Osservazioni di Uno qualunque
Post ispirato dalla telefonata di un ascoltatore di Radio Padania, che senza essere un professore ha enunciato un concetto dalla semplicità disarmante.
Finora il sud ha vissuto di assistenzialismo, e questo è un fatto innegabile. Io stesso - e l'ho già scritto in un post di tempi non sospetti - ricordo di quelle mie vancanze in Ciociaria quando i ragazzi del posto mi prendevano in giro dicendomi: "lavorate voi al nord, pagate le tasse, che noi qui ve le spendiamo". In pratica, i soldi sottratti con le tasse a piemontesi, lombardi e veneti passavano/passano da Roma il quale li rigirava/rigira alle regioni secondo il suo piacimento. Non venivano/vengono quindi reimpiegati nelle loro regioni, ma, passando da Roma, buona parte di quei soldi venivano/vengono dirottati al sud, che innegabilmente finivano/finiscono in assistenzialismo. Ma il gioco, tutto sommato, forse valeva la candela: con quei soldi si dava la possibilità alle genti del sud di comprare merci che in buona parte venivano prodotte al nord.
Ma ora non è più così, da tempo il meccanismo è stato inceppato, e da qui la crisi attuale. Con i loro soldi gli italiani, e quindi anche quelli del sud, comprano quello che vogliono. Dalle loro scelte ne derivano però certe conseguenze, come quella della crisi attuale.
Riassumendo, ecco il meccanismo inceppato
Io del nord lavoro e pago le tasse, tasse che vengono parzialmente dirottate al sud. Con quei soldi gli abitanti del sud compravano merci in buona parte prodotte al nord. Ma ora che si comprano merci provenienti da ogni dove, che quindi mandano in crisi le aziende del nord perchè non vendono, chi pagherà a Roma le tasse che poi dirotterà al sud?
Da qui si prevede la debacle.
Lo si è dedotto chiaramente anche ieri sera dalla trasmissione Quinta Colonna, di Rete4: lavoratori pubblici del casertano che non ricevono più gli stipendi da sei mesi, perchè il comune ha le casse vuote.
E i professori al governo che ci sono stati a fare?
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