anche questo fatto dovrebbe far meditare molto seriamente i nostri governanti sul dove stanno conducento l'Italia con il loro modo di governare; visto che non è più compreso neanche dai giovani che li hanno votati!

lunedì, marzo 19, 2007

Arte e politica, passione o furbizia?

Quel monte, a cui Cassino è ne la costa,
fu frequentato già in su la cima
da la gente ingannata e mal disposta

E quel son io, che su vi portai prima
lo nome di colui che in terra addusse
la verità che tanto ci sublima

E' l'incontro di Dante con San Benedetto. Inizia la primavera, che presento più o meno in stile Palombelli - Biagi (è autunno, cadono le foglie, ecc.) di Siro memoria.

Era una sera come queste, di tanti anni fa. Passammo le due ore di italiano su queste due terzine. L'insegnante era un sacerdote salesiano: un dantista perfetto. Leggeva. E quando arrivava ai versi che conosceva a memoria, sollevava gli occhi dal libro, li socchiudeva e declamava quei versi, come fosse un attore provetto. E poi spiegava: Montecassino, i barbari, San Benedetto; la verità che tanto ci sublima: siamo figli di Dio.

In questi giorni devo combattere contro un dilemma. Dal 20 marzo ci sarà Roberto Benigni al PalaSharp di Milano, con lo spettacolo itinerante Tutto Dante.
I miei figli, anche loro appassionati della Divina Commedia, vorrebbero andare allo spettacolo. Il dilemma è: andarci ? e spendere 40 euro a testa, o non andarci, e risparmiare ?

Penso che lo stesso dilemma se lo stiano ponendo altre famiglie.
40 euro, il biglietto d'ingresso più economico (forse c'è anche da 28 euro), non sembra un pò caro, per ascoltare versi della Divina Commedia ?
In fondo è una recita. D'accordo: ci sono i costi del teatro da recuperare. Fin qui ci siamo. Ma se questo è il costo, penso che lo sia perchè il grosso dell'incasso vada come compenso per gli interpreti: in questo caso un unico interprete.

Sembra che i giovani siano entusiasti di questo spettacolo, e ciò fa piacere; non fa certo piacere il costo. Molti tra coloro che vorrebbero, non andranno per non privarsi di 40 euro da spendere in altri modi, magari più necessari. In fondo, tra i migliori appassionati ci sono anche molti studenti squattrinati. Non ha previsto, Benigni, una agevolazione per costoro? Se così non fosse, anche lui, che si proclama comunista, e quindi contrario al capitalismo, non pensa certo alle classi meno abbienti, che capitaliste non sono! Anche lui, se così non fosse, sembrerebbe che, alla pari di altri intellettuali, o di quei politici che professano la sua stessa fede, pensino prima al loro portafogli. Benigni, con questi prezzi, non agevola di certo la diffusione della conoscenza dantesca in tutti gli strati della popolazione.
Insomma, a quanto pare si è fatto furbo, come, a quanto si evince, il fondatore del suo partito, o comunque il fondatore di un partito della sua area politica.

Ho letto ieri, infatti, un articolo del 10/9/2006, a firma di Vittorio Feltri, che mi era sfuggito. Titolo molto eloquente: Vacanze a Quiberon...con l'aereo blu. Oltre a quel che ci costa la terza carica dello stato, lui s'è preso anche questo privilegio extra. Sono andati, lui e consorte, a farsi le vacanze private, l'agosto scorso, comodamente seduti sull'aereo presidenziale, a spese dello stato. E noi paghiamo!
Ho anche appreso che, appena diplomato perito industriale, s'è buttato subito nel sindacato, anzi, sindacato e politica contemporaneamente, dapprima nelle fila del PSI.
Sicchè lui di lavoro vero e proprio non ne ha mai fatto. E si offende pure, e risponde seccato e arrabbiato, se qualcuno glielo ricorda ("ah, trent'anni di sindacato e non ho fatto niente?", rispose a Berlusconi in una nota intervista). E fa niente se, grazie al solo sindacato e politica, è riuscito ad accantonare tanti soldi da potersi permettere la villa con parco e piscina privati, nella verde Umbria, e vestire e ingioiellarsi come e meglio dei "capitalisti", categoria che ha sempre disdegnato, osteggiato e combattuto. E fa niente se un altro suo beniamino va ora in giro per le piazze d'Italia a predicare che i politici debbono stare al massimo due e non più di due legislature sui banchi del parlamento. Perchè devono lasciare il posto ai giovani, dice Beppe Grillo!

