Una giornata particolare
Mattinata ricca di emozioni, questa. Dopo una nottata travagliata, ero riuscito a prender sonno all'alba, quando sono stato svegliato di soprassalto alle 8.20 da un urlo di stupore. Mia moglie, che solitamente dà poca importanza a questo genere di spettacoli della natura, aveva lanciato quell'urlo di stupore: "Vieni a vedere il Monte Rosa", mi ha detto.
In effetti, col suo candido color bianco luminescente sembra quasi voler dominare sulle Prealpi antistanti, che invece sono grigioscure/nere. In effetti, dal 9 dicembre dell'anno scorso, non avevo più visto il Monte Rosa in quella luminosa bellezza ( vedi qui ). Le due foto, sopra e di seguito, scattate stamattina alle 9.45 ne danno un'idea.
La mattinata è poi proseguita con altre emozioni: quelle che mi ha procurato Canale 5, con la trasmissione delle 8.5o del sabato: Il Loggione .
Come più volte raccontato all'amico Sarcastycon, le mie operazioni di risveglio, di vestizione, e di alzata dal letto, a causa del mio noto e non più celabile "acciacco", durano in media dalla mezz'ora all'ora, a seconda della giornata, poichè la mia, come quella di altri 56000 italiani è una malattia a carattere intermittente, nel senso che ci sono giornate che ti concede qualche forza in più, per farti fare in minor tempo ciò che solitamente richiede la "pazienza di Giobbe". La trasmissione del sabato, Il Loggione, mi è di grande compagnia durante tali operazioni, perchè la sua presenza mi fa pesare di meno l'acciacco. Un plauso, quindi, all'ideatore e conduttore del programma Vittorio Testa, che ha nel mio amico, Pietro, invalido, uno tra i suoi più grandi estimatori. Costui è un eccellente lirico, che conosce a memoria testi e musica di almeno dieci opere (ma è arrivato a conoscerne molte di più). E' un'enciclopedia vivente: basta chiedergli come fa la tal'aria, e lui subito la intona. Le ha tutte imparate a memoria durante le lunghe e periodiche degenze in ospedale. La lirica, come spesso mi racconta, è stata la sua salvezza, dopo un incidente stradale, che, per colpa altrui, lo aveva ridotto al coma profondo per 7 giorni e mezzo. La lirica gli ha ridato la "voglia di vivere", più di prima, più di quand'era arzillo e atletico; una voglia di vivere la vita che è bella a prescindere "comunque sia la condizione del vivere": sono le parole che spesso mi ripete. Tutto ciò lui l'ha trovato anche nella lirica, ecco perchè segue a puntino il programma (e poi ogni volta mi fa una sorta di interrogatorio). Quando non può vederlo in diretta se lo fa registrare, non sapendo che ora, tramite internet, Mediaset fornisce la possibilità di rivederle quando si voglia.
Parlo entusiasticamente del programma Il Loggione di oggi, perchè questa mattina mi ha condotto in due luoghi che fanno ormai parte del mio vissuto: Venezia e Arona, e mi ha condotto a perlustrare due eventi per me significativi: Il Barbiere di Siviglia, alla Fenice di Venezia e la mostra dedicata a De Chirico, ad Arona.
Di Arona, in particolare, ne scrivo oggi, mentre parlo del Monte Rosa, perchè essa si trova quasi a metà strada, in linea retta, tra me e il Monte Rosa; sembra quasi al di là di quel campanile che si intravvede dalla foto (cliccare sopra per ingrandirla). Ad Arona è in corso una mostra dedicata a Giorgio de Chirico, principale esponente della corrente artistica della pittura metafisica.
Alla mostra, in svolgimento a Villa Ponti di Arona, fino al 28 marzo, sono esposti 130 capolavori del maesto. La copertina del catalogo, che Vittorio Testa teneva gelosamente sotto braccio durante la trasmissione del Loggione, mentre parlava della mostra, raffigura una delle tante piazze italiane dipinte da De Chirico, nello stile metafisico. Quello stile che aveva per un certo periodo influenzato vari pittori italiani dell'epoca, tra i quali Vittorio Viviani. Tra le opere di Viviani, celebre pittore di Nova Milanese, che mi degnò della sua entusiastica amicizia, ve ne sono un discreto numero catalogate nel suo periodo Metafisico. Tra le sue più importanti opere di quel periodo, ed anche tra le sue più belle, vi è senza dubbio una stupenda piazza della Basilica di Desio, dove essa è immortalata sullo sfondo. Dipinta negli anni trenta, ora di proprietà privata, costituisce la copertina di una delle sue più ben fatte biografie, risalente agli anni '80, quando il pittore era ancora in operosa vitalità.
Dulcis in fundo: la lirica.
