Bellezza dei dialetti
Esco un pò dal seminato per trascrivere - per mio uso e consumo - il fraseggio scritto in dialetto ferrarese, che ho trovato molto simpatico e divertente, leggendo il romanzo di Giorgio Bassani "L'airone".
Fraseggio dialettale romagnolo che a me suona in maniera particolarmente melodiosa.
(nota post scriptum: dopo le segnalazioni che mi sono arrivate, mi correggo: si tratta di un dialetto emiliano. Mi scuso con gli interessati)
Non a caso, Ferrara è una delle città d'arte italiana che più apprezzo. E questo lo devo, forse, alla lettura dei romanzi del Bassani e del Mulino del Po di Riccardo Bacchelli. Bolognesi entrambi, ma ferraresi d'adozione, entrambi, e a ben ragione, perchè più e meglio di qualunque altro scrittore, romanziere, cronista, hanno illustrato al mondo intero la città di Ferrara, il territorio del ferrarese, i ferraresi.
Quando lessi il Mulino del Po, l'attrattiva per quella città, Ferrara, fu tale che avevo quasi intenzione di trasferirmivi.
Da L'airone
Capitolo I: "Val via l'istéss, sgnor avucàt?" , domandò all'altro...
Dal capitolo III: "Viénla a tor al sò cafè?", diceva piano. Il carattere del portinaio lo conosceva..
: "Se lu am dà il ciàv dla machina", disse, "a gh'i métt tutt du in tal baùl."
: "cal lazaron ad cal comunista ad William", il quale - diceva - sebbene...
: "Al marì dl'Irma", rispose Romeo, asciutto, chinando sotto la luce...
: l'Imelde gli rispose che non lo sapeva. "Sòja, mì?", disse.
: "Machè mai", disse,..... "Al n'ha propria nisuna fantasia ad far niént."
Dal capitolo IV: "Ma lu", indagò in tono insinuante..."ma lu, al scusa, com'èla ch'l'è gnù da sti co? Sarìssal mai gnù a Codgòr par cazàr?".
Dal capitolo VI: "E'-la la sò?", fece l'altro, accennando alla macchina...
..."E'gna da tor un cafè", si sentì proporre.
"...da Fetman non incontrerà nessuna brutta faccia. Am daga a mént a mì."
Da parte seconda, capitolo I: "Stamatina i m'ha da purtàr da Gurìn un bel romb", fece l'altro.
...fece appena in tempo a portare due dita al berretto. "In chelalà", borbottò sogghignando.
...aveva cercato di dissuaderlo da proseguire. "An staga brisa a 'ndàragh, am daga a ment a mì", aveva detto.
Da parte terza, capitolo I: ...Attraverso il parabrise, vedeva dinnanzi a se la gobba del ponte...
.."A cardeva ch'al fuss bèl' e che turnà in zità", disse, alzando la voce per vincere i rumori.
Da parte terza, capitolo II: "..purassà mèi ch'in zità, am daga a mént a mì. Adesso dopo, se mai, andiamo a vedere. Oggi è festa. ..."
..."E 'lora", seguitò con un sorriso incerto..."Egna da fàral, st'afàri, sgnor avucàt?"
..."L'è zént ch'la sbajuchéza fort, purassà fort", concluse. "Vuole che glieli faccia conoscere?...
Da parte terza, capitolo III: "Buon riposo!", gli gridò dietro Bellagamba. "E al staga bén aténti da 'n cascar zo pr'il scal, par carità di Dio!"
Da parte terza, capitolo VI: "E...dov'è andato?" "Chi? Rico?", e di nuovo rideva. "Sòja , mì! Al sarà magari 'ndà a 'mbrosa."
Fraseggio dialettale romagnolo che a me suona in maniera particolarmente melodiosa.
(nota post scriptum: dopo le segnalazioni che mi sono arrivate, mi correggo: si tratta di un dialetto emiliano. Mi scuso con gli interessati)
Non a caso, Ferrara è una delle città d'arte italiana che più apprezzo. E questo lo devo, forse, alla lettura dei romanzi del Bassani e del Mulino del Po di Riccardo Bacchelli. Bolognesi entrambi, ma ferraresi d'adozione, entrambi, e a ben ragione, perchè più e meglio di qualunque altro scrittore, romanziere, cronista, hanno illustrato al mondo intero la città di Ferrara, il territorio del ferrarese, i ferraresi.
Quando lessi il Mulino del Po, l'attrattiva per quella città, Ferrara, fu tale che avevo quasi intenzione di trasferirmivi.
Da L'airone
Capitolo I: "Val via l'istéss, sgnor avucàt?" , domandò all'altro...
Dal capitolo III: "Viénla a tor al sò cafè?", diceva piano. Il carattere del portinaio lo conosceva..