Ma tantè: torniamo a Dante, che è meglio!

A fare da contraltare a Benigni, c'è in Italia una folta schiera di ottimi dantisti che studiano con amore e passione la Divina Commedia, e la vanno poi a divulgare e commentare, mettendosi gratuitamente a disposizione della collettività, nelle numerose Università del Tempo Libero, sparse su tutta la penisola.

Per esempio, sfogliando Il Cittadino di Monza del 10 marzo, leggo che, all'Università del Tempo Libero di Nova Milanese, il corso sulla Divina Commedia ha avuto un successo al di sopra di ogni aspettativa, del tutto imprevisto. Dai quindici iscritti dell'anno scorso, sono passati a ventotto, nell'anno in corso. Per essere una cittadina di ventimila abitanti, il risultato è particolarmente lusinghiero. Tutto ciò farà sicuramente piacere al curatore del corso: professor Gerardo Taglia. Già insegnante di lettere e dirigente scolastico, deve essere un eccellente ed appassionato dantista. Mi piacerebbe fare la sua conoscenza, facendo visita alla Triestina dove tiene i corsi. Personaggio schivo e umile, a quanto pare, che non ama accostamenti a Sermonti o Benigni: ciò che fa, lo fa per vera e pura passione.

Ho citato il professor Taglia come esempio, ma saranno sicuramente molto numerosi coloro che, come lui, tengono corsi su Dante Alighieri e la Divina Commedia, nelle Università del Tempo Libero, con le stesse modalità d'ingaggio del prof.Taglia.

Ai miei ragazzi ho quindi suggerito che, se proprio hanno questo interesse per Dante, possono iscriversi ad uno di questi corsi, dove, tra l'altro, faranno parte attiva.

In ultima istanza ho loro proposto serate casalinghe da dedicare alla Divina Commedia, nelle quali possono anche invitare loro amici. Farò io la parte del Benigni, gratuitamente, e con un recitativo ancora migliore, stile Arnoldo Foà o Vittorio Gassman, a loro scelta. E Benigni lasciamolo nel suo ambiente ad elogiare i politici suoi amici, come quello sopra, e a scherzare e prendere in giro, invece, quelli che adesso stanno non più al governo, ma all'opposizione!

giovedì, marzo 15, 2007

La chimera Energia verde

In tema energia ho letto due articoli interessanti scritti da blogger - persone comuni - che dimostrano, su questo tema, competenza e onestà intellettuale.

Uno è http://www.illupodigubbio.splinder.com/ che affronta questo tema col titolo molto emblematico: Perchè nessuno indaga su Pecoraro Scanio?

L'altro è http://www.lamiadestra.blogspot.com/ che affronta il tema dell'energia in maniera bipartisan, snocciolando dati, statistiche, tabelle, argomenti di aspetti anche inediti. Il titolo è significativo: Italia, energia, ambiente e l'Europa inesistente.

Ad affondare la lama su questo argomento c'è stata poi la trasmissione di ieri mattina, su Radio Padania Libera, nella quale il professor Franco Battaglia, per me sconosciuto fino a quel momento, ha strappato i veli di ipocrisia e falsità che esistono sui temi riguardanti l'energia dal nucleare, dall'etanolo, dal fotovoltaico e, ultima frontiera, dal solare termodinamico.

Il professor Franco Battaglia è Docente di Chimica dell'Ambiente presso l' Università di Modena. Con altri scienziati, tra cui il professor Tullio Regge, noto ai lettori di questo blog, ha fondato il Gruppo Galileo, creando il sito http://www.galileo2001.it/ nel quale si possono trovare numerosi ed interessanti articoli di tema scientifico-divulgativi.

Della sua intervista di ieri, ricordo alcuni spunti.
In Francia ci sono 58 centrali termonucleari. Noi, per colpa di pochi (quattro gatti, è stato detto in trasmissione), abbiamo rinunciato al nucleare domestico, essendo però circondati da tutte quelle centrali.