Trasmesso da La Fenice di Venezia, Il Barbiere di Siviglia è l'opera che forse più di tutte ha contribuito alla mia passione per la lirica. La celebre aria di Figaro, conteso e richiesto da tutti, l'ha oggi magistralmente cantata il baritono Christian Senn . Quand'ero piccolo la sentivo invece spesso cantare da un mio zio, il quale, se non fosse stato per la sua innata timidezza, sarebbe oggi annoverato tra i grandi interpreti della lirica italiana.
La mattinata è poi proseguita con altre emozioni: quelle che mi ha procurato Canale 5, con la trasmissione delle 8.5o del sabato: Il Loggione .
Come più volte raccontato all'amico Sarcastycon, le mie operazioni di risveglio, di vestizione, e di alzata dal letto, a causa del mio noto e non più celabile "acciacco", durano in media dalla mezz'ora all'ora, a seconda della giornata, poichè la mia, come quella di altri 56000 italiani è una malattia a carattere intermittente, nel senso che ci sono giornate che ti concede qualche forza in più, per farti fare in minor tempo ciò che solitamente richiede la "pazienza di Giobbe". La trasmissione del sabato, Il Loggione, mi è di grande compagnia durante tali operazioni, perchè la sua presenza mi fa pesare di meno l'acciacco. Un plauso, quindi, all'ideatore e conduttore del programma Vittorio Testa, che ha nel mio amico, Pietro, invalido, uno tra i suoi più grandi estimatori. Costui è un eccellente lirico, che conosce a memoria testi e musica di almeno dieci opere (ma è arrivato a conoscerne molte di più). E' un'enciclopedia vivente: basta chiedergli come fa la tal'aria, e lui subito la intona. Le ha tutte imparate a memoria durante le lunghe e periodiche degenze in ospedale. La lirica, come spesso mi racconta, è stata la sua salvezza, dopo un incidente stradale, che, per colpa altrui, lo aveva ridotto al coma profondo per 7 giorni e mezzo. La lirica gli ha ridato la "voglia di vivere", più di prima, più di quand'era arzillo e atletico; una voglia di vivere la vita che è bella a prescindere "comunque sia la condizione del vivere": sono le parole che spesso mi ripete. Tutto ciò lui l'ha trovato anche nella lirica, ecco perchè segue a puntino il programma (e poi ogni volta mi fa una sorta di interrogatorio). Quando non può vederlo in diretta se lo fa registrare, non sapendo che ora, tramite internet, Mediaset fornisce la possibilità di rivederle quando si voglia.
Parlo entusiasticamente del programma Il Loggione di oggi, perchè questa mattina mi ha condotto in due luoghi che fanno ormai parte del mio vissuto: Venezia e Arona, e mi ha condotto a perlustrare due eventi per me significativi: Il Barbiere di Siviglia, alla Fenice di Venezia e la mostra dedicata a De Chirico, ad Arona.
Di Arona, in particolare, ne scrivo oggi, mentre parlo del Monte Rosa, perchè essa si trova quasi a metà strada, in linea retta, tra me e il Monte Rosa; sembra quasi al di là di quel campanile che si intravvede dalla foto (cliccare sopra per ingrandirla). Ad Arona è in corso una mostra dedicata a Giorgio de Chirico, principale esponente della corrente artistica della pittura metafisica.
Alla mostra, in svolgimento a Villa Ponti di Arona, fino al 28 marzo, sono esposti 130 capolavori del maesto. La copertina del catalogo, che Vittorio Testa teneva gelosamente sotto braccio durante la trasmissione del Loggione, mentre parlava della mostra, raffigura una delle tante piazze italiane dipinte da De Chirico, nello stile metafisico. Quello stile che aveva per un certo periodo influenzato vari pittori italiani dell'epoca, tra i quali Vittorio Viviani. Tra le opere di Viviani, celebre pittore di Nova Milanese, che mi degnò della sua entusiastica amicizia, ve ne sono un discreto numero catalogate nel suo periodo Metafisico. Tra le sue più importanti opere di quel periodo, ed anche tra le sue più belle, vi è senza dubbio una stupenda piazza della Basilica di Desio, dove essa è immortalata sullo sfondo. Dipinta negli anni trenta, ora di proprietà privata, costituisce la copertina di una delle sue più ben fatte biografie, risalente agli anni '80, quando il pittore era ancora in operosa vitalità.
Dulcis in fundo: la lirica.
Trasmesso da La Fenice di Venezia, Il Barbiere di Siviglia è l'opera che forse più di tutte ha contribuito alla mia passione per la lirica. La celebre aria di Figaro, conteso e richiesto da tutti, l'ha oggi magistralmente cantata il baritono Christian Senn . Quand'ero piccolo la sentivo invece spesso cantare da un mio zio, il quale, se non fosse stato per la sua innata timidezza, sarebbe oggi annoverato tra i grandi interpreti della lirica italiana.
Le due foto sopra, sono dell'autore, e sono state scattate alle 9.45 di oggi.
All'amico Pietro è stata richiesta l'autorizzazione a pubblicare la sua storia, il cui incidente è avvenuto nel 1985.
Etichette: Attualità e storia
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