De profundis del sogno americano
...Poi, quel giovedì del crollo della Borsa. Il Wall Street Journal esorta: "State calmi! Occorre riflettere serenamente. Date retta ai più grandi finanzieri d'America", ma nessuno compera e tutti cercano di alleggerirsi. La commessa Anne Pearson si impicca. Il boss della Richers Gas and Electric si asfissia. Il banchiere Riordan si spara una rivoltellata in bocca.Un commerciante riempie una vasca da bagno di benzina, ci salta dentro, e dà fuoco. Poco dopo, gli ex milionari vendono mele sui marciapiedi della Fifth Avenue.
Comincia la Great Depression e una triste canzone echeggia ovunque: "Mi dicevano che costruivo un sogno, / e così ho seguito la folla. / Quando bisognava lavorare la terra e imbracciare il fucile / io là, solo là, a giocare alla tombola".
............
...(8 novembre 1932), gli Stati Uniti sono devastati dalla crisi. Meno investimenti, e meno denaro da spendere. Le fabbriche chiudono, gli operai perdono il lavoro, e non potendo comprare, contribuiscono a diminuire la domanda. Gli agricoltori non hanno più acquirenti per i loro prodotti. E' la depressione, e i negri si considerano i più sfortunati: i primi a essere buttati fuori, gli ultimi assunti. I disoccupati, che nel 1930 sono tre milioni, arrivano, tre anni dopo, anche a quindici. Trecentomila persone cercano rifugio in California, braccate dalla polizia e inseguite dai proprietari terrieri che temono quell'invasione.
"Le vie dell'Ovest e del Sud-Ovest" narra un cronista "brulicano di autostoppisti affamati. I fuochi degli accampamenti dei senzatetto si scorgono lungo tutta la linea ferroviaria. Ho visto uomini, donne e bambini in marcia sulle strade statali. Quasi tutti erano fittavoli che avevano perduto ogni cosa nell'ultima caduta dei prezzi del grano e del cotone. Il contadino è immiserito dalla indigenza della popolazione industriale, che poi soffre di quella del campagnolo. Nessuno dei due ha il denaro per comperare le cose fatte dagli altri; perciò abbiamo contemporaneamente sovrapproduzione e sottoconsumo".
E qui mi fermo, per non angustiare ulteriormente il lettore. Questa è la descrizione dell'America nei primi anni '30, fatta da Enzo Biagi, nel libro La mia America personaggi, protagonisti, grandezze, illusioni e tramonto di quello che fu "Il sogno americano" - Edizioni Rizzoli, maggio 2003.
A far piovere sul bagnato, è dei Tg di oggi la notizia del licenziamento di 52000 operai di una nota casa automobilistica americana. Forse, siamo prossimi all'inizio di una Grande Depressione, come quella che sconvolse l'America e in seguito il mondo intero a partire dal 1929. E le premesse, stando al racconto di Biagi di quegli anni, sembrano esserci tutte. E presto potrebbe riversarsi anche sull'Italia. Eppure, anzichè fare quadrato col governo, nel cercare possibili soluzioni che ne possano anticipare e mitigare i probabili effetti nefasti, c'è chi cincischia e fa perdere
tempo prezioso al governo con le proprie baggianate. Per questo, vi invito a leggere il post di Nessie: http://sauraplesio.blogspot.com/2008/11/zampognaro-di-lusso.html
e mi raccomando, leggete anche i commenti!
Primo allarme Europa
(aggiornamento ore 14 - 19/11/2008, dal sito clienti Fineco Bank)
FRANCOFORTE, 19 novembre (Reuters) - Il gruppo Basf annuncia un allarme profitti per il 2008, stimando un forte calo della domanda nelle industrie chiave. La società sottolinea che il livello degli utili dell'anno scorso non sarà raggiunto quest'anno e prevede di chiudere in via temporanea circa 80 fabbriche nel mondo, riducendo la produzione in 100 siti. Basf dice che è difficile stimare come sarà l'anno prossimo, l'azienda si sta preparando per tempi difficili. Circa 20.000 dipendenti saranno coinvolti dai tagli alla produzione. Alla Borsa di Francoforte il titolo perde circa il 10% a 22,91 euro.