E' intenzione del governo, convertire il 10% degli attuali consumi di benzina derivante dal petrolio, in benzina ricavata dal mais di produzione nostrana. Per produrre tale quantitativo di benzina all'etanolo, come è nelle intenzioni di Pecoraro Scanio, si dovrebbero radere al suolo tutte le città esistenti in pianura padana e mettere tutta quest'area a produrre intensivamente mais.

C'è anche di più, che la dice lunga sulla serietà di tale proposta.

Sembrerebbe, da rigorosi calcoli matematici, fatti dal gruppo di scienziati di Galileo2001, che, per ricavare tale benzina dal mais, ci voglia altrettanta energia pari a quella che se ne ricaverebbe!!!!!

In tema di energia fotovoltaica, sul quale sembra esserci un particolare innamoramento di Pecoraro Scanio, sembrerebbe che i conti non quadrino minimamente. Per questo ho linkato i blog e il sito di cui sopra.

Consiglio inoltre la lettura di tre saggi scritti dal professor Franco Battaglia, dai titoli:

- Il grande bluff sull'energia solare
- Se Rubbia si arrampica sugli specchi
- Anche Rubbia seppellisce i sogni alternativi di Prodi

Veniamo quindi all'ultima frontiera: il solare termodinamico.
Dall'ultimo saggio, di cui sopra, si evince che, con le conoscenze tecnologiche attuali, il processo che porta alla trasformazione del calore in elettricità, con gli impianti messi a punto finora dal prof.Rubbia, dà una resa del 10 %, nella migliore delle ipotesi del 13 %, tutto il resto viene perso nei vari passaggi di trasformazione, i quali dipendono, secondo vari gradi di rendimento, da: efficacia degli specchi - efficacia dei fluidi - efficacia termodinamica della trasformazione di calore in elettricità. La dipendenza da tutti questi fattori comporta le immani perdite di resa di cui sopra (il 90% circa di perdite).

In pratica, per sostituire una centrale elettrica di tipo convenzionale da 1000 MW con una centrale che sfrutti il solare termodinamico, ci vogliono 32.000.000 di metriquadrati di specchi (da lavare e lucidare frequentemente, per mantenere al massimo grado la loro efficienza). Senza parlare di costi!! Altrimenti qui il buon Beppe Grillo, e il ministro Pecoraro Scanio ci farebbero una figuraccia (andare a vedere i calcoli predisposti dal prof.Battaglia).

Vorrei dire al Prof.Rubbia, qualora dovesse leggere questo blog, che nella mia famiglia sono tutti suoi estimatori, e che però vorremmo da Lui una maggiore onestà intellettuale.

Vado a memoria, ma mi sembra che nel suo articolo del Corriere di giorni fa, nel quale ha schematizzato ed illustrato accuratamente il suo impianto, non ha detto, per esempio, che, per mantene efficiente ed in vita il suo impianto, occorre sia supportato da una fonte di calore esterna, la quale mantenga il fluido, costituito da sali, ad una temperatura minima costante (giorno e notte) di non meno di 240 gradi; altrimenti i sali solidificano e l'impianto salta rendendosi inservibile. Trascurando di parlare di questo particolare non indifferente, ha finito col convincere Pecoraro Scanio della bontà del suo impianto, mentre invece va ulteriormente perfezionato per renderlo economicamente competitivo.

Professore, non faccia buttare altri soldi agli italiani! La scongiuriamo! Non vada a riempire il mondo dei suoi impianti, come è nelle sue intenzioni, finchè non avrà trovato il top di resa e finchè l'impianto non sarà economicamente valido.
Continui con le ricerche per cercare un cosiddetto fluido che non necessiti di fonti di calore supplementari esterne.

La conclusione personale che posso trarre da questi approfondimenti è che non esiste energia gratuita e a zero o basso costo, in natura. Non sono ancora stati inventati gli amplificatori di energia (esistono gli amplificatori di potenza, che però assorbono ulteriore energia): quelli che, per esempio, dovrebbe entrare 1 kw e ne fa uscire 10, dei quali, quelli oltre il primo sarebbero gratis.

