marshall

mercoledì, novembre 12, 2008

Le "fanfare" dei commentatori/analisti

A proposito di Pirelli Real Estate - la società immobiliare del Gruppo Pirelli - dal finale di questo report, di giovedì scorso, 6 novembre, vi accorgerete dell'inaffidabilità di certi analisti e commentatori di borsa.

Solamente un anno e mezzo fa, le azioni Pirelli Re venivano valutate fino a 58 euro, dalla stessa categoria di personaggi che ora la declassano a rango di quasi titolo pattumiera. Ora le valutano 3,7 euro. D'accordo, c'è stata di mezzo la crisi dei mutui subprime, col conseguente sconquasso delle borse mondiali. Ma da lì, ad arrivare a valutare lo stesso titolo il 93,6 percento in meno, ce ne corre; anche perchè il titolo Pirelli Real Estate, non era e non è considerato un titolo colabrodo; era considerato un titolo di valore. Il fatto dimostra allora scarsa affidabilità o mancanza di preparazione professionale di certi analisti, giornalisti o commentatori.

"Il portafoglio immobiliare di Pirelli R.E. vale qualcosa come 4,6 miliardi di euro, se a questa cifra applico uno sconto del 20% legata all'effettivo prezzo che a mio parere il gruppo potrebbe spuntare in caso di vendita, arriveremmo a 3,7 miliardi. Tolti i debiti e aggiunto il valore delle altre attività, risulta che il valore del titolo è pari a 3,7 euro", spiega un analista. Pirelli R.E. oggi quota il 45% in più.

Dov'era un anno e mezzo fa, questo analista anonimo? Non le potevano fare anche prima - quando dicevano che il titolo valeva 58 euro - questo genere di valutazioni precise e puntualizzate? Questo stà a dimostrare la loro scarsa affidabilità: alla larga!

Nota: la parte corsiva è tratta da un articolo pubblicato sul sito dei clienti di Fineco Bank.

7 Comments:

  • quanti conflitti di interesse caro marshall....
    ...fosse solo berlusconi!

    By Blogger LL, at 14 novembre 2008 alle ore 14:24  

  • E non solo, caro Luca.

    Mettiamoci anche l'aggiotaggio, la truffa, il raggiro, l'imbroglio, la mistificazione e circonvenzione d'incapace.

    In un caso come quello di Pirelli R.E. - ma sono almeno la metà dei titoli trattati, quelli da sottoporre a questo genere di "inquisizione" - non sono ammessi errori (chimiamoli così, per abbreviare il discorso) così "grossolani", altrimenti entra in ballo la deficienza di chi stila quei report, a meno che costoro non vogliano essere accusati dei reati di cui sopra.
    C'è bisogno di una profonda opera di riforma delle regole di borsa, altrimenti questa non si risolleverà più, salvo che per episodi e periodi sporadici.
    Chi andrebbe in borsa, in futuro, sapendo a priori che chi non ci va con i piedi di piombo, e chi non è estremamente guardingo e super documentato, si va ad impegolare e a rimetterci soldi?
    Risposta: solo i deficienti.
    Ciao.

    By Blogger marshall, at 14 novembre 2008 alle ore 14:58  

  • caro marshall, lo sai dov'era questo anonimo analista? a scrivere su qualche quotidiano finanziario o blog che il titolo Pirelli Real valeva 75 euro, che il valore degli immobili era sottoquotato, che bla...bla...bla...bla....
    non dovresti scandalizzarti per queste valutazioni fatte ad arte per gonfuare i titoli: quante volte ce lo siamo detto nelle nostre lunghe telefonate?
    salutoni. alberto

