Fantaeconomia
Questa è una storia vera. L'ha raccontata tante volte mio padre, e mi piace farmela ripetere, ogni tanto, per vedere se vi affiorano nuovi particolari. E' sempre stato troppo vago e frammentario, nel raccontarmela; ciò che apparirà anche a voi.
Viveva, dalle sue parti (sue, e non anche mie, poichè poi si è trasferito qui al Nord, dove sono nato), una famiglia numerosa formata dal capostipite, da quattro figli maschi, un numero imprecisato di femmine, tra figlie e mogli di costoro, e da qualche pargoletto che già s'incominciava a intravvedere. Tutti dediti all'attività di famiglia: agricoltura, allevamento, pastorizia. E anche il capostipite veniva a sua volta da una famiglia impostata in quel modo.
Quella parte del Lazio, dove si svolsero i fatti; quei pianori, quelle dolci valli e colline, quei panorami incantevoli, che per secoli sono state un proliferare e un brulicare di piccole o grandi fervide attività, ora, mi raccontano, sono tutte semi abbandonate: tutta la popolazione giovanile, del periodo del boom economico, ha preferito abbandonare quei luoghi, emigrando all'estero o spostandosi nelle grandi città. Era, per quella precisa località, l'epoca in cui ci si accapigliava, si litigava per l' invasione di territori confinanti da parte di bestiame o pastorizia del vicino. Ora che è quasi tutto abbandonato, e non ci sono più pastori o mandriani in quelle terre, la natura sta riprendendo rigogliosa il sopravvento. Vista da un certo punto di vista, come amante della natura, il fatto mi aggrada.
La famiglia numerosa di questo racconto, dedita a quelle attività da vecchia data, da chissà quando, di generazione in generazione, si vociava avesse accantonato immense ricchezze. Nel solo periodo intercorrente tra le due guerre, era diventata la più facoltosa della zona. Ma non spendevano una lira, erano autosufficienti in tutto, e il denaro che incassavano veniva tutto accumulato. Non c'erano banche nella zona, solo un ufficio postale che raccoglieva risparmi emettendo i famosi Buoni Postali Fruttiferi. Ma, essendo tutti analfabeti, non si fidava nessuno di alcuna forma di risparmio gestito: banche, poste o checchesia; mettevano tutto sotto la mattonella.
Sgobbando alacremente, senza spendere un soldo, e considerando soltanto il periodo che va dal 1919 al 1945, avranno sicuramente accantonato capitali immensi: tutti custoditi e nascosti in casa loro.
Dopo il '45, avvenne che le vecchie banconote furono messe fuori corso e fu concesso un breve lasso di tempo, a chi ne deteneva, per effettuare un determinato cambio con quelle di nuova emissione (le famose diecimila lire della Banda degli Onesti di Totò e De Filippo). La famiglia in questione, non essendo informata di nulla, poichè non spendeva nulla, nemmeno per informarsi, e recepiva quel che le sarebbe potuto interessare solo per sentito dire, apprese di quel cambio banconote troppo in ritardo, fuori tempo utile. Persero tutto, e non ci fu nulla da fare: le vecchie banconote nascoste in casa, divennero carta straccia.
Facendo un salto di sessant'anni da quella vicenda e venendo al momento attuale, a me sembra si stia andando verso una situazione del genere. Le potenze occidentali, non potendo far fronte alla "catastrofe" incombente, potrebbero essere indotte o costrette a mettere fuori corso le banconote in circolazione, emettendone di nuove, con rapporti di concambio assai penalizzanti per i detentori. Ovviamente, per chi ora le mette sotto il mattone, non ci saranno vie di scampo: diventeranno carta straccia, come successo alla famiglia di questo racconto.
Viveva, dalle sue parti (sue, e non anche mie, poichè poi si è trasferito qui al Nord, dove sono nato), una famiglia numerosa formata dal capostipite, da quattro figli maschi, un numero imprecisato di femmine, tra figlie e mogli di costoro, e da qualche pargoletto che già s'incominciava a intravvedere. Tutti dediti all'attività di famiglia: agricoltura, allevamento, pastorizia. E anche il capostipite veniva a sua volta da una famiglia impostata in quel modo.
Quella parte del Lazio, dove si svolsero i fatti; quei pianori, quelle dolci valli e colline, quei panorami incantevoli, che per secoli sono state un proliferare e un brulicare di piccole o grandi fervide attività, ora, mi raccontano, sono tutte semi abbandonate: tutta la popolazione giovanile, del periodo del boom economico, ha preferito abbandonare quei luoghi, emigrando all'estero o spostandosi nelle grandi città. Era, per quella precisa località, l'epoca in cui ci si accapigliava, si litigava per l' invasione di territori confinanti da parte di bestiame o pastorizia del vicino. Ora che è quasi tutto abbandonato, e non ci sono più pastori o mandriani in quelle terre, la natura sta riprendendo rigogliosa il sopravvento. Vista da un certo punto di vista, come amante della natura, il fatto mi aggrada.
La famiglia numerosa di questo racconto, dedita a quelle attività da vecchia data, da chissà quando, di generazione in generazione, si vociava avesse accantonato immense ricchezze. Nel solo periodo intercorrente tra le due guerre, era diventata la più facoltosa della zona. Ma non spendevano una lira, erano autosufficienti in tutto, e il denaro che incassavano veniva tutto accumulato. Non c'erano banche nella zona, solo un ufficio postale che raccoglieva risparmi emettendo i famosi Buoni Postali Fruttiferi. Ma, essendo tutti analfabeti, non si fidava nessuno di alcuna forma di risparmio gestito: banche, poste o checchesia; mettevano tutto sotto la mattonella.