L'unica fonte di energia veramente "verde", e a costo zero, è quella che proviene dal "risparmio energetico": lì è tutto gratis e a zero impatto ambientale. Tutto il resto sono chimere.

Eppure, si potrebbero produrre impianti "caserecci" con lo stesso grado di rendimento, forse anche maggiore di quello citato qui sopra, ma a costi collettivi di gran lunga inferiori, e non vengono neanche presi in visione.

Ma questa è un altra storia dal "sapore" top secret, della quale, eventualmente, parleremo.

lunedì, marzo 12, 2007

Proposta di legge sulla cittadinanza

Si parla di voler ridurre i tempi di permanenza, per aver diritto alla cittadinaza italiana. Sono assolutamente contrario. Sono dieci anni, e tali dovrebbero restare. Chi vuole ridurre i tempi a cinque anni, dimostra di non sapere di cosa stia parlando e di non avere alcun amor di patria.
Dieci anni sono i tempi minimi necessari per avere una vaga conoscenza della complessità italiana, della sua storia, dei suoi usi e costumi. Chi parla di ridurre i tempi è un inconsapevole incompetente impregnato di ideologie insensate, che combatte contro la revisione della costituzione ma che sarrebbe poi pronto a vendere l'Italia al primo che arriva, in virtù di ideologie strampalate che poco hanno a che fare con la vita reale di tutti i giorni.

Ma ci sono delle eccezioni, delle deroghe alla regola dei dieci anni che mi troverebbero del tutto consenziente e favorevole a far concedere la cittadinanza prima dei dieci anni, e addirittura senza limiti di tempo.

Il candidato che, facoltativamente, chiede la cittadinanza prima che sia passato il termine dei dieci anni di permanenza in Italia, dovrebbe sottoporsi ad un esame serio e approfondito nel quali dimostri la sua profonda conoscenza della Storia dell'Arte italiana, unita ad un esame psicologico che dimostri passione e amore in ciò che descrive.

Superato un esame del genere, darei senzaltro, e senza ombra di dubbio, la cittadinanza italiana a quel candidato, e senza verificare a priori i suoi anni di permanenza in Italia.

Quel candidato che dimostri passione e amore in ciò che descrive è senzaltro amico dell'Italia e degli italiani e merita quindi rispetto e tutti i diritti di un italiano, a prescindere.

Parlo per esperienza diretta.

E' ormai noto a chi frequenta il mio blog, la mia passione e amore per la città di Ferrara. Eppure non sono mai stato in quella città.

Fino a quattro anni fà avevo una conoscenza vaga e sommaria di Ferrara, dovuta per lo più a ricordi scolastici legati agli Estensi e il loro Castello. Un tentativo di visita lo feci nel '94. Quell'anno eravamo in vacanza a Rosolina Mare, e riuscii a convincere i miei a rinunciare ad un giorno di spiaggia e fare così una gita turistica a Ferrara, da me tanto agognata, facendo prima tappa a Pomposa.

Se credereste di risolvere una gita del genere in un giorno, cavatevelo dalla testa.

Quando, percorrendo la statale Romea arriverete a Contarina ed entrerete nel vivo del Delta del Po, dovrete rallentare per forza e, possibilmente, dove lo è consentito, fermarvi e godere dello spettacolo della natura che vi si parerà davanti agli occhi. Sto parlando della mia esperienza di tredici anni fa; è quindi probabile che qualcosa sia cambiato. Ma per me quella fu una delle giornate indimenticabili. Gli undici chilometri da Contarina a Mesola, con l'attraversamento del ponte di ferro sul Po, sono una tappa che non potete cavarvi in quattro e quattrotto. Quando poi arrivate e fate tappa a Pomposa, non pensiate di cavarvela in mezz'ora.

Per farla breve, alle cinque del pomeriggio eravamo ancora a Pomposa e quindi.....addio Ferrara!

In seguito, quattro anni fà iniziai la lettura integrale e ragionata del Mulino del Po di Riccardo Bacchelli, da cui la ricerca spasmodica di tutto ciò che potesse e potrebbe riguardare o riferirsi a Ferrara e la sua provincia. Nel frattempo venne la puntata indimenticabile, e registrata VHS, della Domenica del Villaggio.

