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sabato, dicembre 22, 2007

Le tipografie di Pavia - 2

Pavia: Il Duomo

Tranne quella di via San Paolo, tutte le altre tipografie erano facilmente raggiungibili anche a piedi. E fu così per quasi un anno. Uscito dalla stazione, il primo cliente da visitare era in corso Manzoni, poi, imboccato il corso Cavour - l'arteria principale del centro storico che va ad incrociare con corso di Strada Nuova, l'arteria di vitale importanza per il centro storico - svoltavo a destra per raggiungere la tipografia di via Rezia. Da qui prendevo per piazza Vittoria, diretto verso corso Mazzini, il proseguimento di corso Cavour al di la di Strada Nuova. In questo quadrante c'erano tre grosse tipografie nel raggio di 150 metri. Erano in via Morazzone, in via Spallanzani e in via Defendente Sacchi. Più fuori mano, molto più in la di piazza Castello vi era la tipografia di via Vigentina, la cui visita ero spesso costretto a saltare per mancanza di tempo. Per andare in via San Paolo, dovevo prendere la corriera, la stessa che poi m'avrebbe riportato alla stazione. Ma, prima di prendere il treno, mi recavo in via Folla di Sotto, dove c'era la più grossa industria grafica di Pavia e del pavese. Quest'ultime, me le giostravo, saltandone a turno una o due delle tre.
La metà dei miei clienti era in Milano. L'altra metà era sparsa nella provincia di Pavia e nel lodigiano. Fare i giri fuori Milano, in particolare a Pavia o Lodi, per me era diventato un viaggio di piacere; complici anche l'ambiente, i paesaggi e la gente diversi da Milano. Con cinque degli otto clienti di Pavia, ma di tre di loro in particolare, avevo instaurato un legame di amicizia. Raramente costoro mi mandavano a casa con le mani vuote.
(segue)


 

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