marshall

mercoledì, giugno 29, 2011

Dervio, Alto Lario, Bellano


(Dervio: da Wikipedia - cliccare sopra la foto per ingrandire)

..."Una brezzolina, come se lungamente attendesse il momento d'entrare invase la camera e vi spazzò via i miasimi di quel corpo che si consumava.
- E' forse troppo fredda?
- Oh! no, anzi m'accarezza il viso così amorevolmente che mi sento ricreare tutta. Mi fa venire in mente il mio caro Bellano, quando, di dodici, quattordici fin a sedici anni la godeva, quest'aria pura, appoggiata al parapetto del giardino, e intanto guardava l'acqua che passava di sotto e diceva tra me: "Sempre ne scorre e sempre ce n'è" e mi pareva impossibile che il mondo potesse finire.
- Oh! dev'esser caro sì Bellano - disse il giovane - per chi vi è nato, v'è cresciuto, fu cullato allo scroscio della Pioverna. Poi il lago...
- Il lago, come un largo campo - interruppe ella che si distende innanzi, dove biancheggiano le vele, dove canta il bercajuolo e talvolta mugge il vento; i pesci che aspettano che tu getti loro e briciole del pane per arraffarsele, e appena tu muovi la mano fuggono; e quel castello che si vede al piè dell'altra montagna al di là del lago, non pare un gigante di pietre che domini su quelle casuccie che gli stanno schierate da un fianco?
- Il castello di Rezzonico - notò Ugo.
Poi superata la maledetta punta di Musso dove signoreggiò il tristo che fé tanto danno ai miei (ndr: Il Medeghino: leggi anche qui la sua storia) - proseguì Matilde riandando, ormai morente, le memorie della sua gioventù - ecco il lago aprirsi in vastissimo rilucente seno, la cui vaghezza occupa l'animo di giocondità e di meraviglia. A sinistra vedi curvarsi bellatamente in arco i monti con dolcissime falde e soleggiate pendici sparse di villaggi e diligentemente coltivate sino quasi alle estreme lor vette; mentre sulla spiaggia biancheggiano le Tre Pievi Dongo Gravedona   e Domaso. Scorgersi nel fondo Gera e Sorico e la foce dell'Adda, e da fronte si accigliano ertissimi monti, sul cui giogo soggiorna sempiterna la neve, sul cui dorso errano i camosci e stride l'aquila. A destra poi miri Piona col suo solitario laghetto e la cava del marmo bianco di Olciasca e l'insalubre Colico posto alle radici del gigantesco Legnone. E come è bella la fermata a Gravedona che siede in amenissima spiaggia co' suoi antichi templi e ricchi palazzi, e come deliziosa la salita a Peglio, dove l'arte divina di Raffaele sfoggia nell'ultimo giudizio e nel castigo e nel premio dell'altra vita."...
Peglio, la Chiesa dei Ss. Eusebio e Vittore (Wikipedia)
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Antonio Balbiani - di Bellano: Lasco il bandito della Valsassina (cap.XXXI), Ia edizione 1881
Ristampa del 1981 - a cura delle Edizioni "Giornale della Valsassina" - Lecco

(Bellano, vista lago - da Wikipedia - cliccare sopra la foto per ingrandire)


 

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