    By Anonymous Anonimo, at 15 novembre 2008 alle ore 23:53  

  • ti allego parte di un articolo tratto da Borsa & Finanza del //6/2008
    "Dai 60 euro di aprile 2007, Pirelli Re ora quota sotto 20 euro: a un anno il «total return» (il rendimento comprensivo dei
    2,06 euro staccati ad aprile 2008) fa segnare un -62 per cento. Una caduta che ha seguito l'andamento delsettore immobiliare (negli Usa, ma anche in Europa e in Italia). Fino a un paio di anni fa la società scontava tassi di
    crescita superiori al 10% (e quindi anche il rapporto fra prezzo e utili era su livelli analoghi), mentre il bilancio 2007 ha evidenziato come fatturato e profitti siano rimasti al palo rispetto all'anno precedente: i ricavi aggregati pro-quota
    sono passati, fra il 2006 e il 2007, da 1,56 a 1,43miliardi, l'utile da 159 a 151 milioni. Dati che però nel primo trimestre 2008 sono decisamente peggiorati: i ricavi sono scesi da 406 a 301 milioni, i profitti da 19 a 12 milioni. Sul
    versante patrimoniale, poi, i mezzi propri si attestano a 712 milioni e l'indebitamento finanziario netto è a 300
    milioni (che sale però a 808 milioni al lordo dei finanziamenti soci alle società partecipate con quote di minoranza). Inoltre
    non è certo positivo per il titolo che il piano industriale, prima annunciato per marzo, poi spostato a maggio e ora atteso
    nella seconda metà dell'anno. Intanto il management parla di «un primo semestre debole, mentre per
    l'intero anno la previsione è di un risultato operativo in linea con il periodo precedente ». Numeri che quindi
    giustificano i multipli attuali: il titolo tratta infatti a 4,9 volte gli utili 2007 e circa 5,1 volte quelli attesi per l'anno in
    corso (consensus Bloomberg). Rapporti contenuti ma che si spiegano con la ciclicità del business: l'attività di
    investment nei primi tre mesi dell'anno ha registrato ricavi in calo da 255 a 112 milioni (e da 17 a 4,5 milioni il risultato operativo), mentre in crescita sono state l'attività di gestione (fatturato da 138 a 186 milioni e utile operativo da 24 a 27, milioni) e i servizi specialistici (fatturato da 110 a 149 milioni, ma ebit in calo da 14 a 7 milioni).
    omissis... L'estrema incertezza infine è evidenziata dagli ultimi report: Mediobanca e Kempen sono positivi (outperform e add), Centrobanca e Citigroup invece
    hanno giudizi neutral, mentre Merrill Lynch, Cheuvreux e Jp Morgan assegnano giudizio underperform. Attualmente
    Pirelli & C. controlla il 55% del capitale (un altro 3% è in capo alla stessa Pirelli Re come azioni proprie), ma fra gli altri
    azionisti vi sono anche l'ad Carlo Puri Negri (2,06%) e Deutsche Bank (2%). Il flottante è del 34,2%.

    Come vedi a giugno Mediobanca e Kempen erano positive sul titolo per cui.........al 6 giugno il titolo quotava 16,885 euro.

    alberto

    By Anonymous Anonimo, at 16 novembre 2008 alle ore 00:18  

  • Marshall
    grazie a te sto cominciando a capire,quello che prima era solo una mia intuizione.
    La borsa è una fregatura per i piccoli risparmiatori,serve solo a favorire gli speculatori affossando le aziende anche quelle sane.
    Le bolle speculative servono per "tosare i buoi" a vantaggio dei grandi maneggioni.
    Devo ringraziare la mia diffidenza, se sono sempre rimasto fuori dalla borsa.
    Nè azioni,nè mutui: non avrò guadagnato, ma certamente non ho rimesso.
    ciao
    sarc.

    fanfare,pifferi,grulli,bamba ci sarebbe da fare vignette per un secolo....

    By Anonymous Anonimo, at 16 novembre 2008 alle ore 10:40  

  • Sarc.,
    nella tua inesperienza, come dici, ma sembri non dimostrarlo affatto, hai coniato un saggio comandamento, una regola di vita per chi dovesse aspirare ad entrare nel mondo "sporco" della borsa. Lo dico per esperienza diretta: sarebbero tempo ed energie sprecate, e soldi buttati al vento. E spero venga tenuto impresso nella mente dei miei due figli, quando dovesse venire loro in mente l'idea di entrare in quel mondo procuratore di dispiaceri!
    Hai fatto bene tu!
    E, se non verranno create regole rigide, la borsa diverrà "frequentata" solo dai "grandi". Il che, potrebbe anche significare la fine di questo genere di capitalismo, che non tutela minimamente il piccolo risparmio.

    (questo pensiero sarà oggetto di un mio post/saggio).
    Ciao.

    By Blogger marshall, at 16 novembre 2008 alle ore 11:18  

  • Ciao, Alberto.
    Tanto noi ci sentiamo per telefono.

    By Blogger marshall, at 16 novembre 2008 alle ore 11:19  

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