Ed è chiaro, quindi, che da allora io abbia un occhio e un riguardo particolare per tutto ciò che è inerente Ferrara. E, come una calamita, tutto ciò che riguarda Ferrara mi attrae particolarmente. Pensate, per esempio, che ho delle conoscenze ferraresi a cui prima davo un'importanza qualunque e che ora, dopo il mio "innamoramento" per Ferrara, guardo con occhi totalmente diversi.

Per esempio, sabato 10 marzo è andata in onda, a sorpresa, su Rai1, nel programma Italia che vai, la puntata dedicata a Ferrara, iniziata con l'intervista ad uno dei suoi cittadini più celebri, Folco Quilici; c'è stata anche la presenza, molto più dilungata, di Vittorio Sgarbi. Sono stato incollato davanti alla televisione per tutta l'ora del programma.

E' evidente, dopo quanto detto, che io non farei mai niente che possa nuocere o dispiacere ai ferraresi: essi sono miei amici a prescindere.

E così dovrebbe essere per gli stranieri che vogliono la cittadinanza italiana. Non darla "gratuitamente" a chiunque. Dovrebbero quantomeno meritarsela, nel modo che s'è detto sopra, oppure aspettare il tempo necessario - stabilito dalla legge vigente - affinchè acquisiscano quel minimo di conoscenza di cui s'è detto.

sabato, marzo 10, 2007

Ferrara, città emiliana

L'errore commesso nel post "Bellezza dei dialetti", quando ho definito quel fraseggio in dialetto ferrarese, un "melodioso fraseggio romagnolo", mi induce a pensare che molti italiani non sappiano esattamente dove finisca l'Emilia e dove inizi la Romagna. Anch'io sono incorso in quell'errore di valutazione.

E sì che, prima di scrivere quella frase, per avere una conferma in più, avevo chiesto ad un ragazzo milanese di origini reggiane se Ferrara fosse una città emiliana o romagnola. Senza tergiversare mi rispose che Ferrara è in Romagna.

Le critiche costruttive e le precisazioni che ho ricevuto da Max Bartender (www.chavi.splinder.com) e da Indijah (www.ferrara.splinder.com), che ringrazio, mi hanno indotto ad approfondire la conoscenza di questo argomento.

Avvalendomi anche del prezioso libro "Viaggio in Italia" scritto negli anni 1953/56 - per documentare la realtà italiana di quel periodo - da Guido Piovene e ripubblicato in questi mesi da Fabbri Editori a cura delle edizioni Il Sole 24 Ore, per la Collana Oltreconfine, ho appurato che Ferrara è una città emiliana e che la Romagna inizia a sud-est di Ferrara con la città di Alfonsine, e, più all'interno, verso Bologna, con il comune di Consélice. Questi due comuni, è importante dirlo, si trovano in provincia di Ravenna provincia nella quale inizia la Romagna vera e propria e che trova il suo cuore, il suo epicentro nella provincia di Forlì.

Trascrivo un brano tratto dal libro di Piovene.

"Forlì e la sua provincia sono il cuore della Romagna. Se si eccettuano alcune influenze toscane nella zona montuosa, che confina con le province di Firenze e di Arezzo, il carattere romagnolo qui si presenta più integrale. Ma è ormai fuor di luogo calcare sul contrasto tra la Romagna e il resto dell'Emilia. Una forte percentuale della popolazione di Bologna, lo abbiamo visto, è di origine romagnola; in buona parte quel contrasto deve dunque riporsi tra le idee convenzionali a cui gli uomini spesso tengono più che alla realtà. Oggi la Romagna è un'Emilia le cui caratteristiche hanno colori più taglienti. Gli abitanti, a Forlì come a Ravenna, si compiacciono di romanzarsi, e di presentare se stessi, per amore del romanzesco, in tradizioni e sentimenti tipici della loro terra, anche se talvolta nell'intimo ci credono solo a metà".

Ponete l'attenzione su quel passo "...Una forte percentuale della popolazione di Bologna, lo abbiamo visto, è di origine romagnola...".
Ora, essendo Ferrara l'ultimo lembo della regione Emilia, a nord-est della provincia di Bologna, e pensando a quel passo di Piovene, che fa comunque parte dell'idea che hanno di Bologna una buona parte degli italiani, ogni volta che si presenta la necessità di dove collocare, in quale regione, la città di Ferrara, e, quantomeno una parte della sua provincia, quella confinante con Ravenna e quella dove sono localizzati i famosi Lidi ferraresi, agli italiani che ho testè tirato in causa, viene spontaneo il dubbio se Ferrara sia una città emiliana o romagnola.

