Il governo dei ballisti e delle balle
Italia 1° luglio 2006
Hanno cominciato l’autunno scorso a riempirci la testa con le loro balle. Ve li ricordate a ottobre là sul quel palco nella piazza romana, tutti i leader del centrosinistra, con Prodi in testa? E tutti a scherzare e a ridere sopra la formula delle “tre i”, che Berlusconi aveva coniato all’inizio del suo mandato di governo? E tutti quanti i “gaglioffi”, leader della sinistra, andarci giù pesante contro il motto originario e il suo autore Berlusconi?
Bei pezzi di m…a! E almeno questo sfogo di rabbia sia concessa a quelli che hanno orecchi per intendere e occhi per vedere quanto sta succedendo grazie a loro.
Si, bei pezzi di m...a! Basta fare un giro tra i blog per notare la stima di cui sono circondati. Dai soprannomi, dai nomignoli si intuisce il sentimento d'amore di cui godono. Ne cito solo alcuni, a titolo esemplificativo, tra i più delicati e tra quelli che leggo correntemente: Romano Prodi "il mortadella", Rutelli "lo bello guaglione", D'Alema "il veleggiante", Rosy Bindi e Livia Turco "le gemelle perverse", Vincenzo Visco "dracula", Pecoraro Scanio "ridens", Diliberto "grondans", Fassino "l'intercettato", Bertinotti "il migliore", Caruso "spranga", Paolo Cento "er piotta".
Tutti questi assieme agli altri, da Roma inaugurarono il treno giallo. Vi salirono tutti questi e quei leader. Poi qualcuno partì con esso, per fermarsi in tutte le stazioni d’Italia a raccontare le loro storie. Storie che ora si rivelano fregnacce. Chissà quante ne hanno dette per imbambolare la gente, al loro arrivo, con le loro fantasie goliardiche e da comiche.
Questo fatto del treno mi riporta alla mente un trascorso della mia vita.
Negli anni 70 qui a Milano c’era la possibilità di divertirsi giocando con la politica. Ci si ritrovava i sabati pomeriggi in piazza Duomo, sotto la Madonnina, e si cominciava a parlare e scherzare di politica. Si formavano tanti gruppetti, stando attenti a non superare il numero di nove per gruppetto, altrimenti si veniva dispersi dai carabinieri. Carabinieri attenti, vigilanti e presenti in quegli anni, gli anni di piombo e delle brigate rosse. C’erano gli arringatori, coloro che arringavano la folla presente sulla piazza, e con frasi altisonanti attiravano la curiosità della gente dando inizio allo spettacolo. Perché di spettacolo si trattava. Di spettacolarizzazione della politica. E c’era da divertirsi. Mi ricordo che passavo disinvoltamente da un crocchio all’altro (badando sempre attentamente che il mio inserimento non facesse scattare la regola del nove). E c’erano anche i politici poetici, coloro che facevano politica parlando in rima: Per fare ciò, si erano dovuti evidentemente preparare, ma la maggior parte erano improvvisatori.
Improvvisatori della politica come quelli del treno giallo del nostro autunno scorso: altro che esperti di politica e di stato! Questi miravano solo a raggiungere il potere. E qualunque mezzo lecito e illecito andava bene pur di raggiungere lo scopo. E tra i mezzi illeciti figurano le balle. Balle che hanno detto in quantità. A partire da ottobre, dopo il varo della finanziaria taglia sprechi: balle a non finire, non gli andavano bene neanche i tagli alle spese. E si, perché a loro va bene che una parte del popolo sprechi o viva sul lavoro degli altri: loro ne sono i loro paladini e loro li difenderanno sempre perché da loro riceveranno il voto che li assicurerà a vita attaccati alle poltrone parlamentari a far parte anche loro dello squallore di sanguisughe che succhiano il sangue a chi produce e lavora.