Comincia la Great Depression e una triste canzone echeggia ovunque: "Mi dicevano che costruivo un sogno, / e così ho seguito la folla. / Quando bisognava lavorare la terra e imbracciare il fucile / io là, solo là, a giocare alla tombola".
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...(8 novembre 1932), gli Stati Uniti sono devastati dalla crisi. Meno investimenti, e meno denaro da spendere. Le fabbriche chiudono, gli operai perdono il lavoro, e non potendo comprare, contribuiscono a diminuire la domanda. Gli agricoltori non hanno più acquirenti per i loro prodotti. E' la depressione, e i negri si considerano i più sfortunati: i primi a essere buttati fuori, gli ultimi assunti. I disoccupati, che nel 1930 sono tre milioni, arrivano, tre anni dopo, anche a quindici. Trecentomila persone cercano rifugio in California, braccate dalla polizia e inseguite dai proprietari terrieri che temono quell'invasione.
"Le vie dell'Ovest e del Sud-Ovest" narra un cronista "brulicano di autostoppisti affamati. I fuochi degli accampamenti dei senzatetto si scorgono lungo tutta la linea ferroviaria. Ho visto uomini, donne e bambini in marcia sulle strade statali. Quasi tutti erano fittavoli che avevano perduto ogni cosa nell'ultima caduta dei prezzi del grano e del cotone. Il contadino è immiserito dalla indigenza della popolazione industriale, che poi soffre di quella del campagnolo. Nessuno dei due ha il denaro per comperare le cose fatte dagli altri; perciò abbiamo contemporaneamente sovrapproduzione e sottoconsumo".
E qui mi fermo, per non angustiare ulteriormente il lettore. Questa è la descrizione dell'America nei primi anni '30, fatta da Enzo Biagi, nel libro La mia America personaggi, protagonisti, grandezze, illusioni e tramonto di quello che fu "Il sogno americano" - Edizioni Rizzoli, maggio 2003.
A far piovere sul bagnato, è dei Tg di oggi la notizia del licenziamento di 52000 operai di una nota casa automobilistica americana. Forse, siamo prossimi all'inizio di una Grande Depressione, come quella che sconvolse l'America e in seguito il mondo intero a partire dal 1929. E le premesse, stando al racconto di Biagi di quegli anni, sembrano esserci tutte. E presto potrebbe riversarsi anche sull'Italia. Eppure, anzichè fare quadrato col governo, nel cercare possibili soluzioni che ne possano anticipare e mitigare i probabili effetti nefasti, c'è chi cincischia e fa perdere
tempo prezioso al governo con le proprie baggianate. Per questo, vi invito a leggere il post di Nessie: http://sauraplesio.blogspot.com/2008/11/zampognaro-di-lusso.html
e mi raccomando, leggete anche i commenti!
Primo allarme Europa
(aggiornamento ore 14 - 19/11/2008, dal sito clienti Fineco Bank)
FRANCOFORTE, 19 novembre (Reuters) - Il gruppo Basf annuncia un allarme profitti per il 2008, stimando un forte calo della domanda nelle industrie chiave. La società sottolinea che il livello degli utili dell'anno scorso non sarà raggiunto quest'anno e prevede di chiudere in via temporanea circa 80 fabbriche nel mondo, riducendo la produzione in 100 siti. Basf dice che è difficile stimare come sarà l'anno prossimo, l'azienda si sta preparando per tempi difficili. Circa 20.000 dipendenti saranno coinvolti dai tagli alla produzione. Alla Borsa di Francoforte il titolo perde circa il 10% a 22,91 euro.
