marshall

mercoledì, settembre 22, 2010

Emigranti del Lario a Palermo

Scorrendo la descrizione delle 31 chiese, scritta da Mariuccia Belloni Zecchinelli nel libro L'Alto Lario I (dedicato ai comuni della costa occidentale) - Casa Editrice Pietro Cairoli, Como 1970 - l'attenzione cade su una particolarità che accomuna tutti i paesi dell'Alto Lario: la forte emigrazione che c'è stata soprattutto verso Palermo, e in secondo grado di preferenza verso Ancona, di abitanti di questi comuni nei secoli XVI - XVIII.
Nella descrizione molto particolareggiata che la Zecchinelli fa delle 31 chiese, sembra quasi di scorgervi il celato intento di far aumentare l'amore verso le nostre belle chiese, che sia credenti o meno, e poi sembra voglia ricordarci che ci fu un tempo in cui avvenne l' "emigrazione al contrario", cioè da Nord verso Sud. Quando scrisse quel libro, fine degli anni '60, esisteva già un certo contrasto tra settentrionali e meridionali, anche se quasi sempre manifestato più in forma goliardica che di reale contrasto (gli sfottò erano più che altro gran motivo per innescare ilarità); ma il fenomeno extracomunitari era ancora ben lungi a venire, e non era nemmeno nell'aria. Ora è scoppiato e c'è in ogni dove il tentativo di affiancare moschee alle nostre belle chiese (cliccare qui per leggere un articolo di Nessie). In tale ottica, erano quindi tempi assolutamente non sospetti quelli in cui la nostra Zecchinelli decantava le nostre chiese, poichè il fenomeno immigrazione da paesi extracomunitari - con desiderio da parte loro di impiantare qui le loro moschee - è iniziato solo alla fine degli anni '80.

Tornando alle nostre chiese, e all'unito tema della "emigrazione al contrario verso Palermo", a titolo di eseplificazione dei concetti su esposti trascrivo integralmente il brano che la Zecchinelli scrisse relativamente alla Chiesa di San Pietro in Costa, in comune Dosso del Liro, paese dell'Alto Lario posto a 650 m. di altitudine nella zona di Gravedona.

Già un tempo parrocchiale di Dosso Liro su di un pittoresco dosso roccioso tra due forre dove si dice si rifugiassero i gravedonesi nei primi secoli dopo il mille in caso di guerra sotterrandovi i loro tesori. E' nominata sin dal 1328; ha bella facciatina affrescata a finto bugnato rosso con l'effige di San Pietro ed il monogramma di San Bernardino, sotto al tetto a capanna. L'abside ha un insolito motivo a galleria con due oculi per dar luce all'interno dei tre arconi acuti a tetto in larice affrescato nel cinquecento. Nella zona absidale il Salvatore entro mandorla fra gli Evangelisti ed i Dottori della Chiesa, i dodici Apostoli (1532), un'Annunciazione. Tra i vari riquadri lungo la navata è saliente quello offerto dalla "schola" di Liro in Palermo (la confraternita degli emigrati) a scioglimento di un voto fatto laggiù in periodo di pestilenza (1577). Ancora interessanti i ceppi dipinti su di un affresco, forse offerto da uno di loro per la liberazione dalla prigionia.

Le citazioni di chiese adornate con donazioni di suppellettili, paramenti sacri - fatti da emigrati locali a Palermo, in quei circa 300 anni - proseguono con la

Chiesa di San Donato a Germasino (suo vanto sono i magnifici paramenti antichi a ricamo ed un reliquiario in argento di Santa Rosalia, donato nel 1734 dagli abitanti emigrati a Palermo);

Chiesa di San Giuliano a Stazzona (La chiesa possiede magnifici paramenti antichi e molti oggetti sacri in argento cesellato dei secoli XVII e XVIII, dono dei parrocchiani emigrati a Palermo);

Chiesa di San giovanni Battista a Brenzio, frazione di Consiglio di Rumo (...Ma è più nota per gli affreschi del Fiammenghino (1628) nella cappella di San Giovanni fatta a spese degli emigrati in Palermo, dei quali sono anche reliquiari e paramenti della stessa origine).

