Quasi come a Sodoma e Gomorra: Se un giorno dovessi trovare in Sud Italia, almeno 1000 personaggi come quello di questo post, io diventerò paladino dell'Italia Unica e Indivisibile, andando contro le mire secessioniste di una discreta parte degli abitanti del Nord.
Spesse volte, i miei mercoledì sono giornate di lunghe attese, per cui ho più tempo per ascoltare
Radio Padania; l'ascolto attraverso l'auricolare della "Stereo radio cassette player RQ-C10V Panasonic XBS".
E' con questa radiolina tecnologica che ho imparato a conoscere
RadioPadania. Suppongo che il mercoledì sia la giornata scelta da questa emittente per mettere in onda servizi informativi di grande attualità ed utilità.
L'altro ieri, mercoledì 9, tra le 11 e le 12 ho ascoltato, in modo un pò frammentario, due interessanti interviste; la prima, del senatore
Leghista, Pirovano; la seconda, del giornalista napoletano
, Spadafora. Entrambi, ho avuto modo di ascoltarli altre volte. Spadafora, che lavora per un quotidiano napoletano, è un abituè di Radio Padania. I suoi temi preferiti sono le denunce del degrado e del malgoverno della sua terra: la
Campania. E sono sicuro che un giorno leggeremo suoi libri sulla condizione attuale di Napoli.
Anche quando ho ascoltato le sue precedenti interviste, ricordo delle sue accalorate denuncie sulle "malefatte" delle amministrazioni locali. Malcostume, malefatte che denuncia tutti i giorni dalle colonne del suo giornale.
Cito solo alcuni dei temi da lui trattati in trasmissione; trasmissione che verrà sicuramente replicata. Ha toccato il problema rifiuti: male atavico di Napoli; immondizie lasciate abbandonate per le strade, senza che nessuno, sembra, se ne preoccupi. Il tema delle discariche che nessuno vuole nel proprio territorio, anche perchè coloro che si dovessero impegnare per far accettare le discariche, non verrebbero più votati (
tengono di più al cadreghino che alla soluzione di problemi di difficile soluzione). Termovalorizzatori: anche qui, i sindaci vogliono certezze assolute sulla non nocività degli impianti che verrebbero installati sul proprio territorio (
intanto però mandano i loro rifiuti anche all'inceneritore di Ferrara, causando eventuali danni alla salute agli abitanti di quella bella città) . Camorra, che si spartisce il controllo della città. Strade dissestate, con buche pericolose, lasciate nella trascuratezza (però intanto mantengono un costoso ufficio di rappresentanza a New York, e mandano folte rappresentanze a Pechino, a spese del Comune). Eccesso di burocrazia, inutile e costosa: hanno recentemente aumentato il numero degli assessori da 60 a 120, voluta alla quasi unanimità, maggioranza e opposizione, dotandoli tutti di computer palmari (a quale scopo?), a spese del comune. Sprechi per organizzazione e promozione di eventi e ricorrenze, per promozioni di località, spettacoli, prodotti. Ricorso alla cartolarizzazione, con emissione di obbligazioni provinciali, per ripianare debiti fatti senza coperture finanziarie, contratti nei precedenti anni dalla giunta Bassolino (2,3 miliardi di euro); debiti che dovranno essere ripagati in 30 anni, mediante l'aumento delle imposte locali.
Insomma, è stata la panoramica di una pessima gestione della Cosa pubblica, vista con gli occhi di un napoletano che vive sulla propria pelle i disastri da essa combinati.
Prima di lui, era stato intervistato il senatore leghista Pirovano, il quale ha parlato diffusamente del provvedimento, che entrerà in vigore dal 2008, che impone l'obbligo dell'utilizzo della carta bancomat a tutti i cittadini italiani che dovranno effettuare qualsiasi tipo di pagamento di importo superiore ai 100 euro: anche per pagare il fornaio, il lattaio, il fruttivendolo ecc.
Un provvedimento del genere impone l'obbligo di aprire un conto corrente anche a chiunque non ce l'abbia, a chi non è pratico di banche e di formalità burocratiche, ecc. L'apertura obbligatoria di un conto obbliga anche al pagamento di costi fissi di tenuta conto e al costo di bolli su estratto conto nella misura minima di Euro 34,20 all'anno.
Al termine di questa intervista, mi sono detto:
addio libertà!