marshall

sabato, aprile 13, 2013

Soluzione dei Saggi per i costi della politica


Quante stupidaggini dai saggi sui costi della politica....
1) Il finanziamento pubblico ai partiti va bene. Anzi: è “ineliminabile”.
2) I partiti devono godere...
anche di altri privilegi: sgravi fiscali robusti per chi li finanzia e accesso gratuito ai locali pubblici.
3) Il finanziamento ai gruppi parlamentari deve rimanere ma non diventare una “forma di finanziamento ai partiti” (e come? Vallo a sapere).
4) I costi della politica li controlla la Corte dei Conti, con l’unica avvertenza che bisogna “uniformare i criteri di controllo” (avessi detto).

Saranno pure saggi, questi saggi, ma a me pare che dicano un sacco di sciocchezza. Almeno nel capitolo sesto, quello dedicato a “regole per l’attività politica e per il suo finanziamento” (pagine 24-26) della relazione sulle riforme istituzionali, beh, le soluzioni proposte sono pressoché nulle e le banalità invece molte. A cominciare proprio da quell’”ineliminabile”. Viene giustificata così: bisogna salvare la “correttezza della competizione democratica e evitare che le ricchezze private possano condizionare impropriamente l’attività politica”. Insomma la solita scusa: se i partiti non prendono soldi pubblici finiscono nelle mani dei soliti noti. Come se il finanziamento pubblico avesse garantito finora il perfetto funzionamento democratico e la trasparenza…

Non diciamo scemenze: l’unico modo per rendere i partiti democratici e trasparenti è quelli di affamarli, togliere loro ogni finanziamento pubblico e costringerli ad andare a conquistare finanziamenti dai loro sostenitori. Si vuole evitare che i ricchi prevalgano? Basta mettere un tetto ai contributi. Massimo contributo possibile: 50mila euro. Oppure 100mila euro. Oppure 30mila euro. Vuoi i soldi? Conquistali con la forza delle tue idee. Non con il furto di una legge che palesemente viola, in nome della democrazia, la volontà popolare espressa con referendum…


 Mario Giordano
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Sul finanziamento pubblico della politica, anche per me i saggi dicono un sacco di idiozie.
 
Amici del Castello1, mettiamo a frutto il nostro impegno, fondiamo un partito, così come più o meno ha fatto Grillo, e, in base alle teorie di questi saggi, ci potremo garantire entrate sicure mensili. In fondo quello che facciamo col blog è politica con la P maiuscola, e non baggianate o perdite di tempo, si tratterà solo di rendere pubbliche le nostre idee, e farci votare, il che per ognuno di noi non credo sia un problema. Io mi autoescludo per questioni che molti di voi conosceranno, ma tra di voi ci sono almeno dieci elementi che per idee, impegno, costanza potrebbero ben figurare a Montecitorio o a Palazzo Madama. Di una cosa sono estremamente certo, e non ho bisogno di ulteriori prove che me lo confermino: rispetto ai grillini, i circa dieci blogger individuati hanno capacità ed intelligenza incommensurabilmente superiore ad ognuno singolo di loro.

Aggiornamento del 14 aprile.
Oppure facciamo come Michele Santoro che ha già depositato i simboli per il suo nuovo partito 


 

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