Idee per una riduzione indolore del debito pubblico
Dal blog de Il Culturista , sulle vere origini del debito pubblico italiano, e le 10 idee su come sarebbe possibile ridurlo in 7-8 anni, senza gravare sulle tasche degli italiani.
Il testo, attraverso YouTube, viene divulgato per iscritto anzichè essere letto. Data la rapidità dello scorrimento delle parole, di tanto in tanto fermarne la velocità, ricliccando poi per fargliela riprendere.
4 Comments:
Ho guardato una volta il video, poi magari lo rivedo.
Non so chi ne sia l'autore, ma se qualcosa in teoria può pure apparire accettabile, si crerebbe uno stato di polizia, con provvedimenti che forse solo in URSS hanno visto la luce.
Ammesso che alla fine producano gli effetti sperati.
By marmando, at 21 giugno 2011 alle ore 22:33
Marmando,
non so neanch'io chi sia l'autore, potresti chiederlo a Il Culturista dal quale l'ho ripreso.
Appena visto il filmato (io invece l'ho fatto girare tre volte), l'ho pensata anch'io esattamente come te. Sono idee molto difficili da realizzare, ma potrebbe essere quello che dovremmo sforzarci di fare per cercare di salvare la "nave" italiana da un possibile futuro default.
By marshall, at 21 giugno 2011 alle ore 22:51
Tasse, divieti e sanzioni. Mi sembra poi che l'autore abbia letteralmente dato i numeri con le cifre dei "risparmi". Come scrive Marmando qualcosa di buono c'è (ad esempio il lavoro forzato per i criminali o una sovratassa sugli immigrati) ma c'è anche qualcosa che rappresenta una società oppressiva e triste: la tassa per scarsa attenzione alla propria salute. Non sarebbe meglio abolire il servizio sanitario pubblico e passare a quello privato (ovviamente gradualmente) invece di reprimere la libertà personale ? E che dire della riduzione dell'illuminazione ? Che tristezza ! Che società medievale ! Meglio il nucleare per avere tutta l'energia necessaria ed a costo ridotto.
By Massimo, at 22 giugno 2011 alle ore 06:50
Massimo,
avrei pensato di risponderti con un post, dopo aver esaminato attentamente quelle tabelle pubblicate da Il Culturista. In particolare mi è balzato all'occhio quella relativa alla crescita esponenziale dell'indebitamento statale negli anni '70, che portò come conseguenza un'ondata di sfiducia collettiva nella borsa italiana, con vendite diffuse su tutti i comparti e senza badare ai fondamentali delle singole aziende. L'indice B.C.I. toccò il minimo nel gennaio 1978, quando, dopo mesi di agonia, scese intorno ai 55,5, fatta base 100 la media dell'indice del 1972.
By marshall, at 22 giugno 2011 alle ore 12:15
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