: "Se lu am dà il ciàv dla machina", disse, "a gh'i métt tutt du in tal baùl."
: "cal lazaron ad cal comunista ad William", il quale - diceva - sebbene...
: "Al marì dl'Irma", rispose Romeo, asciutto, chinando sotto la luce...
: l'Imelde gli rispose che non lo sapeva. "Sòja, mì?", disse.
: "Machè mai", disse,..... "Al n'ha propria nisuna fantasia ad far niént."
Dal capitolo IV: "Ma lu", indagò in tono insinuante..."ma lu, al scusa, com'èla ch'l'è gnù da sti co? Sarìssal mai gnù a Codgòr par cazàr?".
Dal capitolo VI: "E'-la la sò?", fece l'altro, accennando alla macchina...
..."E'gna da tor un cafè", si sentì proporre.
"...da Fetman non incontrerà nessuna brutta faccia. Am daga a mént a mì."
Da parte seconda, capitolo I: "Stamatina i m'ha da purtàr da Gurìn un bel romb", fece l'altro.
...fece appena in tempo a portare due dita al berretto. "In chelalà", borbottò sogghignando.
...aveva cercato di dissuaderlo da proseguire. "An staga brisa a 'ndàragh, am daga a ment a mì", aveva detto.
Da parte terza, capitolo I: ...Attraverso il parabrise, vedeva dinnanzi a se la gobba del ponte...
.."A cardeva ch'al fuss bèl' e che turnà in zità", disse, alzando la voce per vincere i rumori.
Da parte terza, capitolo II: "..purassà mèi ch'in zità, am daga a mént a mì. Adesso dopo, se mai, andiamo a vedere. Oggi è festa. ..."
..."E 'lora", seguitò con un sorriso incerto..."Egna da fàral, st'afàri, sgnor avucàt?"
..."L'è zént ch'la sbajuchéza fort, purassà fort", concluse. "Vuole che glieli faccia conoscere?...
Da parte terza, capitolo III: "Buon riposo!", gli gridò dietro Bellagamba. "E al staga bén aténti da 'n cascar zo pr'il scal, par carità di Dio!"
Da parte terza, capitolo VI: "E...dov'è andato?" "Chi? Rico?", e di nuovo rideva. "Sòja , mì! Al sarà magari 'ndà a 'mbrosa."
Da parte quarta, capitolo IV: "Ma sì", sorrise. "Tanto, non mi pare che faccia troppo freddo." "Gal purassà roba da tirar zo?"
Fine.
15 Comments:
Help!
Con tutta la buona volontà mio caro Marshall...ma proprio "no intiendo!"
By Anonimo, at 4 marzo 2007 alle ore 16:06
Marshall
sei andato sul difficile!!
se non "intiende" Monica figurati io.
ciao
By Anonimo, at 5 marzo 2007 alle ore 10:46
Ferrara in ROMAGNA???
E' come dire a un triestino che è friulano
By Anonimo, at 6 marzo 2007 alle ore 16:00
Il ferrarese non è un dialetto romagnolo, bensì emiliano.
E pure poco melodioso, a tal garantis!
Contenta che ti piaccia, però è giusto puntualizzare ;-)
Saluti da Ferrara.
By Anonimo, at 6 marzo 2007 alle ore 16:31
Max,
scusa il lapsus.
In effetti, Ferrara è ancora Emilia. Ed è con la confinante provincia di Ravenna che inizia la Romagna.
Ho alcuni amici originari del ferrarese: di Cento, di Copparo, di Ro, di Tresigallo, di Codigoro, di Mesola, ma, personalmente non sono mai venuto a Ferrara. E ciò che conosco di codesta città, l'ho appreso dai libri, per cui un errore del genere è perdonabile.
Poi correggerò il testo del post.
Grazie per l'appunto.
By marshall, at 7 marzo 2007 alle ore 18:28
Indijah,
parola ferrarese, ovviamente, che, più o meno significa - correggimi se sbaglio - "di già!", "così presto!", "adesso! subito!", o che altro.
Ho riletto il fraseggio e lo trovo melodioso. Me lo trascrivo in un foglietto perchè quando vedrò il mio amico di Copparo (a proposito, dove batte l'accento, su Cò o su Coppà) o la mia amica Catozzi o la Claudia di Ferrara, mi farò una bella chiacchierata con loro, nel loro dialetto.
Quindi è un dialetto Emiliano e non romagnolo. Grazie anche a te per la precisazione.
By marshall, at 7 marzo 2007 alle ore 18:40
Monica,
per voi romani, questi dialetti del nord sono una lingua ostrogota: incomprensibile. Se però ti sforzi, e cominci ad imparare qualche dialetto nordico, ti arricchirai interiormente.