8 Comments:
La cosa che forse più dovrebbe far meditare è che lo sbocco della Grande Depressione fu la seconda guerra mondiale. Là l'industria americana potè finalmente produrre a pieno ritmo con ordini da parte di committenti che non discutevano di prezzi. Non per niente penso che la situazione attuale sia stata traslata nel tempo proprio dall'11 settembre e dalle relative commesse militari per gli interventi in Afganistan e Iraq che hanno fatto tirare più a lungo l'industria americana. C'è da sperare solo che a qualcuno non venga in mente di poter risolvere il tutto andando ad avventurarsi in nuovi conflitti più o meno palesi contro nuovi nemici, magari l'asse Russia-Cina.
By Enzo Miceli, at 18 novembre 2008 alle ore 18:11
Grazie Marsh, ma qui c'è poco da ridere. Ti invito a leggere anche le cronache di Garcia Lorca sulla Grande Depressione. Ci sono delle poesie specifiche, se trovo il link te lo fornisco.
By Nessie, at 18 novembre 2008 alle ore 19:30
Enzo m.,
il tuo nome mi è già noto. Benvenuto.
...e per fortuna venne poi il piano "Marshall" a tirar fuori l'Europa dalle secche. E preghiamo che non si avveri quello che tu paventi!
Un saluto.
By marshall, at 18 novembre 2008 alle ore 22:11
Nessie,
grazie anche a te (per il link).
Non ho letto ancora niente, di Garcia Lorca. Se parla degli effetti della Grande Depressione, mi può senzaltro interessare: potrebbe essere una lettura molto istruttiva!
Spesso, leggo anche i commenti dei tuoi post. In questo qui di Tonino o zampognaro, ho trovato istruttivo il commento di Pseudosauro (ma quelli lo sono sempre), ma il più bello, intelligente e carico di arguzia e ironia è quello di Eudora. A lei, il mio voto massimo.
Ciao.
By marshall, at 18 novembre 2008 alle ore 22:21
L'articolo che avevo trovato sul Sole 24 ore è sparito da google, chissà come mai.
Quello che ho io in cartaceo titola "Dolore e poesia di un crack" di Pietro Calabrese. Ma non è reperibile in Internet.
Su Lorca, eccoti un link informativo: http://www.altramusa.com/garcia_lorca
By Nessie, at 19 novembre 2008 alle ore 16:13
Nessie,
grazie. Non importa se non trovi la poesia sul crack; quando mi verrà l'ispirazione poetica, te ne scriverò una io, in stile romanesco Trilussa (mi vengono assai meglio che non in milanese). E non c'è scadenza per sriverla; a quanto pare siamo solo all'inizio di una pesante crisi. E il babbuione, Tonino o zampognaro, continua ad abbaiare, ma se continua così, farà la fine di Masaniello (in senso metaforico, s'intende).
Provo a vedere quel sito su Lorca e tu, intanto, tieniti da conto quella fattoria, quei tuoi vicini di casa. Far la spesa là, dev'essere un piacere, oltre che trovare prodotti genuini e a basso costo, per chilometri zero!
Ciao.
By marshall, at 19 novembre 2008 alle ore 18:24
Marsh, come avrai visto ho linkato anch'io il tuo post sul tema "Crollo di Wall Street". Dell'articolo di cui ti parlavo ("Poesia e dolore di un crack") ne ho ricopiato manualmente i passi più salienti dal cartaceo che avevo, sull'ultimo post edito.
By Nessie, at 20 novembre 2008 alle ore 15:14
Nessie,
sì, e l'avevo notato subito stamattina: un pezzo ponderoso, che merita di essere letto, perchè "Insegna". Poi, è stata una giornata impegnativa e non ho più avuto modo di completarne la lettura. E c'è anche quell'articolo del Corsera, che mi attende.
Come forse avrai potuto constatare, anch'io ho dovuto ricopiare manualmente quei brani di Enzo Biagi; ma ci tenevo troppo.
By marshall, at 20 novembre 2008 alle ore 23:17
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