Improvvisatori della politica di cui hanno dato prova anche ieri con il varo della stretta finanziaria. Fino all’altro ieri sembrava stessero dando i numeri del lotto: 4 – 8 – 16 – 32 – 48. Poi finalmente ieri è stato estratto il numero vincente: lo 0,02 percento del pil. Tanto rumore e tanto discredito sul governo precedente, per nulla. Tantè che Tremonti ha tuonato: bastava applicare la finanziaria!
Ma questo è il governo del fumo, del fumo e delle balle, e più che fumo negli occhi non ci si può attendere da loro.
E chi non è disposto ad accettare questo stato di cose, è obbligato ad accettarle in nome della democrazia.
Quale democrazia?
Questa non è più democrazia. E' la metà di una popolazione che impone all'altra metà il suo volere. Perchè, per un divario di 24000 voti, pari allo 0,06 %, metà degli italiani devono subire passivamente la volontà dell'altra metà degli italiani, e questo genere di governo raccontapalle a tutto spiano che essi si sono scelti per loro stessi, imponendolo all'altra metà della popolazione, in virtù di quella manciata di voti. La quale altra metà non vuole un simile governo, perchè non lo può vedere, non lo può digerire, non lo può soffrire.
Qualunque persona intelligente e di buon senso capisce che è una situazione insostenibile e che non può reggere alla lunga.
Per evitare il peggio, a questo punto in cui stanno le cose, sarebbe meglio dividere l'Italia in due parti uguali, e ognuno scelga, tra i due schieramenti contrapposti, da chi vuol essere governato.
E' una situazione da sanare e da sanare in fretta.
I politici, i soloni, le menti eccelse della sinistra al governo okkupato, sono avvisati.
Prima che il sentimento di impopolarità di cui si sono circondati diventi un movimento di rivolta popolare, si affrettino a rimediare alle loro nefandezze!
Hanno cominciato l’autunno scorso a riempirci la testa con le loro balle. Ve li ricordate a ottobre là sul quel palco nella piazza romana, tutti i leader del centrosinistra, con Prodi in testa? E tutti a scherzare e a ridere sopra la formula delle “tre i”, che Berlusconi aveva coniato all’inizio del suo mandato di governo? E tutti quanti i “gaglioffi”, leader della sinistra, andarci giù pesante contro il motto originario e il suo autore Berlusconi?
Bei pezzi di m…a! E almeno questo sfogo di rabbia sia concessa a quelli che hanno orecchi per intendere e occhi per vedere quanto sta succedendo grazie a loro.
Si, bei pezzi di m...a! Basta fare un giro tra i blog per notare la stima di cui sono circondati. Dai soprannomi, dai nomignoli si intuisce il sentimento d'amore di cui godono. Ne cito solo alcuni, a titolo esemplificativo, tra i più delicati e tra quelli che leggo correntemente: Romano Prodi "il mortadella", Rutelli "lo bello guaglione", D'Alema "il veleggiante", Rosy Bindi e Livia Turco "le gemelle perverse", Vincenzo Visco "dracula", Pecoraro Scanio "ridens", Diliberto "grondans", Fassino "l'intercettato", Bertinotti "il migliore", Caruso "spranga", Paolo Cento "er piotta".
Tutti questi assieme agli altri, da Roma inaugurarono il treno giallo. Vi salirono tutti questi e quei leader. Poi qualcuno partì con esso, per fermarsi in tutte le stazioni d’Italia a raccontare le loro storie. Storie che ora si rivelano fregnacce. Chissà quante ne hanno dette per imbambolare la gente, al loro arrivo, con le loro fantasie goliardiche e da comiche.
Questo fatto del treno mi riporta alla mente un trascorso della mia vita.