E' compito delle scuole e dei libri di geografia, dissipare una volta per tutte questo dubbio. E spiegare le differenze sostanziali, anche di ordine storico, esistenti tra emiliani e romagnoli; visto anche che, come dice Max nel suo commento, dare del romagnolo ad un ferrarese è come dare del friulano ad un triestino: e questa sarebbe un'altra bella storia che andrebbe approfondita ed appurata.

martedì, marzo 06, 2007

Assegnato il Bamba classico

La vecchia volpe è scivolata sulla buccia di banana.
Scrivo questo post a beneficio degli amici del Castello (www.ilcastello1.blogspot.com) che non ricevono le frequenze irradiate da Odeon TV, e, soprattutto, a beneficio di coloro che hanno ancora dubbi sul significato, sulla esatta etimologia della parola Bamba.
Il Bamba assegnato ieri sera da Vittorio Feltri e Roberto Vallini, insieme alla redazione di Libero, è il classico Bamba che servirà da esempio per comprendere definitivamente, e in modo chiaro, il significato della parola.

Si è svolta, mercoledì scorso, la votazione al senato per la fiducia al governo Prodi. Come di consueto, prima del voto, si svolge il dibattito nel quale ogni senatore è invitato a motivare il proprio voto di assenso o dissenso.

L'onorevole Andreotti, che col suo voto contrario aveva contribuito a far rassegnare le dimissioni al governo Prodi, anche in questa occasione aveva espresso parere e voto contrario sulla fiducia. Nel suo discorso era parso chiaramante il suo dissenso, anche se, essendo sparito, dal dodecalogo, ogni riferimento ai dico, avrebbe anche potuto votare si. Ma tantè, egli si è dimostrato tutto d'un pezzo. Ha detto no alla fiducia a Prodi, e no sia.
Senonchè, al momento del voto, non se l'è sentita di andare fino in fondo e votare contro. Avrebbe potuto rimanere in aula e astenersi dal voto, il che sarebbe equivalso ad un no, ma più velato.
Invece nò. Ha avuto un lampo di genio. Ha preferito, al momento della votazione, uscire dall'aula.
Sanno tutti, anche gli alunni delle elementari, che in assenza di un votante di abbassa il quorum necessario per l'approvazione di un qualsiasi provvedimento.
Con la sua uscita dall'aula, prima della votazione, l'onorevole Andreotti ha fatto abbassare il quorum, regalando così mezzo voto di SI alla fiducia per il governo Prodi.

Fosse stata commessa da un principiante, una tale leggerezza, sarebbe stata anche perdonabile, ma commessa da una vecchia volpe come Giulio Andreotti è davvero imperdonabile.

E quindi: Bamba, bamba, bamba strameritato anche per il decano della politica italiana.

domenica, marzo 04, 2007

Bellezza dei dialetti

Esco un pò dal seminato per trascrivere - per mio uso e consumo - il fraseggio scritto in dialetto ferrarese, che ho trovato molto simpatico e divertente, leggendo il romanzo di Giorgio Bassani "L'airone".
Fraseggio dialettale romagnolo che a me suona in maniera particolarmente melodiosa.

(nota post scriptum: dopo le segnalazioni che mi sono arrivate, mi correggo: si tratta di un dialetto emiliano. Mi scuso con gli interessati)

Non a caso, Ferrara è una delle città d'arte italiana che più apprezzo. E questo lo devo, forse, alla lettura dei romanzi del Bassani e del Mulino del Po di Riccardo Bacchelli. Bolognesi entrambi, ma ferraresi d'adozione, entrambi, e a ben ragione, perchè più e meglio di qualunque altro scrittore, romanziere, cronista, hanno illustrato al mondo intero la città di Ferrara, il territorio del ferrarese, i ferraresi.
Quando lessi il Mulino del Po, l'attrattiva per quella città, Ferrara, fu tale che avevo quasi intenzione di trasferirmivi.