Chiesa di Sant'Eusebio a Peglio (... La croce astile e gli altri oggetti sacri tra cui un bel turibolo ed una raffinata navicella in argento - sec. XVIII - sono dono dei pegliesi emigrati a Palermo).

Chiesa parrocchiale di Vercana
Nativo di Vercana fu nel secolo XVIII il pittore Antonio Maria Caraccioli, detto il "Caracciolo da Vercana", emigrato a Palermo intorno al 1770, e che lasciò vari affreschi anche nella parrocchiale del suo paese natio. In questa chiesa gli emigrati a Palermo offrirono nel 1640 la cappella del Rosario, ed in quella della frazione di Caino un reliquiario, paramenti (1697) ed una bella statua barocca in legno dorato di Santa Rosalia.

Chiesa della Madonna delle Grazie di Trezzone
(Piccolo comune sui monti di Sorico, ... , nel XIII secolo era un importante Comune, ... . Anche da qui si verificò dal XVI al XVIII secolo una forte emigrazione verso Palermo).
La chiesa fu eretta in parrocchia nel 1560. Conserva due quadri ad olio del pittore Caracciolo da Vercana, un reliquiario di Santa Rosalia ed il completo dei paramenti funebri recanti scritto "Scola Panormi" che li rivela dono della confraternita dei parrocchiani emigrati a Palermo.

Chiesa di San Martino di Montemezzo
... Fra gli altri affreschi, quelli delle cappelle, di cui una del Caracciolo da Vercana, furono offerti dagli emigrati ad Ancona ed a Palermo, ai quali si devono anche la grande lampada in argento ed i ricchi paramenti.

4 Comments:

  • Marshall
    questa dell'emigrazioni verso sud non la sapevo.
    In genere da quelleparti emigravano in Svizzera e Germania
    sempre utile leggere i tuoi post.
    ciao
    Sarc.

    By Anonymous sarcastycon, at 23 settembre 2010 alle ore 05:38  

  • Sarc.,
    ti scrivo senza prima fare l'identificazione perchè da ierisera versole 19 il computer, forse la rete, ha fatto le bizze malfunzionando o non funzionando per niente.
    Quello che dici è verissimo. Conosco moltissimi casi di siciliani emigrati in quelle due nazioni, ancora in anni recenti.
    Il tenore Salvatore Licitra, di cui t'ho parlato altre volte, è nato nel '68 a Berna, da genitori siciliani emigrati là in quegli anni.
    Il fatto "dell'emigrazione al contrario", avvenuta nel '500 - '600 - '700, è stata una grossa sorpresa anche per me. Ho scoperto che le cause furono soprattutto la forte tassazione imposta dagli spagnoli, divenuti "padroni" anche di quelle terre, ma perchè scelsero Palermo non l'ho ancora scoperto.
    Grazie per il complimento.
    Ciao.
    Marsh

    By Anonymous Marshall, at 23 settembre 2010 alle ore 09:11  

  • In realtà il fenomeno migratorio proveniente da tutta la Lombardia (ma anche dal Piemonte, dalla Liguria e dalla Toscana) fu molto più cospicuo di quanto non si pensi, e non interessò soltanto la città di Palermo, bensì tutto il territorio dell'isola. Infatti in Sicilia Lombardo è uno dei cognomi maggiormente diffusi. Gli emigranti lombardi si specializzarono nella gestione delle taverne, nella produzione del pane e nella lavorazione del marmo (vedi Antonio Gagini). E' interessante notare come nell'entroterra di Enna, nella cui città esistono ancora oggi i ruderi del castello Lombardia, il dialetto parlato dalla popolazione mostra tracce se non addirittura talvolta l'accento del dialetto lombardo. Sempre a Palermo ad es. la voce dialettale per la parola trippa è "busecca", esattamente come si dice in quel di Milano.

    By Blogger Marco, at 11 ottobre 2010 alle ore 22:40  

  • Marco,
    ti ringrazio per la gradita e bella testimonianza.

    2 novembre 2010

    By Blogger marshall, at 2 novembre 2010 alle ore 20:56  

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