Negli anni 70 qui a Milano c’era la possibilità di divertirsi giocando con la politica. Ci si ritrovava i sabati pomeriggi in piazza Duomo, sotto la Madonnina, e si cominciava a parlare e scherzare di politica. Si formavano tanti gruppetti, stando attenti a non superare il numero di nove per gruppetto, altrimenti si veniva dispersi dai carabinieri. Carabinieri attenti, vigilanti e presenti in quegli anni, gli anni di piombo e delle brigate rosse. C’erano gli arringatori, coloro che arringavano la folla presente sulla piazza, e con frasi altisonanti attiravano la curiosità della gente dando inizio allo spettacolo. Perché di spettacolo si trattava. Di spettacolarizzazione della politica. E c’era da divertirsi. Mi ricordo che passavo disinvoltamente da un crocchio all’altro (badando sempre attentamente che il mio inserimento non facesse scattare la regola del nove). E c’erano anche i politici poetici, coloro che facevano politica parlando in rima: Per fare ciò, si erano dovuti evidentemente preparare, ma la maggior parte erano improvvisatori.
Improvvisatori della politica come quelli del treno giallo del nostro autunno scorso: altro che esperti di politica e di stato! Questi miravano solo a raggiungere il potere. E qualunque mezzo lecito e illecito andava bene pur di raggiungere lo scopo. E tra i mezzi illeciti figurano le balle. Balle che hanno detto in quantità. A partire da ottobre, dopo il varo della finanziaria taglia sprechi: balle a non finire, non gli andavano bene neanche i tagli alle spese. E si, perché a loro va bene che una parte del popolo sprechi o viva sul lavoro degli altri: loro ne sono i loro paladini e loro li difenderanno sempre perché da loro riceveranno il voto che li assicurerà a vita attaccati alle poltrone parlamentari a far parte anche loro dello squallore di sanguisughe che succhiano il sangue a chi produce e lavora.
Improvvisatori della politica di cui hanno dato prova anche ieri con il varo della stretta finanziaria. Fino all’altro ieri sembrava stessero dando i numeri del lotto: 4 – 8 – 16 – 32 – 48. Poi finalmente ieri è stato estratto il numero vincente: lo 0,02 percento del pil. Tanto rumore e tanto discredito sul governo precedente, per nulla. Tantè che Tremonti ha tuonato: bastava applicare la finanziaria!
Ma questo è il governo del fumo, del fumo e delle balle, e più che fumo negli occhi non ci si può attendere da loro.
E chi non è disposto ad accettare questo stato di cose, è obbligato ad accettarle in nome della democrazia.
Quale democrazia?
Questa non è più democrazia. E' la metà di una popolazione che impone all'altra metà il suo volere. Perchè, per un divario di 24000 voti, pari allo 0,06 %, metà degli italiani devono subire passivamente la volontà dell'altra metà degli italiani, e questo genere di governo raccontapalle a tutto spiano che essi si sono scelti per loro stessi, imponendolo all'altra metà della popolazione, in virtù di quella manciata di voti. La quale altra metà non vuole un simile governo, perchè non lo può vedere, non lo può digerire, non lo può soffrire.
Qualunque persona intelligente e di buon senso capisce che è una situazione insostenibile e che non può reggere alla lunga.
Per evitare il peggio, a questo punto in cui stanno le cose, sarebbe meglio dividere l'Italia in due parti uguali, e ognuno scelga, tra i due schieramenti contrapposti, da chi vuol essere governato.
E' una situazione da sanare e da sanare in fretta.
I politici, i soloni, le menti eccelse della sinistra al governo okkupato, sono avvisati.
Prima che il sentimento di impopolarità di cui si sono circondati diventi un movimento di rivolta popolare, si affrettino a rimediare alle loro nefandezze!
10 Comments:
Buongiorno Marshall!
Cavolo con la storia che sono in Australia mio padre si sta appassionado di internet... mi sa che scopre il suo blog ne vengono fuori delle belle... anche se mi sa che la pensate in maniera molto simile.
Ma se lo fa ancora qualche giro sul mio blog? Ogni tanto si infiammano dei discorsi politici...
By riccardo, at 1 luglio 2006 alle ore 11:24
Ciao Riccardo,
sei li fisso in Australia?
Tuo padre invece è qui in Italia?
