Imprenditori suicidi e genocidio dei cristiani
Dal sito di IO AMO L'ITALIA
Imprenditori suicidi e genocidio dei cristiani: dove sta la Chiesa?
Di Magdi Cristiano Allam
(da Il Giornale) - I funerali dei tre suicidi per la crisi economica, i coniugi Romeo Dionisi, Anna Maria Sopranzi e suo fratello Giuseppe, svoltisi sabato scorso nella Chiesa di San Pietro e Paolo di Civitanova Marche, hanno evidenziato che gli italiani sono consapevoli che si tratta di un “omicidio di Stato”, impietoso nell'imporre il più alto livello di tassazione al mondo, latitante nel restituire i propri debiti alle imprese che sono complessivamente 130 miliardi (stima della Cgia), aguzzino nel pretendere anche più del dovuto, carnefice nell'assistere impassibile alla morte dei suoi cittadini.
Al tempo stesso ha confermato il mutato atteggiamento della Chiesa che, pur considerando il suicidio una manifesta violazione del valore non negoziabile della sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale, accorda i funerali religiosi ai suicidi per ragioni economiche in quanto vittime di un'ingiustizia insostenibile. A tal punto che l'arcivescovo di Fermo Luigi Conti, presidente della Conferenza episcopale delle Marche, durante l'omelia ha egli stesso implicitamente sposato la tesi dell' “omicidio di Stato” rivolgendo un appello a “coloro che ci governano perché facciano presto e si rendano conto che non ce la facciamo più (…) Non potete immaginare quante persone mi chiedono aiuto, ma ultimamente sono spaventato. Non sono solo gli operai a rivolgersi a me ma anche gli imprenditori”.
Le parole dell'arcivescovo mal si conciliano con la posizione ufficiale della Segreteria di Stato vaticana e della Conferenza Episcopale Italiana che hanno pubblicamente e direttamente sostenuto il governo Monti nell'esercizio del suo mandato e nella campagna elettorale risoltasi in un insuccesso. Perché è proprio Monti il rappresentante ufficiale della finanza speculativa globalizzata (Goldman Sachs, Moody's, Gruppo Bilderberg) che sta uccidendo l'economia reale, condannando a morte le imprese (circa mille al giorno), riducendo in povertà gli italiani (oltre 1 milione di licenziati nel 2012).
Proprio questo contesto fa sì che l'elogio della povertà con cui Papa Francesco ha inaugurato il suo pontificato rischia di essere equivocato come un invito alla rassegnazione. All'opposto gli italiani si attenderebbero dalla Chiesa la denuncia forte dello strapotere delle banche speculative, del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Centrale Europea e di questa Unione Europea assoggettata al dio euro e alla dittatura del relativismo.
C'è una seconda emergenza a cui la Chiesa dovrebbe dare una risposta chiara e forte: il genocidio dei cristiani nei paesi islamici. L'insieme del Mediterraneo è stato cristiano fino al Settimo secolo. Con le guerre e la conversione forzata, le sponde orientale e meridionale sono state sottomesse all'islam. Dopo aver costretto alla fuga gli ebrei, oggi gli islamici stanno perseguendo una chiara strategia di cacciata dei cristiani. Il vescovo cattolico siriano Issam John Darwish, intervenendo a Milano venerdì scorso, è stato categorico: “Siamo vittime di un complotto internazionale. Oggi dopo quella che voi in Occidente chiamate Primavera araba, la Siria si è trasformata nel quartier generale dei terroristi islamici provenienti da Qatar, Arabia Saudita, Libia, Tunisia, Egitto, Pakistan, Afghanistan e Cecenia uniti dalla volontà di uccidere i cristiani. Se l'Europa non aiuterà i cristiani in Oriente arriverà anche il suo turno. L’estremismo islamico sulla sponda meridionale del Mediterraneo colpirà inevitabilmente anche la sponda settentrionale”. Nel fine settimana in Egitto gli estremisti islamici hanno ucciso almeno 7 cristiani e attaccato la principale cattedrale copta al Cairo. Ebbene anche in questo caso la Chiesa dovrebbe calarsi nella realtà dei cristiani d'Oriente che stanno subendo un vero e proprio genocidio, anziché insistere nella follia suicida della legittimazione dell'islam.
Gli imprenditori suicidi e il genocidio dei cristiani d'Oriente sono due emergenze che interpellano la Chiesa e che mettono a nudo l'imperativo di coniugare ciò che si afferma, ciò in cui si crede e ciò che concretamente si fa.
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