Inizia dal milanese. Anche se non ne sono molto ferrato, perchè non è la mia lingua madre, ciò nonostante ti potrei essere di valido aiuto.
Chissà come le tradurresti, dal ferrarese al romano, alcune delle frasi che ho trascritto?
Ciao.
By marshall, at 7 marzo 2007 alle ore 18:49
Sarcastycon,
pensavo più facile per un toscano, rispetto ad un romano, comprendere i dialetti del nord italia.
Se, poi, pensi che il Padre della lingua italiana, il tuo celebre concittadino, Dante, per recarsi a Ravenna, provenendo da Verona, ha dovuto attraversare a piedi tutta la provincia di Ferrara, ha pernottato a Ferrara, qualche parola ferrarese deve pur averla ascoltata e pronunciata a sua volta.
Quindi, niente di difficile. E' solo questione di buona volontà.
Ciao.
By marshall, at 7 marzo 2007 alle ore 18:57
Indijah non c'entra niente col ferrarese :-)
Forse ti confondi con ezà, ovvero "già".
Mi piace la tua passione per una città che non hai mai visitato, fidati che Ferrara merita un giro ;-)
L'accento cade sulla a, quindi Coppàro.
Però melodioso no... rude semmai. Esistono anche diversi siti sul dialetto ferrarese, come il ferrarese ha discrete varianti in base alla zona della provincia (dipende dalle contaminazioni).
Un saluto ;-)
P.s. se ti interessa, passa su http://ferrara.splinder.com
By Anonimo, at 8 marzo 2007 alle ore 23:13
Stamattina mi trovavo nella meravigliosa Ferrara ... la prima volta, 3 anni fa ed è stato amore a prima vista...La città delle biciclette, dei cappellacci di zucca ... terra ricca di storia e di sapori...il dialetto è simpaticissimo e poi c'è tanta bella "zent"!Quasi quasi mi ci trasferisco!!
By Anonimo, at 22 settembre 2007 alle ore 22:39
Monia,
per me invece è stato amore a "prima vista" senza mai averla "vista". Mi è bastato leggere il Bassani, e forse più ancora il Bacchelli per far scattare in me l'innamoramento per Ferrara. Amore che era diventato tale, da farmi meditare (purtroppo solo sognare) il trasferimento in quella città. Tutto questo è avvenuto tra il febbraio e marzo 2005.
Indijah ha pubblicato un mio breve articolo in merito a quanto sopra sul suo blog ferrara.splinder.com; articolo che ho ripreso e ampliato coll'idea di ripubblicarlo il prossimo inverno.
Benvenuta nei blog pro-Ferrara.
By marshall, at 23 settembre 2007 alle ore 00:16
Bello il "mio" frarès!!!
Resta sempre il modo migliore per far passare velocemente un concetto con ironia...della serie "m'at capì mat?!!".
At salùt
Lara - frarèsa
By Anonimo, at 20 febbraio 2008 alle ore 22:14
Par furtuna i miè concittadin i tà za precisà che Frara la resta ancora in Emilia anc se la maggior part i la met in Rumagna, un quel che a nò mai capì, comunque am fa piaser aver incuntrà al to sit. Al frares l'è un dialet vulgar, nè poetic e romantic mo vot metar scorar e far battut in frares? La risada lè assicurada faral in italian an farev ridar ninsun e ades a voi propria vedar sa ti è bon ad capir tut quel cà tò scrit :-)
un bason da la più bela zità d'Italia :-) a son un pucot esagerada ma a son innamurada dla miè zità.
By Anonimo, at 30 maggio 2008 alle ore 14:32
Che Ferrara sia in emilia è fuori discussione.Ma riguardo al dialetto posso assicurare ke io,da romagnolo di forli',capisco perfettamente il dialetto ferrarese,sia scritto ke parlato.Ovviamente escluso qualke termine locale.Ferrara è in emilia,Forli è in romagna,le separano 90 km e il dialetto,sebbene cambi,proviene dallo stesso ceppo.
By giacomo, at 25 aprile 2009 alle ore 16:18
Giacomo,
oggi è il 25 aprile 2009 e non ricordo nemmeno più quando scrissi il pezzo. Comunque, grazie, per avermi ricordato di un vecchio e struggente amore: quello per la città di Ferrara.
L'ho scritto anche in altri post: quell'amore viscerale per Ferrara mi era durato più di due anni, dopo aver letto la versione integrale del Mulino del Po e tre romanzi di Bassani. Dopo di allora, altre belle città italiane sono entrate ad occupare la mia mente e i miei scritti, e l'amore per Ferrara si è un pò affievolito. Ma è sempre pronto a riemergere perchè fa ormai parte come di me stesso, del mio bagaglio culturale. E ne vado fiero.
Un caro saluto.
By marshall, at 25 aprile 2009 alle ore 23:09
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