Da L'airone

Capitolo I: "Val via l'istéss, sgnor avucàt?" , domandò all'altro...

Dal capitolo III: "Viénla a tor al sò cafè?", diceva piano. Il carattere del portinaio lo conosceva..
: "Se lu am dà il ciàv dla machina", disse, "a gh'i métt tutt du in tal baùl."
: "cal lazaron ad cal comunista ad William", il quale - diceva - sebbene...
: "Al marì dl'Irma", rispose Romeo, asciutto, chinando sotto la luce...
: l'Imelde gli rispose che non lo sapeva. "Sòja, mì?", disse.
: "Machè mai", disse,..... "Al n'ha propria nisuna fantasia ad far niént."

Dal capitolo IV: "Ma lu", indagò in tono insinuante..."ma lu, al scusa, com'èla ch'l'è gnù da sti co? Sarìssal mai gnù a Codgòr par cazàr?".

Dal capitolo VI: "E'-la la sò?", fece l'altro, accennando alla macchina...
..."E'gna da tor un cafè", si sentì proporre.
"...da Fetman non incontrerà nessuna brutta faccia. Am daga a mént a mì."

Da parte seconda, capitolo I: "Stamatina i m'ha da purtàr da Gurìn un bel romb", fece l'altro.
...fece appena in tempo a portare due dita al berretto. "In chelalà", borbottò sogghignando.
...aveva cercato di dissuaderlo da proseguire. "An staga brisa a 'ndàragh, am daga a ment a mì", aveva detto.

Da parte terza, capitolo I: ...Attraverso il parabrise, vedeva dinnanzi a se la gobba del ponte...
.."A cardeva ch'al fuss bèl' e che turnà in zità", disse, alzando la voce per vincere i rumori.

Da parte terza, capitolo II: "..purassà mèi ch'in zità, am daga a mént a mì. Adesso dopo, se mai, andiamo a vedere. Oggi è festa. ..."

..."E 'lora", seguitò con un sorriso incerto..."Egna da fàral, st'afàri, sgnor avucàt?"

..."L'è zént ch'la sbajuchéza fort, purassà fort", concluse. "Vuole che glieli faccia conoscere?...

Da parte terza, capitolo III: "Buon riposo!", gli gridò dietro Bellagamba. "E al staga bén aténti da 'n cascar zo pr'il scal, par carità di Dio!"

Da parte terza, capitolo VI: "E...dov'è andato?" "Chi? Rico?", e di nuovo rideva. "Sòja , mì! Al sarà magari 'ndà a 'mbrosa."

Da parte quarta, capitolo IV: "Ma sì", sorrise. "Tanto, non mi pare che faccia troppo freddo." "Gal purassà roba da tirar zo?"

Fine.

venerdì, marzo 02, 2007

Quando si dice Mortadella

Ho assistito in diretta televisiva agli interventi di Fini e Berlusconi per il voto di fiducia al governo Prodi.

Mentre Berlusconi parlava, ho assistito più volte alla scenetta di Prodi che se la rideva quasi alla maniera di colui che vuole deridere e prendere in giro qualcuno. Sghignazzava, spalleggiato da D'Alema, mettendo in mostra quel suo sorrisetto buffone che lo ha reso famoso nel mondo col nomignolo di "mortadella" (vedi rete televisiva CNN). Anche D'Alema, che gli faceva da spalla, sorrideva scomposto e divertito sotto i suoi baffetti. Il più composto fra i tre, mi è sembrato Rutelli che ha sempre mantenuto un contegno inapprensibile e non ha mai accennato ad alcun sorriso di scherno indirizzato a Berlusconi.

Vedendo quel riso buffonesco di Prodi, mentre parlava Berlusconi, ho visto finalmente ed ho capito da dove gli derivi il termine "mortadella".
Quando ride in quel modo sguaiato, Prodi sembra veramente una mortadella.
Peggio per lui se non ha cura della propria immagine: il titolo di "mortadella" se lo è autoaffibiato.

Delusione mi è venuta anche da parte di D'Alema. Lo credevo più compito, e a volte ho preso le sue parti, invece, in questo frangente, sì è lasciato andare anche lui a sorrisetti "minchioni" sotto i baffi; poco consoni ad un vice premier nel mentre sta ascoltando il discorso di un leader dell'opposizione.