Sul tuo blog? Adesso ci ritorno: le tue storie sono sempre piacevoli da rileggere anche a distanza di tempo, perchè sono sempre attuali.
Ricorda che tu hai un primato su di me: sei stato il primo blogger a commentarmi, a parte markoz che sembra sparito nel nulla.
Ancora buona fortuna e a presto.
By marshall, at 1 luglio 2006 alle ore 11:59
Hmm, ti sei dimenticato di scrivere una cosa però. Si, volevano a tutti i costi il potere, è vero, ma volevano nella stessa maniera, "mandare a caaaasa" il loro nemico numero uno, Silvio Berlusconi. Poi, se hanno raccontato balle e continuano a raccontarle, poco importa.
By Anonimo, at 1 luglio 2006 alle ore 12:43
Il "popolo" della sinistra crede da sempre alle balle.
Credeva all'Unione Sovietica "paradiso" dei lavoratori. Credeva alla NATO come orco cattivo. Credeva che l'installazione dei missili Pershing e Cruise fosse un atto di guerra controla loro amata Urss (e giù ad opporsi). Credeva a tutto ciò come oggi crede che i terroristi siano solo "resistenti", che Saddam andasse salvato (e giù manifestazioni di piazza) e che Berlusconi abbia rovinato l'Italia.
Del resto chi credeva (e crede ancora) nel comunismo, quale .... credibilità potrà mai avere ? ;-)
By Massimo, at 1 luglio 2006 alle ore 14:12
Marshall, il guaio è che gli improvvisatori della politica un tempo stavano nei banchetti in piazza Duomo, ora stanno negli scranni di Montecitorio...
By Anonimo, at 2 luglio 2006 alle ore 13:19
elly,
Berlusconi è l'uomo dalle sette vite. Solo in un modo lo possono mandare a casa: eliminandolo fisicamente; altrimenti per loro sarà sempre un incubo.
By marshall, at 2 luglio 2006 alle ore 21:52
monsoreau,
è quello che facevano credere loro i politici della sinistra.
E il popolo dei "creduloni", perchè così bisogna purtroppo chiamarli, credeva e "beveva" tutto quello che gli veniva raccontato, cioè balle.
By marshall, at 2 luglio 2006 alle ore 21:57
Siro,
vedo che hai prestato attenzione alla mia cronaca su quanto si svolgeva sulla piazza Duomo negli anni settanta. Era un bel modo di passare i sabati pomeriggi in modo diverso e a contatto con la politica popolare improvvisata.
By marshall, at 2 luglio 2006 alle ore 22:02
Se tu credi ancora che il popolo di sinistra sia credulone gli fai un complimento... I sinistri non credono minimamente alle cavolate che dicono i loro dirigenti... ma gli fa comodo farti credere che ci credano...
Non so se mi sono capito :))
By Le Barricate, at 5 luglio 2006 alle ore 02:28
ineffabile,
scusa il gioco di parole, ma sei proprio ineffabile.
Il tuo spunto è straordinario. Non avevo mai pensato ad un fatto del genere, ma adesso che l'hai messo in risalto ci sto pensando anch'io.
E ti diro che mi è sempre parso strano che persone intelligenti come quelle che ci sono nella sinistra, perchè, bisogna ammetterlo, anche tra di loro ci sono persone intelligenti, e anche molto intelligenti, più di quante possiamo immaginare, credessero alle idiozie, alle panzanate, alle burlate, alle stupidaggini che propinano loro i loro dirigenti di parte politica.
Per cui penso, alla luce della tua affermazione, che quando i "sinistri" accettano passivamente certi provvedimenti, certe prese di posizione, certi atteggiamenti della sinistra al potere, in realtà non facciano altro che prendere per i fondelli i loro capi e a prendersi anche loro, sotto sotto, gioco di loro.
Potrei andare avanti e scrivere un trattato filosofico, ma, per ora, mi fermo qui.
E anch'io ti dico: non so se mi sono capito!
By marshall, at 5 luglio 2006 alle ore 08:50
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