Sgobbando alacremente, senza spendere un soldo, e considerando soltanto il periodo che va dal 1919 al 1945, avranno sicuramente accantonato capitali immensi: tutti custoditi e nascosti in casa loro.
Dopo il '45, avvenne che le vecchie banconote furono messe fuori corso e fu concesso un breve lasso di tempo, a chi ne deteneva, per effettuare un determinato cambio con quelle di nuova emissione (le famose diecimila lire della Banda degli Onesti di Totò e De Filippo). La famiglia in questione, non essendo informata di nulla, poichè non spendeva nulla, nemmeno per informarsi, e recepiva quel che le sarebbe potuto interessare solo per sentito dire, apprese di quel cambio banconote troppo in ritardo, fuori tempo utile. Persero tutto, e non ci fu nulla da fare: le vecchie banconote nascoste in casa, divennero carta straccia.
Facendo un salto di sessant'anni da quella vicenda e venendo al momento attuale, a me sembra si stia andando verso una situazione del genere. Le potenze occidentali, non potendo far fronte alla "catastrofe" incombente, potrebbero essere indotte o costrette a mettere fuori corso le banconote in circolazione, emettendone di nuove, con rapporti di concambio assai penalizzanti per i detentori. Ovviamente, per chi ora le mette sotto il mattone, non ci saranno vie di scampo: diventeranno carta straccia, come successo alla famiglia di questo racconto.
7 Comments:
E' un po' come è successo con l'euro ,credo che manchino diversi miliari di lire che non state cambiate in euro.Qualche migliaio di lire c'è l'ho anch'io,oltre a un 60tina di 500 lire d'argento.
ciao
sarc.
By Anonimo, at 14 febbraio 2009 alle ore 17:13
Sarc.,
io ho via più di centomila lire, ma l'ho fatto per lasciarli in ricordo a chi li erediterà. Ti ricordi chi c'era sulle ultime mille lire di carta? Forse la Montessori? Ne dovrei avere una decina. E delle 500 d'argento con le Tre Caravelle ne ho una ventina.
In questo post parlo del deprezzamento (leggi azzeramento) della carta moneta (italiana, anche se è nell'euro), come conseguenza del default dell'Italia, che quasi certamente avverrà entro il secolo (lo dicono esperti messi all'indice).
E pensare che saremmo ancora in tempo a "salvarci". Basterebbe la volontà vera di eliminare tutti gli sprechi, le ruberie, le corruzioni, le regalie, ecc.ecc. e ci rimetteremmo in carreggiata. Ma per far ciò, ci vuole la volontà e l'impegno di tutti in coro. Altrimenti, la fine che ha fatto l'Argentina non ce la risparmia nessuno. E non bisogna essere dei superesperti per capirlo!
Non vorrei essere deprimente, e la chiudo qui.
Ciao.
Sto passando da te, per vedere se per caso hai fatto quella vignetta che t'ho ispirato!
By marshall, at 14 febbraio 2009 alle ore 22:35
Ormai la notizia è passata
e le vignette bisogna farle sul momento,una mezza idea l'avevo
la carrozza realequella aperta con la regina col chador e la corona regale ,accanto filippo con col turbante tipo arabo, sullo sfondo il big ben.La regina che chiede l'ora a filippo o vicevera e la risposta: è l'ora dell'islam.
ma è lunga da taroccare....
accontentati della descrizione.
ciao
sarc.
By Anonimo, at 15 febbraio 2009 alle ore 01:18
Cribbio! Ci ho pensato anch'io a situazioni simili. E su you tube girano pure dei filmatini dove l'America dopo il dollaro deprezzato vorrebbe tirar fuori una moneta che si chiama "amero" insieme al Canada e al Messico. Una sorta di area monetaria comune come quella che ci affligge qui da noi in Ue con l'euro, moneta battuta senza stato. Chissà se è vero...
By Nessie, at 15 febbraio 2009 alle ore 11:06
Sarc.,
mi sembra che la vicenda non sia chiusa...anzi...siamo solo agli albori!
Comunque, va bene lo stesso. Dalla descrizione che hai fatto, me la sono immaginata, e ci sarebbe da speluccarsi dalle risate. Ma per riguardo alle massime autorità, non lo facciamo!
Ciao.
p.s. Hai trovato il Tergesteo?
By marshall, at 15 febbraio 2009 alle ore 22:00
Nessie,
quello che scrivi, mi è nuovo, anche se non mi coglie di sorpresa. Il dollaro, secondo quegli esperti messi al bando, e ai quali pochi danno credito, è l'altra grande moneta destinata a soccombere entro il secolo, condotta al tracollo da tutte quelle porcherie emerse e che ancora verranno a galla (e quando dico secolo ho voluto personalmente magnanimemente largheggiare).
Farò ricerche su quello che mi scrivi a riguardo di YouTube.
Ciao.
p.s.
di a Josh, per favore, che quel pezzo è impegnativo oltre che istruttivo. L'ho letto, e mi sono sentito culturalmente più ricco. Però, non me la sono sentita di lasciargli subito un commento, che sarebbe lì per lì risultato di questo banale tenore, rispetto alle "profondità" che riesce a cogliere sempre lui.
By marshall, at 15 febbraio 2009 alle ore 22:35
Eccoti qualche link qui:
http://www.youtube.com/watch?v=m4axRYJymHI&feature=related
Poi correlati ne trovi altri.
By Nessie, at 16 febbraio 2009 alle ore 10:23
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