Per non parlare dell'assemblea.
Assemblea sguaiata quella della sinistra che ho visto. Tipica di coloro che son lì a prendere stipendi e sussidi senza sudare. Gente improduttiva, lì solo a far da cornice, da numero di voti.

Mentre parlava Berlusconi, si è levato più volte il brusio, il vociare, il pettegolare da parte della sinistra. Tantè che Bertinotti ha dovuto intervenire per far cessare le intemperanze in modo da consentirgli di terminare il suo discorso.

Assemblea buffona. Presidente buffone. Un vice premier per metà buffone.

Buffoni, buffoni, buffoni!

Andatevene a casa!
Ne abbiamo le scatole piene, di voi!

giovedì, marzo 01, 2007

Il mio amor di Patria

Con questo scritto rispondo anche all'amico Marcello.

Stò scrivendo poco, meno del solito, in questo periodo. Un pò per nausea della politica e un pò per motivi contingenti legati al mio malanno. Anch'io, comunque, al pari di Marcello, non assisto più ai dibattiti parlamentari sulla fiducia al governo, a parte i flash trasmessi durante i telegiornali.
Trovo quei dibattiti esattamente come li trova lui.
Ero un un fervente patriota, ma rivedere quell'armata brancaleone al governo: armata inette, incapace, insulsa, tutta tronfia di ideologie strampalate, mi vien disgusto al solo guardarli. Altro che patriota, altro che amor di patria con questi al governo! Con questi qui al governo non farei nulla per difendere il mio stato da aggressori esterni, se a tal fine dovessi per caso mettere a repentaglio la mia incolumità.
Il mio amore, la mia devozione, il mio altruismo e amor di patria lo dedicherei soltanto ai miei cari, ai miei amici: solo per loro sono disposto al sacrificio. Per tutti coloro che in un certo qualmodo, fanno e farebbero qualcosa di vero e concreto per me. Non soltanto le prediche di ideologie di certa sinistra che risultano sterili, che lasciano il tempo che trovano e che di concreto e pratico per la vita di tutti i giorni hanno ben poco da dare.

Ho un negozio chiuso e vuoto che ho dovuto abbandonare tempo addietro a causa della mia malattia.
Qualche notte fà è stato preso di mira da una banda di delinquenti; non ho potuto appurare che gente fosse, di quale nazionalità fosse. Nessuno ha visto nè sentito niente. Fortunatamente la saracinesca ha retto allo sfondamento, e, forse per il troppo rumore, hanno desistito dal portare a termine lo scempio totale. Intanto mi hanno fatto comunque un grave danno materiale, oltre al notevole disagio procuratomi perchè gli amici che mi conoscono sanno dei miei problemi di mobilità.

I carabinieri si sarebbero limitati a ricevere la denuncia, senza prendere impegni diretti dal fare accertamenti o ricerche mirate. Al che ho rinunciato a sporgere denuncia perchè al fine pratico non avrebbe sopperito a nulla: solo fastidio e perdita di tempo per me, ma la soddisfazione di poter eventualmente conoscere i colpevoli, non l'avrei avuta.

E nel mio comune sono successi altri due fatti del genere, da inizio anno: uno molto più devastante del mio.

Coloro che subiscono vicende del genere, se ne fregano delle ideologie della sinistra perbenista, perdonista, accoglientista: e via di seguito con tutte le loro belle ideologie sbandierate ai quattro venti.

Scrivo anche poco perchè sono sottoposto al ciclo di cure periodiche contro la mia malattia.
Iniezioni di cortisone molto forte che mi procurano irrequietezza, insonnia pressochè totale, senso di testa gonfia come un pallone sbatacchiato a destra e a manca, gambe che sembrano adagiate su molle e che, ad ogni tentativo di camminata, pare ti facciano saltellare: ma è solo una impressione. Non è invece un'impressione il fatto che se accenni alla camminata, ti sembra di essere un sonnambulo o un trampolista equilibrista in erba in balia della forza di gravità che accenna a farti cadere ad ogni tentativo di passo.

Ciao, Marcello.
Ci sentiamo presto con gli scritti filosofici-politici.


 

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