I primi della classe
Ieri sera, mi aggiravo nei dintorni di Ballarò, per scoprire chi fossero gli ospiti. Rinuncio sempre alla satira di Crozza, perchè, con la sua "comicità sorniona", crede d'aver a che fare con tutti cretini; e siccome non mi voglio sobbarcare l'onere di "filtrare" le sue battute, a metà tra il serio e il faceto, e quasi tutte orientate dalla "sua parte", cerco di evitarlo in tutti i modi. E così, al termine della sua "prosopopeata politica" ho scoperto quali erano gli invitati: tra di loro, Cesare Romiti e Roberto Mazzotta. Ho capito che sarebbe valsa la pena di soffermarmi.
Romiti è stato un mio "dipendente", ai tempi in cui ero stato un "piccolissimo azionista" Fiat (ricordo ancora la sua buonuscita da 150 miliardi di lire, se non vado errato, quando lasciò l'incarico di amministratore delegato, per limiti d'età). Mazzotta è stato un mio eletto, quando ho indicato la preferenza per lui, mandandolo a sedere nel parlamento italiano. E qui devo ricordare un episodio, legato alle nostre vite parallele.
Facevo il produttore per la Cartiera S., e un giorno il Conte S. convocò tutti i dipendenti amministrativi e tutti i venditori Nord Italia, compresi i Capi Deposito, per un dato pomeriggio, nell'ampio salone che fungeva da anticamera agli uffici vendite. All'ora X vi fece ingresso il suddetto Mazzotta, accompagnato dal Conte S. e dai sui fratelli, i N.H. E. e M., che ce lo presentarono come fosse una "santità".
Il personaggio, credo fosse alle prime armi, in veste di politico; era ancora sconosciuto ai più, tranne alla nostra direttrice vendite, "supercattolicissima", la non più giovane signora T., persona di riguardo e di fiducia del Conte B., che già conosceva ed "adorava" quel candidato.
I più lo apprezzarono molto. Io, che all'epoca, poco più che ventenne (eravamo nella seconda parte degli anni '70), avevo tutt'altro per la testa, che non la politica, sorvolai alquanto su quell'avvenimento. Oggi, invece, mi riaffiora alla mente come uno di quegli eventi che deve aver inciso sul corso della mia vita. Fatto stà che, anche per merito della missione suasiva della sua ammiratrice, la suddetta signora T., a quel candidato politico andò la mia preferenza. Nel sentirlo parlare ieri sera a Ballarò (ma già altre volte ho avuto modo di ascoltare i suoi interventi in quella trasmissione. Solo i suoi), ho capito che il mio voto non era risultato vano.
(segue)
A proposito, il titolo non è riferito a Romiti e Mazzotta, ma a quelli che descriverò nel seguito. Ora sospendo per sopraggiunti altri impegni.
Romiti è stato un mio "dipendente", ai tempi in cui ero stato un "piccolissimo azionista" Fiat (ricordo ancora la sua buonuscita da 150 miliardi di lire, se non vado errato, quando lasciò l'incarico di amministratore delegato, per limiti d'età). Mazzotta è stato un mio eletto, quando ho indicato la preferenza per lui, mandandolo a sedere nel parlamento italiano. E qui devo ricordare un episodio, legato alle nostre vite parallele.
Facevo il produttore per la Cartiera S., e un giorno il Conte S. convocò tutti i dipendenti amministrativi e tutti i venditori Nord Italia, compresi i Capi Deposito, per un dato pomeriggio, nell'ampio salone che fungeva da anticamera agli uffici vendite. All'ora X vi fece ingresso il suddetto Mazzotta, accompagnato dal Conte S. e dai sui fratelli, i N.H. E. e M., che ce lo presentarono come fosse una "santità".
Il personaggio, credo fosse alle prime armi, in veste di politico; era ancora sconosciuto ai più, tranne alla nostra direttrice vendite, "supercattolicissima", la non più giovane signora T., persona di riguardo e di fiducia del Conte B., che già conosceva ed "adorava" quel candidato.
I più lo apprezzarono molto. Io, che all'epoca, poco più che ventenne (eravamo nella seconda parte degli anni '70), avevo tutt'altro per la testa, che non la politica, sorvolai alquanto su quell'avvenimento. Oggi, invece, mi riaffiora alla mente come uno di quegli eventi che deve aver inciso sul corso della mia vita. Fatto stà che, anche per merito della missione suasiva della sua ammiratrice, la suddetta signora T., a quel candidato politico andò la mia preferenza. Nel sentirlo parlare ieri sera a Ballarò (ma già altre volte ho avuto modo di ascoltare i suoi interventi in quella trasmissione. Solo i suoi), ho capito che il mio voto non era risultato vano.
(segue)
A proposito, il titolo non è riferito a Romiti e Mazzotta, ma a quelli che descriverò nel seguito. Ora sospendo per sopraggiunti altri impegni.
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