L'invidia e la società
Ho accennato, in un commento al post precedente, ad un libro uscito in questi giorni che è di perfetta attinenza con quel post.
Il libro è intitolato L'invidia e la società di Helmut Schoeck Editore Liberilibri.
Ne parla diffusamente il Corriere della sera, in Corriereconomia di ieri, 4 settembre, nella rubrica "Un libro, un caso" curata da Marco Ferrante.
Helmut Schoeck è un sociologo austriaco, morto nel 1993 a 71 anni. Pubblicò la prima edizione di questo libro nel 1966. Va all'Editore Liberilibri il merito di averlo scoperto, tradotto e pubblicato in Italia nel corso di quest'anno.
Come fa intuire il titolo, il libro si lega strettamente con l'attuale situazione italiana, dove l'invidia la fa da padrona in molte branche della società italiana ed in particolare tra gli elettori e gli eletti della nostra sinistra.
Invidia che serpeggia tra il popolo minuto e tra le medie e alte sfere della società e del governo. Invidia per quell'uomo chiamato Berlusconi del quale vorrebbero, ma non hanno la forza e le capacità di emularlo, e quindi di arrivare ai livelli da lui raggiunti, anche in politica.
Ho già trattato questo argomento dell'invidia in altri post: pertanto non è il caso di ritornarci sopra diffusamente.
Il libro tratta anche della efficienza/inefficienza della amministrazione pubblica quale fattore determinante nelle scelte politiche fiscali: da una amministrazione più efficiente deriva un livello di tassazione più "leggero" e quindi più giusto e più equo.
Quindi, secondo l'autore della recensione, e anche secondo il mio punto di vista, il principio fondamentale sul quale si baserebbe il presupposto dell'insegnamento di questo libro, è il seguente.
Meno tasse solo se si riduce l'inefficienza della spesa.
La prassi di Visco, secondo il quale si può avere una riduzione delle tasse, solo se funziona la lotta all'evasione fiscale, è una premessa puramente ideologica. E il libro ne dà ampie dimostrazioni. Secondo il mio parere, e, ritengo anche quelle dell'autore e del recensore, dal lato delle entrate, la lotta all'evasione fiscale può portare solo a fievoli risultati.
Il libro è intitolato L'invidia e la società di Helmut Schoeck Editore Liberilibri.
Ne parla diffusamente il Corriere della sera, in Corriereconomia di ieri, 4 settembre, nella rubrica "Un libro, un caso" curata da Marco Ferrante.
Helmut Schoeck è un sociologo austriaco, morto nel 1993 a 71 anni. Pubblicò la prima edizione di questo libro nel 1966. Va all'Editore Liberilibri il merito di averlo scoperto, tradotto e pubblicato in Italia nel corso di quest'anno.
Come fa intuire il titolo, il libro si lega strettamente con l'attuale situazione italiana, dove l'invidia la fa da padrona in molte branche della società italiana ed in particolare tra gli elettori e gli eletti della nostra sinistra.
Invidia che serpeggia tra il popolo minuto e tra le medie e alte sfere della società e del governo. Invidia per quell'uomo chiamato Berlusconi del quale vorrebbero, ma non hanno la forza e le capacità di emularlo, e quindi di arrivare ai livelli da lui raggiunti, anche in politica.
Ho già trattato questo argomento dell'invidia in altri post: pertanto non è il caso di ritornarci sopra diffusamente.
Il libro tratta anche della efficienza/inefficienza della amministrazione pubblica quale fattore determinante nelle scelte politiche fiscali: da una amministrazione più efficiente deriva un livello di tassazione più "leggero" e quindi più giusto e più equo.
Quindi, secondo l'autore della recensione, e anche secondo il mio punto di vista, il principio fondamentale sul quale si baserebbe il presupposto dell'insegnamento di questo libro, è il seguente.
Meno tasse solo se si riduce l'inefficienza della spesa.
La prassi di Visco, secondo il quale si può avere una riduzione delle tasse, solo se funziona la lotta all'evasione fiscale, è una premessa puramente ideologica. E il libro ne dà ampie dimostrazioni. Secondo il mio parere, e, ritengo anche quelle dell'autore e del recensore, dal lato delle entrate, la lotta all'evasione fiscale può portare solo a fievoli risultati.
4 Comments:
Visco è di pura scuola stalinista: vuole mettere il becco nelle libertà dell'individuo, vuole trasformare lo Stato in un Grande Fratello che tutto vede e tutto sa. Son passati quasi sessant'anni dal romanzo di Orwell, ma la sinistra non ha fatto neanche mezzo passo in avanti...
By Anonimo, at 5 settembre 2006 alle ore 15:16
Non posso che concordare. Quando si espande il controllo dello stato, si riduce in proporzione la libertà dell'individuo. Lo spionaggio fiscale posto in atto con le sovietizzazioni di Fisco e Berstalin, ha proprio lo scopo di ridurre le libertà di base.
L'invidia, poi, è quella dei piccoli meschinelli della nomenklatura sinistra per Berlusconi, perchè in lui vedono tutte le qualità che vorrebbero avere e che non hanno.
By Massimo, at 5 settembre 2006 alle ore 18:01
Hia ragione l'invidia è il grosso male della sinistra.
Lo vedi negli elettori...lo vedi negli esponenti ( tassa sul lusso, tassa sulle cure mediche per i più abbienti, etc etc..) Lo vedi nei loro leader ( Berlusconi è profondamente invidiato, rosicano di brutto)
Devo assolutamente comprarlo.
Grazie della segnalazione!
By Beppoz, at 7 settembre 2006 alle ore 20:44
Monsoreau,
...E tutto questo - riduzione della libertà - lo stato, pressato da politici spesso interessati, perchè "spinti" dalle loro lobby personali, lo fa innalzando la bandiera della "solidarietà".
In realtà è solo un alibi, alibi per giustificare e motivare all'opinione pubblica il suo bisogno sempre maggiore di denaro, da cui il ricorso, sempre molto alto, alla tassazione.
By marshall, at 11 settembre 2006 alle ore 15:17
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